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Autore: Werewolf1991    29/11/2011    2 recensioni
Una volta all'anno a Digiworld avviene un fatto insolito. Un'enorme energia positiva lo avvolge spargendo una grande felicità in tutti. E così,dai rivali più agguerriti, i più cattivi di tutti,ai più mansueti, tutti ne sono toccati. Per alcuni la vita cambia.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Digiworld’s Happiness Day
 

 
Era un giorno speciale, a Digiworld. Era quel giorno. Il giorno più amato/odiato dell’anno. C’era qualcosa di davvero speciale in quella giornata. A Digiworld accadevano sempre le cose più strane, incredibili ed eccitanti. Ma quel giorno, quello le batteva tutte. L’aria era distesa, l’atmosfera magica, e c’era una sottile brezza, che faceva ondeggiare lentamente le foglie degli alberi. Il cielo era terso, cosparso di innocue nuvole bianche, e il sole splendeva caldo e luminoso. Si, c’era davvero un’atmosfera perfetta, per quel giorno. Quel  giorno, non vi era alcuna traccia di negatività, neanche un briciolo. Inoltre, da qualsiasi parte si andasse, si udivano solo risate, a volte grida di giubilo, e si avvertiva sulla pelle una scarica di energia positiva, come mai. Era come se in quel giorno, tutta l’energia positiva dell’universo si riversasse su DigiWorld, spargendosi e contagiando tutto e tutti. In parte era vero. Non si sapeva com’era possibile, ma in quel particolare giorno dell’anno,  tutta la felicità si riversava su DigiWorld , facendo sparire ogni tensione, ogni più piccola forma d’irritazione. Era un po’ come Natale sulla Terra, ma molto, molto più forte. Questo era l’unico giorno dell’anno in cui regnava la felicità, tra tutti i Digimon, ed era pertanto stato denominato “Happiness Day”

Tra gli effetti che questa giornata aveva, il più singolare era certo quello di non potersi arrabbiare per nessun motivo. Due simpatiche canaglie, molto conosciute tra l’altro, stavano approfittando di questo per divertirsi in giro, creando scompiglio.

-Dai, guarda come sono bravo!- disse, orgoglioso, un piccolo Digimon, rassomigliante ad una specie di pupazzo con la testa a forma di zucca.
- No, sono più bravo io!- ribatté un altro Digimon all’apparenza fatto di roccia, con due occhi azzurri molto grandi, che luccicavano d’eccitazione
- Non è vero, sono io il più bravo, Gotsumon!- fece l’altro, scherzosamente.
-Secondo te possiamo provarci insieme, Pumpkinmon?- chiese Gotsumon, mentre si teneva in equilibrio su un pallone, come d’altronde stava facendo l’altro,  che però era a testa in giù. – Si, penso di sì. Dai, proviamoci subito!- propose entusiasta. E così i due si misero in equilibrio insieme su una palla. Per un po’ sembrò andare tutto bene.
-Gotsumon, non credi anche tu che sia stato divertente?- chiese al suo amico Pumpkinmon. – Oh, si altroché…- disse l’altro. Subito dopo si misero a ridere a crepapelle. Andarono avanti così per un po’, quando una voce dietro di loro li fece sobbalzare. –BASTA!- si sentì e i due persero l’equilibrio. Si agitarono per un po’, ma finirono per cadere l’uno sull’altro.
-Ti sei fatto male, Gotsu?- chiese Pumpkin.
-No, io sto bene.- rispose lui.

Dietro di loro apparve un’ombra. I due si voltarono e si trovarono faccia a faccia con Monzaemon, il quale era un Digimon rassomigliante ad un orso di peluche enorme.

-Che succede?- chiese timidamente Gotsumon.
-Niente, ragazzi, ma pensavo che giocando in quel modo potreste farvi male. Di norma mi arrabbierei, ma oggi no, quindi adesso che ne dite di giocare in modo meno pericoloso?- chiese bonariamente. I due annuirono entusiasti. Allora Monzaemon lanciò il suo attaccò e i due birichini ( Che, per la cronaca, avevano sfasciato diverse finestre, messo sottosopra il Villaggio della Rinascita e quasi fatto venire un infarto a Elecmon…) finirono per ridere galleggiando all’interno dei cuori del Peluche. I due erano assolutamente entusiasti. Quello era stato il migliore Happiness Day che avessero mai passato.- Buon Happiness Day!- dissero in coro, bevendo una spremuta speciale fatta da Monzaemon.  
 
