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Autore: annamaria20    29/11/2011    5 recensioni
Ok, non voglio i pomodori per questa mia pietosa D&G!
Lo so, fa schifo ma la mia voglia di scrivere mi ha battuto anche questa volta!
PS: Non so proprio scrivere titoli decenti?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Duncan/Gwen
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Premetto che sto con la canzone “In my Head” a palla e con le cuffie!
O dio domani ho anche l’ interrogazione, le orecchie fanno male e non vi voglio annoiare quindi Buona lettura!

Ero stata chiamata dalla mia migliore amica al centro commerciale.
Courtney, ovvero la migliore amica era una ragazza molto precisa e a volte anche pazza, ma le volevo anche molto bene-
Sentii il rumorino del messaggio e presi il cellulare:
Ehy, Gwen, quando arrivi?
Io sto dietro al centro commerciale, spero che ti troverai subito lì! -

“Complimenti Gwen! ”
Pensai io.
Mi ritrovavo ancora a casa, con un budino tra le mani, un top, i jeans e le scarpe da ginnastica.

Arrivo tra 5 minuti.
Se non mi troverai al centro commerciali rileggi il messaggio.

Ero in mezzo al panico. Buttai nel cestino il budino, misi una maglietta e una felpa e uscii al volo dalla porta.
Eccolo! Finalmente ero arrivata! Mi ritrovai davanti alle diverse scalinate con una faccia da far paura, ovvero quella di Courtney e un fiatone madornale.
- Scusami Courtney è solo che, è solo che!-
Non era il mio forte inventare scuse.
- E solo che non te ne frega niente di arrivare in anticipo! -
Si mise a ridere, per poi spostare la borsa sull’ altro braccio e prendermi a braccetto. Era una giornata tranquilla al centro commerciale.
I tavoli delle pizzeria non erano riempiti da dei ragazzini e le loro stupide feste come succedeva quasi sempre.
- Courtney, senti dovrei andare un’ attimo al bagno, per la tanta corsa non sono riuscita ad andarci a casa. Mi potresti aspettare? -
Le dissi fermandola davanti alla toeletta.
Lei mi fece segno d’ andare e io, ricominciando la corsa, andai in bagno.
Entrai in uno dei tanti wc e in men che non si dica trovai a guardarmi allo specchio che si trovava sopra al lavandino.
- Ehy, guarda che questo il bagno delle donne! Che cavolo ci fai qui? -
Dissi io notando un ragazzo dietro di me, che mi fissava quasi imbambolato.
C’ era d’ aver paura. Un punk con un coltellino nella tasca, dei pearcing che gli costellano la faccia e la cresta alla moicana non si vedono tutti i giorni nel wc delle ragazze.
Non credete?
- Scusami, è solo che! -
Mi guardò abbastanza triste, ma allo stesso tempo sorridendo.
Aveva gli occhi azzurri.
Non era bello, forse era di più.
- Perché sei triste? -
Invece di cacciarlo via me ne uscivo con una domanda del genere?
- E solo che, me ne andrò via da questo Paese e gli amici mi mancheranno ed hanno appena ucciso mia sorella. -
Una lacrime gli solcò il viso.
Poverino, chissà cosa poteva stare in quel momento.
Un ragazzo così bello che deve soffrire così tanto.
- Mi dispiace, ma la mia amica mi sta aspettando fuori! -
Feci segno di andarmene ma lui si era seduto vicino al lavandino a piangere.
Presi il cellulare e mandai un messaggio a Courtney:
Courtney, mi trattengo un’ attimo in bagno, ho avuto un’ inconveniente con i pantaloni e allora …
Sorrisi ed inviai.
Avrei fatto una buona azione ad aiutare quel povero ma allo stesso tempo meraviglioso ragazzo.
- Non te ne dovevi andare?-
Non risposi ma mi avvicinai a lui in segno di amicizia porgendogli la mano.
- Mi chiamo Gwen e tu chi sei? -
Non avevo voglia di dirgli che ero cotta a puntino di lui così me ne uscii con una ridicola scusa.
- Sono Duncan. -
Sorrise e mi fece spazio per farmi sedere accanto a lui sul lavandino che probabilmente si sarebbe rotto.
- Duncan, invece di stare a parlare con me, perché non vai dai tuoi amici? -
Mi squillò il cellulare:

Gwen, tra mezz’ ora ci vediamo davanti al bar al piano di sopra sennò saranno guai!

