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Autore: Sharel    03/12/2011    2 recensioni
«La prima volta ho cercato di pugnalarlo.
Il suo odore mi ricordava troppo quello della puttana che mi aveva morso. L’ho odiato come penso di non aver mai odiato nessuno: tutto di lui rappresentava quello che non sarei mai voluto divenire, ma che non potevo evitare. Se non volevo bere sangue, non volevo trasformarmi in un mostro, e l’unica cosa che mi restava da fare era spararmi una pallottola in testa, o al cuore»
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kaname Kuran, Zero Kiryu
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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fallen Diversamente dalle storie che scrivo in genere questa è malinconica, e non chiedetemi come mi sia venuta fuori perchè il mio cervellino sta sorprendendo anche me in questi giorni! (il che non è propriamente in senso positivo!xD)
Ribadisco il concetto (per chi non lo sapesse e onde evitare di ritrovarmi coperta di pomodori marci) che non ho letto il manga nè visto l'anime se non spulciato entrambi in maniera molto blanda, per questo metto come avvertimenti AU ed OOC, non si sa mai. Potrebbe essere leggermente angst? Non lo so, ditemi voi perchè con questo tipo di tematica non c'ho mai avuto (nè da una parte voluto) aver mai a che fare.
Naturalmente i personaggi non sono miei ma di chi ne detiene i diritti (sennò da moooo sti due facevano quello che dicevo io!), la storia non è a scopo di lucro ma solo per divertimento! Dovrei avervi detto tutto, quindi vi lascio alla FF
*Buona lettura*



The Fallen

 

