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Autore: Mery92    29/11/2011    2 recensioni
Definirla horror è forse sbagliato, non ha una categoria esatta, sta a voi giudicare. Un narratore inusuale vi trasportarà in un breve viaggio per aprirvi gli occhi su alcune realtà...
Genere: Dark, Horror, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Potere dei desideri

 

Intro

 

E’ giusto secondo voi scrivere di crimini orrendi? Di atroci torture e desideri  realizzati a caro prezzo? Secondo me no…probabilmente dei fragili uomani come voi rimarrebbero scioccati dalle atrocità qui riportate…ma proprio per questo, proprio per il gusto di soddisfare il mio personale piacere perverso, vi racconterò tutto, senza mancare di aggiungere macabri e deliziosi dettagli al mio racconto.

Vi racconterò tutto dal principio, o forse no.

Infondo, io, non facevo niente di male, davo agli uomini ciò che desideravano, tutto qui; esigendo poi, in cambio, un piccolo, minuscolo, insignificante prezzo. Mi sembra equa come cosa no? Io do una cosa a te, tu ne dai una a me.

Ammetto che forse i miei metodi non erano proprio ortodossi, ma cosa volete aspettarvi da un demone come me? Una volta stipulato il contratto non poteva più essere sciolto, non si poteva più tornare indietro…

Ebbene sì, per la prima volta i fatti sono narrati dal cattivo in questione, dall’assassino….ma infondo, è giusto definirmi così? Non ho fatto altro che donare a quegli esseri umani ciò che desideravano.

Ora scorrete queste pagine e fatevi avvolgere dalla mia misteriosa narrazione; sentite la mia voce sensuale e un po’ macabra in lontananza? Un brivido non vi sta forse percorrendo la schiena?

Attenzione però, se siete di stomaco delicato o deboli di cuore chiudete ora…ops, ormai purtroppo avete iniziato a leggere…e non potete più smettere.

Peccato…per voi….ma meglio per me.

Chissà se sarete in grado di arrivare alla fine…vivi.

Buona lettura impavidi uomani…e attenti a non desiderare qualcosa troppo intensamente, potrebbe avverarsi…ma chissà a quale prezzo.

Io sono sempre vigile e pronto a realizzare i vostri desideri…

 

Primo Capitolo

 

Los Angeles – 20 Novembre

 

Quattro uomini intorno ad un tavolo.

Calmi, glaciali, concentrati….tranne uno.

Lui suda, ha il respiro affannoso.

Nel suo sguardo si legge terrore, ansia.

Le mani che tengono le carte gli tremano, mentre spinge verso il centro del tavolo i suoi ultimi 100 dollari.

Deglutisce con fatica, vorrebbe mostrarsi calmo e rilassato, ma gli risulta impossibile.

La tensione è palpabile nell’aria e io me ne nutro deliziato.

Ho sempre amato osservare le partite di poker, il terrore ha un profumo terribilmente sublime e poi…si concludono sempre ottimi affari.

Mmm…che delizioso profumo che ha la sua paura…è così gustoso; si, da bravo, continua così…già pregusto il momento in cui potrò nutrirmi. Che fame….

 

“Devo vincere…assolutamente…ormai ho perso tutto ciò che avevo. Se non vinco ora non potrò mai saldare il mio enorme debito…

 

Che bell’esemplare di umano…e si è rovinato così…tutto per colpa del gioco.

Ancora una volta mi rendo conto di quanto questi esseri siano deboli, si lasciano manipolare così semplicemente e si fanno incantare da così poco.

Sono così semplici da rendere schivi; sono un po’ come dei cuccioli, dagli un nuovo gioco con cui divertirsi e ne diventeranno ossessionati, penseranno solo a quello senza rendersi conto di ciò che accade intorno a loro…e del baratro in cui stanno per cadere.

 

“Devo vincere, devo vincere, devo vincere….voglio vincere….desidero vincere….”

 

Lo desideri sul serio?

 

“Chi ha parlato? Cos’è questa voce che sento dentro la testa?”

 

Rispondimi vuoi vincere?

 

Si….lo voglio.”

 

E saresti disposto a fare qualsiasi cosa pur di vincere?

 

Si….qualsiasi….Io ho bisogno di vincere…

 

Fantastico…allora mi darai tutto ciò voglio?

 

“Si, si, si, si…..cosa vuoi? Denaro?”

