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Autore: bittersweet Mel    04/12/2011    4 recensioni
«Hey, sai che forse ho ancora un po’ di cioccolata calda da preparare?»
Infondo il biondo conosceva bene i suoi polli, e il pollo in questione si chiamava Axel e adorava in modo quasi maniacale la cioccolata.
Infatti a Roxas parve quasi di sentire la pancia del rosso brontolare, in richiesta di cibo calorico e dolce.
«E va bene, va bene. Però dopo … » lasciò la frase in sospeso, facendo arricciare il naso al più piccolo.
«Può essere, dipende da cosa trovo nel frigorifero io»
[Axel/Roxas]
Genere: Erotico, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Axel, Roxas
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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«Sai, stavo pensando …»
Axel sospirò, staccando le labbra dal collo arrossato del biondo e sollevando lo sguardo verso Roxas.
«Potresti evitare di pensare in certi momenti?» domandò, inarcando le sopracciglia e sbuffando dal naso, infastidito. Con la mano destra continuò a fare dei piccoli cerchi immaginari sopra il petto scoperto del biondo e subito ritornò a baciargli il collo, ignorando le parole che aveva detto poco prima.
Roxas sospirò, allungando le braccia e tirando una ciocca dei capelli del ragazzo sopra di lui.
«Stammi ad ascoltare, scimmia»
Axel sospirò nuovamente, stringendo con entrambe le mani i fianchi di Roxas e mordendogli la spalla, cercando di fargli male.
«Insomma!» sbottò facendosi leva sulle braccia e sovrastando il biondo «Che c’è, cosa vuoi?»
Roxas sorrise, soddisfatto di aver attirato la sua attenzione. Si sollevò leggermente dal materasso e appoggiò la testa alle testiera del letto, passandosi in seguito una mano tra l’incavo del collo e la spalla come per vedere se fosse ancora intatto.
«Allora, brufolo? Qual è il problema?» domandò nuovamente Axel, sempre più scocciato.
Roxas si morse lievemente il labbro inferiore, divertito. Adorava – no, forse di più- vedere il compagno così infastidito, specialmente quando lo interrompeva durante i momenti più intimi.
Si può dire che era il suo hobby preferito, insieme al collezionare le penne più strane che riusciva a trovare.
L’ultima era a forma di ranocchio, ed era entrata nella sua classifica di penne preferite.
«Stavo pensando …» iniziò, arricciando le labbra rosee e osservando Axel.
Il rosso ringhiò leggermente, trattenendosi dal tirargli una testata.
«Sì, questo l’hai già detto. Quello che mi piacerebbe sapere è al cosa stavi pensando in un momento simile»
«Pensavo che ho fame, ecco» rispose come se niente fosse, facendo spallucce e scuotendo la testa. 
Il maggiore rimase lievemente a bocca aperta, per poi chiudere gli occhi e passarsi una mano sopra le palpebre.

