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Autore: Meme06    05/12/2011    6 recensioni
Salve a tutti! Eccomi di nuovo da voi con il continuo di una storia che come ho potuto vedere è piaciuta parecchio. Beh... prendendo in considerazione la mia indole sadica mi sono resa conto che non sarei mai riuscita ad abbandonare del tutto questa storia e per questo avverto a tutti quelli che mi hanno seguito che questo è il continuo di 'Blood Story'. E adesso vi chiederete voi, cosa succederà? Cosa potrà mai accadere nel continuo di questa ff? Scopritelo leggendola! ^ ^ Kiss kiss la vostra piccola psicopatica!
Genere: Dark, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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- Questa storia fa parte della serie 'The smell of your blood'
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Certo, era strano per una creatura della notte svegliassi la mattina presto come faceva quando era in vita. Alle sei della mattina, quando viveva ancora in casa Hotori ed era una domestica che sorrideva e si fingeva allegra con tutti. Non le mancava quella vita, era stata tutta una recita. La persona che aveva nei ricordi, la ragazza dai capelli rosa che tutti consideravano dolce e disponibile era il sosia che si era creata solo per poter nascondere agli altri la verità. Quella non era lei. La sua vita non aveva mai avuto un vero inizio. Ma solo dei piccoli flash che avevano un principio e una fine. Erano momenti della giornata, della settimana e a volte anche dei mesi che rappresentavano la vera lei e che quando ricordava le facevano pensare che quella era davvero la ragazza di nome Amu Hinamori. La prima parte della vita che era stata davvero sua aveva avuto inizio quando aveva ucciso i suoi genitori e quel bastardo di suo fratello. Poi si era fermato tutto. La sua vita con quella donna che aveva considerato come sua madre, il suo lavoro in casa Hotori, si era bloccato tutto e la vera Amu si era assopita e sembrava non venire più fuori. I suoi pensieri, le sue idee venivano tenute a bada da lei stessa, solo per apparire chi non era realmente. Perché se fosse stata lei stessa avrebbe avuto tutti contro e quella era la cosa di cui aveva meno bisogno. Poi era subentrato lui, era arrivato Ikuto. Quel ragazzo aveva risvegliato la vera Amu e finalmente si era potuta sentire lei stessa. Ricordava perfettamente che quando era ancora umana provava quello che i mortali chiamavano amore, che poi si tramutò in semplice attrazione quando diventò vampiro. Quando vieni vampirizzato il tuo sire stabilisce un forte legame con te. Ma con lei era ancora più forte, per via di quello che le aveva fatto passare quando era umana e quando le emozioni prendevano il sopravvento in lei. Le gote diventavano rosse e la voce a volte tremava. L'imbarazzo è una cosa umana, che a lei però non era mai piaciuto perché la faceva sentire prigioniera, non libera di dire quello che voleva perché aveva paura di arrossire e di far capire quello che stava pensando alla persona davanti a se. Tutto questo lo aveva appurato solo quando quel vampiro era entrato nella sua vita, perché per la prima volta si era sentita imbarazzata di fronte a qualcuno, non più sicura di quello che diceva. E allora si era sentita prima una stupida, poi una sciocca ragazzina che si stava perdendo in assurde fantasie, per questo non ci credeva quando Ikuto le aveva chiesto di unirsi a lui nelle tenebre e di diventare un vampiro. Perché era stata insicura e non avrebbe mai potuto immaginare che uno che pensava ventitré ore al giorno al sangue potesse pensare anche ad un'umana. Beh infine l'ultima cosa che aveva pensato era che anche se era strano era la cosa migliore che le fosse mai capitata. Strano dire che la cosa più bella della sua vita era stata proprio quando era stata ammazzata.

Fuori era notte. La fame si stava facendo sentire. Fra poco sarebbe uscita e avrebbe compiuto un altro omicidio, come sempre del resto. Infatti fu quello che fece non appena tolta la fascia e uscita di casa.

