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Autore: WhiteLight Girl    29/11/2011    3 recensioni
Da dov’era, Ryo, riusciva a scorgere le sagome del Giappone da cui proveniva. Era piccolo, lontano, e c’erano settori da cui risultava più piccolo ancora; molto più lontano.
I pensieri gli vorticavano in mente tempestosi nei momenti in cui non era preso da una delle sue mille avventure digitali. Se sulla terra era il Leggendario Digimon Tamers conosciuto da tutti i giocatori del gioco di carte dei Digimon a Digiworld era il Leggendario Digimon Tamers conosciuto da tutti i Digimon per le sue spesso eroiche imprese. Era la sua nuova casa, e la sua vecchia casa era sospesa sopra la sua testa nel mezzo del cielo.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ryo Akiyama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SOTTO IL CIELO DI CASA

Quando Ryo Akiyama aveva pensato per la prima volta di partire per Digiworld non era stato davvero sicuro di riuscirci. Monodramon era sempre al suo fianco ed era il suo migliore amico, ma quando digievolveva era davvero incontrollabile.
Cyberdramon aveva un indole violenta, ma Ryo non l’avrebbe scambiato con nessun altro Digimon al mondo – digitale e non – e con il tempo aveva imparato a calmarlo e ad impedire che durante i suoi eccessi d’ira combinasse troppi disastri o si facesse scoprire.
Ogni tanto il Tamers lo aveva beccato mentre fissava pensieroso il cielo oltre i grattacieli. In quei momenti si era chiesto se stesse pensando a Casa, al cielo di Digliworld, e si era chiesto come fosse, e se gli mancasse davvero tanto quanto lasciavano trasparire i suoi occhi.
Non aveva ancora capito perché il suo carattere cambiasse così tanto da uno stadio all’altro, eppure era sempre il suo Digimon, quello che aveva lottato al suo fianco contro i nemici più disparati e pericolosi, quello che con il tempo aveva imparato a conoscere come le sue tasche in ogni sfaccettatura. Probabilmente lo conosceva anche meglio delle sue tasche, dato che ogni volta che prendeva i cappotti delle altre stagioni Ryo ritrovava cose che aveva cercato per mesi in lungo ed in largo per tutta la casa senza risultato.
Comunque, il ragazzo, si ritrovava a volte a rimuginare sulle esperienze che l’avevano portato dov’era adesso: seduto sulla sabbia di un settore sperduto da qualche parte nel mondo digitale. Ripensava a Ken Ichijoji, che non avrebbe mai più rivisto, probabilmente, ripensava a quando si era trovato in questo nuovo mondo, e ripensava al padre che l’aveva cresciuto in questo mondo reale; dovunque fosse.
Erano in questi momenti - quando il fuoco scoppiettava davanti a lui e Monodramon (o Cyberdramon che fosse) riposava al suo fianco - che sollevava lo sguardo e puntava lo sguardo verso il cielo di Digiworld.
A volte si chiedeva se il suo sguardo fosse lo stesso che Monodramon aveva nel mondo reale quando guardava le stelle o le nuvole.
Da dov’era, Ryo, riusciva a scorgere le sagome del Giappone da cui proveniva. Era piccolo, lontano, e c’erano settori da cui risultava più piccolo ancora; molto più lontano.
I pensieri gli vorticavano in mente tempestosi nei momenti in cui non era preso da una delle sue mille avventure digitali. Se sulla terra era il Leggendario Digimon Tamers conosciuto da tutti i giocatori del gioco di carte dei Digimon a Digiworld era il Leggendario Digimon Tamers conosciuto da tutti i Digimon per le sue spesso eroiche imprese. Era la sua nuova casa, e la sua vecchia casa era sospesa sopra la sua testa nel mezzo del cielo. Stava al posto del sole ed al posto della luna, e si vedeva sia di giorno che di notte. Così vicina ma irrimediabilmente distante e irraggiungibile.
Ogni tanto Ryo si chiedeva se sarebbe mai tornato a casa. Quando si era lanciato nel varco digitale che l’aveva portato lì non aveva pensato a come tornare, ma solo a portare il suo Digimon in un posto in cui non l’avrebbero trattato come una cavia da laboratorio. Non sapeva bene se fosse stato nobile o sciocco da parte sua lanciarsi in un’avventura così pericolosa, ma era fiero di averlo fatto, e l’avrebbe rifatto mille volte ancora.
E ora se ne stava lì, con lo sguardo perso nel cielo, sotto il cielo di Casa, nell’attesa che il sonno lo cogliesse.



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Lo so, lo so; devo ancora aggiornare “The Black Sector” ma questa shot l’avevo scritta quest’estate e me la sono ritrovata, non mi convinceva, ma poi l’ho riletta e ho deciso che forse può andare. Può darsi che non dica nulla o può darsi che apra una finestra che ci lasci sbirciare sui momenti che Ryo ha passato a Digiworld solo con Monodramon/Cyberdramon.



   
 
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