Stupido idiota, stupido stupido marmocchio idiota !
«Insomma, io ti stavo baciando – in modo molto sexy, aggiungo- e tu pensavi al cibo?» domandò, la voce leggermente tremolante dalla rabbia.
Roxas si imbronciò leggermente, allungando le braccia in avanti per aggrapparsi alle spalle di Axel. Se lo tirò vicino e gli passò un braccio dietro al collo. 
Avvicinò la bocca all’orecchio del maggiore e sorrise, divertito.
«Sei tu che mi stimoli, non ci posso fare nulla. Saranno i capelli che profumano …» si fermò un attimo, passando il naso tra i capelli del rosso e facendolo ridere per il solletico «Hai usato lo shampoo alla pesca, per caso? »
Axel scosse la testa, sorridendo.
Non ci riusciva, per quanto volesse afferrare Roxas per i capelli e staccargli la testa a morsi, non riusciva a rimanere arrabbiato con lui. Non quando gli si appiccicava addosso con l’intento mal riuscito di prenderlo in giro.
«Sì, ho usato quello » bofonchiò, allungando il collo e mordendo una guancia al biondo. Roxas si contorse lievemente, pizzicando un fianco di Axel per ripicca.
«Ma è quello che usa mia madre … Ti sei trasformato in una donna, per caso?» soffiò il biondo, passando le mani nella massa informe dei capelli del più grande, divertendosi di tanto in tanto a tirare qualche ciocca.
«Io stavo proprio per mostrarti il contrario, ma a quanto pare tu hai fame
Roxas ridacchiò, allontanandosi dai capelli di Axel e ritornando ad appoggiare la testa sulla testiera del letto.
«Magari la mia idea era di prendere del cibo e provare a fare uhm, come spiegarlo? Ah sì, provare a fare qualcosa di nuovo, ecco» insinuò Roxas, ridacchiando sotto i baffi. 
Axel sobbalzò leggermente, aguzzando lo sguardo e avvicinando il volto a quello del biondo.
«Sei serio?» domandò, lievemente minaccioso.
«Ovvio che no!» sbottò come risposta Roxas, alzando gli occhi al cielo. Davvero ci credeva ancora, dopo tutto questo tempo?!
Il fulvo digrignò i denti per un momento, per poi scuotere la testa e scivolare di lato. Si sistemò bene nel letto e diede le spalle a Roxas, fingendosi offeso.
Il biondo scosse la testa, gattonò verso il fidanzato e si sdraiò comodamente sopra di lui.
« Sei più comodo di quanto sembri .» 
«Evapora, pulce.»
Roxas si passò la mano sopra la bocca per evitare di ridere, mentre con la sinistra continuava a punzecchiare Axel.
«Oh,  come sei infantile.» cantilenò, ben sapendo di infastidire sempre di più il compagno.
Infatti Axel sbuffò seccato, afferrò il lenzuolo e con un colpo secco se lo avvicinò alla faccia, nascondendosi sotto.
«Ma dov’è Axel, non lo vedo più?! Bel bambino, torna in superficie» continuò Roxas, afferrando anche lui un lembo del lenzuolo e tirandolo. 
Quella sera Roxas si stava divertendo particolarmente a prendere in giro Axel, persino usando le frasi che solitamente l’altro serbava per lui.
Il rosso ringhiò leggermente, tirando anche lui dalla parte opposta.
«Nanorettolo lasciami in pace. Parlami solo se hai intenzione di fare sesso»
Roxas arrossì lievemente sulle gote, scuotendo la testa. Perché doveva essere così schietto su certe cose?!
Non poteva, per esempio, dire “ finché non ti deciderai ad aprire cordialmente le gambe”?
«Magari dopo mangiato, eh?» disse, tirando ancora il lenzuolo e scoprendo definitivamente il volto di Axel.
Il rosso lo guardò, sollevando un sopracciglio e afferrandogli un polso. Strattonò Roxas verso di sé e gli afferrò il volto, avvicinandolo.
«Se adesso andiamo a mangiare – ignorando il fatto che sono le tre di notte- dopo farai tutto quello che voglio. Ok?»
Roxas sbuffò dal naso, cercando di addentare la mano del fulvo.
«Non sono un cane, che gli dici cosa deve fare e lui lo fa» sbottò gonfiando lievemente le guance e imbronciandosi.
«E allora me ne torno a dormire e non ti accompagno giù in cucina» ribatté Axel, lasciando andare Roxas e cercando di afferrare nuovamente il lenzuolo.