L'aria fuori si stava facendo calda, tra non molto sarebbe entrata la primavera. Lei aveva sempre amato l'inverno e l'autunno. I mesi caldi non li sopportava, non solo perché adesso era un vampiro, anche da umana il sole non era mai stato fonte di gioia per lei.

Camminò lungo tutto il bosco, fino a sbucare davanti a quell'abitazione che un tempo ospitava persone vive che lei ed Ikuto avevano ucciso.

Iniziò a muoversi alla ricerca di un pasto. Quel luogo sembrava deserto, ma lei sapeva che non era così, c'era sempre qualcuno che usciva la sera, aveva vissuto troppo a lungo in quel paesino e ormai conosceva i suoi abitanti molto bene. Anche perché lei stessa prima usciva sempre la sera. Per altri motivi certo, lei più che altro perché cercava solitudine.

Iniziò ad avanzare per un vicolo, aveva sentito dei rumori provenirvi e per questo si era incuriosita ed era andata a vedere.

- Ma guarda guarda, è da tanto che non assistevo ad una scena di questo tipo… - disse osservando meglio quello che stava accadendo.

C'erano un uomo e una donna l'uno sopra l'altra. Aveva sentito dei rumori perché la donna stava provando a ribellarsi e invece la persona sopra di lei non glielo permetteva, tenendole i polsi e tappandole la bocca.

- Che cosa vuoi bimbetta? - domandò il maschio dispregiativo.

- Beh veramente avrei un po' di fame, quindi se non ti dispiace… - rispose calma Amu. Lo sguardo ora diventato bianco era puntato negli occhi dell'uomo che cambiò subito espressione del volto. Anche la donna che prima aveva considerato quella ragazza come sua 'salvatrice' ora si stava ricredendo. - Che hai da guardarmi così? - domandò riferita all'uomo. - Non mi sembra che per te sia il primo incontro con una ragazza.

Lo beffeggiò la vampira. I due si alzarono da terra spaventati. La sua mano si mosse veloce andando a graffiare il volto della donna.

Si portò le dita un po' sporche di sangue alle labbra.

- Mmm… ti dirò che mi aspettavo di meglio, ma può andare come antipasto. - vedere l'espressione delle vittime che cambiano e diventavano spaventate era la cosa più bella per un vampiro. Prese la ragazza per il braccio e la portò accanto a se, presa per i capelli le scoprì il collo e le strattonò un po' la testa di lato per metterlo bene in mostra. Nel frattempo l'uomo stava tentando di scappare. Amu ci mise un secondo a gettare la donna contro il muro e a dare un calcio al fuggitivo. Gli mise un piede sopra la sua gamba sinistra e con una forza inaudita gliela spezzò facendolo urlare.

- Almeno non scappi più… - si giustificò la rosa per poi tornare dalla donna che stava perdendo sangue dalla testa. La prese per il collo e dopo averla sollevata portò le labbra alla nuca e vi infilò i denti. Il dolore era atroce per la vittima che ormai non provava nemmeno più a ribellarsi. Finita la donna la gettò via come una bottiglia d'acqua vuota e si diresse verso la sua altra preda. - Ti dirò la verità, non ho voglia di mangiarti, per me sei troppo grande mi faresti fare indigestione…

Disse sogghignando. L'uomo stava tremando. Buffo il cambiamento da spaccone a vittima che aveva fatto. Posò il piede sul suo collo e schiacciò. Le ossa si frantumarono e il sangue sgorgò in piccoli schizzi. Il suo collo ora sembrava un sacco di pelle umana vuota. Farlo dissanguare sarebbe stato uno spreco, almeno così si era divertita.

Si passò la lingua fra le labbra per pulirsele dal sangue che le era rimasto ai lati della bocca, poi si dileguò tornando nella sua dimora.