Un’usanza  dell’Happiness Day, vuole che, dato che per tutto l’anno alcuni Digimon non fanno altro che litigare, debbano andare d’accordo. E chi c’è di più litigioso di Ogremon e Leomon?


-Senti, Leo- disse l’ogre, mentre camminavano
-Dimmi, ogre- fece il leone, che quel giorno era particolarmente di buon umore.
-Sai, stavo pensando…- cominciò lui
-Davvero? Sai pensare? Sai, è faticoso…- ridacchiò Leomon.
- Beh, che tu ci creda o no, io so pensare…- rispose lui – Comunque pensavo che… se non ti detestassi così tanto… forse potremmo essere …amici.- pronunciò l’ultima parola con un filo di voce, grattandosi la testa imbarazzato. L’altro lo fissò a bocca aperta per un po’, e gli disse – Effettivamente forse hai ragione.- tra i due scese un silenzio carico di emozioni. La consapevolezza del fatto che i due potessero effettivamente essere amici era… strana. –Magari lo siamo già.- affermò deciso Leomon.
-Che intendi dire?- fece confuso Ogremon.
-Ma si- proseguì l’altro –  Secondo me litigare continuamente è il nostro modo di dimostrarcelo. Perché ci spinge a cercarci l’un l’altro.- Ogremon sembrò rifletterci su. Poi disse – Beh, allora se le cose stanno così… ci conviene riposare il più possibile, dato che domani ricominceremo a dimostrarci quanto ci vogliamo bene.- con tono scherzoso ed una strana luce negli occhi. Leomon si disse d’accordo. – Buon Happiness Day- dissero i due, dandosi una pacca sulla spalla.
 
Un’altra usanza dell’Happiness  Day, era quella che tra rivali ci si scambiasse dei regali, e  a quanto pareva, un certo Digimon diavolo aveva preso sul serio questa faccenda…

-Tieni…- fece, con una smorfia Devimon, porgendo all’altro un pacchetto, con aria stranamente allegra. L’altro lo guardò sorridendo, prese il pacchetto e gli porse un oggetto di forma tondeggiante di color nero. L’altro strabuzzò gli occhi incredulo.
-Grazie- fece Angemon, quando scartò il pacco, che conteneva un elmetto, molto simile a quello che indossava ma d’oro, con inciso il suo nome. E in fondo al pacco c’era anche un libro di poesie. Era del suo autore preferito. L’angelo non si aspettava che il suo rivale ci mettesse tanto impegno nel trovargli un regalo.
- Non c’è di che. E comunque…- disse il diavolo, ripresosi dallo stupore. Infatti, quella piccola sfera era un amplificatore di energia. Era davvero molto raro.- Ho pensato che, dato che ho ben 364 giorni all’anno per dimostrarti la mia superiorità, per oggi avrei anche potuto risparmiarti.- aggiunse un occhiolino alla fine. Angemon rise e disse – Beh, suppongo che dovrò ringraziarti e approfittarne.- con aria maliziosa, alla quale Devimon rispose con una risata, alla quale si unì quella argentina di Angemon. Anche per loro era stata una bella giornata.
 
Ma non lo era per tutti. Difatti c’era un’altra coppia di famose rivali delle quali una aveva un problema.
-Evviva! Ho un Digimon! Ho un Digimon!- cantilenò una voce allegra. Apparteneva ad un bambino molto allegro, che aveva fra le braccia un Nyokimon, che lo guardava con gli occhioni luccicanti. – Ciao, io sono Nyokimon- si presentò – Sono davvero felice di conoscerti. Ti ho aspettato tanto David.- gli disse. Il piccolo lo strinse a se.
 