Il biondo fu più veloce e si lanciò sopra la coperta, stringendosela forte al petto.
«Ma, Axel … Non puoi lasciarmi andare giù da solo» replicò Roxas, assottigliando lievemente gli occhi e osservando il maggiore con aria accusatoria.
Axel sospirò per l’ennesima volta nell’arco di dieci minuti e si passò una mano tra i capelli, infastidito e divertito allo stesso tempo.
«Chi è quello infantile, adesso?» domandò con una leggera nota di ironia nella voce.
Roxas si imbronciò lievemente, mettendosi a gambe incrociate sopra al letto e sbuffando il più forte possibile, sperando di far cambiare idea ad Axel.
«Tanto non funziona. Io non mi alzo da questo letto …»
«Eddai, tanto lo so che non hai sonno»
Axel si sollevò velocemente dal caldo materasso e si mise seduto scompostamente sul letto,  afferrando Roxas per le spalle e scuotendolo leggermente.
«No, io-non-ho-affatto-sonno! Le miei idee per la serata erano ben diverse, e non contavano certo del cibo» sbottò, scuotendo il biondo a fine frase.
Roxas scacciò le mani di Axel e scosse la testa, bofonchiando qualcosa.
«Non è colpa mia se mi è venuta fame »
«Non potevi aspettare un po’?»  si lagnò Axel, scuotendo la testa con fare melodrammatico. Si guardò perfino intorno in cerca di un fazzoletto bianco da stringere tra i denti. 
Uhm, si sarebbe dovuto accontentare del lenzuolo a questo punto.
«Te l’ho detto: sei tu che mi stimoli la fame!»
«Non potevo stimolarti altro?» 
Roxas spintonò il rosso, arrossendo lievemente nel buio della stanza.
«Andiamo, stupido! Non voglio scendere da solo al buio»
Axel scosse le spalle, indifferente.
«E allora accendi la luce»
«Non posso. I miei stanno dormendo e anche Sora, non posso accendere la luce se no rischio di svegliarli» sbottò, sollevando un dito e indicano il muro dietro di sé, dove al di là si trovava la camera del fratello e poco più in fondo quella dei genitori.
Il rosso assottigliò lo sguardo, avvicinandosi a Roxas e scoccandogli un bacio sulle labbra.
«La mia risposta rimane sempre e comunque un no» sorrise apertamente a fine frase, lasciando un buffetto sulla guancia dell’altro.
Roxas gli scoccò l’ennesima occhiata omicida della serata, mentre con un sorriso furbo si avvicinò nuovamente ad Axel.
«Hey, sai che forse ho ancora un po’ di cioccolata calda da preparare?»
Infondo il biondo conosceva bene i suoi polli, e il pollo in questione si chiamava Axel e adorava in modo quasi maniacale la cioccolata.
Infatti a Roxas parve quasi di sentire la pancia del rosso brontolare, in richiesta di cibo calorico e dolce.
«E va bene, va bene. Però dopo … » lasciò la frase in sospeso, facendo arricciare il naso al più piccolo.
«Può essere, dipende da cosa trovo nel frigorifero io»
Axel scosse la testa, rotolando sul materasso fino a raggiungerne il bordo. 
Appoggiò i piedi nudi per terra e rabbrividì per un attimo, chiedendosi ancora come mai stava scendendo da quel letto caldo.
Poi guardò alla sua destra, dove anche Roxas faceva delle strane smorfie per il freddo e sorrise.
Ah già, adesso ricordava: quel nano del suo fidanzato.  E la cioccolata, gli ricordò la sua pancia.
Già: Roxas e la cioccolata, un abbinamento perfetto.
Si alzò in piedi e afferrò il biondo per la vita, alzandolo da terra e issandolo sulle sue spalle, come un sacco di patate.
«H-Hey, che fai, idiota! Mettimi giù! » ringhiò il biondo, scalciando e tirando i capelli di Axel.
«Shhh, rischi di svegliare i tuoi genitori, ricordi?» domandò, tirando una pacca sul sedere di Roxas.
Ah, così sì che si divertiva.
Ignorando le proteste del biondo si avvicinò alla porta e l’aprì, cercando di fare il meno rumore possibile. 
Uscì dalla camera e si diresse verso la cucina, evitando accuratamente di far sbattere la testa di Roxas contro i vari muri della casa e contro le mensole.
E poi aveva pure il coraggio di dire che non si preoccupava per lui, eh?