 

Sentilo…quel suo “si” disperato mi risuona nella mente così dolcemente….mmm….tra poco mi farò una deliziosa cenetta, ormai è mio…

 

Del denaro non me ne faccio nulla…voglio…i tuoi….occhi…

 

“Si, si, si va bene! Prenditi i miei occhi ma fammi vincere! Voglio vincere! Voglio vincere!”

 

Perfetto…

 

La stanza sprofondò improvvisamente nel buio più totale.

 

Un urlo, poi un glaciale silenzio, rotto solo da un flebile gocciolio e da un rantolo basso…che sapeva di morte.

 

Mmm….squisiti….proprio una rarità…gli occhi dallo sguardo alienato dei giocatori d’azzardo sono sempre un piatto prelibato…

 

Qualcuno riaccende la luce e la visione che si presenta agli occhi dei presenti era al limite del macabro: l’uomo è  a terra in ginocchio, una mano intrisa di sangue sul viso, il liquido dal colore intenso sta gocciolando piano sul pavimento, in mano ancora le carte.

Un uomo gli si avvicina preoccupato:

“Sta bene, signore?” gli dice mettendogli una mano sulla spalla.

L’uomo rialza la testa verso di lui, scosta la mano rivelando le orbite degli occhi vuote: “Ho vinto vero?” dice con un ghigno di pazzia sul volto.

Un grido di orrore esce dalle labbra del povero mal capitato che cade riverso a terra nel vedere quel mostro avanzare verso di lui.

“Ditemi che ho vinto….” Dice avanzando sogghignante verso di lui.

Le carte gli cadono di mano nella foga di alzarsi; il suo vicino le raccoglie e le mostra agli altri giocatori: aveva veramente vinto.

 

Infondo io mantengo sempre le mie promesse no?

 

 

 

Secondo Capitolo

 

Barcellona – 15 Gennaio

 

Una donna cammina per la città, senza una meta; sembra trasportata dalla folla, dagli eventi del momento. Cammina tenendo le braccia lungo il corpo, quasi senza vita, quasi fosse solo il fantasma di se stessa; la testa  si muove da una parte all’altra…ciondolando senza senso.

Gli occhi velati di chi ha la mente offuscata e ha persino dimenticato il suo nome.

Arrivata all’angolo della strada il suo corpo non la regge più ed è costretta ad accasciarsi al muro.

I passanti la guardano con disgusto e lei ride, ride senza neanche sapere perché, ride perché solo quello le è rimasto…ma potesse venderebbe anche quello, per un goccio di alcool.

Le persone alcolizzate sono delle prede perfette, sono talmente ossessionate che venderebbero qualsiasi cosa pur di potersi attaccare ad una bottiglia.

E io…non posso che cogliere al volo l’occasione.

Il gusto che assume il corpo di queste povere anime è così, particolare, dolce ma con una punta di aspro che rende tutto più delizioso.

Il profumo che emanano…è inebriante.

A guardarla bene questa donna nasconde una splendida bellezza: i suoi occhi hanno un taglio vagamente orientale, le ciglia sono lunghe e il colore dei suoi occhi è un castano così scuro da sembrare nero, anche se ora non solo altro che un abisso vuoto; il viso aveva un colore roseo prima che la giovane cadesse in questo abisso senza ritorno, ora è smunto, magro, di un bianco cadaverico; prima poteva vantare delle labbra succose e piene, ora sono screpolate e prive di vita; aveva un bel corpo invidiabile, sinuoso ed elegante che ora è diventato magro e goffo.

Poveretta…mi fa così pena…in realtà no…però era una frase d’effetto.

 

“Che vita che vita….che vita…da sola senza più nessuno, senza un soldo e senza neanche qualcosa da bere. Cosa darei per un goccio di alcool, cosa non darei per potermi bagnare ancora una volta le labbra con quel liquido delizioso…

 

Daresti qualsiasi cosa?

 

“Si qualsiasi….voglio qualcosa da bere! Una buona bottiglia di rum magari…Voglio qualcosa da bere!”

 

Ti accontenterò…se mi darai ciò che desidero…

 

“Non ho niente da darti….cos’è che vuoi denaro?Non ne ho.  Il mio corpo? Forse quello è l’ultima cosa che mi resta…

 

No…niente di tutto ciò…voglio le tue labbra…

 

“Va bene! Va bene! Ti darò le mie labbra ma tu dammi dell’alcool, qualsiasi tipo di alcool…Ti prego!”

 

Affare fatto.

 

Faccio comparire vicino a lei una bottiglia di delizioso rum: i suoi occhi si illuminano di una strana luce di adorazione al limite della follia, le mani le tremano mentre tiene la bottiglia con quelle bianche dita rinsecchite.

