what are you talking about?
« Cosa vorrebbe dire non voglio?»
Soul sollevò lo sguardo da terra, abbandonando la sabbia che si sollevava dispettosa ad ogni battito del piede di Maka. Di fronte a sé, la sua meister lo guardava con atroce rabbia, le guance rosse e decisamente gonfie che, nonostante l‘espressione truce, la rendevano ugualmente graziosa.
Cercò attentamente le parole da usare, memore dei bernoccoli doloranti sulla sua testa, alzandosi in piedi e fronteggiandola, notando che negli ultimi tempi riusciva addirittura a sovrastarla - finalmente era più alto di lei. S’infilò le mani nelle tasche dei pantaloni scuri, schioccando la lingua sul palato.
« Non mi va. È imbarazzante e per niente cool,» spiegò pacato. Sinceramente, si sarebbe aspettato un Maka-chop dritto in testa; invece la ragazza si era limitata ad inclinare il capo ed a sgranare i grandi occhi verdi sorpresa. Soul sospirò, sollevando lo sguardo al cielo spazientito.
« Permettimi di spiegarti, Maka,» iniziò calmo, abbracciandole le spalle ed avvicinandola a sé. Il calore del suo corpo esile contro il braccio era piacevole, così come le gote rosate della giovane, forse emozionata al contatto. Sorrise Soul, continuando. « Per volare tu mi devi cavalcare, quindi aprire le gambe.»
Maka annuì con ovvietà, i codini che si muovevano al ritmo del capo. Chiunque l’avrebbe trovata adorabile, e Soul non si stupì che quella ragazza dall’aria così da bambina non capisse dove stava quel gravissimo problema. Sbuffò sonoramente, imbarazzato lui stesso dalla piega erotica che quel discorso stava prendendo, il prepotente ricordo degli slip candidi di Maka che strusciavano sopra di lui.
Mise le mani sulle sue spalle esili, scuotendola un poco. « Maka, se tu apri le gambe, inevitabilmente ti siedi con un punto piuttosto intimo su di me. E io ti sento…benissimo, tra le altre cose.»
Deglutì di fronte al rossore diffuso sulle guance della ragazza, ora sicuramente certo che avesse capito dove lui, da una manciata di minuti, stesse andando a parare. « Maka, io…»
Non ebbe il tempo di dire nulla. Un Maka-chop si piazzò dritto sulla sua testa, lanciandolo lontano. Prima di svenire, guardando il cielo sopra di sé, udiva solamente gli insulti che la ragazza stava urlando a squarciagola. Era decisamente poco cool quella situazione, ma almeno avrebbe evitato le mutande di Maka su di sé per un po’.
« Porco, porco, porco, porco, porco!»

　

N/a
No comment. Ma questi sono stati i miei pensieri vedendo Maka a bordo.