Ancor ti vedo,
Ulisse, o naufrago!
Non hai né porti, né navi, né confini:
approdasti a mille terre infinite
e respirasti molti fiori di spuma,
ma sorgono da Oriente gli stormi
di Sirene,
e l’anello d’Oceano continua a ruotare.
Ci son giorni di soli e di stelle,
Ulisse, o naufrago!
Ma la via è oltre la carne e l’ombra,
è la gioia che sacrifica la virtù,
è la paura in seno alla notte.
Gridasti il tuo nome, per chiamar gli dei;
tu sei il ritorno, io i suoi mille anni:
ma la terra giungerà a noi, infine.