Quando la prima goccia del liquore ambrato tocca le sue dolci labbra…io, posso finalmente esigere il mio pagamento.

Urla con quanto fiato ha in gola; si urla bambina, non mi fai che piacere, le tue urla per me non sono altro che dolci carezze.

Contorciti tra atroci dolori mentre la gente schifata procede oltre senza fermarsi a prestarti soccorso, vedi? Sei solo un rifiuto della società, dovresti ringraziarmi per l’aiuto misericordioso che ti sto porgendo.

Stai soffrendo? Oh si, il tuo dolore è la mia ambrosia.

Si, piangi.

Cos’è ti stai forse pentendo? No non credo, le persone come te non si pentono.

Le tue sono lacrime di dolore…e sono ancora più deliziose.

Ti prendo il visino tra le mani e le lecco via…sublimi.

Poi più nulla, ne un rantolo, ne un flebile richiamo di aiuto…nulla…

Sta li riversa a terra le braccia intorno alla testa, tremante.

Alcune signore impietosite le si avvicinano timorose e una folla di curiosi ora la circonda.

“Signorina sta bene? Ha bisogno di aiuto?”

Lei rialza di scatto la testa mostrando il viso intriso di sangue ancora fresco, guarda la donna con occhi terrorizzati mentre stringe convulsamente al petto la bottiglia.

L’ambulanza arriva da li a poco, nessuno dei curiosi però vuole abbandonare il suo posto e rischiare do perdersi la scena.

Gli infermieri le fanno domande su domande ma lei sta zitta e non riesce a rispondere, tenta di parlare con gli occhi, quegli insulsi occhi iniettati di pazzia.

Le ripuliscono il viso e lì, la macabra scoperta: niente più labbra, niente più bocca con cui esprimere alcunchè…solo una nera cucitura a zig zag; una spessa membrana di pelle sta nel luogo dove fino a pochi minuti prima c’erano le sue labbra, sembrava come se non fosse mai stata fornita.

Afferra uno degli infermieri per le spalle e lo scuote: una muta richiesta d’aiuto che nessuno ascolterà mai.

Afferra in un impeto di disperazione la bottiglia, prova a bere…ma non fa altro che versarsi il liquido addosso.

 

…Che scena pietosa….

 

Prende la bottiglia e la scaglia con forza a terra….dovresti dirmi grazie ragazza, ora sarai obbligata a disintossicarti da quello schifo…

 

Infondo…non ho fatto forse una buona azione?

 

 

Terzo capitolo

 

Parigi – 3 Marzo

 

Le anime dei bambini sono così candide, incontaminate, sono la migliore preda che un demone come me potrebbe desiderare e lei me ne sta servendo una su un piatto d’argento.

In un elegante appartamento del centro di Parigi una donna sta picchiando per l’ennesima volta un bambino di poco più di 9 anni.

Quante ne vedo ogni giorno di queste “madri”…

Fuori  casa belle, posate e con il sorriso sempre sulle labbra; dentro si trasformano in belve che si rivoltano contro i loro stessi cuccioli e tutto per questo cancro che intacca la società umana.

 

“Ti pare che questi quattro soldi bastino?!” dice scuotendo il bambino per le spalle.

 

N-no…mamma….”

 

“Ecco! Allora perché cazzo sei tornato a casa! Fuori di qui! Portami più soldi! Ruba qualcosa che valga, non queste stronzate da bancarella!”

 

“Ma mamma…io ho fame…

 

Pure io veramente avrei fame…e questa famigliola in rovina potrebbe regalarmi un ottimo pranzo….

 

“Non mangerai finchè non mi avrai portato ciò che ti ho detto!”

 

Il bambino piange, povero…mi fa pena.

Sento la paura che avvolge il suo cuore.

Trema come una foglia in autunno.

E’ pieno di lividi su tutto il corpo, ma le rimane fedele, perché è la sua mamma e lui è ancora convinto che lei lo faccia per il suo bene.

 

“E non piangere! Ti ho detto di non piangere! Le lacrime non portano proprio a nulla!”

 

lo guarda con sguardo adirato, quasi fosse colpa di quel piccoletto smagrito se lei è una pazza che nella vita non è mai stata in grado di concludere qualcosa.

Quanta frustrazione sento dentro il tuo cuore, cara.

Sei proprio una donna che non merita di essere chiama madre.

Sfoghi su tuo figlio la tua rabbia e non sei in grado di procurarti i soldi che ti servono da sola.