La prima volta ho cercato di pugnalarlo.
Il suo odore mi ricordava troppo quello della puttana che mi aveva morso. L’ho odiato come penso di non aver mai odiato nessuno: tutto di lui rappresentava quello che non sarei mai voluto divenire, ma che non potevo evitare. Se non volevo bere sangue, non volevo trasformarmi in un mostro, e l’unica cosa che mi restava da fare era spararmi una pallottola in testa, o al cuore. Mai avuto il coraggio di farlo;  o meglio, una volta stavo per premerlo, quel dannato grilletto, ma Yuuki riuscì a fermarmi in tempo. Non l’ho mai odiata tanto come in quel momento…no, forse un altro ce ne è stato.
Odiavo Kaname Kuran come nient’altro al mondo. Ti guardava sempre da quella posizione di superiorità onnisciente ed onnipresente, come se tutto quello che tu stai facendo fosse solo per merito suo; come se quel passo mosso tu lo avessi fatto solo perché lui aveva stabilito così. Eri una sua pedina qualsiasi cosa tu facessi, o meno; tutto era sotto il suo assoluto controlla, senza nessuna via di scampo.
Ho sempre cercato di contrastarlo, in qualsiasi modo possibile. Volevo mostrargli che per me non valeva niente, che era pari al pulviscolo di polvere in una stanza buia: inesistente. Dovevo evitarlo in ogni modo, far finta che lui non esistesse, ma non c’era verso che io riuscissi in quest’impresa, non quando la mia migliore amica non faceva che pensare a lui continuamente.
La prima volta che mi accorsi di desiderare sangue umano riuscii a fermarmi prendendo quelle dannate Compresse Ematiche: il risultato, a lungo andare, furono mal di testa atroci (come se il cranio mi dovesse scoppiare da un momento all’altro) e una sete che avrebbe steso chiunque; sentivo la Bestia dentro di me ruggire per essere liberata, aveva sete di sangue vero, voleva sentire quell’ambrosia calda, ferrosa e dolciastra scivolarle lungo la gola, assaporare ogni battito accelerato della sua vittima come se fosse un concerto in suo onore. Bramava la morte selvaggia di un qualsiasi umano privo di utilità, ma sentiva anche ciò che la parte “razionale” desiderava: la morte di un qualsiasi Vampiro. Forse grazie al fatto di essere un Hunter, e fronteggiare quei mostri appena mi si presentava l’occasione, ha fatto in modo che non impazzissi subito.
Non ci volle molto perché il mio tormento avesse inizio: essere un Guardian della Cross Academy riuscì a portarmi a quel traguardo. Prima il senso di superiorità che trapelava da ogni poro di Kuran, poi il richiamo del sangue che si faceva sempre più impellente; tutto ciò, combinato con l’ossessione che aveva Yuuki per il Pureblood, riuscì a portarmi sull’orlo del baratro: fu in quel momento che Yuuki riuscì a fermare la mia mano dal premere il grilletto; tutto quello che volevo era stare in pace, tutto quello che gli altri sapevano darmi era dolore.
La cosa più esilarante fu Kaname Kuran che si offrì di “donarmi” il suo sangue per dover più mordere Yuuki (il suo ricordo mi si stampò in mente, come una bruciatura sulla pelle: indelebile). Era potente. Sapevo che Kuran fosse uno dei Vampiri (se non l’unico) più forte, temuto e potente, ma non pensavo che il suo sangue avrebbe potuto farmi un effetto simile; cercai di non darlo a vedere, ma la cosa mi impressionò molto: per mesi riuscii a stare senza sentire il minimo bisogno di una goccia di sangue. Per contro, il suo sangue mi mandava fuori di testa: lo avevo sempre sotto il naso, come se quel collo sottile e latteo non si fosse mai allontanato; lo potevo sentire sulla punta della lingua anche dopo essermi nutrito di cibo umano per giorni; ce l’avevo in circolo per mesi e lo sentivo pulsare sotto pelle, vivere e tenere in piedi il mio corpo come se fosse l’unico palo a reggerlo. E lo sentivo nella mia testa: era diventato la mia ossessione, e non solo il sangue, ma anche il suo proprietario! Avevo notato come lo incontrassi più spesso, come ci imbattemmo ogni giorno di più l’uno nell’altro, che fosse alla presenza di Yuuki o meno.
Mi sentivo completamente inutile, inferiore e non degno di essere di essere ancora in vita. Per ogni movimento che facevo mi sembrava di mettere il piede in fallo, di essere giudicato da tutti (Kaien, Yagari, Night Class, Day Class, Yuuki, Kaname); sentivo il disprezzo scorrere su di me come l’acqua di una cascata; ed ogni maledetta volta c’era lui lì a riprendermi, a spiegarmi come mi dovevo comportare per non far preoccupare Kaien o Yuuki (come se a lui fosse importato): e allora mi sentivo ancora più idiota ed inutile, con una stupida rabbia che montava dentro e che io rivolgevo tutta verso il Vampiro; e mi dava ancora più fastidio quella maschera di falsità ed ipocrisia che indossava quando ciò accadeva, ero solo un’altra delle sue pedina su un enorme scacchiere immaginaria: lui mi indicava ed io mi muovevo. E se anche avessi sbagliato direzione, non ci sarebbe stato problema, da bravo stratega avrebbe rigirato il coltello dalla parte del manico. Fu così che morì Ichiru: perché io mi rifiutai di agire secondo il suo volere, e allora mio fratello ne pagò le conseguenze. Mi fece dissetare col suo sangue, assaggiare la sua carne, diventare una cosa solo nel corpo e nell’anima…tutto perché il principino, la mia ossessione doveva proteggere Yuuki da quel Rido Kuran che il Pureblood aveva stabilito tempo addietro dovessi essere io ad uccidere. Io, che non volevo avere niente a che fare con lui e Yuuki, che trovavo sin troppo giusta la disfatta di Kaname Kuran solo per il mero piacere di vederlo soccombere, almeno una volta.
