Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
Segui la storia  |       
Autore: Sorry_Jonas    01/12/2011    3 recensioni
Lei, ricca, lui povero.
Si amano ma la famiglia di lei non sembra accettare l'unione.
Una storia apparentemente banale, ma chi può dire che non vi stupirà?
Provare per credere.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Joseph: Buongiorno sorellina, come hai passato la notte?

Io: Bene, Joseph, grazie.

Kevin: Eppure, mi pareva di aver sentito alcuni rumori molesti provenire dalla tua stanza Andrea, sicura di aver passato una nottata tranquilla?

Era un freddo inverno di inizio '900.

Io, lontana discendente di una delle più nobili famiglie toscane, vivevo nella grande reggia assieme ai miei due fratelli maggiori, Kevin Paul e Joseph.

Due giovani adorabili e molto attraenti ma, come tutti gli uomini di casa, molto protettivi nei confronti delle loro donne, nel loro caso: io.

Mio padre e mia madre morirono poco dopo la mia nascita a causa di un'epidemia di tifo.

Mentre mio fratello maggiore lavorava presso il teatro Puccini come direttore d'orcestra io e Joseph ci dedicavamo agli studi.

Io: Non so a cosa tu ti stia riferendo Kevin Paul, probabilmente stavo parlando nel sonno, non mi sembra una cosa troppo grave, non credi?

Joseph: Tu non hai mai parlato nel sonno Andrea, non mentire, c'è forse qualcosa che ti turba?

Io: No, Joseph, non so come devo dirvelo! Se volete scusarmi mi preparerei per andare a scuola...

Con educazione abbandonai la cucina per dirigermi nelle mie stanze, dove, la sera prima, mi ero vista con Nicholas.

I miei fratelli non avevano mai visto di buon grado quel ragazzo.

Lui era rozzo, un semplice impiegato di fabbrica, senza cultura e quasi perennemente sporco di grasso per macchinari.

Non so cosa mi piacesse in lui, di certo quel fisico atletico e scultoreo faceva la sua parte in tutto ciò.

Gli si poteva dire tutto, ma non di certo che fosse un brutto ragazzo.

E poi era romantico, oserei dire esageratamente.

Mi riempiva di lettere piene d'amore che lasciava sul cuscino ogni mattina prima di uscire dalla mia stanza per andare a lavoro.

Erano molto belle, piene di errori grammaticali, certo, ma contenutisticamente ricche e profonde.

La mia paura era quella che uno dei miei fratelli fosse venuto a scoprire della cosa, di sicuro Nicholas sarebbe morto ed io rinchiusa in un convento esiliato.

Madame Baudelaire: Signorina Andrea, ho lavato la sua camicia da notte e ho potuto notare che si sono staccati la maggior parte dei bottoni! Dovrebbe stare più attenta quando la sfila, signorina!

Io: Lei è qui come cameriera, non come balia. Non rimanga li a farmi la predica e riponga i miei vestiti nell'armadio.

Le risposi bruscamente senza quasi pensarci.

Quella donna era davvero un'impicciona.

Non ne ero sicura ma sospettavo sapesse della mia relazione clandestina.

Madame Baudelaire: Certo signorina, io lo dico per lei...

Io: So badare a me stessa, grazie!

Dopo essermi preparata abbandonai la stanza con aria stizzita lasciando la donna alle sua faccende domestiche.

Joseph: Signorina mia, siete incantevole questa mattina! Sublime, oserei dire!

Mi accolse il mio adrabile fratello con aria di scherno.

Io: Grazie, peccato che io non possa dire la stessa cosa di te. Non vorrei proprio immaginare da chi tu abbia potuto prendere questi tuo rozzi modi di prendermi in giro Joseph! Solo perchè sono più bella di te...

Joseph: Pensavo ti piacessero le persone rozze, Andrea.

Disse lui di rimando lanciandomi una frecciatina.

Io: Touchè, adesso vogliamo andare, per favore?

Lo superai raggiungendo per prima l'auto parcheggiata in cortile.

Eravamo una delle poche famiglie a possedere già un automobile, non tutti se ne potevano permettere una, anzi davvero in pochi.

Io: Sicuro di sapere come si guida, Joseph? Non vorrei morire così giovane, soprattutto per mano tua!

Joseph: E' l'ultima cosa che vorrei sorellina, credimi.

Dopo una serie di manovre e rumori frastornanti lo strano mezzo riuscì a mettersi in moto.

Joseph: Quest'invenzione è una trovata davvero geniale! Arrivare a scuola è uno spasso!

Io: Pensa a guidare e tieni gli occhi sulla strada!

Joseph: Come mai così nervosa stamane?

Io: Non sono nervosa.

Joseph: A me non pare, perchè non mi parli un po' di qualcosa...