Una volta entrata nella casa raggiunse subito il primo piano dove si diresse in bagno. Un bel bagno freddo era quello che le ci voleva per togliere l'odore forte che le avevano lasciato le sue vittime. Ora capiva perché Ikuto si faceva il bagno sempre dopo gli omicidi, perché l'odore che ha la pelle umana fa ribrezzo ad un olfatto sviluppato come quello che hanno i vampiri. Si sciacquò bene tutto il corpo e i capelli rosa che le erano cresciuti molto, se non li avrebbe tagliati era sicura che le avrebbero toccato le ginocchia. I capelli lunghi sono belli certo, ma sono scomodi per combattere. Prese un asciugamano celeste che aveva lì vicino, a portata di mano e se lo avvolse intorno al corpo. Ne prese uno dello stesso colore e grandezza per raccogliere i capelli. Per le sue liane rosa infatti quello era perfetto, per il corpo era un po' stretto e corto. Ma pazienza.

Uscì dal bagno entrando nella stanza piena di libri, la prima in cui vi era stata la ricordava benissimo, come ricordava quello che era successo…


Il vampiro socchiuse gli occhi in due fessure e si avvicinò ancora di più alla ragazza che preoccupata per quell'atteggiamento iniziò a indietreggiare fino a toccare il muro.

- Dì un po' piccola umana… - iniziò Ikuto con uno strano tono della voce. - Credi di poter dettare le regole del gioco? Se è così ti stai sbagliando…

- Ma di che…

- Zitta! - esclamò il ragazzo afferrandola per il collo. I suoi occhi cambiarono colore diventando due bigie di ghiaccio che la guardavano minacciosi. - Quello che gli ho chiesto non ti deve riguardare…


Ora che ci pensava non era poi così difficile capire il perché lo aveva ucciso senza succhiargli il sangue. Il fatto che fosse stato 'geloso' di lei la fece sorridere. Quello che era successo era stato fantastico. I suoi ultimi giorni da umana erano stati fantastici ed entusiasmanti. Come aveva fatto non capire subito l'attrazione che aveva quel ragazzo verso di lei? Davvero, a pensarci la faceva sentire stupida…


Estrasse la scopa da dietro il letto e provò a darla in testa alla ragazza… ma il colpo non andò a segno. Un ragazzo dai capelli blu e gli occhi come due ametiste aveva fermato la scopa con la mano. Riconoscendolo Kobayashi iniziò di nuovo a tremare.

- T-tu… - provò a dire. - Tu che cosa diavolo ci fai qui?

- Che accoglienza… - fece. Si girò verso Amu avvicinando il volto a quello della ragazza, che per la prima volta arrossì, anche se lievemente. - Non credi anche tu Amu?

- Che accoglienza ti aspettavi? - ribatté la ragazza incrociando le braccia al petto e guardandolo dritto negli occhi.

- Se vuoi te lo dico io che cosa è successo ieri… - le disse.

La rosa sgranò gli occhi andando a fissare incredula il ragazzo.

- M-ma… - provò a ribattere Kobayashi ma le fu impossibile.

Ikuto l'afferrò per il collo facendole il gesto di tacere sorridendole malvagio.

- Perché non racconti ad Amu che cosa vi siete dette ieri tu e la biondina? - le chiese. - E che cosa volevate fare?

Amu era ancora completamente confusa. La donna non si decideva ad aprire bocca. Il vampiro allora estrasse dalla manica un pugnale. Aveva il manico nero e ornato con strane decorazioni. Lo puntò al cuore della donna.

- Così va meglio? - le chiese maligno. - Avanti ora parla, almeno che tu non voglia morire subito.

[…] - Volevate liberarla? - chiese il ragazzo prendendosi gioco di lei. - Ma che donna di buon cuore… - continuò per poi poggiarle il pugnale sul petto. - Chissà se è vero…

- Cos… - tentò di dire la donna, ma la sua domanda fu interrotta dal tremendo dolore che la costrinse ad urlare.

Il ragazzo con il pugnale si fece largo tra la sua carne ed i suoi organi fino a creare un buco abbastanza grande e profondo da mostrare il cuore che le estrasse poco dopo con un gesto fulmineo del braccio, aiutandosi con la lama del coltello. La donna non aveva mai smesso di urlare fino a quel momento. Poi… un ultimo grido, un ultimo respiro e giunse la morte. Ikuto la lasciò cadere a terra. Il buco che aveva sul petto perdeva tantissimo sangue.

