Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |      
Autore: _Zexion_    28/11/2011    1 recensioni
Non era esattamente l'ideale per restare fuori, ma quando poco dopo sentì le braccia di Françis avvolgerlo nascose un sorriso grazie alla sigaretta stessa.
« Sei freddo.»
« Non me ne ero accorto.»
Françis inarcò un sopracciglio, mentre si diceva che no, Arthur non sarebbe mai cambiato qualsiasi cosa fosse accaduta.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Della serie "Ogni tanto ritornano", eccomi qui con una FF per il FrUk Day (che ho notato essere oggi) e, ovviamente, anzi, in PRIMIS, per la mia FranScesse.
Un pò per scusarmi di tutto, un pò perché volevo fare qualcosa per lei, mi sono posta questa FF come qualcosa da darle, perché si amor, ti voglio un bene fortissimo ma non so mai dimostrartelo come si deve ;w;
Dunque, spero che questa storia sia bella come volevo che fosse (perché lo sai, a me non convince mai niente XD) e spero tu possa perdonarmi se fa schifo.

Così come i lettori potrebbero perdonarmi la stessa cosa.
Non scrivo FrUk da tanto. Ma spero comunque che in qualche modo sia riuscita a farlo ancora vagamente bene, come un tempo. Le uniche avvertenze sono: 1) Le cose in corsivo sono il passato; 2) si può considerare come un seguito di "Jeasouly", scritta TANTO tempo fa ed ispirata ad un video xD

Detto questo vi lascio alla storia e si, buon FrUk Day a tutti!



~ You,  my personal challenge.



Ennesima riunione di lavoro, ennesimo G8.
Arthur guardava incessantemente i fogli davanti a lui, mentre intorno a sé c'era la solita lite causata dagli sproloqui di America e la severità di Germania, troppo cocciuti
entrambi per capire che potevano trovare un'accordo senza dover urlare in quel modo.
Ed ovviamente, gli altri si erano premurati di intervenire in quella lite solo per far diventare tutto completamente stupido e privo di senso.
Con un sospiro frustrato si alzò, dopo l'ennesimo oggetto finito contro la sua testa, e sbattè i palmi delle mani sopra il tavolo, attirando l'attenzione altrui, compresa la Sua.
« .... Vado a fumare. Quando sarete giunti ad un'accordo capendo che siete solo dei bambini ora, chiamatemi, visto che non ho intenzione di sprecare il mio tempo in simil
modo.»
Lasciò la sala in silenzio completo sotto lo sbigottimento di tutti, visto che solitamente era il primo ad alterarsi a sua volta per qualcosa.
Lì, invece, era stato abbastanza impassibile da uscire, finendo per andare così all'esterno dell'edificio a riporre la sua frustrazione in un pò di nicotina che raramente si concedeva.


La porta fredda come il pavimento, in quel momento, erano un colpo alla propria autostima, specialmente dopo che si era accorto delle parole fuoriuscite dalle proprie labbra.
Non voleva dover ammettere a sè stesso di provare dei sentimenti per quello stupido, tanto meno non dopo che era andato avanti per anni, no, secoli, a litigarci ed
allontanarlo.
Invece, più l'altro insisteva dimostrandosi cocciuto, più lui sentiva cedere i cardini della propria sicurezza.
L'improvviso movimento della porta quando si era appena scostato dopo minuti, forse ore interminabili, furono persino una sorpresa.
La figura dell'altro fece capolineo, sorprendendolo ancora una volta visto la lite appena avuta (di nuovo), semplicemente facendogli aggrottare le sopracciglia in
un'espressione rabbiosa, mentre sperava che il buio celasse gli occhi rossi, segno della propria debolezza che non voleva di certo dimostrare.

« Cosa diavolo fai qui?»

La nuvoletta di fumo si formò dinanzi alle proprie labbra, mentre appoggiato alla ringhiera, al freddo, faceva scivolare dalle proprie labbra ciò che poco prima aveva aspirato.
Un rumore dietro di sè lo avvertì che qualcuno era uscito a sua volta, ma non dovette certamente girarsi per sapere chi fosse.
« Pensavo avessi da fare con quegli stupidi.»
«
Tu pensi sempre troppo, non credi?»
Sentì il sorriso sulle labbra dell'altro ancora prima di voltarsi a vederlo, ora così vicino da sentirne persino il profumo di fiori che lo caratterizzava.
Lo guardò a lungo, prima che l'altro gli prendesse la sigaretta dalle labbra, tirandola via e chinandosi su di esse.
«Il fumo non ti dona.»


Discussioni.
Credeva ce ne sarebbero state altre, invece non era stato detto nulla. Semplicemente, come poco prima l'aveva visto avvicinarsi, ora lo sentì tanto vicino da permettergli di
arrivare a baciarlo.
Contrariamente al solito, tuttavia, non finirono a letto. Rimasero fermi lì, dinanzi alla finestra che mostrava i primi fiocchi di neve, stretti l'uno all'altro.
Non seppe mai il perché, ma quel calore, il fatto che fosse tornato, lo fecero restare in quella posizione senza andare via.
Ricambiando semplicemente quella stretta, respirando contro la spalla altrui.

