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Autore: Alexiel94    29/11/2011    3 recensioni
[Lucefy]
Per Flaqui.
Avete presente le classiche storie d'amore, quelle tutte rose, fiori e arcobaleni? Quelle dove gli amanti si giurano amore eterno e staranno insieme forever and ever and ever? Le classiche storie che non sono altro che un susseguirsi di clichè romantici e frasi da diabete?
Ecco, la mia storia non è una di queste.
Sono Estefania Elordi Rinaldi, e questa è la storia di come mi sono innamorata della persona più sbagliata che potesse mai capitarmi nell'universo.
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luca, Tefi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Note: Io non amo particolarmente la Lucefy, ma vorrei dedicare questa fanfic dal dubbio senso logico a Francè (Flaqui su EFP) per i suoi 15 anni (in ritardo, ma è un dettaglio inutile e insignificante).
Qui (Dance of Death) c'è il link dell'omonima canzone degli Iron Maiden che mi ha ispirata, penso che se la ascoltiate nel corso della lettura questa acquisti più senso ed emozioni.

IL BALLO DELLA MORTE

Se solo qualcuno avesse avuto la possibilità di testimoniare cosa mi successe!
[Iron Maiden - Dance of Death]

Avete presente le classiche storie d'amore, quelle tutte rose, fiori e arcobaleni? Quelle dove gli amanti si giurano amore eterno e staranno insieme forever and ever and ever? Le classiche storie che non sono altro che un susseguirsi di clichè romantici e frasi da diabete?
Ecco, la mia storia non è una di queste.
Sono Estefania Elordi Rinaldi, e questa è la storia di come mi sono innamorata della persona più sbagliata che potesse mai capitarmi nell'universo.

***

Era una fredda sera di dicembre quando entrai nel bar, decisa ad annegare i miei problemi nell'alcol. Discordie con mia sorella, litigi col mio ragazzo Nacho, problemi con mia madre. Ero convinta che con un buon bicchiere di super alcolico ogni cosa sarebbe sparita, o per lo meno, attenuata. Ero sempre stata astemia, per cui quando il barista mi mise davanti ad un'ampia scelta di alcolici non seppi cosa rispondere. -Ehm...un Martini- dissi, scegliendo quello di cui mi ispirava il nome. -Brutta giornata, eh?- chiese una voce alla mia sinistra. Mi voltai, e fu allora che lo vidi per la prima volta. Probabilmente se avessi saputo a cosa sarei andata incontro sarei scappata a gambe levate da quel posto e non ci sarei mai più tornata nemmeno sotto tortura, cercando di dimenticare più in fretta possibile quel ragazzo. Ma purtroppo, essendo ignorante di cosa sarebbe accaduto in seguito fui immediatamente colpita da lui e rimasi a fissarlo per almeno tre minuti buoni. Poteva avere al massimo diciotto anni, era alto e con un fisico palestrato, occhi verdi e capelli castani scompigliati. Aveva un viso dai tratti particolari, che mi affascinavano, e le labbra sottili erano incurvate in un sorriso ironico.
-Uhm...già- risposi imbarazzata. Mi sentivo battere forte il cuore e una piacevole stretta allo stomaco, mentre provavo un imbarazzo mai sentito prima con un ragazzo. E ne ero attratta, eccome se lo ero. Non desideravo altro che stargli vicina ed avere del contatto fisico con lui, cosa che non avevo mai provato nemmeno col mio ragazzo Nacho. Scossi la testa, che mi stava succedendo? Io amavo Nacho, non potevo essere attratta da un ragazzo appena conosciuto. -Estefania- mi presentai tendendogli la mano, e mi sentii immediatamente una perfetta cretina. Lui strinse la mano con decisione, facendomi provare una specie di scossa lungo tutto il braccio. -Luca- disse con sicurezza, per poi lasciare andare la mia mano. La sensazione del contatto con la sua pelle mi rimase per tutti i dieci minuti successivi. Il cuore mi martellava nel petto ogni volta che lo guardavo, per cui mi affrettavo a spostare lo sguardo da un'altra parte, per cui inizialmente non feci caso al suo sguardo. Sembrava come se mi stesse studiando, ed evidentemente dovetti superare le sue aspettative, dato che annuì e disse -Vuoi venire con me?-. Come un'emerita cretina, lo seguii senza pensarci due volte.

