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Autore: smokinbomb    03/12/2011    0 recensioni
D.GRAY MAN: Lavi x Kanda + original character
Era da ormai qualche mese che la sua testa era tormentata da quel sogno, o meglio, incubo ricorrente.
Era una dimensione strana, senza tempo e proporzioni e c'erano lui, Yu, un pavimento, sangue e morte.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altro personaggio , Rabi/Lavi, Yu Kanda | Coppie: Rabi/Kanda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un sogno color cremisi
è solo un sogno, vero?



Era da ormai qualche mese che la sua testa era tormentata da quel sogno, o meglio, incubo ricorrente.

Era una dimensione strana, senza tempo e proporzione e c'erano lui, Yu, un pavimento, sangue e morte.

Ogni notte Lavi si svegliava sudato, quasi febbricitante e riusciva a riacquistare la sensibilità di gambe e braccia solamente quando, arrivato con il suo solito passo strascicato in mensa, vedeva quel viso scorbutico ma bellissimo seduto per conto suo facendosi rigorosamente gli affari suoi.

Solamente in quel momento poteva dire di aver veramente ricominciato a respirare.

Con il suo solito sorriso stampato in volto, gli si sedette vicino, il cuore gli batteva all'impazzata per l'emozione mentre il suo unico occhio di una smeraldina speranza, si specchiavano nei due inespressivi e senza sentimenti color dell'oceano più profondo dell'amico.

Parlarono, per lo più parlò Lavi lasciando che Yu si limitasse ai suoi soliti commenti sarcastici e monosillabici, contornando il tutto con quel suo sorriso sadico che il rosso tanto amava.

Eppure, anche se non erano parole d'odio quelle che uscivano dalla tagliente bocca di Kanda, il suo cuore si spezzava ogni volta che quella voce profonda gli dava l'amara consapevolezza del fatto che niente di ciò che aveva davanti sarebbe mai potuto essere suo.

Non lo dava a vedere, Lavi, che la cosa gli pesava.

Non lo dava a vedere che ogni istante passato insieme all'amico era come una coltellata al cuore.

Il ragazzo dai capelli rossi, quella mattina, mangiò piano per potersi gustare ogni piccolissimo aspetto di quella figura perfetta.

Il suo sguardo si posò più volte su quello di Kanda, per poi lasciare che cadesse imbarazzato al tavolo.

Per Lavi, non c'era nulla di più difficile di carpire e mantenere quel contatto visivo.

Poco dopo, in un momento di coraggio, tornòad imbattersi a quelle iridi blu notte, dimostrando con quanta intensa bramosia desiderassero ogni piccolissima apparenza di quell'essere.

Kanda capì.

Capiva sempre tutto.

L'esorcista corvino si alzò piano, gettando nell'immondizia il resto della sua sbocconcellata colazione, per poi incamminarsi piano verso il corridoio che separava la sala della mensa dalla sua squallida camera.

Lavi finì la sua in un boccone, lasciò tutto lì sul tavolo senza preoccuparsi di nulla e si incamminò veloce dietro Kanda.



C'era un piccolo tratto di corridoio che sperava la desolata camera del samurai dalla mensa; Lavi passò ogni istante di quel percorso fissando la schiena nivea dell'amico, in particolare la sua vista si poggiava melancolico su quella macchia nera d'inchiostro che, minacciosa, si espandeva fino alla spalla sinistra dell'esorcista.

Lavi sospirò sommessamente: chissà quale segreto nascondeva quel tatuaggio così inquietante, che ogni giorno sembrava diventare sempre più grande e pericoloso.

Il rosso ricordava perfettamente che qualche tempo prima, quando aveva conosciuto Kanda, quel tatuaggio doveva essere un quinto di quello che era diventato ora.

Si chiedeva il motivo, se lo chiedeva da quando erano usciti da quell'arca miracolosamente vivi e non aveva mai avuto il coraggio di chiedergli che cosa rappresentasse quella screziatura della sua pelle candida.

Quando qualcuno ci provava, la domanda cadeva nel silenzio.

Sospirò piano, tormentato da quei pensieri vorticosi, continuando a camminare dietro l'amico, fino a quando non raggiunsero la porta di quella camera.