 

 

 

Ritornarono nella camera del biondo in punta di piedi, le labbra ancora leggermente sporche di cioccolata e la sensazione di calore nella pancia che solo una bevanda calda alle tre di notte può darti.
Sentivano entrambi le guance rosse e calde, tanto che se solo avessero potuto si sarebbero morsi a vicenda per sapere che sapore avevano.
Sembravano tanto due belle mele rosse e cotte; quelle calde che poi vanno intinte nel caramello e mangiate in compagnia degli amici.
Roxas sorrideva ancora, lievemente e con un luce felice negli occhi che si riusciva a scorgere nonostante il buio della stanza.
Axel, mentre richiudeva la porta cercando di non farla sbattere troppo forte, continuava a bofonchiare qualcosa che si poteva collegare alla cioccolata calda di poco prima e il suo miglior utilizzo.
Sì, non si era ancora arreso alla possibilità di unire il cibo ad attività ben più piacevoli del dormire.
«Stai ancora pensando al cibo mischiato con il sesso, vero?» domandò il biondo, incrociando le braccia al petto e aspettando il compagno in piedi, di fianco al letto.
Axel sbuffò, tamburellando le dita sopra la porta.
«No, lo preferisco mischiato con l’amore»
E grazie al cielo la camera era buia e , nonostante gli occhi si erano abituati all’oscurità, non si riusciva a vedere bene il cambiamento di tonalità delle guance di entrambi.
Se già prima erano rossi dopo la parola “ amore” avevano raggiunto una colorazione porpora che avrebbe messo in allerta molti medici. Nemmeno avessero smesso di respirare, in pratica.

«I-In ogni caso non intendo mischiare il cibo con nient’altro che non sia un tavolo da pranzo o eventuali fast-food» sbottò Roxas dopo un po’, girandosi verso il letto e sollevando le coperte, pronto a rimettersi comodo tra le lenzuola.
Axel al contrario non aveva affatto voglia di starsene sotto le coperte a dormire, quindi scattò in avanti e afferrò Roxas per le spalle, tirandolo lontano dal materasso.
Il biondo lo guardò spiazzato, per poi cercare divincolarsi senza molti risultati.
E poi accadde. Roxas perse l’equilibro e ruzzolò contro il rosso.
Ci fu un dimenarsi di braccia, un artigliarsi l'uno contro l'altro per non cadere a terra e una serie di imprecazioni a bassa voce.
Nessuno dei riusciva a rimanere fermo e, inspiegabilmente, Roxas si ritrovò schiacciato contro uno dei muri color nocciola di camera sua – fortunatamente quello senza mensole-   e il corpo di Axel.
Il maggiore sollevò lentamente il capo,  le dita ancora affondate nelle spalle dell’altro, e puntò gli occhi in quelli di Roxas, leggermente confuso.
Fu un momento che sembro un'eternità: il verde si specchiava nell’azzurro e in entrambi balenavano scintille di emozioni contrastanti, velate dai fumi del sonno e della sensazione di calore dovuta alla cioccolata calda.
E allora, senza dire niente, Axel si avventò sulla bocca di Roxas, schiacciando le labbra contro le sue.
Infondo era da ore che cercava quel contatto, possibilmente senza nessuna interruzione.

Axel scoccò un altro bacio sopra le labbra semi chiuse del biondo, sospirando lievemente. 
Lo baciò a fior di labbra ancora, ancora e ancora, finché non sentì le braccia di Roxas aggrapparsi al suo collo e la sua lingua solleticargli la bocca.
Allora sorrise, vittorioso. Quando anche Roxas si lasciava andare – cosa strana, vista la sua stoica rigidità in certi momenti- significava che quella sera sarebbero finiti con il rimanere abbracciati sotto le coperte per tutto il tempo.
Axel allungò quindi le mani, passandole dietro la schiena di Roxas e staccandosi per un attimo dalle sue labbra, anche se ancora un vero e proprio bacio non se l’erano ancora dati.
Però voleva soffiare per un attimo sopra al naso del biondo, cosa che ben sapeva infastidire il compagno.
Infatti Roxas si accigliò leggermente e sciolse l’abbraccio con il rosso, massaggiandosi il naso con la mano destra.
«Idiota» sbuffò contro il volto del più alto, allungando poi il collo per mordere la guancia dell’altro.
«Chiudi la bocca, nanetto» borbottò di risposta Axel, afferrando Roxas per i fianchi e avvicinandolo a sé.
Si chinò in avanti e ritornò a baciargli le labbra, questa volta lasciando scivolare la lingua dentro la bocca di Roxas.
«A-Axel, aspetta!» disse il biondo, cercando di staccarsi dalle labbra del fulvo «Penso che non sia il cas-»
«No, basta» gli ringhiò sulla bocca Axel, afferrandogli i capelli e tirandoli verso di lui «Giuro che se adesso non spegni quel  cervello che ti ritrovi troverò un modo per farti male,  lo giuro»

Roxas aprì la bocca per controbattere, ma subito gli si sovrappose quella di Axel, pronto più che mai a bloccare qualsiasi pensiero e parola dell’altro.
E dopo qualche bacio anche Roxas si lasciò andare, scivolando contro al muro e aggrappandosi alle braccia del rosso.