Il cuore, infilzato sul coltello era ancora caldo e così glassato di sangue gli faceva venire l'acquolina in bocca.

Lo avvicinò alle labbra e leccò quella gustosa bevanda da sopra l'organo. Amu lo guardava stupita, impaurita e inorridita da quello che aveva visto e quello che stava vedendo.

- Mmm… - fece il ragazzo mentre iniziava ad assaggiare un pezzetto del suo cuore. - Devo dire che non è affatto male… era davvero una donna di buon cuore…

Disse per poi scoppiare a ridere. Mentre continuava a mangiare e succhiare il cuore ricoperto di sangue guardava la ragazza di sottecchi. Amu lo osservava con un senso di disgusto dipinto sul volto. Rabbrividì quasi quando iniziò a spellare l'organo per gustarselo meglio.


Se avesse in questo momento la possibilità di parlargli di nuovo sicuramente rinuncerebbe anche all'immortalità e alla sua anima ormai nascosta nel posto più oscuro del suo essere.

Si mise seduta nella poltrona continuando a vagare con la mente a quei dolci momenti, anche se quando era viva le erano sembrati tutt'altro che dolci.


La ragazza deglutì ma non distolse lo sguardo. Ikuto le spostò i capelli da un'unica parte del collo, lasciando in bella vista il lato sinistro. Ci passò un dito sopra. La ragazza rabbrividì a quel contatto, cosa che fece sorridere il vampiro.

- Prova a mordermi e te ne pentirai… - disse cercando di sembrare minacciosa, ma con lui non ci riusciva molto bene.

Infatti il ragazzo avvertì subito la paura che provava in quel momento.

- Oh… - fece avvicinandosi un poco al suo collo. Per bloccarlo la ragazza provò ad alzare le mani, ma lui le prese subito i polsi bloccandoglieli al muro. - Hey piano, non sono uno che va di fretta…

Le si avvicinò ancora di più. La ragazza strinse gli occhi e trattenne il respiro. Ma l'unica cosa che ricevette fu una sensazione di umido. Il ragazzo le aveva appena passato la lingua sulla sua pelle candida.

- Che cavolo fai? - gli chiese con disprezzo e anche un poco alterata.

Lui puntò i suoi occhi ghiaccio negli occhi ambrati della ragazza. Si passò la lingua fra le labbra sensualmente.

- Era solo un assaggio, per ora… - le disse per poi allontanarsi da lei.


Oh insomma! Adesso basta ricordare e ricordare. Vivere nel passato non serve a niente, a lei di certo non sarebbe stato utile.

Si alzò e si avvicinò ad uno dei tanti scaffali. Prese un libro a caso con la copertina marrone e rossa. Si andò nuovamente a sedere iniziando a leggerlo. I pensieri però invadevano troppo la sua mente per seguire il filo del discorso del narratore. Infatti alla fine si trovò semplicemente a sfogliare quel libro senza una logica precisa, così giusto per fare. Lo stava continuando a sfogliare quando dalle pagine cadde un foglietto o qualcosa di simile per lo meno. Am lo notò subito. Posò il libro e s'inchinò a raccoglierlo. Il foglietto rappresentava un pentacolo.


- Pratichi anche la magia? - chiese curiosa.

Lui le rivolse una strana espressione.

- Perché me lo chiedi? - chiese il vampiro.

- Perché ho visto un Athame insieme alle altre spade… - rispose.

- Ah, no mi piaceva la forma del pugnale e ne ho fatto uno. - disse Ikuto.


Ma se ricordava bene era così che le aveva risposto. Allora perché c'era un foglietto con un pentacolo proprio lì davanti a lei? Girò il foglio dove c'era scritto qualcosa di incomprensibile. O meglio, di indecifrabile. Sicuramente era una scrittura in codice. L.1.S.5.

- L.1.S.5.? - domandò Amu a se stessa. - Che diavolo vuol dire?

  
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