Sospirò piano mentre ancora fissava, da dietro, Kanda e aspettava che aprisse.

Il suo sguardo tornò tristemente a fissare il pavimento, fino a quando non rialzò gli occhi non sentendo il familiare suono del chiavistello che scattava liberando la serratura.

Guardando dritto davanti a sé, notò lo sguardo interrogativo di Kanda che subito dopo aggiunse quasi infastidito.

"Che c'è?"

Lavi scosse piano la testa, tornando a sorridere, un sorriso leggermente più falso di quelli precedenti ma comunque di quelli che tolgono il respiro.

A tutti tranne che a Kanda.

Disse solo un biascicato "niente...", quasi sussurrato, mentre Yu si girava piano la maniglia aprendo la porta.

Lavi entrò piano seguendo l'amico; ogni volta che varcava quella soglia il suo cuore cominciava a battere a ritmo sfrenato e quella volta non fu certo un'eccezione.


Non passò molto, la passione li travolse in un turbinio delicato, crudele e senza pietà.

Una tempesta di emozioni, sensazioni e gemiti mentre tutto andava finalmente nella direzione giusta.

Lavi chiuse piano gli occhi, portando delicatamente le braccia intorno al corpo perfetto di Yu.

Cingeva piano quelle spalle, sentendo quel profumo che solamente l'amore che provava per Kanda ea riuscito a fargli sentire.

Stare tra le sue braccia era la sensazione più bella che avesse mai provato in tutta la sua vita; il calore che esse davano non poteva essere confrontato con nulla di terrestre.

Era tutto così perfetto, un castello di carte costruito di fianco ad una finestra aperta in una giornata ventosa.

Sarebbe bastata una leggera brezza, a far crollare tutto.

La folata arrivò sotto forma della voce strascicata di Lavi, un solo "ti amo..." quasi un bisbiglio che in realtà era un rumore perforante, tutto andò in pezzi.



Kanda si alzò, lo sguardo freddo e quasi glaciale puntato su quello di Lavi.

"Non erano questi i patti"

Si vestì, uscì dalla stanza lasciando l'altro da solo su quel letto che ancora sapeva della loro passione scosso dai brividi.

Come poteva essere così crudele?

Come poteva, sopo tutto quello che era successo tra loro essere ancora così gelido?

Così... indifferente.

Come poteva essere ancora Kanda dopo che Lavi aveva fatto di tutto per conoscere Yu?


Non seppe per quanto fissò quel pavimento, seppe solo che quando si alzò da quel letto ancora dai suoi occhi non avevano ancora smesso di lasciar cadere quelle lacrime, amare e brucianti nello stesso momento.

Si asciugò le lacrime, uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle sentendo un tuffo al cuore.

Vide la porta della sua stanza ma per il momento la evitò.

Deviò per la camera di quella ragazza, sperando di trovarla nella sua stanza in una giornata così fredda.



Bussò piano alla porta della ragazza, il "click" familiare del chiavistello fece trovare al rosso finalmente un po' di pace.

Il ragazzo prese lei per mano, la baciò senza troppo trasporto, le regalò un sorriso triste incrociando quegli occhi dorati, così diversi da quelli di Kanda.

Scosse piano la testa per poi baciarle la bocca nuovamente carezzandole quei capelli ricci e biondi, così diversi da quelli di Kanda.

Non sentì nessun battito accelerato, nessuna sensazione particolarmente piacevole; d'altronde non era lei la persona di cui Lavi era innamorato.

Camminarono lentamente per il corridoio, mano nella mano mentre il pensiero di Lavi viaggiava a leggero a Kanda, soffermandosi su quella figura longilinea e perfetta che non avrebbe mai voluto incontrare in quel momento, in quel corridoio.

Ah, ironia della sorte o scherzo della fortuna: in qualunque modo fosse chiamato, quello che successe fu ovviamente ciò che Lavi aveva desiderato non accadesse mai.

Kanda camminava piano, aggraziato come al solito di ritorno dalla doccia dopo l'allenamento.

