..::.Yes say to the dress.::..

Un piccolo salottino bianco e rosa accoglieva la sua imponente figura, illuminandola appena con la bella luce limpida dei faretti, che puntava proprio sul suo corpo avvolto in una bianca nuvola vaporosa. Era un luogo accogliente, caldo nonostante il bianco fosse il colore predominante, un posto che sembrava essere fatto apposta per mettere la gente a proprio agio con un'atmosfera intima e raccolta, quasi segreta. Un forte profumo di rosa, accompagnato dal dolce sentore di zucchero e confetti, arrivava alle sue narici, mettendogli addosso una certa agitazione, come se trovarsi lì, in quel grande e famoso salone di abiti di sposa, rendesse finalmente reale e tangibile il fatto che, molto presto, ci sarebbe stato un matrimonio.
Il suo matrimonio.
Sospirò, profondamente, lasciando che lo sguardo si incatenasse al suo riflesso.
Lo specchio rifletteva la sua immagine in modo chiaro e perfetto, regalandogli una dettagliata visione di come il bellissimo abito che indossava gli stesse.
Era perfetto.
Di un bianco brillante, quasi accecante, rifletteva in pieno tutto quello che si aspettava da un abito da sposa: grazia, luce, eleganza e femminilità. Non aveva scelto un abito da principessa (con una statura come la sua sarebbe stato ridicolo!), ma un vestito dal taglio piuttosto attillato, che metteva in risalto la sua siloutte, con delle splendide spalline in raso e un raffinato corpetto in pizzo e perline. La gonna scendeva stretta sui fianchi, accarezzando le gambe lunghe e aprendosi con un taglio a sirena, mostrando un'elegante sottogonna di raso e tulle che mascherava un poco la sua aitante muscolatura e che mostrava appena la punta delle scarpe, otto centimetri di tacco a spillo, anch'esse fregiate di perline e rivestite di pizzo.
Con i suoi capelli biondi e i suoi profondi occhi blu sembrava un angelo.
Notò appena l'assistente del negozio, che osservava la sua immagine riflessa nello specchio con una certa nota di imbarazzo e perplessità, troppo spaventata dalla sua espressione per ridere, che gli porgeva un fluente velo bianco con un fregio di perline al bordo.
-Fo... forse dovrebbe vederlo con il velo...- balbettò questa, rossa in voltò, con le mani che tremavano un poco.
Decisamente per lei quello non era un appuntamento convenzionale.
Allungò la mano per prendere la delicata stoffa che gli veniva porta e, senza troppi preamboli, la fissò tra i biondi capelli con il pettinino foderato in seta, lasciando che i drappeggi gli scendessero ai lati del volto, carezzando con dolcezza i duri lineamenti e l'espressione seria.
Si fissò attentamente allo specchio, cercando di concentrarsi, di immaginarsi mentre avanzava lungo la navata della chiesa con un buquet di rose bianche, con il suo superiore a fargli da padre, cercando di capire se finalmente, dopo ore di prove, avesse trovato l'abito adatto a quello che considerava il passo più importante della sua vita: il suo sogno.
Perché sposare Tino era il desiderio di tutta una vita.
Una strana sensazione gli prese la bocca dello stomaco quando, improvvisamente, si rese conto che sì, con quel vestito addosso si sentiva una vera sposa.
-Allora... emh... Mr. Oxenstierna... è quello giusto?- domandò la commessa, probabilmente molto indecisa sul “Mr” visto quello che stava vedendo.
Berwald si guardò ancora un secondo nello specchio, domandandosi se Tino avrebbe apprezzato. Quasi poteva vederselo, vestito di nero ad attenderlo all'altare, rosso e imbarazzato, mentre pensava a come quel vestito gli stesse bene e a quanto lo amava.
Ok, era certo che l'abito sarebbe stato meglio al compagno piuttosto che a lui, ma Tino aveva ben messo in chiaro che non intendeva fare la moglie e beh, qualcuno avrebbe dovuto pur farlo se volevano sposarsi, no?
Un sorriso, che voleva essere dolce ma che risultò semplicemente terrificante, si disegnò sulle  labbra dello svedese, facendo sobbalzare e squittire l'atterrita commessa per la paura.
-Sì... è quello giusto...-.
Sarebbe stato uno splendido matrimonio.
Ora bisognava solo dirlo allo sposo.

* * *

A volte è più facile trovare un marito che l'abito da sposa perfetto.
Per Berwald era certamente stato così: si era innamorato di Tino fin dal primo momento che lo aveva visto e aveva capito dal primo sguardo che lui l'amore della sua vita e che erano destinati a stare insieme.
Certo, avevano avuto le loro difficoltà e i loro ostacoli da superare, ma alla fine erano riusciti a ritrovarsi e a decidere insieme per quel passo importante, giurandosi amore fino alla fine delle loro vite: per delle Nazioni non era certo poco.
E, il giorno del suo matrimonio, Berwald era bellissimo nel suo abito da sposa.
Certo, forse il marito in preda ad una crisi isterica dopo averlo visto entrare in chiesa conciato in quel modo aveva un tantino rovinato l'atmosfera, ma alla fine la cerimonia era stata lo stesso celebrata e i due sposini avevano potuto festeggiare a suon di cibo e musica.
E di Vodka. Tantissima Vodka.
Un matrimonio molto ben riuscito, tutto sommato.
E alla luce di quegli avvenimenti, Berwald dovette per forza farsi un appunto: se da lì a trent'anni avessero deciso di rinnovare le loro promesse, avrebbe fatto meglio a ricordare a Tino che, quella volta, sarebbe toccato a lui la parte della sposa.
Non che non gli fosse piaciuto, ma i tacchi a spillo lo avevano proprio ucciso.

..::.Fine.::..