Un altro effetto dell’Happiness  Day, era che il portale tra i due mondi si apriva e che qualsiasi umano che fosse venuto, avrebbe potuto ricevere il suo Digimon. Ogni volta che ciò avveniva era una festa per tutti, ma non in questo caso.
-Uh..- sospirò LadyDevimon, mentre osservava la scena
-Che cos’hai?- Angewomon, che le stava accanto, si accorse che c’era qualcosa di strano in Lady. Da quando l’aveva incontrata quel giorno le era sembrata triste, in qualche modo, anche se di norma in quel giorno tutti avrebbero dovuto essere felici.
-Niente. Solo che…- cominciò lei, incerta
-Dimmi…-  la incoraggiò Angewomon incuriosita.
-Stavo pensando…com’è avere un partner umano?- chiese lei diretta, fissando Angewomon che rimase stupita dalla domanda. – Beh…- cominciò – sai è come…se trovassi l’altra metà di te. è una cosa indescrivibile. Ti fa sentire davvero completa.- le rispose lei, e l’espressione dell’altra si fece pensierosa.
- Perché me lo chiedi?- chiese Angewomon, non comprendendo cosa avesse spinto LadyDevimon a chiederle una cosa simile
- Beh, sai è che… ho visto come quel bambino si è comportato con il suo Digimon, anche se non l’aveva mai visto, abbracciandolo e guardandolo con gli occhi sbarrati… quegli occhi… avevano una strana luce… e pensandoci su mi sono chiesta… ecco… secondo te io sarei una buona partner?- Angewomon si sentì indecisa se svenire o scoppiare a ridere. Ma lo sguardo serio di Lady glielo impedì – Beh, se riesci a trovare qualcuno che ti sopporti…- iniziò scherzosamente lei, al che Lady rispose con una smorfia –Può darsi che potresti anche fare un buon lavoro.- a quelle parole l’angelo oscuro fece una linguaccia e disse – Naturalmente sarebbe un lavoro migliore del tuo.- e rise subito dopo. – Certo. Staremo a vedere se succederà. E con chi.- riprese Angewomon. L’altra le rispose a tono, mettendosi in posa, per dimostrare la sua superiorità. Non faceva sul serio, e si sorprese a pensare che , una volta tanto, non era stato affatto male passare del tempo con la sua arci-nemica.  Ad un certo punto prese a scimmiottarla, al che l’altra scoppiò a ridere.


Le due non si accorsero di essere osservate. Qualcuno le guardava da in mezzo ai cespugli. Il suo sguardò vagava più spesso verso la bionda. Di tutti i giorni dell’anno, quello era il più fastidioso per lui. Perché? Beh, perché, da un po’ di tempo a questa parte aveva cominciato ad avere degli strani pensieri su di lei. Lui, però, era certo che lei non avrebbe approvato. Dopotutto, lui l’aveva maltrattata continuamente, torturandola, plagiandola e sottraendola al suo destino. E, nonostante questo, negli ultimi tempi aveva ardentemente desiderato di avvicinarsi a lei. Sapeva che ciò era impossibile. Lei lo odiava. E, quelle rare volte che gli capitava di ripensare a quello che era successo, e si sentiva di poter essere completamente sincero con se stesso, doveva ammettere che aveva ragione. Ma anche lui aveva le sue ragioni. Ragioni che lei non poteva capire, e per certi versi non capiva neanche lui. Era davvero strano. Ogni anno, dopo la sua sconfitta, aveva tentato in tutti i modi di avvicinarla. Ogni volta, si era ripetuto che poteva farcela, che lei non l’avrebbe scacciato immediatamente, o comunque che quanto meno sarebbe riuscito a spiegarle le sue ragioni. Ed ogni volta, immancabilmente, quando stava per andare a parlarle, qualcosa lo bloccava. Non sapeva neanche lui che cosa, ma qualunque cosa fosse, lo faceva sentire orribile. Più la guardava, più sentiva quella strana sensazione crescere dentro di lui…solo che ancor non sapeva cos’era. E finiva per andarsene, amareggiato, dopo aver passato l’intera giornata a fissarla, seguendola di nascosto. Perché lui non era in grado di muovere neanche un muscolo, quando la guardava. Da quando lo aveva battuto, anche se gli era stato davvero difficile ammetterlo, oltre alla rabbia e la delusione per aver visto i suoi sogni infrangersi, aveva cominciato a provare una sorta di rispetto, nei suoi confronti. Perché, nonostante avesse cercato di piegarla ai suoi voleri, nonostante le torture e il fatto di averle impedito di trovare la sua partner, lei lo aveva sfidato, apertamente e lo aveva battuto. Nessun altro l’aveva mai fatto. Lei era stata la prima. E quegli occhi… gli occhi che tanto odiava… erano proprio i suoi occhi ad affascinarlo maggiormente. Perché in essi vedeva risplendere un fuoco che non era in nessun altro. Aveva tentato di domarlo, ma era stato vinto da esso e sconfitto. E così, ogni anno, a dispetto di quella piacevole sensazione che provava in quel giorno e che non poteva più sentire, non comprendendo da cosa derivasse, e attribuendola interamente all’Happiness Day, lui continuava a sentirsi tormentato. Era davvero incredibile che lui, il grande Myotismon in persona, potesse sentirsi così male, a causa di una dei suoi servi. Di colei che l’aveva tradito e ucciso, oltretutto. Eppure era così e non poteva farci nulla.
Ad un ceto punto, mentre era ancora intento ad osservarla, sentì una strana sensazione percorrerlo. Una strana scarica d’entusiasmo, improvvisa quanto incomprensibile, mista a senso di aspettativa. Non aveva mai provato nulla di simile. Da dietro di lui, sbucò una figura. Era nientemeno che Gennai, il quale lo fissò con aria solenne