Le mani di Axel si staccarono dalle spalle del biondo, andando a cercare i bottoni dei suoi pantaloni. Ci lottò per qualche istante e Roxas  lo sentì imprecare leggermente contro la sua bocca, finché con un gesto secco non riuscì ad abbassarsi i Jeans neri.
Fece altrettanto con i pantaloni di Roxas - che per sua fortuna indossava solamente la tuta e non c’era nessun bottone – , poi si chinò e appoggiò la fronte contro quella di Roxas, cercando di riprendere fiato.
Roxas, imbarazzato come ogni volta, sospirò sopra la bocca dell’altro e si lasciò sfuggire un “ idiota”, seguito da un bacio.
Axel gli afferrò le natiche, coperte ancora dai boxer,  in modo da sorreggerlo e se lo strinse addosso. Roxas allungò le gambe e le fece passare sulla vita del fulvo, aggrappandosi.
Poi appoggiò la testa contro al muro, chiudendo gli occhi e preparandosi mentalmente a quello che sarebbe successo di li a poco.
Entrambi gemettero, come se la sola idea di poter diventare un tutt’uno con l’altro potesse farli godere.
Il biondo allungò una mano e l’appoggiò contro al muro, ignorando il rumore sordo che sia andava a creare ogni volta che sbatteva contro al muro di cartongesso.
Axel allungò a sua volta la mano destra e strinse forte quella di Roxas, spingendo verso di lui e sfiorando con un fianco il comodino.
Le loro bocche si scontravano sempre più frequentemente, alternando baci a fior di labbra e baci più lunghi e sensuali.
Roxas mosse lentamente le gambe, stringendo le cosce aggrappate contro il ventre del rosso. 
E a quel gesto Axel sospirò più forte di prima, staccando il biondo dal muro e risbattendocelo – non troppo forte, ovviamente-  nuovamente sopra, questa volta un po’ più a sinistra.
Con la gamba Roxas sfiorò nuovamente il comodino, facendo traballare la lampada di vetro posata sopra e due libri in bilico li vicino.
Ancora un movimento da parte del rosso e la lampada cadde definitivamente a terra, frantumandosi.
Roxas si staccò da Axel, assottigliando gli occhi e spostando lo sguardo verso la lampada a terra, ora mai completamente distrutta.
«Stai più at-»
Non finì nemmeno la frase che Axel lo interruppe con un nuovo bacio e una spinta del bacino.
«Chiudi. La.Bocca.» mormorò il rosso, le labbra attaccate a quelle dell’altro.
Roxas annuì lievemente,  girando il capo di lato per riuscire a raggiungere il collo di Axel. Vi depositò sopra un bacio e poi, con una luce vendicativa negli occhi, morse il più forte possibile un pezzo di pelle.
Ok, non così forte da fargli troppo male. Non aveva ancora raggiunto quei livelli di sadismo.
Axel si lamentò sopra una guancia del biondo, dedicandogli parole tutt’altro che dolci.
Però sapeva lui come prendersi la sua rivincita per quel morso.
Accarezzò il petto scoperto di Roxas con lentezza, scendendo pian piano verso l’ombelico. Giocherellò per un po’ con il foro, tirando di tanto in tanto la pelle della pancia.
E si divertiva un mondo a sentire i sospiri mal trattenuti di Roxas nelle sue orecchie, eccome se si divertiva.
Scese ancora più in basso, sfiorando l’elastico dei boxer del biondo con la mano e facendo intendere la sua prossima mossa.
Aprì l’intero palmo della mano e iniziò a scendere, superando l’ostacolo dell’elastico e iniziando a sentire i peli pubici del biondo solleticargli la punta delle dita.
Roxas tossì lievemente, cercando di coprire l’imbarazzo che sembrava non voler scomparire mai in situazioni del genere.
Artigliò forte le spalle di Axel e nascose il volto tra i suoi capelli rossi, sperando nel “ se non mi vede almeno non mi imbarazzo”.
Il rosso ridacchiò lievemente per quel comportamento consuetudinario e ritornò a far scendere lentamente la mano mentre un gemito scaturì dalla sua bocca, basso e lievemente roco.

