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Autore: Cicciopalla    04/12/2011    3 recensioni
« Torniamo di là, ti va? » gli domandò il batterista, sempre con quell’espressione eterea.
Tomo annuì, come un bambino dopo che la mamma gli ha medicato le ferite e chiesto se volesse un gelato.
Shannon sorrise e gli diede un lungo bacio, che sapeva più di addio che di arrivederci.
Ma questo, come al solito, spettava a Tomo deciderlo.
Genere: Malinconico, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Someone Like You.



I heard
that you're settled down
that you
found a girl
and you're
married now

 

Shannon lo guardava di sottecchi.
L’oscurità della platea gli giocava a favore:
poteva permettersi di spiarlo quanto voleva,
senza che lui se ne accorgesse.

 

I heard
that your dreams came true
I guess she gave you things
I didn't give to you

 

Si studiò per bene quel volto
che più e più volte aveva accarezzato,
baciato, bramato.
Arrossì lievemente,
mentre i flash di tutti i momenti passati assieme
riaffiorarono nella sue mente.
Sì, ne era proprio innamorato.
Ma allora, come aveva fatto a perderlo?
Perché aveva permesso che glielo portassero via?
Di colpo si rabbuiò, e dopo aver lanciato maledizioni
e occhiatacce a quella stupida fede che portava al dito,
ritornò a concentrarsi sull’esibizione.

 
 

Old friend, why are you so shy?
it ain't like you to hold back or hide from the lie.

 

Tomo notò il repentino movimento di testa
dell’amico che gli sedeva di fianco.
Si era già preparato un sorriso sornione,
che solitamente si scambiavano per riempire
il vuoto creato dalla mancanze delle parole;
ma quella volta il sorriso gli morì sul nascere,
quando notò che il suo compagno faceva di tutto per
evitare il suo sguardo.
Perché faceva così?
Perché da quando gli aveva detto del matrimonio,
era cambiato così radicalmente?
 

I hate to turn up out of the blue uninvited,
but I couldn't stay away, I couldn't fight it,
I had hoped you'd see my face,
and that you'd be reminded that for me it isn't over.

 
Tomo in fondo lo sapeva,
ma non voleva ammetterlo.
Non voleva ammettere che gli aveva spezzato il cuore.
 

Never mind, I'll find someone like you,
I wish nothing but the best for you, too,
Don't forget me, I beg,

 

Shannon voleva davvero dirglielo.
Voleva scongiurarlo di tornare con sé,
o almeno di permettergli di vedersi qualche volta.
Fanculo la vita coniugale, lo scandalo,
fanculo tutto e tutti.
Lui aveva bisogno di Tomo,
e sentiva che anche Tomo aveva bisogno di lui.
Ma il torto non l’aveva fatto lui.
Perciò aspettava.
Aspettava che Tomo, in qualche modo, si scusasse.

 
 
 

"Sometimes it lasts in love,
But sometimes it hurts instead,"
Sometimes it lasts in love,
But sometimes it hurts instead, yeah.

 
No.
La loro storia non poteva finire così.
Nonpoteva e non doveva.
E spettava solo a lui porre rimedio a questa situazione.
 
 