Sorrisi. La mia Courtney era sempre la stessa.
- Chi è? -
Mi chiese lui con un simpatico sorriso sulle labbra.
- Un’ amica che devo vedere tra mezz’ ora quindi per questo tempo starò accanto al mio nuovo amico. Tu non te ne andrai, giusto?-
Quando facevo così mi facevo ridere da sola.
Ma almeno avevo fatto ridere lui che con un cenno della testa mi avevo dimostrato di aver detto “si”.
- Quanti anni hai Gwen? -
Chiese lui girandosi verso me e mettendosi da vero “coattone”.
- Diciotto e tu punk da strapazzo che se ne andrà dal mio Paese? -
Sorrise. Ma questo ragazza sapeva solo sorridere? Cioè sorridendo era ancora più bello!
Voleva proprio farmi impazzire.
Voleva proprio farmi soffrire quando non l’ avrei più rivisto?
- E io anche goticuccio bella!
Ci conoscevamo da nemmeno cinque minuti e già ci davamo simpatici nomignoli come due fidanzatini?
Strano.
- Lo sai che sei veramente molto bello Duncan? -
Mi guardò con gli occhi da cucciolo bastonato che stava per piangere.
Perché doveva partire?
Perché doveva scappare dalle mie braccia?
Non avevo già sofferto troppo con la morte dei miei familiari e ora pure questo?
- Lo so! -
- Fanatico il ragazzino? -
Mi prese le braccia e mi abbracciò forte.
Appena finito l’ abbraccio presi il cellulare.
- Come cavolo è possibile che siano passati già quindici minuti? -
Mamma mia, avevo ancora un quarto d’ ora al mio sogno d’ amore e dopo tutto sarebbe finito come nei fervidi sogni di un’ adolescente che cerca la prima volta con un figo pazzesco.
Con un ragazzo che ti faccia sognare,
Con un Duncan in persona che ti prenda tra le sue braccia e ti baci fino alla fine dei tuoi tempi.
- Ma se viene qualcuno è mi porta dalla polizia? Sai com' è, non è normale che un ragazzo si trovi in un luogo vietato a lui! -
Uffa, perché doveva essere anche così fastidiosamente rispettoso di questa stupida regola che infestava il centro commerciale!
- Stai tranquillo, sentiremo i passi e ci nasconderemo nel bagno!
Stai tranquillo e pensa che io invece di andare a fare compere sfrenata sono rimasta con te! -
Riguardai il telefono.
Dieci minuti e dopo non l’ avrei mai più visto, non avrei mai assaggiato le sue labbra, non avrei mai conosciuto la mia vita con lui.
- Dai playboy, tra dieci minuti non ci rivedremo più che vuoi fare? -
Mi prese dolcemente la mano per poi accarezzarmi le orecchie con quella sua voce decisa e unica.
- Baciarti è una delle possibilità che mi viene in mente! -
Madre santa, che bello il mio piccolo e corto amore mi si mostrava davanti e io che potevo fare?
Accettai.
Quelli furono i dieci minuti più corti della mia esistenza.
Courtney entrò nel bagno e lui se ne andò senza dirmi niente e lasciando la ragazza lì davanti a guardarlo.
- Che hai fatto con quel fusto da paura? -
Non risposi e continuai a fare compere con Courtney.
A casa mia mangia un snek per poi aprire la televisione.
C’ era il telegiornale.
- Oggi Duncan Nelson, ragazzo ricercato da una banda di killer e stato ritrovato con una pallottola infilata nel cranio.
Le pattuglie hanno trovato il killer, ma i familiari, ormai scomparsi da tempo non ne sapranno mai niente.

Piansi.
Piansi molto.
Mi aveva quindi raccontato una emerita cazzata vero?
I giorni passavano e il profumo del suo corpo, delle sue labbra mi perseguitava.
La vita è ingiusta.

Ok, i pomodori in testa proprio no, perché mi sono persa la puntata di “La mia Babysitter è un vampiro” per scrivere questa cosa!
Ed era una delle più belle!
Vabbè ciao!
  
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