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Autore: Sassina86    28/11/2011    2 recensioni

Lo faccio perché in te ho amato l'uomo e il suo coraggio
e quella forza di cambiare per poi ricominciare
e quando avrò davanti agli occhi altri due occhi da guardare,
il mio silenzio lo sentirai gridare.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blair Waldorf
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quinta stagione
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Lo faccio perché in te ho amato l'uomo e il suo coraggio e quella forza di cambiare per poi ricominciare e quando avrò davanti agli occhi altri due occhi da guardare, il mio silenzio lo sentirai gridare.

Nella penombra s’ intravedeva la sua immagine riflessa nello specchio. Era sul bordo del letto, seduta sulle lenzuola rosa sgualcite dalla notte appena trascorsa. Le tende appena socchiuse facevano trapelare un debole spiraglio di luce. Nonostante si fosse appena svegliata, i boccoli le cadevano perfetti sulle spalle, coperte dalla vestaglia in seta. Un brivido le percosse la schiena, rannicchiò le gambe verso di sè e si abbracciò. Le mani facevano fatica a mantenersi unite, sudavano rendendo la presa scivolosa. Istintivamente iniziò a dondolare avanti e indietro, si sentiva rassicurata come un bambino che piange quando viene cullato. Era un periodo che dormiva due al massimo tre ore a notte e si svegliava sempre spaventata e con un senso d’angoscia che prendeva il sopravvento su tutta la giornata. L’appetito non era dei migliori, ma doveva mangiare per la piccola vita che stava prendendo forma dentro di lei. Non era stato cercato, non era stavo voluto, era semplicemente arrivato come un raggio di sole dopo una giornata di pioggia. Sapeva di essere pronta a diventare madre come quando si sentì pronta ad accettare la proposta di matrimonio di Louis. Aveva solo bisogno di dimostrare a se stessa che quella era stata la scelta giusta. Rilasciò le gambe a penzoloni e sistemò l’anello di fidanzamento che le stava scivolando via dall’anulare. Si fermo a fissarlo con uno sguardo assente e malinconico. Non lo riconosceva, non lo sentiva suo. A volte si chiedeva come faceva ad indossare un diamante giallo. Lei Blair Waldorf non l’avrebbe mai scelto, seppur un Harry Winston doveva essere rigorosamente bianco e lucente come la sua carnagione. Louis era in grado di tirare fuori il suo meglio facendogli dimenticare l’oscurità. Per lei, lui era la scelta giusta, ma in quel periodo non era tanto sicura del contrario. Lo trovava vendicativo. Anche lei un tempo era così, ma ora reprimeva tutti i suoi istinti per mantenere salda e perfetta la sua nuova immagine. La gelosia sembrava essere l’unica giustificazione per Louis, non ci poteva essere altra spiegazione. Chuck sembrava cambiato dopo essersi allontanato da lei, ma questo non avrebbe fatto la differenza. Doveva solo trovare il modo per dimostrarlo a se stessa. Prese la spazzola appoggiata sul comodino e iniziò ad affondarla nei suoi nei suoi lunghi capelli. Un movimento lento e continuo che procedeva dall’alto verso il basso, la rilassava. Istintivamente si toccò il ventre. La lettera con il test di paternità aveva alterato gli equilibri. La sua giustificazione a riguardo non era stata del tutto convincente e Blair era consapevole di aver detto una mezza verità. Nel momento in cui Louis gli svelò di averla trovata, era talmente delusa dell’atteggiamento che aveva assunto nei confronti di Chuck che non le fece alcun effetto. L’aveva nascosta in un cassetto: come poteva pensare che nessuno l’avrebbe mai trovata? Era a portata di mano e sapeva che sarebbe stato solo questione di tempo. Forse poteva nasconderla meglio o semplicemente liberarsene, ma lei era colpevole. Dentro di lei sapeva di averlo fatto. Quel test era impresso nella sua memoria e scalfito nel suo cuore, nessuno l’avrebbe mai potuto cancellare. Un peso con il quale avrebbe combattuto tutta la vita. Era stata costretta a scegliere, non aveva alternative. L’aveva lasciata andare, era stato lui a decidere per loro, questa volta invece era stata lei. Un senso di rimorso ogni volta che se lo trovava di fronte. Quel cambiamento che notava, e tutti sottolineavano, era diventato un'ossessione. Non poteva essere così, lui stava fingendo, l’aveva lasciata e l’aveva spinta tra le braccia di un altro uomo. Con che coraggio l’avrebbe trattenuto? Non si sentiva di legarlo per sempre quando lui non ne era pronto. Era stata la decisione migliore, alla fine si stava per sposare e avrebbe potuto dare una famiglia a quel bambino nato da tanto amore. Si perché quella notte non era stato un capriccio, una trasgressione, ma era stato l’amore profondo a spingerli così in fondo. Erano stati travolti dalla passione. Lei era consapevole che lui sarebbe stato l’unico uomo che avrebbe amato realmente e, adesso che era riuscita ad accettare la sua perdita, faceva di tutto per riprendersela. Gli aveva chiesto persino scusa per tutte le volte che l’aveva ferita e questo non faceva che aumentare il suo senso di colpa. Dove voleva arrivare Chuck Bass? Perché stava facendo di tutto per riconquistarla? Perché Louis si stava rivelando una persona diversa? Quella scelta di mentire a lei stessa, a Chuck, a Louis, alla sua famiglia e a tutti i suoi amici gli si stava ritorcendo contro. Ma non si sarebbe arresa. Il buio nella stanza si stava schiarendo dalla luce del giorno che illuminava la città. Mise le mani incrociate intorno al grembo, come per volere coccolare il suo bambino, inclinò lo sguardo verso di lui e disse “ Tu sarai un Grimaldi”. Si fisso nello specchio e lo ridisse.

Ti lascerò...crescere ti lascerò...scegliere ti lascerò anche sbagliare...ti lascerò.

* Il titolo, il testo d’introduzione e quello conclusivo è estrapolato dalla canzone di Anna Oxa-Fausto Leali "Ti Lascerò."
  
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