Mi aveva tolto tutto. Mio fratello (la mia unica famiglia); la mia migliore amica, che aveva scelto di tornare Vampira per poter stare di nuovo con suo fratello, per avere quel posto tanto desiderato accanto alla persona che amava; la scelta di vita o morte sebbene, non avendo più motivo di essergli utile, non dovendo più essere lo scudo di Yuuki Kuran, potessi fare di me quello che volevo. Ma come potevo dopo che la mia nemesi, la mia ossessione mi era entrata dentro a tal punto da trasformare l’odio in amore, o qualcosa che gli somigliasse? D'altronde si sa, è sottile la linea che separa i due sentimenti.
Alla fine di tutto se ne andarono, e la mia ossessione mi corrose l’anima; per colpa del suo dannatissimo sangue lo avevo sempre in testa, sempre intorno a me, sempre a intossicarmi. Cercai di non pensarlo in ogni modo possibile: cavalcando, tornando ad essere un normale studente attento alle lezione, tornando ad addestrarmi con Yagari e con Kaito…tornando a fare quello che mi riusciva meglio: uccidere Vampiri, l’Hunter.
E cosa mi impedisce adesso di finire quel compito interrotto anni fa’? Ora che ho visto la tua felicità e quella di Yuuki Kuran, cosa me lo impedisce? Forse il tuo sguardo che non si discosta dal mio? I tuoi occhi amaranto così incollati ai miei? La curiosità che vi leggo dentro? Sono diventato bravo a leggerli…eppure non la vedi l’ombra su di me? Quella che ho cercato di tenere incatenata per anni, quella che aveva sete di vite umane ma anche di Vampiri? Deve sparire per sempre, non posso lasciarla andare indisturbata; il sangue di Ichiru lo sento ancora in me, che circola libero, ma non riesce più a tenere la Bestia sedata: ha ricominciato a reclamare la sua libertà, ed io sono troppo stanco e solo per poterla affrontare. Hai lasciato il vuoto intorno a me eppure…perché ho ancora bisogno di te? Sono sadico, non può essere altrimenti. Il prigioniero innamorato del carceriere, più scontata di così la storia non poteva essere; non quando si parla di me.
E l’unica soluzione non è mai stata così chiara come negli ultimi due mesi: la Bloody Rose mi è sempre a fianco, fedele compagna di avventure. Adesso avrà inizio l’avventura più grande di tutte…
Quando la riunione viene sciolta ci dirigiamo tutti verso il salone principale, tutti dovranno osservare l’entrata in società della Vampira ritrovata: Yuuki Kuran. E quando la vedo, non riesco a sovrapporre l’immagine di questa Yuuki a quella dei miei ricordi di quanto eravamo piccoli. Mi concentro più su Kaname, che lo vedi osservarti con la coda dell’occhio.
La sala sembra andare in panico quando oso afferrare il polso della loro Principessa senza alcun riguardo per la sua persona: come se me ne fregasse qualcosa! Nessun Vampiro deve permettersi di toccare un essere umano di fronte a me, anche se questo dovesse essere la migliore amica che avevi quando eri un umano. Non le permetto di toccare Yori, ma so che Kaname le darà la possibilità di parlarle in privato, e tanto basta.
È proprio questo il momento che stavo aspettando, quello in cui nessuno si accorge della tua presenza, se ci sei o meno, quali sono le tue intenzioni. Lascio Kaito ad occuparsi di tutto, non ha bisogno di me; sulla porta-finestra che da’ sull’immenso giardino, mi volto per osservare ancora un volta il volto latteo di Kaname, i suoi occhi amaranto che continuano a guardare tutti con un moto di superiorità e sufficienza. I nostri occhi si incrociano, e posso sentire il mio intero corpo bruciare per quella curiosità e muta domanda che vi leggo dentro. Con un piccolo sorriso che aleggia sulle mie labbra, volto le spalle a tutto e tutti e mi immergo nel silenzio del giardino.
Tiro fuori la Bloody Rose, me la rigiro tra le mani come se non l’avessi mai tenuta tra di esse. Adesso sarebbe facile far zittire tutto, finire ciò che avevo iniziato tempo fa’, senza che nessuno si intrometta nei miei piani. Sono tutti troppo intenti a festeggiare la nuova arrivata o a tenere d’occhio che i Vampiri non facciano passi falsi, per accorgersi di un piccolo ed insignificante Hunter che ha lasciato la sala. Al massimo sentiranno lo sparo, ma quello che vedranno sarà solo polvere al vento, nessuna Bestia lasciata in vita e nessun burattino inutile a calpestare ancora suolo terrestre. Solo polvere al vento…
La Bloody Rose è sensibile a queste cose, sarà una cosa veloce; basterà solo una leggera pressione dell’indice sul grilletto…e…
BANG!
La caduta è la prima sensazione che avverto…
Voci distanti riecheggiano nella mia testa…*

Le ultime due frasi sono riprese dal film "Gabriel la furia degli Angeli"
spero di non avervi tediato con questo scritto, alla prossima (sperando che sia di ben altro tipo u.u )

  
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