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Autore: Annina88    01/12/2011    5 recensioni
Per Robert la vita non ha più alcun significato da quando la sua Kristen è morta. Insieme a lei, ha perso tutto, il sorriso, la passione per il cinema e per la musica, il desiderio di vivere...La amava più di ogni altra cosa al mondo ed ora deve affrontare da solo il peso della sua assenza e del senso di colpa. Sono macigni che sente di non poter più sostenere...Finché, per un assurdo caso del destino, conosce Frankie, una dolce solare e paffuta pasticcera che farà di tutto per salvarlo...
“Come ti chiami?”
“Rob-Bear, mi chiamo Bear”
“Bear?!Che diavolo hai fatto ai tuoi genitori?!”
“Niente,sono solo amanti degli animali…”
“Be,se non altro un problema lo abbiamo risolto”
“Quale?”
“Non sei più uno sconosciuto. Sei un Bear con cui sto avendo una piacevole quanto singolare conversazione. Rimane solo la questione del cornicione e dei piedi penzoloni…”
“Frankie?”
“Si”
“Io mi butto…”
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 INTRO


“Pasticceria ‘da Toni’!”
“…”
“Pronto?
“…”
“Pronto?!”
“Pr…pronto…”
“Buonasera signore, mi dica!”
“…”
“Signore, mi scusi, ma siamo in chiusura…è una cosa urgente?”
“Io…io…”
“Signore, sta bene?”
“No, non sto bene…”
“Be, forse dovrebbe chiamare il pronto soccorso”
“Non ho bisogno del pronto soccorso! Sto bene!”
“Ma mi ha appena detto il contrario…”
“Fisicamente sto bene…almeno per ora…”
“Oh…capisco…”
“Come può capire se non le ho detto niente?!”
“Dicono che dimostrarsi comprensivi ed empatici aiuti le persone ad aprirsi...”
“Chi lo dice?”
“Devo averlo letto da qualche parte, non ricordo dove…”
“Lei legge molto?”
“Tra una cheesecake ed una cassata siciliana”
“Accidenti…”
“Cosa?”
“E’ una golosa”
“Ma che ha capito? Io le preparo, poi la gente le compra e se le mangia. Lei ha chiamato una pasticceria!”
“Non so chi ho chiamato…ho composto un numero a caso sinceramente…e sfortunatamente per lei ho chiamato la sua pasticceria…”
“Voleva parlare con qualcuno?”
“No, si, forse…”
“E perché ha preferito comporre un numero a caso invece che parlare con un amico, con sua madre, con la sua r-“
“Non dica quella parola!”
“Quale?”
“Quella che stava per dire, non la dica, la prego!”
“Ok…mi scusi…Rimaniamo sull’amico e sulla madre? Perché non ha chiamato loro?”
“Perché non sono capace di mentire, non sono mai stato capace di dire una sola fottuta bugia nella mia vita. Se ora stessi parlando con mia madre invece che con lei, so perfettamente come andrebbe a finire, ho tutto il copione stampato nella mia fottuta testa di cazzo”
“E mi dica, come andrebbe a finire?”
“Mi chiederebbe come sto e dove sono”
“E la risposta sarebbe?”
“Sto di merda, mamma. Sono a Los Angeles, sono ubriaco e sto seduto sul fottuto cornicione di un fottuto palazzo, con la fottuta voglia di vivere che andata a...farsi fottere" 
“C…cosa?”
“Nah! Mia madre avrebbe risposto ‘Tesoro mio, ma che hai in testa? Scendi subito, non fare sciocchezze che ti fai male!’”
“Be…dovrebbe darle ascolto…”
“A chi?”
“A sua madre?”
“Ma io non sto parlando con mia madre, sto parlando con lei! Così mi sento deresponsabilizzato...Se avessi voluto dare ascolto a qualcuno, avrei chiamato mia madre. Le madri sono le uniche persone al mondo alle quali si dovrebbe dar retta, perchè sanno sempre tutto. Anche quello che non dovrebbero sapere..."
"...e che non vorrebbero sapere. Forse non ha chiamato sua madre perchè sa che lei non vorrebbe mai sapere cosa sta facendo"
"Probabile"
"E così ha composto un numero a caso, pensando che ,almeno una persona avrebbe saputo. Una confessione per scaricarsi la coscienza, ma senza la reponsabilità dell'angoscia altrui, poiché cosa può importare ad uno sconosciuto che lei sta per buttarsi da un palazzo?"
"Lei è davvero sveglia...a proposito, come si chiama?”
“Frankie”
“Frankie…bel nome”
“Si…in realtà sarebbe Francesca ma mi chiamano tutti Frankie…suona più americano e meno italiano”
“Lei è italiana?”
“Di origini…Il mio bisnonno è emigrato qui dalla Sicilia ed ha aperto una pasticceria, che poi è passata a mio nonno e infine a mio padre. Senta, io sto chiudendo il negozio, le dispiace se riattacco e la richiamo subito con il cellulare?”
“Be, se non le rispondo, sa perché”
“La prego, mi risponda”
“Ci proverò”