Che schifo….persone come te non meritano neanche la vita…

 

“La mamma ne ha bisogno capisci vero?” gli dice avvicinandosi a lui e prendendogli il viso tra le mani “Lo capisci? La tua mamma ha bisogno del tuo aiuto. Tu sei un ometto e devi aiutare la mamma….”

 

V-va bene…” dice il piccolo tra le lacrime e fugge come un fulmine fuori dalla porta.

 

La donna ha le mani che le tremano, si stende sul divano.

Ora è tutto il corpo a tremarle.

 

“Ne ho bisogno…ne ho bisogno…non posso vivere senza…

 

Inizia a rovistare in cassetti e mobili, getta tutto istericamente in giro.

Sul tavolo ci sono delle siringhe usate, ci si avventa come una belva assatanata.

 

“Deve essercene ancora un po’ dentro…deve, deve….” Inizia a sbattare i pugni sul tavolo come una pazza.

 

“Non può essere già finita….” E getta a terra tutte le siringhe che sono sul tavolo.

Cammina a piedi scalzi e più di un ago le si conficca nei piedi, ma pare non sentire neanche il dolore.

 

“Ne voglio ancora…non mi basta…ne voglio ancora!”

 

Ne vuoi?

 

“Si! Si! Dammene ti prego! Ti supplico dammela!”

Certo…quanta ne vuoi…ma io non do niente gratis…

“Cosa vuoi in cambio? Non ho soldi perché quel figlio degenero che ho non ruba abbastanza…dimmi cosa vuoi e te lo darò!”

Voglio lui…il bambino…

“Prenditelo! Fai di lui ciò che vuoi! È inutile non serve a nulla! Prenditelo! Ma dammi la mia dose ti prego…

…Daccordo…affare fatto…

Dietro di lei compare la dose tanto sospirata, scopre il braccio pieno di lividi e segni e si ignetta quello schifo nelle vene…crolla a terra con un sorriso beato sul volto.

Sola nella sua disperazione, convinta che quello sia l’apice della felicità.

Che vita sprecata…ma io non ti concedo certo l’onore di liberarti da quel tuo cancro, no…

Avrei potuto senza problemi prendermi la tua anima e liberarti…ma non ti è concesso un simile lusso.

Ora vivrai sola, circondata dal tuo peccato fino al giorno in cui l’ennesima dose ti stroncherà….

Che patetica…

Ma ora vado a prendermi quella che tu definisci la tua gallinella dalle uova d’oro, la tua fonte di guadagno, colui che portava a casa i soldi per la tua dose e riceveva solo in cambio calci e insulti.

Ora dovrai procurarti da sola i soldi….neanche se ti prostituissi potresti trovarli, fai così ribrezzo che neanche il più affamato degli uomini ti vorrebbe.

Sei condannata…a rimanere sola…

 

Ora vieni con me, piccolo. Un’anima pura come la tua non merita di vivere tra simili sofferenze…Dovrei mangiarti…ma non ce la faccio, non lo meriti. Hai sofferto già abbastanza, sei libero, raggiungi gli altri angeli del paradiso e vivi felice e spensierato come tutti i bambini come te dovrebbero fare.

 

 

Quarto Capitolo

 

Berlino – 10 Maggio

 

“Ma papà il frigo è vuoto, abbiamo fame!”

 

“E cosa posso farci io? Trovati un lavoro e guadagnati i soldi per fare la spesa, io sto uscendo. Il tuo nutrimento non è certo un mio problema, hai già una certa età…arrangiati.”

 

“Certo per i tuoi figli non tiri fuori neanche un euro per comprare la cena ma intanto tu sfoggi la tua macchina nuova di zecca e vai tutte le sere al ristorante! Se ti vedesse la mamma lei…

 

“Non la nominare! Lei non c’è più….ed è meglio così! Sono io che comando qui e sono io che decido come e per cosa spendere il mio denaro!”

 

Mmm….famiglia interessante, anzi uomo interessante….

Guardatelo: grassoccio, basso, un maiale che cammina su due zampe; gira per la città con il suo nuovo completo firmato, Rolex d’oro al polso, costosa macchina sotto il culo e due belle donne al fianco; e mentre lui tutte le notti mostra il suo sfarzo al mondo i suoi due figli sono a casa a morire di fame e vanno in giro vestiti come dei pezzenti.

Che ribrezzo, per se stesso si concede anche troppo lusso e per i suoi figli neanche il minimo…

Non saprei se considerarla avarizia…Non trovo un termine adatto al modo di essere di questo uomo.

