Libri > Classici greci e latini
Ricorda la storia  |      
Autore: Absteria    29/11/2011    3 recensioni
Ecco come Zeus decise di creare Afrodite.
Buona lettura!
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ciao a tutti i coloro che leggeranno questa piccola storia!
Non è proprio una cosa nota a tutti, ma tra le altre cose sono anche una grande amante della mitologia e...mi sentivo ispirata xD
Quindi...vi lascio alla storia senza anticiparvi niente! :P
Buona lettura!
Absteria :)

 

La nascita dell’Amore
 

Una volta, in un tempo lontano, Zeus passeggiava per l’Olimpo salutando cordialmente chiunque gli capitasse davanti.
“Buongiorno”, diceva ad Ares, dio della guerra.
“Ben trovata”, ad Artemide, dea della caccia.
Era un giorno qualunque per Zeus, lassù nel cielo.
Il sole splendeva, portato da Apollo; il mare era calmo, domato da Poseidone. Persefone, dea delle messi, trascorreva tranquilla il periodo di tempo che era obbligata a passare nell’Oltretomba con suo marito Ade prima di tornare sulla terra da sua madre Demetra.
Tutto era calmo e placido, insomma. Soltanto Efesto, dio del fuoco nonché fabbro degli dei, non era tranquillo e a suo agio. Ma quel poveretto in effetti non lo era mai stato.
Efesto era un dio piuttosto fuori dal comune. Non era bello come tutti gli altri, al contrario era basso, gobbo, zoppo e deforme. Aveva i capelli neri come la pece e indomabili come le scintille di fuoco della sua incudine divina. Inoltre era costantemente sporco di fuliggine proveniente dalla sua fornace.
Tutti gli altri dei lo schernivano con crudeltà, si divertivano a insultarlo e a farsi beffe di lui e della sua goffaggine. Tutti erano maligni e perfidi con il povero Efesto. Ognuno, senza eccezione alcuna, soleva dimenticare che, seppur rozzo e alquanto bizzarro, egli era comunque un dio.
Zeus, in ogni caso, non era cattivo. Aveva molti difetti, certo, era impossibile negarlo ed Era avrebbe potuto confermare ciò in qualsiasi momento, ma anche lui sebbene fosse il primo colpevole di diffamazione nei confronti del fabbro, provava pena per lui e quel giorno volle fargli un regalo.
Efesto, è importante ricordarlo, era sempre stato solo, fin dall’inizio dei tempi, perfino da prima che Crono riuscisse a imporsi sugli altri Titani e che lo stesso Zeus venisse alla luce. A quest’ultimo non parve quindi una cattiva idea quella di donargli finalmente una deliziosa compagna.
Lui sarebbe sicuramente stato felice e lei... “Be”, pensò il re degli dei, “troverò una soluzione.”
Fu così che decise di far sorgere una nuova dea. Proprio in quel giorno, in cui ovunque la pace era sovrana, il vecchio signore dell’Olimpo decise che essa avrebbe dovuto esistere anche per Efesto.
La creò dunque, la bellezza, e ad essa diede nome Afrodite.
Afrodite venne alla luce sulla cresta di un’onda, un carro d’acqua azzurra che aveva per tetto l’onda successiva incurvata sulla sua testa.
La dea era uno spruzzo di mare, e la sua carnagione era chiara come l’aqua.
Quando l’onda s’infranse Afrodite nacque, e quando il mare si ritirò la lasciò nuda sulla spiaggia.
Nata dove il cielo ed il mare si baciano, Afrodite era fatta d’amore.*
Zeus la osservava dall’alto del monte Olimpo, compiacendosi per l’ottimo lavoro che aveva compiuto.
“Efesto mi sarà grato per l’eternità”, disse fra sé.
Quand’era sul punto di chiamarla a sé e presentarla al resto degli dei, però, il re stabilì che ella non si sarebbe dovuta limitare a rendere lieto il fabbro del cielo, ma avrebbe contribuito alla serenità dell’intero pianeta.
In quel giorno, già roseo di suo, sulla Terra nacque quindi l’Amore; e ancora oggi gli uomini festeggiano la ricorrenza di quel giorno come il giorno degli innamorati.

 
 
*la parte in corsivo è una libera citazione da Geraldine McCaughrean
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Classici greci e latini / Vai alla pagina dell'autore: Absteria