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Autore: Brucy    05/12/2011    1 recensioni
"Sono Ana Ketsuno e questo è un comunicato speciale! I cittadini di Edo sono in serio pericolo, a quanto risulta dalle informazioni che abbiamo ricavato, sembra che esista un secondo discendente del Pianeta dei Sadici, oltre all'ormai conosciuto Sogo Okita! Che cosa ne sarà di noi? Questa città è troppo piccola per un sadico, figurarsi due!!"
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gintoki Sakata, Okita Sogo, Toushiro Hijikata, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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PROLOGO. Se salvi la vita a un idiota significa che pure tu sei un idiota?


Hijikata Toshiro si accese l'ennesima sigaretta del giorno, la ventesima nell'ultimo quarto d'ora.

Dalla sua postura e dai suoi lineamenti facciali non trapelava il minimo segno di agitazione, cosa che invece palesava ogni qual volta spegneva una sigaretta per poi accendersene un'altra subito dopo.

Aprì svogliatamente un occhio e spostò lo sguardo sulla figura immobile di Okita, che se ne stava appollaiato a qualche metro di distanza con la sua stupida mascherina a coprirgli gli occhi.

Che razza d'idiota, se proprio voleva farsi credere addormentato avrebbe dovuto smetterla di contare i corpi di Hijikata che riusciva a..

-Sogo razza di bastardo! Smettila di contare cose del genere, conta le pecore come fanno le persone normali!!- ringhiò il vice, con una vena ingrossata che gli pulsava sulla fronte.

-Fatemi dormire, ne ho fatti fuori solo duemila!-

-Imbecille! Finiscila con questa farsa, lo so che sei sveglio!!- ribatté il moro, facendo per colpirlo con un calcio che l'altro schivò per un soffio, per poi togliersi la mascherina e sbattere gli occhi con aria innocente.

-Te ne sei accorto? Non sei scemo come sembri allora!-

-Tu invece lo sembri e ci sei per davvero!!- rispose Hijikata, per poi calmarsi e tornare seduto sbuffando.

-Senti, sono passate due ore, non credi che dovremmo...-

-Due ore di ritardo non sono molte, conoscendoli se la staranno spassando al locale di quella donna violenta-

-Se ti sembra tutto nella norma allora perché sei ancora in piedi e in uniforme per giunta?- domandò con aria fintamente incuriosita, appoggiandosi al tavolino di legno posto in mezzo alla stanza per stare più comodo.

-Non devo giustificarmi con te riguardo quello che faccio o quello che indosso. Oggi ho voglia di...- Hijikata s'interruppe all'improvviso, scattando in piedi con un lesto movimento, imitato dal suo interlocutore che incrociò il suo sguardo con un'espressione seria in volto.

Con una perfetta sincronia, si diressero entrambi fuori dalla stanza con l'intento di raggiungere l'ingresso del quartier generale.

A chi apparteneva?

A chi apparteneva quell'istinto omicida che erano riusciti a sentire anche a metri di distanza?

Quando giunsero finalmente al portone d'entrata, entrambi misero mano alla spada alla vista di ciò che si parò loro di fronte.

-Kondo!!- chiamò rabbioso Hijikata, fissando il corpo di Isao Kondo, il comandante delle forze armate della Shinsengumi, riverso a terra e immobile ai piedi di una figura coperta da uno scuro mantello con un cappuccio che gli nascondeva completamente il viso.

L'unica cosa riconoscibile erano i suoi capelli, che raccolti in due trecce si muovevano ad ogni folata di vento.

Era una donna quella o un uomo dal fetish per i capelli lunghi?

-Chi diavolo sei tu e che cosa hai fatto al comandante? Parla! Cos'è, ti devo tagliare la lingua per farti parlare??-

-Se gli tagliassi la lingua non parlerebbe più, idiota!- ribatté Hijikata, senza però staccare gli occhi di dosso dalla persona che continuava a rimanere immobile, senza accennare ad alcun movimento.

-Tu credi? Che ne dici se lo provassi su di te?-

-Finiscila cretino!!- sibilò il samurai, prima di sguainare la spada e gettarsi contro lo sconosciuto, che arrogantemente non si mosse neppure quando la lama della spada gli si bloccò ad un centimetro dall'iride.

Hijikata aveva gli occhi sgranati e, senza accorgersene, aveva perso la sigaretta di bocca visto che l'aveva aperta più del previsto per lo stupore.

Non si era fermato soltanto perché gli occhi del suo avversario gli avevano gelato il sangue nelle vene, no.

Si era dovuto fermare perché, all'improvviso, una mano gli aveva stretto il polpaccio in una morsa quasi dolorosa.

Rimanendo immobile dove stava, abbassò lentamente lo sguardo per incrociare quello castano e familiare del suo comandante, che con sforzo gli sorrise per poi aggrapparsi meglio al suo arto e mettersi seduto.

-Toshi metti via la spada- mormorò Kondo, col respiro pesante ma con sempre il suo solito tono allegro nella voce.

Hijikata tornò a fissare quello sconosciuto, che ricambiava l'occhiata con un'indifferenza quasi oltraggiosa.