Mi condusse in macchina fino al confine di un bosco, e quando scendemmo mi persi ad ammirare la luna piena, che splendeva luminosa e faceva rilucere di luce argentata la boscaglia. Seguii Luca adentrandomi negli alberi, e seguendo la sua sagoma scarsamente illuminata per non perdermi. La mia mente e il mio cuore erano in subbuglio, credendo che mi avesse portata lì per avere un po' di intimità. E poi? Immaginavo di tutto, dalla dichiarazione romantica sotto la luna alla notte di passione, ma non avrei mai potuto immaginare cosa avrei vissuto. Dopo quasi mezz'ora di cammino fra radici accidentate e sassi grandi quanto la mia testa avevo il fiato corto e le gambe a pezzi cominciai a sentire delle voci e degli strani scoppiettii. -Ci siamo quasi- sussurrò Luca. Sentii un improvviso senso di delusione al pensiero che non eravamo più soli, anche se quel ragazzo lo conoscevo da sì e no un'ora, e arricciai il naso infastidita. Quando vidi il suo sorriso però questa nuova sensazione si sciolse, e il mio cuore riprese a battere più forte di prima. Camminammo ancora un po' fino a sbucare in una radura dov'erano accesi diversi falò ed erano presenti una trentina di persone, che si voltarono a osservarci.
Fu allora che capii quanto avessi sbagliato a seguire quel misterioso e affascinante ragazzo.
Tutte quelle persone avevano la pelle perlacea, quasi trasparente, e gli occhi spenti e vacui. Erano dei morti. O meglio, dei non-morti dato che chiaccheravano fra loro e si muovevano. In quell'istante fui colta da un'ondata di terrore e paura, mi si mozzò il respiro e cominciai a tremare. Il mio istinto di sopravvivenza mi diceva di scappare via, ma non riuscivo a muovere un muscolo e le mie gambe sembravano di piombo. Vidi la schiera di corpi senza vita disporsi a cerchio attorno al fuoco più grande, e muoversi in modo strano. Mi ci vollero diversi minuti per capire che quella era una strana specie di danza, e che i morti cantavano parole di una lingua a me sconosciuta, antica quasi quanto il mondo. -Unisciti a noi al Ballo della Morte- mi disse Luca sorrideondo con fare ironico. Come avrei mai pututo tirarmi indietro? Lo seguii al centro del cerchio dei morti senza esitare, sicura solo della mia attrazione verso di lui e della paura che provavo per i morti.
Non so descrivere come mi sentivo, era quasi come se fossi in trance e il mio corpo si muovesse di volontà propria. Fui condotta al centro del cerchio dove cominciai a muovermi insieme a Luca, per poi essere avvolta dalle fiamme. Inizialmente tentai di gridare, ma poi scoprii che il fuoco non mi feriva. I miei movimenti inizialmente erano lenti e calmi, come le fiamme di cui ero circondata, ma progredendo mi ritrovavo a muovere i fianchi, gambe e braccia sempre più velocemente. Ero vagamente consapevole del fatto che stavamo attirando sempre più non morti, ma non ci facevo molto caso, concentrata com'ero solo e unicamente sulla mia danza. Dapprima solitaria, mi ero gradualmente avvicinata a Luca quasi senza accorgermente, e ora ballavamo insieme in modo piuttosto sensuale. Quando per via di una mossa mi ritrovai a pochi centimetri dai suoi occhi quello che vidi fu terribile, non penso che lo dimenticherò mai. Vidi la Morte. Non la classica raffigurazione con cappuccio e falce, ma vidi l'ignoto, un nero abisso che incombe sulla vita di tutti noi. Che arriva quando meno ci si aspetta, e che spezza la vita in un attimo. Eppure i suoi occhi era come se mi attraessero di più, dato che non esitai ad unire le nostre labbra. La prima cosa a cui associai le sue furono le fiamme dell'Inferno, che ardevano da sempre e avrebbero continuato a farlo in eterno. Ci separammo dopo pochi secondi, e nonostante avessi ancora le farfalle nello stomaco e il cuore ormai fuori controllo riuscii a fare un movimento che ricordasse vagamente un passo di danza. Lo vidi sorridere soddisfatto, e tornare a ballare per i fatti suoi. Fra il cerchio di morti c'era uno strano fermento, e immaginai che fosse a causa del nostro bacio, ma quando mi voltai e vidi la ragione di tutto quell'entusiasmo per poco non morii d'infarto. Davanti a me c'era una figura trasparente, di cui riuscivo a distinguere la sagoma solo grazie alla luce della luna, ma che quando si voltò vidi chiaramente grazie alla luce del fuoco. Era come guardarmi in uno specchio, solo che quella fiugra era trasparente. Capii che era il mio spirito. Il mio spirito. Caddi sulle ginocchia terrorizzata, se il mio spirito era lì, di fronte a me, io ero viva o ero diventata un corpo senza vita? Non riuscivo a capire se ero morta o no, sapevo solo che il mio spirito mi fissava e ghignava con fare sarcastico. Cercai di alzarmi in piedi senza successo, ma quasi non notai che i non-morti si erano allontanati da me. Girai la testa e vidi che stavano litigando con alcuni morti che molto probabilmente non sarebbero dovuti essere lì. Il mio istinto di sopravvivenza mi suggerì che quello era il momento buono per scappare via, e stavolta non esitai a seguirlo. Scattai verso il buco che avevano lasciato alcuni non morti, nello stesso momnento in cui il mio spirito tornò da me, e tornammo ad essere una cosa unica. Corsi più veloce che potevo e non mi fermai nonostante già dai primi cento metri avevo la gola e le gambe che mi bruciavano e il cuore che mi martellava nel petto. Non osai mai voltarmi indietro, ma cominciai a pregare che non mi seguissero e per una buona volta, Dio decise di esaudire le mie preghiere.

***

Ancora oggi, non so perchè mi hanno lasciata andare, ma a me piace considerarlo un gesto d'amore da parte di Luca.
Sono sicura solo di una cosa: che non dimenticherò mai quel bacio dal sapore dell'Inferno.
   
 
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