« Perché?»
Sentì la mano tra i capelli e si lasciò sfuggire un sospiro, sentendo ancora i nervi tesi.
Non giunse niente dall'altra parte, se non un'altro bacio che poco dopo poco dopo gli permise di capire che quella era la risposta.
Si aggrappò alla schiena del biondo solo per corrispondere al bacio, mordendogli dispettosamente un labbro, ringraziando il buio per celargli il volto.

 

Divertito, Arthur prese la mano dell'altro, portandola direttamente alle proprie labbra per aspirarne il fumo della sigaretta stretta tra le dita. In seguito lo soffiò appositamente
contro il volto di Françis, vedendolo storcere le labbra un pò contrariato e il ghigno sul suo volto si allargò, ancora più soddisfatto.
« Non pensare di poter decidere per me, frog.»
Il francese agitò la mano dinanzi al proprio volto per scacciare il fumo, apparentemente arreso.
« Volevo solo dirti cosa pensavo, mon amour. Non ti fa bene, sai?»
Arthur roteò gli occhi, lasciando perdere quello stupido e tornando a guardare altrove, il freddo che gli penetrava i vestiti.
Non era esattamente l'ideale per restare fuori, ma quando poco dopo sentì le braccia di Françis avvolgerlo nascose un sorriso grazie alla sigaretta stessa.
« Sei freddo.»
«
Non me ne ero accorto.»
Françis inarcò un sopracciglio, mentre si diceva che no, Arthur non sarebbe mai cambiato qualsiasi cosa fosse accaduta.

 

La mattina segente, a letto ancora completamente vestito, Arthur socchiuse gli occhi solo per ritrovarsi il volto dell'altro addormentato a pochi centimetri da lui.
Rimase in silenzio a lungo pensando alla notte precedente, alle parole non dette e a quei semplici tocchi per una volta non maliziosi che aveva ricevuto.
Si mosse un poco per mettersi seduto, ma quel poco bastò per risvegliare l'altro che, disturbato, mosse un braccio in sua direzione, circondandogli la vita.

« Dove vai, chenille?»
« In bagno.»
Un altro mugolio giunse alle sue orecchie, prima di sentirsi lasciare andare.
Si alzò, andando verso la porta di fronte al letto, fermandosi sullo stipite. Avrebbe voluto dire qualcosa, ma il francese doveva essere stato attento ai suoi movimenti perché lo precedette.

« Arthùr, ti sei arreso all'evidenza?»
Non disse niente, l'inglese, prima di guardarlo cinico e divertito.
« Quale evidenza, frog?»
Françis si issò sui gomiti, per guardarlo attentamente, inclinando il capo. Uno sguardo eloquente, nessun bisogno di parlare. Ed Arthur ne approfittò solamente per varcare la soglia del bagno, ricambiando lo sguardo con un sorriso strafottente.


« No.»
Françis si fermò, sorpreso, prima di osservarlo come un cucciolo bastonato.
« Chenille, è un bacio. Non vuoi nemmeno darmi un bacio?»
Arthur scosse il capo, spegnendo la sigaretta ed avviandosi verso la porta, aprendola.
Sentì il verso disperato di Françis, quel tipo di verso che tipicamente si fa quando si è esasperati e sorrise, sapendo di star in qualche modo tenendo il francese in uno stato di frustrazione perenne.
Niente di risolto a voce, non ancora, abbastanza da rendere l'altro incapace di comprendere.
« Françis?»
Con un sospiro, il francese alzò lo sguardo verso di lui, dopo essersi massaggiato le tempie.
« Oui?»
«
Non credo sia "essersi arreso all'evidenza". Ma diciamo che il senso è molto vicino.»
E scomparve al di là della porta, lasciando un Françis sbigottito dietro di sè. Sbigottimento che si sciolse in un sorriso, sfociato in seguito in una risata di un francese leggermente rosso in volto, imbarazzato a dirla tutta.
Mai, nemmeno una volta, era riuscito a capire a fondo cosa Arthur pretendesse. Sembrava che qualsiasi cosa facesse in un modo o nell'altro sarebbe stato un fastidio, sarebbe stato sbagliato, sarebbe stato inutile.
E poi, dal nulla, l'inglese se ne usciva con una frase del genere che significava tutto e niente al tempo stesso.
Una frase che, per quanto l'aveva bramata, aveva permesso a Françis di sentirsi davvero il cuore perdere un battito nella propria cassa toracica, mentre il volto si colorava di rosso.
« Mon dieu. Odio davvero gli inglesi.»

 

Ed ignaro della reazione altrui, Arthur era rientrato con un sorriso soddisfatto nella sala riunioni, trovando persino quel fantomatico ordine che aveva imposto all'inizio.

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: _Zexion_