-A quanto pare ci incontriamo di nuovo.- gli disse il vampiro, sorpreso dalla visita inaspettata.

-Già.- cominciò l’altro – Suppongo che l’abbia sentito anche tu, o sbaglio?- gli chiese poi. Lui annuì, cercando di capire cosa stesse accadendo. L’altro gli fece cenno di seguirlo, senza proferire parola, cosa che incuriosì ulteriormente il vampiro. Ad un certo punto si fermarono.


-Aspettami qui.- gli disse Gennai. Myotismon avrebbe voluto chiedergli di spiegarsi ma l’altro era sparito. Rimase fermo per un po’, notando che lo strano senso di eccitazione che lo aveva preso cresceva di minuto in minuto. Non seppe spiegarsene le motivazioni, ma quando Gennai tornò e Myotismon vide chi c’era con lui, tutto gli fu chiaro.

Non avrebbe mai pensato che proprio a lui potesse accadere. Specialmente considerando tutto quello che aveva fatto. Eppure, non appena il suo sguardo si posò su colui che Gennai aveva portato con sé, sentì un’improvvisa fitta al cuore. Un'incredibile sensazione di calore lo avvolse, insieme a senso di protezione e un’ inspiegabile gioia, ed una marea di altre sensazioni a lui sconosciute. Non seppe spiegarsi il motivo ma in quel momento si sentì…completo. Era come se avesse appena trovato l’altra metà di sé. Un sorriso illuminò il suo volto, addolcendone i lineamenti, e rendendolo ancora più affascinante. Di solito la sua espressione era fredda e crudele, ma quel sorriso era spontaneo e vero. Scaturiva dal cuore. Si chiese brevemente se anche lei avesse provato le stesse cose quando era stato il suo turno. Poi la sua attenzione tornò al nuovo arrivato. Si avvicinò e lo guardò, sentendo aumentare la sensazione di gioia profonda che provava, ed un immediato affetto per lui.


-Vi lascio soli- disse Gennai, allontanandosi. In quel momento, Myotismon si sentì felice. Realmente felice per la prima volta nella sua vita. Forse, adesso, avrebbe avuto una speranza, pensava mentre guardava lo stupore misto a timore reverenziale negli occhi di colui che sarebbe diventato una parte essenziale della sua vita, da quel momento in poi. E così finalmente Myotismon poté affermare di aver passato un buon Happiness Day.
 
La giornata si concluse con un grande concerto, al quale il cantante fu nientemeno che Etemon, coi padroni delle tenebre a fargli da band, ed una marea di altri Digimon. E si concluse col botto. Letteralmente. Certo, se Puppetmon avesse evitato di far esplodere il palco con gli artisti sopra, forse sarebbe stato meglio, ma a parte questo, la giornata era stata splendida. Anche in futuro, quella giornata venne ricordata come il miglior Happiness Day mai celebrato a Digiworld.
 
 
 

 
 
 
Questa shot l’ho avuta in mente da un po’. Stava lì, a girarmi in testa, solo che non riuscivo ad afferrarla. E finalmente, eccola qua. Spero che vi piaccia.               
 

  
  
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