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Autore: LexieMalin    01/12/2011    1 recensioni
scritta per il Ville Valo's birthday contest indetto dal THP. La scena si sviluppa in Italia e tratta dell'incontro tra Ville e una bambina.. chi sarà mai.. e quella donna che a Ville è tanto familiare?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Ville Valo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I ragazzi stavano bellamente  seduti sul tourbus: si stavano guardando un film mentre Seppo e l’autista erano usciti per andare a fare una passeggiata. Ville invece se ne stava semi sdraiato sull’ultimo divanetto in fondo, completamente immerso nella lettura di uno dei suoi libri preferiti: Heartsick di Chelsea Cain.
-Ville, sei sempre lì a leggere.. ma vieni qui a vederti questo film.. è una figata..- sbottò divertito Migè.
Il cantante non alzò nemmeno gli occhi dalle pagine che girava attentamente. Al che il bassista sbuffò e spostò gli occhi su Linde: l’uomo guardava fuori, in direzione del parco
-Hei Linde.. sei strano pure tu ora? Che è, un nuovo virus?-
-Più che altro c’è una bambina che vaga nel parco.. da sola..- rispose lui. Tutti i ragazzi si sporsero e Burton, dopo aver osservato per un bel po’ quella bimba coi capelli lunghi, castani e tanto boccolosi, che sgambettava nei pressi del tourbus si voltò verso il cantante.
-Ville.. quella bambina ha i tuoi stessi capelli…-
Il cantante alzò lo sguardo dal suo libro e gli lanciò un’occhiata eloquente.
-Ti sembra che io abbia una figlia?- rispose acido senza nemmeno guardare fuori.
-Non sto dicendo che tu abbia…- provò a replicare l’uomo ma venne zittito all’istante da Ville.
-E allora non sparare cavolate..- si alzò in malo modo e scese dal tourbus.
La piccola correva velocemente lungo il limitare del parco e il cantante non poteva fare a meno di guardarla: gli sarebbe piaciuto avere una bambina; si sarebbe volentieri calato nel ruolo del papà geloso. Gli si dipinse un sorriso divertito sul volto mentre si avviava verso una panchina poco lontano.
Si risedette e riaprì il libro alla pagina dove aveva smesso di leggere poco prima. Non passarono dieci minuti che la bimba tornò indietro correndo e il cantante la guardò incuriosito mentre lei si arrampicava sulla panchina dov’era seduto.
-Ciao..- la salutò con un sorriso. Doveva avere circa quattro anni. Era proprio una bellissima principessina, pensò e la sua testa prese a volare, fino a fermarsi al giorno del litigio. Quella litigata era stata veramente crudele in un certo senso. La sua ragazza da un paio di giorni era strana: lo evitava e non gli rivolgeva la parola, quasi avesse la peste. Quando le aveva detto di amarla davvero e di volerla sposare lei gli aveva risposto di non volerne più sentir parlare di matrimonio.. di non volerlo più vedere.
-Io non ti amo..- gli aveva detto. Gli aveva sputato addosso quelle parole ferendolo profondamente. Quel giorno Ville si era ripromesso che non avrebbe più ritentato. Si era detto che era stata colpa sua se tutto quello era successo. Non l’aveva più rivista. Non le aveva scritto.. non si era fatto sentire.. era semplicemente fuggito via con la paura di poter ferire ancora quel qualcuno che aveva appena fatto la stessa cosa con lui. Ma non era riuscito a dimenticarla.. 
Sentì che il libro che teneva in mano veniva sfilato via e guardò giù. La bimba, curiosa, cercava di leggere cosa ci fosse scritto e le fece tenerezza.
-Vuoi che ti aiuti?- chiese. Sorridendo se la portò sulle ginocchia. Non era sicuro avesse capito quello che aveva detto ma si era lasciata aiutare. Tornò indietro all’inizio del libro dove sapeva esserci la descrizione di un paesaggio bellissimo e le prese la manina. Scorse e lesse insieme a lei le parole: rimase stupito sentendola leggere in finlandese. Quella bambina conosceva il finlandese…
“ Ma siamo in Italia..come?”
-SAARA…Saara, amore dove sei?- il cantante alzò gli occhi e vide una giovane donna in lontananza correre verso di loro e guardarsi in giro. Gli sembrava di conoscerla ma non ci diede importanza.
-E’ la tua mamma? Ma non devi scappare dalla mamma, sai?- sorrise ancora una volta e l’appoggiò sulla panchina. Fu allora che si perse davvero per la prima volta negli occhi della piccola. Due pozze di giada brillanti impreziosite da una magica sfumatura azzurra cristallina, tremendamente espressive. Gli si mozzò il fiato.. sentì qualcosa farsi largo all’altezza del petto.. calore.. un calore paterno..
-Ma Isä.. non voglio äiti senza isä..- le parole della bambina gelarono Ville. L’aveva chiamato papà. Guardò la piccola senza capire.. forse senza voler capire. In fondo poteva anche non essere sua figlia ma se lo fosse stata?
 -..äiti vuole tanto bene a isä.. non voleva lasciarti quattro anni fa.. ma c’ero io…-
La donna, nel frattempo, si era avvicinata e l’aveva presa in braccio proprio mentre finiva la frase. Sentiva un leggero profumo di abete e di fiori giungergli alle narici. Un profumo familiare ma ancora non capiva.. non voleva capire.. non poteva essere.
-Amore mio.. non devi scappare così.. mi hai fatto venire un infarto.-  
-Mamma.. stavo con isä.. non sono scappata.-
Quella voce. Lei era lì.. l’aveva incontrata dopo 4 anni. Come aveva fatto a non riconoscerla.. era sempre la stessa. Era lo stesso angelo di allora, forse più bella. I capelli lunghi e ricci, gli occhi azzurri.
-Eva..?- 
La donna si voltò di scatto e lo guardò spaventata.  Le lacrime presero a rigarle gli occhi. Strinse la bambina in braccio e cominciò ad allontanarsi in fretta.
-Aspetta.. Eva.. la bambina.. Saara.. è.. nostra figlia??-
La donna si fermò un attimo e rimase in silenzio permettendo al cantante di raggiungerla.
-Isä.. äiti è triste perché diceva che saremmo state un peso per te se fossimo rimaste con te..- svelò la piccola. Ancora una volta il cantante rimase spiazzato. Aveva una figlia di quattro anni.. e non l’aveva mai saputo. Quella litigata allora aveva un motivo..
-Perché non me l’hai detto.. avremmo trovato una soluzione.. non mi hai permesso di vederla crescere..non hai lasciato che…- ma si accorse che lei stava piangendo e capì di aver esagerato. Non le avrebbe chiesto il perché gli avesse detto che non lo amava quel giorno: in un modo innocente ci aveva già pensato Saara a spiegargli tutto.
-Torna in Finlandia con me..-  esordì all’improvviso lasciandola  senza parole.
-Io …Ville.. non credo sia..- non fu in grado di finire la frase: il delicato contatto con le labbra del cantante le fece dimenticare tutto.. la fece tornare a quel giorno lontano, quando l’aveva conosciuto.. quando avrebbe voluto dirgli di Saara.
-Ti amo Eva..- un sussurro leggero che si sentì a malapena e Ville riuscì a scorgere un sorriso sulle labbra della donna, della madre di sua figlia. –Sposami ..- sembrarono passare istanti da quelle due parole che le aveva regalato.
-Sì..-
   
 
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