46 secondi dopo.
Tuuum....tuuum...

“Frankie?”
“Meno male, è ancora tra di noi”
“Stavo assistendo alle misteriose manovre di parcheggio di una signora…Sta tentando di infilare una Jeep in un buco che andrebbe bene per una Smart”
“Mi comunichi l’esito dell’avventura”
“Senz’altro. Lei quindi fa dolci…”
“Ci provo. Oggi ho fatto il mio primo cannolo siciliano!”
“Ah si? E com’è venuto?”
“Beh…la crema di ricotta era perfetta, ma la cialda avrebbe dovuto essere più croccante…mi è uscita un po’ molle, non sembrava così fresca…”
“E’ bello vedere che la gente ha ancora un po’ di umiltà, che sa ammettere i propri errori senza cercare giustificazioni…”
“E’ per questo che se ne sta seduto sul cornicione di un palazzo? Perché ammette i suoi errori?”
“Sto sul cornicione di un palazzo perché sono un idiota che non merita di passare un minuto di più in questo fottuto mondo. Qual è la frase che di solito si usa quando ci si vuole ammazzare? Ah si, addio mondo crudele…Ma sa una cosa? Non sono io che dico addio al mondo, non è il mondo ad essere sbagliato. Sono io. Perciò è il mondo che può finalmente dire ‘addio testa di cazzo!’”
“Sa, non l’ho mai capita questa espressione”
“Quale?”
“Testa di cazzo…ma che significa?”
“Di solito è un modo per enfatizzare il concetto di idiota”
“Si, ma che c’entra il cazzo? Perché associare l’organo genitale maschile al concetto di idiota?”
“Non saprei…forse perché quando non è in funzione è un’appendice che se ne sta appesa lì, senza utilità, e quando entra in funzione è peggio perché significa che devi pisciare o hai voglia di scopare, e nel secondo caso fa pure un male cane…quindi è un’appendice idiota. Il cazzo E’ idiota”
“Certo che lei è strano…”
“Abbiamo appena concluso una filippica sul cazzo, siamo abbastanza intimi da poterci dare del tu no?”
“Vero…certo che TU sei strano”
“Tenendo conto che sto progettando di spalmare la mia faccia sul marciapiede di Flower Street, davanti all'ingresso di Subway, direi di si, sono strano forte. Penso che se prendessi bene la mira e calcolassi direzione e forza del vento, riuscirei a finire la mia vita a confine tra povertà e ricchezza”
“Cioè?”
“Tra un furgone bianco dell’anteguerra ed una Porsche verde”
“Una Porsche verde?!”
“Si, verde, perché?”
“Ma dai!Chi è tanto scemo da comprarsi una Porsche verde?!Non sapevo nemmeno che le facessero, le Porsche verdi…è un abominio!”
“Be…lo hai detto tu che sono strano…”
“…cioè…è tua…?”
“Sfortunatamente per la tua figura di merda, si”
“Cazzo…”
“Vedi che inevitabilmente lo associamo a cose idiote, tipo le figure di merda?”
“Hai una Porsche?! Allora sei ricco!”
“Si, abbastanza”
“E scommetto che sei pure carino…”
“Cosa te lo fa pensare?”
“Non so, sensazioni”
O forse stai solo cercando di consolarmi, spingere sui miei pregi, qualora ne avessi, pensi mi convincerebbe a non buttarmi?”
“Pensi che funzionerebbe?”
“Non credo…visto che è proprio il mio aspetto fisico, il mio presunto bel faccino, ad aver provocato la catena di eventi che mi hanno portato qui”
“Quindi avevo ragione, sei bello”
“Ci sono pareri controversi a riguardo…”
“Interessante”
“Cosa?”
“Che alcune ti ritengano bello ed altre no. C’è materia per un dibattito, ed i dibattiti sono sempre interessanti”
“Non se sono su di me. Credimi, nonostante quel che si dice in giro su di me, non sono un granché come persona. Sono noioso, parlo sempre delle stesse cose, non ho scoperto una formula matematica che risolva il problema del traffico all’ora di punta e non ho nemmeno fatto parte del giornalino scolastico al liceo…Sono la persona più normale e più banale di questo mondo, anche se chiunque ti potrebbe dire il contrario”
“Io credo che la normalità sia sottovalutata”
“Davvero?”
“Sì!Che male c’è ad essere normali?”
“Tu come sei?”
“Io?”
“Si…insomma, diresti di essere una…normale?”
“Una che più normale non si può”
“A dire la verità non credo tu sia normale”
“Perché no?”
“Se lo fossi, non staresti amabilmente conversando con uno sconosciuto che sta su un cornicione coi piedi penzoloni “
“Come ti chiami?”
“Ro...Bear, mi chiamo Bear”
“Bear?!Che diavolo hai fatto ai tuoi genitori?!”
“Niente,sono solo amanti degli animali…”
“Be,se non altro un problema lo abbiamo risolto”
“Quale?”
“Non sei più uno sconosciuto. Sei un Bear con cui sto avendo una piacevole quanto singolare conversazione. Rimane solo la questione del cornicione e dei piedi penzoloni…”
“Frankie?”
“Si”
“Io mi butto…”



