Amy Jackson

Ero in camera mia, distesa sul mio grande letto da piazza e mezza, il mio corpo era delicatamente posato sul cuscino verde, tutto rannicchiato, come un riccio. Io sono sempre stata una ragazza che ha avuto tutto ciò che desiderava, nonostante il problema che avevo al cuore, nessun medico era riuscito a capirlo, anzi, quello che ce l’aveva fatto era sparito, così, di botto. Mia madre mi ripeteva in continuazione: "Amy,qualunque cosa tua abbia non ti devi preoccupare, perché ci saremo sempre noi qui, pronti a salvarti e a pagare miliardi per curarti". Lei di certo non capiva, io sarei potuta morire in qualsiasi momento. Ero in grave pericolo. Alcuni mi dicevano che una parte del cuore non mi batte, uno di loro mi ha persino detto che non la ho proprio! Sono veramente pazzi quelli che diagnosticano queste cose, dovrebbero mandarli in galera, una persona no può vivere con metà cuore. A volte le mie amiche mi ripetono che i ragazzi guardano quello che c’è fuori, e non quello che c’è dentro, quindi anche se avessi metà cuore o qualsiasi altro problema ad esso loro non lo avrebbero notato. Anche se loro vogliono consolarmi lo fanno in modo sbagliato, perché non sanno com’è sentirsi malata ogni giorno della propria vita. Vorrei così tanto trovare una cura, a volte penso che l’unica sarebbe la mia morte. Almeno non dovrei più preoccuparmene, e tantomeno i mia madre e il mio patrigno. Mio padre ci ha lasciato quando avevo sei anni, ne sono passati dieci ormai, ma non è morto, anzi tutt’altro, è partito per l’Italia, credo, in questo lungo periodo senza di lui ho ricevuto una sola lettera da lui, dove diceva che stava per partire dall’Italia per andare in Svezia a trovare i suoi parenti, o i miei nonni e zii lontani. Secondo me avrà trovato un’altra donna e si sarà già fatto una nuova famiglia, ma ormai non mi importa più di lui.

Logan Black

Io non sono un ragazzo normale, sono malato, ho problemi al cuore che nessuno potrà mai risolvere. Io, i miei nonni e mia sorella abbiamo girato il mondo per trovare una soluzione. Dalla piovosa Londra alla mitica New York dove ora abito, abbiamo esplorato il mondo solo per me. Io non ho più dei genitori, mia madre è morta di parto, e mio padre di una grave malattia, il mio psicologo dice che io ho problemi al cuore, ma non è una malattia, è solo perché ho sofferto per la morte dei miei genitori, ma allora mia sorella Jane? E i nonni?, anche loro avranno sofferto, forse pure più di me. Sedici anni vissuti così, quasi sprecati. Tra lunghi viaggi e sofferenze. Mio padre è deceduto il 6 Novembre 2001 quando io avevo ancora sei anni. Mia sorella ha sofferto molto di più di me e dei nonni messi insieme, loro due avevano un bel rapporto. Ora non abbiamo ancora trovato una cura alla mia malattia, dicono che mi metteranno un nuovo cuore, hanno anche diagnosticato che ne ho solo metà e vivo per miracolo. A volte credo di camminare su un filo invisibile, e se cado non ci sarà nessun materasso a rassicurami, ma solo un grande vortice che mi risucchierà la vita. I miei amici mi ripetono che si troverà una cura, e che non mi devo preoccupare, ma non capiscono com’è essere così. Ogni giorno mi sento sempre più diverso degli altri. Mi hanno persino detto che non devo provare emozioni forti perché potrei rischiare, quindi non devo amare nessuna ragazza, devo essere insensibile verso qualsiasi cosa, ma questa è la mia vita, e spero che presto possa finire, così che io possa raggiungere finalmente i miei cari e restare con loro a scambiarci gioiose risate e a ricordare i bei tempi che abbiamo e avremmo potuto passare insieme felici.