Terza media. Anzi, fine della terza media, esattamente una settimana dopo gli esami. Immaginate 4 ragazzi, amici, partono per stare insieme una settimana al mare, prendono il treno e vanno, ci sono solo i genitori di una delle due ragazze, ma stanno sulle loro, non vogliono disturbare. Prendere il treno solo con i propri amici fa diventare grandi, o meglio, fa sentire grandi. Sono contenti, perché li aspetta la settimana più bella della loro vita. I giorni passano velocemente e ogni giorno c’è qualcosa da fare, un giorno al mare, un giorno a dormire, e poi si esce la sera e ci si prende una birra, comprata dalle ragazze, perché sembrano più grandi, e poi sulla spiaggia ad organizzare già le prossime vacanze, poi una sera si va al faro. Il faro. Dove tutto di cui vi voglio parlare ebbe inizio. Per arrivare a quel faro bisogna percorrere una ponte di cemento, oppure si può tentare di fare il pezzo sugli scogli, giusto per dare un po’ di brio alla camminata. Lei sale su questi e inizia a camminare, “non mi accompagni?” chiede e lui senza rispondere sale, le sorride e la prende per mano “sai non ci dimenticheremo questa sera” gli dice “lo so” risponde e le stringe la mano, vanno fino al faro, mano per mano, si sdraiano sulla pietra levigata, dietro il faro e davanti il mare, l’infinito e sopra di loro solo le stelle. Lei gli si avvicina e lui strofina il suo naso contro il suo. “non me ne andrei mai” dice lui “neanche io” risponde. Da lontano una voce “ce ne stiamo andando” si alzano, un’ultima occhiata al mare. Ci mancherai e se ne vanno. È notte, la luna fa passare uno spiraglio di luce nella stanza in cui dormono tutti. Le ragazze dormono nel letto matrimoniale i due ragazzi su due letti separati. Lei è sveglia con la sua amica “cosa faccio?” chiede, dentro di sé sente un mondo che sta esplodendo “va’ da lui” le consiglia l’amica “non ho coraggio” dice lei “fallo, non hai niente da perdere” l’abbraccia e le dice di nuovo di andare. Ha tanto da perdere pensa lei, ma lo deve fare, perché se no, non accadrà nulla. “buona notte” le dice ed entra nel letto con lui. Lui si gira “chi sei?” lei arrossisce, lo sapevo si dice fra sé e sé, lo sapevo, lo sapevo “sono io” lui l’abbraccia e le dice “andiamo giù” la casa infatti è a due piani, escono nel giardino della casa, è notte fonda ed è anche quasi mattina, che male c’è a fare una passeggiata a inizio mattina? Si incamminano, fa freddo, anche se è ormai estate, lui le dà i suoi pantaloncini del pigiama e rimane in boxer, entrano nei cortili delle case altrui, salgono sulla statua del paese, intanto inizia ad esserci più luce, camminano mano nella mano, a piedi nudi per strada, si sdraiano in mezzo a uno stradone, non c’è nessuno, entrano in un parco, stanno lì per un po’, sono le sei e i bar e i fornai aprono le saracinesche, iniziano a girare i camion e dicono “buon giorno” a chiunque incontrino, perché è una giornata fantastica e grazie a loro lo sarà anche per loro. Tornano a casa, i genitori dell’amica arrabbiati, salgono in camera con la coda fra le gambe “buona notte” “buon giorno” le sorride e vanno a dormire in letti separati. La sera dopo, torna nel letto da lui “ben tornata” lui l’abbraccia e sta per baciarla, quando lei inizia a tremare “hai paura?” e di paura lei ne ha tanta ma risponde dicendo che ha freddo, lui si avvicina e la bacia. Il giorno dopo tornano a casa, di nuovo in treno, e quando scendono si prendono per mano. È ormai estate, si vedono per qualche giorno e lei poi parte. Prima di partire “ci sentiremo tutti giorni” sì, risponde lei, si baciano, e con una lacrima che scende gli volta le spalle e sale in macchina, verso l’estate aspettando con ansia la fine di questa.