-Kondo che cosa è successo? Parla prima che ti tagli la lingua!-

-Ti sei fissato con questa storia della lingua eh?!- gracchiò il superiore, per poi tornare calmo e incrociare le braccia con aria di chi stava per dire qualcosa di profondo. -Prima di raccontarvi tutto.. potrei andare alla toilette?- non fece neanche in tempo a finire la frase che in un secondo si ritrovò di nuovo riverso a terra, dopo essere stato preso a calci dai suoi subordinati. -Va ben-Ahia! Va bene me la posso tene-Ahiaa!-

-Sogo smettila di picchiarlo!!-

-Scusa Hijikata, non mi ero accorto che avessi smesso!- si scusò Okita, senza sembrare minimamente dispiaciuto, lasciando andare il suo comandante che a fatica tornò seduto.

-Ragazzi... non avete idea di quello che mi è successo questa sera! A quest'ora non sarei qui se non fosse stato per...- Kondo s'interruppe per voltarsi a guardare la persona che, a quanto pareva, lo aveva riportato sano e salvo al quartier generale, con occhi pieni di gratitudine mista a.. confusione? -Ehm scusa, mi sono dimenticato di chiederti come ti chiami!-

Hijikata si mosse così veloce che il suo comandante nemmeno lo vide, ma quando si accorse della lama di una spada che si era conficcata nel terreno proprio in mezzo alle sue gambe iniziò ad assumere un colorito verdastro.

-Questo qui ti avrebbe salvato la vita e tu non sai neppure come si chiama?- sibilò non poco irritato il samurai, con una grossa vena pulsante sulla fronte e gli occhi ridotti a due fessure.

-Ehi mi puoi spiegare perché ti sei sbattuto a salvare il culo ad un idiota del genere?- domandò Okita, che senza che se ne accorgessero si era avvicinato allo sconosciuto salvatore, sorseggiando beatamente del the apparso da chissà dove.

-Se avesse saputo che si trattava di un idiota non lo avrebbe fatto, ne sono certo!-

-La volete finire di chiamarmi idiota??- si ribellò Kondo, ma vedendo che gli altri due non lo ascoltavano di striscio si raggomitolò in un angolo a fare cerchietti con le dita. -Ce l'hanno tutti con me!-

-Il vostro comandante è un emerito idiota, si è buttato nella mischia nonostante gli avessi espressamente chiesto di starmi fuori dai piedi!- esordì con tono seccato lo straniero, aprendo finalmente bocca e facendo assottigliare lo sguardo ad Hijikata, che stando sull'attenti si accese un'altra sigaretta.

-Di quale mischia staresti parlando? Vorresti entrare più nei dettagli, se non ti spiace?-

-E già che ci sei perché non ti scopri la faccia? Cos'è ti vergogni del tuo aspetto? Non dirmi che sei anche più brutto di Hijikata!-

-Chi sarebbe brutto???- ringhiò Hijikata, mentre Okita si limitava a ghignargli in risposta con aria di superiorità.

-Non essere così permaloso, se sei brutto non è mica colpa della tua mamma!-

-Cosa c'entra mia madre adesso??- ribatté il vice comandante al quale erano spuntate un paio di venette pulsanti in fronte, e che trattenendosi a forza dal riempirlo di botte, tornò a prestare attenzione alla persona che aveva salvato Kondo e che.. se ne stava andando! -Ohi dove diavolo credi andare?!!- scattò in avanti facendo per colpirlo, ma l'altro sparì alla sua vista, riapparendogli alle spalle.

Okita si ritrovò con la bocca spalancata per lo stupore.

Con il suo salto all'indietro il cappuccio si era abbassato completamente e, a puntare il fodero della spada contro la nuca di Hijikata, vi era non un uomo con il fetish per i capelli lunghi ma una donna.

E che donna.

Aveva i lineamenti del viso induriti, gli zigomi alti, le labbra sottili schiuse in una smorfia infastidita e gli occhi...

I suoi occhi erano viola, due iridi così gelide da sembrare delle vere e proprie ametiste.

-Se volete delle risposte chiedete al vostro superiore, non intendo perdere altro tempo prezioso per colpa vostra-

-Mi spiace ma Hijikata è uno a cui non piace 'no' come risposta, quindi dovrai ucciderlo per evitare che insista ancora... Uccidilo, dai fallo che aspetti!!-

-Sogo la vuoi piantare?!?- gracchiò Hijikata, che però appena non percepì più quella presenza ostile alle spalle si voltò di scatto per rimanere con un palmo di naso, visto che la donna era corsa via, scomparendo come un fulmine dietro un angolo. E fu inutile cercare di rincorrerla, era letteralmente scomparsa dalla circolazione.

-Sai Hijikata, penso tu debba accettare una volta per tutte il fatto di essere brutto e non piacere alle donne!- esclamò Okita, mentre il diretto interessato si limitava a buttare fuori il fumo dalla bocca e spezzare involontariamente in due la sigaretta che teneva fra le dita.

Quella notte, quando Sogo s'infilò nel suo futon, evitò di sdraiarsi di fianco per evitare di premere sulla guancia gonfia che gli aveva procurato quel bruttone di Hijikata, e con del delirante rancore nei suoi confronti, come capitava ogni giorno, per riuscire a prender sonno iniziò a contare i corpi del suddetto che immaginava straziati dalle sue torture.




  
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