Dopo un'infinita assenza, sono tornata a scrivere.
Devo dire che la visione di "Breaking Dawn", insieme al mio incrementato tempo libero post stage e laurea, mi hanno risvegliato la voglia di scrivere, ispirata da una stupenda Musa che ha il volto, la risata, le smorfie e la gestualità di Robert Pattinson. Quest'uomo bambino è una continua fonte di immagini e parole per me, sento che su di lui, per lui e grazie a lui potrei scrivere qualunque cosa.
Perciò, eccomi qua :) Con questa folle idea...
Voglio chiarire una cosa: se avete letto la presentazione della storia, sapete che il motivo del malessere di Rob è la morte di Kristen Stewart. Sia chiaro che questa è una scelta puramente funzionale alla storia, non l'ho "uccisa" Kristen per antipatia o perchè sono contro la sua relazione con Rob, tutt'altro, io adoro Kristen :) Volevo solo una storia un po'...diversa :) 
Detto questo, spero che questa assurda introduzione, scritta davvero come un flusso di coscienza, vi sia piaciuta e vi abbia attirato un po'.
Vorrei porre una domanda a quelle dolcissime donzelle che pubblicheranno una recensione: Rob lo conosciamo benissimo, ma come vi immaginate Frankie? Fisicamente intendo...voglio vedere se corrisponde alla mia Frankie :) 
Vi mando un bacio immenso
  
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