Castle si svegliò.
Era nel suo letto, ma in un primo
momento non riconobbe il posto in cui si trovava. Non era nel suo
splendido
appartamento di New York, caldo e confortevole, ma in un altro posto,
freddo.
Molto più freddo di quanto pensasse.
La luce lo accecava, ma non era luce del
sole, era quella fastidiosa luce grigia che si ha in giornate piovose.
Sbattè un paio di volte le palpebre,
portando una mano sugli occhi stropicciandoli, tendendo le orecchie:
stava
piovendo.
Aprì gli occhi, e in un secondo ricordò
tutto.
Era nella sua casa negli Hamptons, ed
era la mattina di Natale. La pioggia si abbatteva con forza contro i
vetri.
Sembravano delle profonde lacrime
sul viso di qualcuno, e improvvisamente
nel vetro della finestra, si disegnò un volto.
Un volto familiare.
Era talmente bella, che sembrava
irreale.
Castle la guardava e, nonostante fosse
bellissima, avvolta in una coperta azzurra, Beckett era di fronte a
quella
finestra, con uno sguardo triste, quasi vuoto, che osservava quella
pioggia che
non aveva nessuna intenzione di cessare.
Non si accorse che lo scrittore si era
svegliato e che la stava guardando, così poggiò delicatamente un dito
sopra il
vetro seguendo la scia di una goccia di pioggia, quasi la volesse
accompagnare
nel suo cammino. La pioggia le metteva tristezza, e quando era
particolarmente
triste ripensava a sua madre.
Si voltò sentendo la vicinanza del corpo
di Castle sul suo.
Gli sorrise, ma abbassò lo sguardo.
Non sapeva perché ma si sentiva a
disagio: per la notte appena passata, per le parole dolci che si erano
sussurrati, facendo scoprire il suo lato dolce, un lato di Kate che
raramente
veniva fuori.
Castle l’abbracciò e le sussurrò
all’orecchio:
-“Ehi…Buon Natale.”- e dette queste
parole non diede il tempo alla bella detective di rispondere, ma la
baciò.
Kate rispose al bacio, e in pochi
istanti si ricordò perché avesse ceduto a quello strano scrittore:
poiché ne
era innamorata.
Aveva provato per anni a respingere via
questi sentimenti per lui, ma non ci era riuscita.
Aveva provato ad avere altre relazioni
perché con lui voleva avere qualcosa di serio, non voleva avere un
piede fuori
dalla porta. Voleva impegnarsi per davvero.
E ora erano lì il giorno di Natale,
insieme. E insieme avevano abbattuto quel muro che Beckett si era
faticosamente
costruita negli anni, dopo la morte di sua madre.
Non sapeva neppure lei come aveva fatto
ad innamorarsi di lui, forse perché le era stato sempre vicino, forse
perché le
portava il caffè tutti i giorni, o forse perché era semplicemente lui,
questo
lei non lo sapeva. Sapeva solo che non poteva scegliere l’amore.
Castle capì che qualcosa frullava
velocemente nella testa della bella detective.
Staccatosi un po’ da lei la guardò
intensamente negli occhi.
-“Va tutto bene?”- chiese, accarezzandole
dolcemente la guancia.
Kate sorrise. Le brillavano gli occhi.
Le piaceva che lui avesse così cura di
lei.
-“Si, va tutto bene. È solo… devo
abituarmi a questo. Non è facile per me, e so di non essere la persona
più
semplice da frequentare e non sempre tiro fuori i miei sentimenti. Ho
solo…
bisogno di realizzare il tutto.”- disse timidamente, ma vedendo lo
sguardo
spaventato di Castle si affrettò a precisare:
-“Non sto scappando. Non voglio. Non
più.”- disse sicura sorridendo.
Castle sorrise e la baciò di nuovo.
-“Forza scendiamo. C’è la colazione.” –
disse Kate.
-“Arrivo subito.”- rispose Castle.
Beckett scese di sotto e Castle si
sedette nel letto, quello stesso letto in cui aveva dormito con lei
qualche ora
prima. Si passò le mani nei capelli e iniziò a pensare.
A pensare a quando aveva chiesto a
Beckett di passare con lui la vigilia di Natale.
A pensare
a come tutto era iniziato.
Erano
al distretto ed era l’ultimo giorno per Castle, perché poi sarebbe
partito con
Gina negli Hamptons.
O almeno questa era la versione ufficiale che
continuava a
ribadire a chiunque glielo chiedesse. La
verità è che lui e Gina si erano lasciati un paio di settimane prima.