Lievemente, portò la sua mano su quella di Shannon, e la sfiorò dolcemente.
Shannon si sentì percorrere da brividi.
Perché continuava a torturarlo in quella maniera?
Provava così tanta gioia a vederlo soffrire come un cane, mentre lui era bello e felice nel vivere il suo perfetto matrimonio?
Il batterista, comunque, si girò, cercando di apparire più calmo di quanto in realtà non fosse.
Il chitarrista mimò un “Vieni in bagno” e, con molta nonchalance, uscì dall’incastro delle persone ammassate sulle poltrone e si avviò nella toilette.
La parete ricoperta di mattonelle bianco candido ovattava la musica che si riusciva a percepire a stento.
“Meglio” pensò Tomo. “Così riusciremo a parlare senza problemi.”
Il croato si appoggiò al bordo di uno dei quattro lavandini in fila alla destra della porta, e aspettava Shannon. I minuti passavano, ma ancora non era arrivato nessuno.
Pensò veramente che il batterista gli aveva dato buca, quando finalmente, la porta, cigolando, si aprì.
L’americano entrò dentro, grattandosi la nuca.
« Scusa, non riuscivo a passare da quell’ingorgo di gente. Sai, i VIPs di oggi non sono più educati come quelli di una volta. » disse, buttando giù una risata nervosa.
Tomo abbozzò un sorriso ma tornò subito serio.
Preferì affrontare la faccenda subito, di petto, senza rigiri di parole.
« No, quello che qui si dovrebbe scusare sono io. » iniziò, prendendo a contorcersi le mani per distendere i nervi in qualche modo.
« Per cosa? Per avermi convocato in bagno senza l’autorizzazione scritta e firmata dai genitori? » ironizzò nuovamente il batterista, incrociando le braccia al petto.
In realtà sapeva.
Sapeva fin troppo bene dove il croato volesse andare a parare.
« Shannon. Per favore, non… - focalizzati ti prego. Voglio chiederti scusa per ciò che ti ho fatto. Per come mi sono comportato. Sono stato davvero uno stronzo. Ho pensato solo a me e alla mia felicità, senza tenere conto di te, e me ne pento. Potrei usare come scusante la sorpresa dell’evento e l’enorme cambiamento che essa poteva avere su di me e sulla mia vita, ma non lo farò. Perché so di avere torto fin dal principio e perciò ti chiedo scusa.
Ti chiedo solo di… di non reprimere il tuo odio che hai verso me, perché potrebbe essere peggio poi in seguito. Potresti stare veramente male in fatto di salute e ciò farebbe impazzire Jared, lo sai. E anche me, ovviamente. Quindi, sfogati. Ora e subito. Se vuoi picchiarmi fallo, dirò che sono caduto… »
« Tomo? »
« …oppure sai, conosco un’ottima palestra dove fanno arti marziali e roba del genere. Jared mi aveva chiesto di cercare materiale per lui- »
« Tomo?! »
« …o non so, potresti trovarti un hobby, a parte suonare s’intende. Dicono che cucinare sia ottimo per distend- »
« TOMO! »
Il croato si zittì all’istante e lo guardò impaurito, ma pronto per qualunque cosa lui decidesse di fargli.
« Tomo… io, io non ti odio. » Shannon si avvicinò, a piccoli passi, finché non gli fu distante una ventina di centimetri.
« Ah… no? » Tomo sembrava sorpreso.
Lui si odiava per cosa aveva fatto e se avesse avuto la possibilità, si sarebbe più volte schiaffeggiato da solo. Però quando qualcuno si picchia consapevolmente non mette mai tutta la forza che userebbe per picchiare qualcun altro.
« No! Ma che domande! Vorrei solo che questo non fosse successo. Che stessimo ancora nella situazione di prima ma HEY! Così è la vita, perennemente bastarda. E io dovrei saperlo abbastanza bene, giusto? » Shannon sorrise dolcemente a Tomo, che si sentì sempre più in colpa.
Gli era stato donato un angelo sotto forma di batterista amante del sesso e lui non era stato così sveglio da accorgersene.
« …quindi? » chiese, dopo attimi interminabili di silenzio.
Nessuno dei due voleva arrivare a quel punto della conversazione.
« Quindi… quindi credo che spetta a te decidere. Io non posso costringerti a tradire tua moglie. E’ una tua decisione. Tu che cosa vuoi, Tomo? » chiese il batterista, accorciando ancora la distanza fra loro. Arrivato a qualche centimetro da lui, gli pose con delicatezza una mano sulla guancia e gliela accarezzò, sempre con quel sorriso così estraneo dal suo volto: sembrava quasi innamorato, strano ma vero.
« Io… non, non lo so. »
Le lacrime incominciarono a sgorgare dagli occhi coloro cioccolato e rigare il volto dai lineamenti stranieri del chitarrista. Aveva la mente troppo confusa per lasciare spazio ad una così grande decisione.
Sapeva che voleva sia Vicki che Shannon, ma che non avrebbe potuto mai e poi mai tradire Vicki, anche se con Shannon che ormai era parte integrante di lui.
« Hey, hey, tranquillo. Fa niente se per adesso non lo sai. Abbiamo una vita davanti. Tu hai una vita davanti. Riuscirai a fare mente locale e prendere la tua decisione. Io sarò sempre qui ad aspettarti, qualunque cosa succeda. Promesso! » lo consolò Shannon, asciugandogli le guance con le dita.
« G-Grazie, S-S-Shannon! » singhiozzò il croato fra i gemiti.
Il batterista, allora, lo abbracciò forte, coccolandolo a sé, finché non ritenne che fosse giunta l’ora di riunirsi con gli altri. Probabilmente Jared aveva già sguinzagliato la sua squadra di ricerche per indagare sulla loro scomparsa.
« Torniamo di là, ti va? » gli domandò il batterista, sempre con quell’espressione eterea.
Tomo annuì, come un bambino dopo che la mamma gli ha medicato le ferite e chiesto se volesse un gelato.
Shannon sorrise e gli diede un lungo bacio, che sapeva più di addio che di arrivederci.
Ma questo, come al solito, spettava a Tomo deciderlo.




CICCIOPALLA'S CORNER: E non poteva mancare il consueto appuntamento alla cazzatellaggine (?) con Miss. Cicciopalla ù_ù
No, tornando seri: che tristezza, non è vero? D:
Non è da me ç_ç Losssso, però è stato istintivo. E infatti si vede XDDD 
Devo ancora esercitarmi sui discorsi complicati, sapete. Cioè a 'sto punto dovrei esercitarmi su tutto, ma vabbeh è_é
ENJOY ~

PS: NO, non era questa la megasuperiperfantastica shomo. Quella non so quando e se arriverà mai X°D Mi trovo ad un punto morto. Nel frattempo però, posterò ogni tanto qualcosina per farvi ricordare di me e del mio gravoso ritardo ùù
Vi amo tutti (?) 
<3
   
 
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