 «VOLETE  ANDARVENE A DORMIRE, DIAMINE?!»
Axel e Roxas si bloccarono di colpo e sollevarono la testa, guardandosi intorno con il cuore in gola.
Subito dopo arrivarono due colpi al muro ben assestati, seguiti da un “ ho sonno, voglio dormire”.
Entrambi arrossirono di colpo, mentre la mano di Axel sgusciava velocemente via dai boxer di Roxas come se fosse entrata in contatto con qualcosa di bollente.
Il biondo slacciò le gambe dalla vita di Axel e ritornò ad appoggiare i piedi sul freddo pavimento, tremando lievemente allo sbalzo di temperatura e dalla vergogna. Bene, essere beccati in un momento del genere era sempre stato il suo più grande sogno eh.
Il rosso, invece, si grattò la nuca imbarazzato, indicando con un cenno del capo il letto.
In silenzio aggirarono i vetri rotti della lampada – nota mentale di Roxas: la prossima volta a casa di Axel rompergli qualcosa, possibilmente scaraventare a terra gli oggetti di Swarovski che teneva sulla mensola in salotto- e si fiondarono sotto le coperte.
I passi di Sora, intanto, si allontanavano sempre di più fino a sparire, insieme al rumore di una porta che sbatteva.
Roxas si coprì con il lenzuolo fin sopra la testa, le orecchie paonazze e la voglia di morirci, in quel letto.
Axel, al suo fianco, invece sembrava averla presa molto meglio, visto che si avvicinò a Roxas e lo strinse a sé.
«Potremmo sempre continuare qui, che ne dici?»
«Dico che adesso tu te ne vai a dormire in sala, dannazione!»
«Questa volta passo, mi spiace»
Roxas ringhiò nel buio, chiuse gli occhi e si voltò dalla parte opposta a quella di Axel, senza però lasciare andare il braccio del rosso stretto attorno alla sua vita.
Rimasero in silenzio per alcuni minuti, ancora con l’urlo di Sora che gli ronzava nella testa, sperando di riuscire a dormire.
«Hey Axel»
«Uhm?»
«Indovina una cosa?» biascicò Roxas, la voce fioca a causa del sonno che iniziava a farsi sentire.
«Cosa?»
«Stavo pensando che avevo proprio ragione: dovevamo andare a dormire prima»
«Io invece penso che tu debba pensare di meno e baciarmi di più» ribatté Axel, stampando un bacio sulla nuca di Roxas e soffiandogli nell’orecchio la buona notte.
«La prossima volta spengo l’interruttore del cervello, giuro»

 







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Mel, la mia cavolo di tomba al freddo e al gelo
Allora, eccomi ancora qui con una one-shot. Credo che ora mai siano il mio marchio di fabbrica (!?), visto che le long proprio non mi riescono.
E' più forte di me, cavolo. Mi piace troppo scrivere di piccoli momenti quotidiani, che ci posso fare ~
Questa volta è un tipo di storia un po' diversa dal solito, nonché il mio primo tentantivo a 
luci rosse!
Non credo sia uscito molto bene, però. Infatti l'ho interrotto sul più bello perché non riuscivo ad andare avanti, non sapevo come descriverlo senza cadere nel " lui si spinse e l'altro gemette".
Quindi boh, spero via sia piaciuta lo stesso questa storia e io la finisco di parlare a random.
Alla prossima storia e un grazie a chi mi ha messo tra gli autori preferiti. Sono ... fottutamente sorpresa, lo giuro *gongoleggia*
Ps: ho notato che quasi sempre nelle storie pubblicate c'è il titolo scritto in inglese, quindi faccio la rivoluzionaria (!?) e lo metto in italiano, tié
Mel
 
   
 
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