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Autore: Arydubhe    01/12/2011    2 recensioni
La vita di Ciel vista dagli occhi di Ciel. Poesiucola con musica annessa e storiella. Un esperimento che spero piaccia.
Genere: Introspettivo, Poesia, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Gocce di Luna Nuova-

A Ciel Phantomhive piaceva stare nel suo studio, da solo, circondato dal totale silenzio, a godersi un attimo di pace. Nemmeno il fatto di dover lavorare, le pile di scartoffie accanto a lui e le cartelle impilate sul bordo dello scrittoio potevano infastidirlo. Sedeva con la schiena appoggiata alla comoda poltrona, dando le spalle all'enorme portafinestra sulla parete opposta alla porta. Solo di tanto in tanto giungeva qualche rumore dal giardino o dal piano di sotto, in genere dovuto a qualche disastro combinato dalla servitù; rumori molesti, certo, ma facilmente ignorabili, cui col tempo il giovane conte aveva imparato a non dar alcun peso. A tratti si voltava e guardava oltre gli spessi vetri della finestra, volgendo lo sguardo al cielo azzurro, quel cielo di cui portava il nome e di cui il suo unico occhio condivideva il colore. Rimaneva così, a riflettere, per interminabili minuti, perdendosi nel volo di un uccello in lontananza o nel volgersi fluttuante di una qualche nuvola. Il cielo era sempre capace di infondergli un po' di calma.
Non sopportava però il tramonto, quell'ora meschina in cui il cielo si tingeva di lingue di fuoco rosse e arancioni, fiamme come quelle che avevano bruciato la sua casa. Avvolgevano ogni porzione di cielo attorno alla tremolante massa del sole morente, che vibrava negli ultimi spasimi della sua agonia.
Amava invece il momento in cui ogni giorno appariva in cielo la prima stella, i cui i contorni luminosi si perdevano nel blu che digradava sfumando nell'azzurro. Amava lo spuntare della notte. Da tempo oramai il buio e i raggi della luna lo mettevano più a suo agio del giorno e della luce del sole.  Tutte le sere osservava gli astri far capolino nella distesa celeste. Seduto di fronte alla finestra, le aspettava come ad un appuntamento fisso. Le stelle si accendevano nella notte come mille e mille luci, una dopo l'altra, a circondare la luna come una miriade di scintille sfavillanti. 

Anche quella sera Ciel stava seduto sulla poltrona a guardare il cielo, aspettando il sorgere della luna. Ed essa fece capolino all'improvviso, rossa, lucente. Non vedendo il familiare disco latteo brillare col suo solito colore, Ciel rimase stupito per un secondo, ma ci mise poco a capire le vere cause di quel fenomeno: un'eclisse. Cionondimeno quella vista lo lasciò particolarmente turbato. Perchè tutto ciò cui si affezionava, a cui si legava, era inevitabilmente destinato a scomparire? Perchè ciò a cui teneva doveva sempre finire per corrompersi? Che fine aveva fatto quel pallido disco che per lunghe notti lo aveva guardato, alto, nel cielo? Perchè anche il suo perlaceo candore aveva dovuto mutare nel rosso cremisi della morte e del dolore? La luna si era disfatta, sostituita da un simulacro che era per lui memento della propria corruzione.  La luna, che per tanto tempo gli era stata quasi di conforto, ora sembrava incombere su di lui come una minaccia.

Si ritrovò con la penna in mano, la schiena rivolta contro quella luna estranea eppure così familiare. La mano intinse delicatamente la punta della penna nel calamaio, poi con lentezza cominciò a tracciare sul foglio davanti a lui frasi e parole così come sul momento gliele dettava il cuore.. 

(cliccate qui e ascoltate mentre leggete http://www.youtube.com/watch?v=3HgbOMci_Io&feature=related)

Gocce di luna nuova, rossa come il sangue
nel lago dei desideri precipitano
in basso, verso l'inferno
dei sogni mai realizzati.
La sorte pendola tra vita e morte,
un gioco casuale di libertà in catene.
Lacrimoso l'amore mi chiama da lontano
ma solo la vendetta rischiara il mio cammino.
Nel buio risplende un contratto,
un occhio, un sorriso demoniaco.
La mia fine, il mio inizio, il mio ritorno;
un re che si muove sulla scacchiera.
Bianco e nero, passo dopo passo.
Scacco matto?
Sono vivo, ma in me non c'è vita;
ciò che è perso una volta non può più tornare.
Il sorriso si è perso nel passato
tra le fiamme di un mondo infranto
ed un occhio solo scruta il mondo
dei due che prima lo potevano guardare.
Si tende una mano nella mia direzione
La mia anima sussulta:
la mia vittoria sarà la mia morte.
 
La mano si fermò. Ciel abbassò lo sguardo a contemplare il foglio. Stentava a credere di aver appena scritto quella roba.
Stette ancora un attimo ad osservare la carta bianca, le sottili righe nere che aveva tracciato con la sua splendida calligrafia.
Poi all'improvviso prese il foglio e lo accartocciò con malagrazia, gettandolo nel cestino sotto la scrivania.
Non era da lui essere così incline a sentimentalismi.

Distolse lo sguardo e, senza gettare anche una sola occhiata alla luna, si alzò in piedi .
"Io sono Ciel phantomhive. Questo è tutto ciò che ho da sapere"

Detto questo, si lasciò la scrivania alle spalle e uscì dallo studio. 
Una figura in nero, vestita con un frac, apparve all'improvviso. Sebastian Michaelis, il maggiordomo della famiglia Phantomhive.
Con delicatezza, prese il foglio che il suo padrone aveva buttato poco prima e lo aprì, leggendolo divertito.
Un sorriso demoniaco solcò il suo viso da parte a parte.

"Sarà un piacere divorare la sua anima, Bocchan"

La luna splendeva alta in cielo come tutte le notti. L'eclisse era finita e la luna aveva riacquisito il suo colore.
Nella sua camera da letto, Ciel Phantomhive era sotto le proprie coperte. La luce ora pallida della luna filtrava dalle cortine.

"Il rosso della luna potrà anche svanire, ma nulla potrà mai cancellare il rosso che macchia la mia anima"
 
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AUTHOR'S CORNER

ABBIATE PIETA'!
Non so neppure io come mi sia uscita XD
Ci ho infilato un po' di parole random su Kuro...titoli di OST, marche di tè e simboli chiaramente kuroshitsujiani.
Spero di essere riuscita un pochetto a creare l'atmosfera di Kuroshitsuji, come in una visione a rapidi flash, Kuro nella sua essenza letta da Ciel ^^. 
Prendetelo come uno sclero dovuto a una noiosissima lezione di metrica italiana in università.
  
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