L’unica cosa certa è che è più attaccato a se stesso e ai suoi soldi che ai suoi figli, che dovrebbero essere il suo bene più prezioso.

Che essere inutile, non merita il posto che ricopre su questa terra.

Ma guardatelo sta tornando dopo aver passato tutta la notte fuori, tra night club, casinò e ristoranti.

Si è rinchiuso nel suo studio…è immerso fino al collo nelle cartacce, ma non sono semplici cartacce…sono note di pagamento…ha talmente voglia di vivere nello sfarzo che compra anche se non ha soldi, fa debiti su debiti, chiede prestiti enormi e poi non paga…ed ora è indebitato fino al collo…idiota.

Getta tutto furiosamente a terra e corre ad aprire la cassaforte dietro ad un suo ritratto (fatto pure male tra l’altro…che pessimo gusto).

Prende gli ultimi soldi che gli rimangono tra le mani e inizia a contarli febbrilmente…con lo sguardo di un animale braccato.

 

“Non avranno mai i miei soldi….sono miei e solo miei…decido io come spenderli…non li avranno,mai! Me li porterò nella tomba! ”

 

Certo…come se nella tomba gli servissero a tanto, che uomo viscido.

Guarda le banconote colorate con occhi famelici, quasi desiderasse inghiottirle una per una.

 

“Loro non mi toglieranno ciò che mi appartiene di diritto….farò di tutto per avere ciò che voglio e per tenermi i miei soldi.”

 

Faresti di tutto?

 

“Chi c’è?! Un ladro?! Guarda che…che…io chiamo la polizia!”

 

Non sono un ladro…

 

“E allora chi sei? Uno dei creditori? Sappi che non avrai i miei soldi! Sono solo miei!”

 

mi dice con quello strano tono di voce…caratteristico dei folli, segno di una mente alterata…e la sua lo è molto.

Desidera tutto…senza dover rinunciare ai suoi soldi.

 

Diciamo che….sono un amico…

 

“Cosa vuoi da me? Guarda che soldi non te ne do…sono miei!” e si strinse a se il fascio di banconote che aveva in mano.

 

Stai tranquillo che dei tuoi soldi non me ne frega proprio niente…Tu li vuoi proprio tutti per te vero? Ma vuoi continuare a mantenere il tuo splendido stile di vita, vero?

 

“Si, esatto! Tu si che mi capisci!”

Faresti di tutto per realizzare questo tuo desiderio?

“Si certo! Voglio essere ricco, ricco, ricco! Fino alla fine dei miei giorni ed oltre!”

Allora dovrai darmi una cosa in cambio…è senza valore alcuno, a te non serve.

“Cos’è? Dimmelo! Qualsiasi cosa sia, l’avrai!”

Sicuro?....Io voglio la tua anima….

“La mia anima? Certo! Prenditela! Tanto non mi porta certo soldi, non ci guadagno nulla!”

Tu forse no….ma io si…

Le lampadine dello studio iniziano a tremare e quell’uomo senza valore indietreggia fino a ritrovarsi incollato al muro; i soldi gli cado a terra.

Devo dire che questo trucchetto delle luce inquieta sempre tutti…

Lo sento balbettare qualcosa ma sinceramente non capisco neanche cosa dice…mi avvicino e lui neanche se ne accorge.

Un attimo e con un leggero soffio gli ho rubato la cosa più preziosa di cui gli esseri umani siano dotati…la loro anima.

Lo vedo chiudere gli occhi e piano piano cadere sul pavimento…il suo corpo pare marcire…strato dopo strato…istante dopo istante, fin quando di lui non rimane altro che uno scheletro ricoperto di carne putrefatta che stringe ancora tra le dita le banconote…che marcia essenza che aveva….infatti la sua anima non è neanche buona.

Da una parte devo ringraziare che esistano sulla Terra persona così deviate che mi garantiscono un continuo nutrimento, ma allo stesso mi chiedo quale sia la loro utilità.

Ho visto tante epoche e tanti paesi e poche sono state le persone dall’anima pura e non deviata da qualche vizio capitale.

Bhe ma infondo….meglio così…c’è più lavoro per me…

 

 

Epilogo

 

Sono tante le storie che potrei raccontarvi, ho visto talmente tante realtà da non riuscire neanche a ricordarle tutte.

Non so quale effetto abbiano sortito su di voi i miei racconti, ma una cosa spero di essere stato in grado di fare: aprirvi gli occhi sulle meschine realtà che vi circondano.

E…non dimenticate…attenzione a cosa desiderate.

 

   
 
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