Teneva un asciugamano in mano, i capelli corvini ancora gocciolanti.

Nessuno dei due si fermò, si fissarono negli occhi e quello che fece Kanda subito dopo lo sconvolse nel profondo.

Niente, Yu non fece nulla.

Si limitò ad un cenno di saluto ad entrambi, per poi varcare la soglia della sua camera come nella fosse, come se quello che aveva appena visto in corridoio mano nella mano con una ragazza, non fosse la persona che poco prima stringeva tra le sue braccia.

Lavi si portò la mani libera alla bocca, disgustato, entrò nella sua camera con lo sguardo interrogativo lo seguiva come in trance. Il ragazzo non spiegò nulla, si limitò a dedicarsi a quella ragazza facendo finta di nulla, proprio come aveva deciso di fare Kanda.

Fu una cosa veloce, nessun sentimento travolgente, solo uno sfogo.

La ragazza uscì dalla stanza senza nessuna coccola, gli occhi dorati ancora contrariati e interrogativi.



Di sicuro Kanda non avrebbe sofferto per lui, non sarebbe stato un problema per Yu pensare ad altre ragazze insieme a lui.

Lavi rimase fermo, pensava a Kanda, a cosa stava facendo non sapendo che in quel momento stava provando lo stesso dolore che provava l'esorcista.

In quel momento qualcosa, una cosa estremamente importante, cominciò a scheggiarsi.

Tutta la sua vita all'ordine, Lavi l'aveva passata tra missioni e tentando invano di conoscere Yu, cercando la sua compagnia, cercando solamente di buttare giù quel muro insormontabile che aveva scritto sopra a caratteri cubitali "Kanda".

Tutto inutile.

Una vita sprecata.

Lanciò la lampada contro il muro con rabbia, distruggendola.

Rimase in camera fino al giorno dopo, dormì, penso molto.



Non sapeva che ora era, poteva vedere uno spiraglio della finestra che dava su una notte senza luna "buffo" pensò "il cielo sta notte ha lo stesso colore dei suoi occhi".

Era buio, un'altra volta, l'ennesima, quel sogno?

Lavi si alzò da letto, in mano trovò quel coltello dei suoi mille incubi.

Ecco, ora si sarebbe girato verso sinistra e avrebbe trovato Kanda che dormiva pacifico, bello come sempre, l'unica luna che si sarebbe potuta vedere in quella notte, nel suo letto. Si girò, non lo vide.

Si avvicinò barcollando alla porta, il pomello era freddo sotto le sue mani e si aprì piano, con una sola spinta. Pochi passi e si trovò davanti a quella stanza che aveva fissato tanto tempo.

Tutto taceva.

Non bussò, si limitò a dare una spinta anche a quella porta, era davvero aperta?

Certo, quello doveva essere di sicuro un sogno, Kanda non avrebbe mai dormito con la porta aperta, qualche coniglio sarebbe potuto sgattaiolare dentro a dargli fastidio.

Lo trovò sveglio, il suo Yu.

Lo trovò sveglio che fissava la persona sulla sua porta, con aria interrogativa guardando prima il viso di Lavi, poi il coltello dalla lama lucente.

"Perché fai quella faccia Yu? È solo un sogno!"

Si avvicinò piano a quel letto, carezzò il viso niveo con la mano libera.

Quel candore quasi sovrumano era un così dolce contrasto con quella stanza scura in quella notte torbida.

Gli salì piano sopra, in un sogno poteva farlo, giusto?

Sentì il cuore cominciare a battere forte.

Lo baciò piano, guardò quegli occhi scuri segnati da uno sguardo terrorizzato, poi il liquido scarlatto cominciò a sgorgare senza sosta.

"È solo un sogno"

Si dice.

Il suo sangue scorre tra le sue mani.

"Può un sogno dare sensazioni?"

Un sogno non fa provare caldo e freddo.

"È solo un terrificante incubo. Ora mi sveglierò"

Si dice.



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Yattaaaa, spazio autrice:

No, vabbé, niente da dire. Interpretatela come vi pare, io mi stupisco di me.
Comunque questa fic è un repost da un mio vecchio account.
Vi amo(?).
  
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