Io: Di cosa dovrei parlarti, di uomini, forse?

Joseph: Hai 17 anni, tra poco dovrai accasarti...

Io: Tu ne hai 20 e non hai ancora trovato moglie!

Joseph: Cosa c'entra, io sono un uomo!

Io: Detesto tutto questo maschilismo, non c'entra nulla il fatto che tu sia un uomo! Con chi dovrebbero sposarsi le donne?

Joseph: Con gli uomini, certo. Ma il maschio dev'essere più grande della femmina, il che vuol dire che io ho ancora tempo per trovar moglie!

Io: E comunque io ho già detto che non ho intenzione di fare la donna di casa, voglio laurearmi e avere una carriera!

Joseph: Certo Andrea, ma prima ti sposerai e farai figli, il resto si vedrà!

Rispondeva sempre così quando accennavo ai miei progetti futuri, lo faceva per assecondarmi e cercarcare di evitare l'ennesima discussione sui miei diritti come donna.

Nicholas, seppur rimanendo nella sua ignoranza, la pensava diversamente.

Sosteneva che le donne dovessero esser trattate alla pari degli uomini anche perchè non hanno nulla di meno a loro.

Diceva che se fossi diventata sua moglie mi avrebbe lasciato praticare il lavoro che più mi interessava e per la casa e l'educazione dei figli avremmo pagato un tata.

Peccato che io non sarei mai diventata sua moglie, mai.

Joseph: Eccoci arrivati, passa una buona giornata sorellina!

Mi schioccò un leggero bacio sulla guancia e si diresse verso la sua università, l'edificio proprio accanto alla mia scuola superiore (entrambe rigorosamente private).

Ludovica: Andrea, quello era tuo fratello Joseph?

Annuii.

Ludovica era una delle ragazze più altezzose ed insopportabili di tutto l'istituto.

Faceva parte, come me, di una delle famiglie più importanti e ricche ma, a differenza della sottoscritta, passava tutto il santo giorno a sottolinearlo.

Ludovica: E' vero che non ha ancora trovato moglie?

Io: Si, ma se desideri che ti metta sulla sua lista delle possibili donne con cui creare una famiglia devi metterti in fila. Ci sono molte altre ragazze prima di te!

Ludovica: Ma io le scavalcherò sicuramente tutte!

Rispose lei di rimando nel modo più arrogante che conoscessi.

Io: Non ne sarei così sicura, conosco i suoi gusti e ti garantisco che tu non sei la sua donna ideale!

Mi fulminò con uno sguardo e andò a sedersi nel suo banco solito accanto ad altre oche come lei.

Ovviamente non c'erano ragazzi nella nostra scuola, era rigorosamente femminile.

Molte lo trovavano giusto io invece, se avessi potuto, mi sarei opposta a questa legge.

A me, in fondo, non importava nulla del cucito o di come si cucina una quaglia!

Amavo le materie letterarie, la filosofia, la storia...

Per questo leggevo molti libri, per acculturarmi ed imparare cose a cui una ragazza della mia età non era permesso conoscere.

L'ultima campana sonò ed io mi appropinquai verso l'uscita principale.

Sara: Andrea, questa sera mio fratello da una festa a casa nostra e sarebbe molto felice se fossi presente. Mi ha chiesto lui personalmente di invitarti, ci tiene molto...

Prima che potessi ribattere Joseph si introdusse nel discorso.

Joseph: Certo che ci verrà, ringrazia tuo fratello per l'invito! La mia bella sorellina non mancherà di certo!

Mostrò uno dei suoi sorrisi soliti, di quelli che lasciavano tutte spiazzate.

In auto non mi trattenni certo dall'ammonirlo per il suo comportamento inopportuno.

Io: Chi ti ha detto che desidero andarci?

Joseph: Lo dico io! I Gravella sono una famiglia con una buonissima reputazione, conosciuti in tutta la Toscana! E' palese che il primogenito sia un tuo accanito ammiratore e non vedo perchè non sfruttare l'occasione!

Io: Quale occasione?

Joseph: Andrea, apri gli occhi, Michele ti chiederà certamente in sposa!

Io: Ma io nemmeno lo conosco questo!

Joseph: Chiamasi matrimonio d' interessi! Il padre è proprietario di una delle più grandi industrie d'Italia!

Io: I matrimoni d'interessi sono storia vecchia, suvvia siamo nel 1900!

Joseph: Tu andrai a quella festa Andrea Rebecca Garibaldini! Io e tuo fratello ne parliamo da mesi, così abbiamo deciso e così sarà!

Sprofondai nello scomodo sedile di quella 'caffettiera' come la chiamavo io...

Detestavo esser nata donna

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers / Vai alla pagina dell'autore: Sorry_Jonas