Castle
aveva trascinato Gina per negozi per due giorni in cerca del regalo
perfetto
per Beckett, e a Gina questo dettaglio non sfuggì.
Sapeva
quanto lui detestasse fare shopping, ma il desiderio di trovare il
regalo per
Beckett, qualcosa di veramente speciale per lei, lo rendeva felice,
come Gina
non l’aveva mai visto, e malincuore dovette ammettere che Kate per
Richard era
importante, molto più importante di lei.
Quando
finalmente dopo un’estenuante corsa l’aveva trovato, Castle si era
voltato
verso Gina, e lei notò quella luce negli occhi, quella stessa luce che
lei non
era mai stata in grado di fargli apparire sui suoi occhi.
E
lì capì. Non poteva continuare a stare con un uomo che non la voleva,
che era
innamorato di un’altra donna, anche se probabilmente neanche lui avesse
ancora
capito quanto fosse importate Kate.
Gli sorrise, lo baciò sulla guancia e gli disse:
-“E’
lei che vuoi.”-, e andò via senza voltarsi, per paura che Castle
scorgesse
quella lacrima che le era scesa nella guancia.
Castle
era rimasto lì, impalato, pietrificato da quella frase di Gina.
Lei aveva
capito cosa il suo cuore cercava di dirgli da tempo.
Qualche
giorno più tardi si trovava al distretto, era il suo ultimo giorno
prima delle
vacanze di Natale e, mentre prendeva un caffè insieme a Kate le chiese
cosa
avrebbe fatto a Natale.
Kate
non rispose subito.
Ci pensò su qualche attimo, bevve un sorso del suo caffè e
rispose:
–“Starò con
Josh.-“
Ma
come per Castle anche lei mentiva: Josh sarebbe stato di turno in
ospedale e
lei sarebbe stata da sola a casa. Nella sua nuova casa.
Non
era felice con lui.
Josh era perfetto, ma non era ciò che lei voleva e aveva
bisogno in quel momento.
Castle
ci restò male, avrebbe voluto invitare Kate nella sua casa negli
Hamptons, e
non gli importava se con lei ci fosse stato anche Josh, così le propose
di
passare la vigilia tutti insieme negli Hamptons.
-“Vedrai
sarà divertente. Niente scherzi. Solo un week-end, in allegria, tu, io,
Gina e
Josh!”-
-“Non
lo so Castle, non mi sembra una buona idea. E poi magari Gina vorrà
passare
queste feste da sola con te!”-
In
realtà Beckett non sapeva quale scusa trovare.
Non
voleva passare il Natale con Castle e Gina a reggere il moccolo, dato
che sapeva
che Josh non ci sarebbe stato sicuramente.
Stava per rispondere di no a
quell’invito ma Castle la precedette:
-“Non
ti preoccupare per Gina! Allora è deciso, verrai? Bene! Ci sentiamo in
questi
giorni così ti spiego bene la strada!”-
E
con queste parole si dileguò in pochi istanti con un sorriso stampato
in
faccia, senza dare il tempo a Kate di rifiutare.
Certo gli scocciava parecchio aver invitato anche Josh, ma se era questo il prezzo per passare il Natale con lei, poteva sopportare tutto. E poi sperava che un’urgenza portasse via Josh dagli Hamptons per precipitarsi in ospedale.
ANGOLO MIO: E poi bo... torno da Roma (ç___________ç) e pubblico questa ff Natalizia! xD
allora... come state?!
dunque dovete sapere un paio di cose...
questa ff è stata scritta il 26/12/2010, ma non l'ho mai finita...
tutt'ora è in fase di 'lavori in corso', per cui non so con quanta
costanza pubblicherò i capitoli, soprattutto perchè non ho la minima
idea di come finirla...
come avrete notato ci sono sia Gina che Josh, perchè appunto è stata iniziata l'anno scorso e infatti nel prossimo capitolo ci sarà anche un'apparizione di Montgomery... quindi, non è collocata nel tempo questa ff, non c'è stato il bacio sotto copertura, il congelamento, e tanto meno il cecchino non ha sparato a Beckett... scusate non avevo voglia di riscrivere tutto da capo sennò non la finisco mai...
il titolo... è il mio grande punto
debole... ma adoro la canzone di Glee e mi sembrava adatta! xD
bon mi pare di aver detto tutto!!!
un ringraziamento in particolare xò, va alla mia family!!!! *_________________*
ok, come sempre grazie ai lettori e se vi
va fatemi sapere!
sbaciotti a tutti!
Mari_Rina24 ;>