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Autore: Sherlock Holmes    05/12/2011    3 recensioni
Il primo incontro tra Dita di Polvere e la sua amata.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Quella sera voleva essere uno spettatore qualunque.
Passare inosservato, in mezzo alla gente che festeggiava il matrimonio di Cosimo e Violante.
Era calata la sera, che aveva steso sulla città un drappo nero, impalpabile.
La falce di luna riluceva pallida nel firmamento, sul quale un'unica stella, la più splendente, brillava.
Ma l’oscurità della notte era rischiarata dalle torce dei girovaghi, che si esibivano lungo le vie di Ombra, la capitale del regno del Principe Ghiottone.
Non voleva farsi riconoscere: aveva già avuto dei problemi con Capricorno…
Camminava lentamente, ammirando da sotto il cappuccio del manto che indossava, le esibizioni dei suoi amici e conoscenti.
Dita di Polvere scosse impercettibilmente la testa, quando Becco di Fuliggine si scottò con le sue stesse fiamme.
Non era mai stato un mangiafuoco degno di questo nome, il povero Becco di Fuliggine…
Lui temeva il fuoco… E lo tentava di domare.
Ma le fiamme non sono nemiche, per Dita di Polvere: sono compagne…
Battista, seduto sulla scalinata della cattedrale, recitava un monologo scritto di suo pugno.
La storia era, però, troppo triste, e Dita di Polvere decise di proseguire il suo giro.
Si fermò davanti ad un abile giocoliere, vestito di giallo e arancione. Faceva roteare sei arance davanti agli occhi incantati dei bambini.
Accanto a Dita di Polvere si stagliava un banchetto di generi vari.
Ad un asta vi era appesa una gabbietta nel quale era rinchiusa una fatina blu. La povera creatura aveva le ali ripiegate all’indietro e un’espressione tra l’abbattuta e la stanca.
Tanti acquistavano le fate perché pensavano portassero fortuna…
Il mangiafuoco, grazie alle sue agili dita, senza dare dell’occhio, aprì la porticina della gabbia, al che la creaturina si riscosse e, con un risolino, ringraziò il giovane uomo che le aveva fatto riacquistare la libertà.
Volò via, lasciando sul manto di Dita di Polvere un pizzico di polvere fatata.
Il mangiafuoco se ne andò, non appena sentì il mercante lamentarsi: - La fata! Dov’è finita?-
Fu una voce ad attirare la sua attenzione.
Una voce angelica. Una voce meravigliosa.
Intonava una melodia arcana, magnifica, unica.
Dita di Polvere si fece largo tra la calca, scusandosi per gli spintoni che menava alle persone che non volevano scostarsi.
Raggiunse la prima fila, tra le proteste degli astanti.
La voce apparteneva ad una donna, i cui lunghi capelli neri brillarono alla luce delle torce che, per un istante, si smorzarono.
Dita di Polvere perse un battito cardiaco: era la ragazza più bella che avesse mai visto.
La sua pelle aveva il colore della luna ed i suoi occhi sembravano due pezzi di giada. Il suo fisico snello e slanciato fece capire a Dita di Polvere che quella era non solo una cantante, ma anche una ballerina.
Il mangiafuoco si tolse il cappuccio del mantello. I suoi riccioli biondo-rossicci ricaddero sulle sue spalle.
La donna sembrava averlo notato: gli gettò, infatti, un’occhiata ed un sorriso, non appena finì la canzone.
Dita di Polvere arrossì. Il fuoco sulle torce si fece più scoppiettante.
Gli applausi sembravano non terminare più.
La donna ringraziò il pubblico, inchinandosi.
Un uomo accanto a lui lo osservò con aria di superiorità: era più alto del mangiafuoco di circa una spanna; portava una camicia bianca sotto una giacca nera come la pece e, all’occhiello, aveva un fiore rosso. Dita di Polvere vide, appeso alla cintura dell’uomo, un coltello.
Non era possibile: la donna stava venendo verso di lui, un umile mangiafuoco!
Dita di Polvere rimase lì impalato, mentre tutti lasciavano il luogo dell’esibizione.
Tutti, tranne uno, oltre a Dita di Polvere, naturalmente.
- Roxane!- esclamò l’uomo accanto al mangiafuoco - Sei stata magnifica!-
- Grazie, Basta.- gli disse lei, per poi aggiungere - Mi vuoi presentare il tuo amico?-
Roxane sorrise a Dita di Polvere.
- Amico?- disse l’uomo chiamato Basta, alzando un sopracciglio, risentito - Oh, non lo conosco nemmeno! Piuttosto, che ne dici di… fare due passi?-
Il tono che aveva usato era stato fin troppo eloquente.
Roxane sembrava scocciata da quella avance  - No, scusami. Devo…-
- Non devi scaricarmi così, sai?- intimò Basta, con un tono minaccioso.
Roxane sospirò:- Basta, sono mesi che ti dico che non m’interessi. Sono stufa di ricevere i tuoi regali che, prontamente, ti restituisco. A proposito…- disse, traendo fuori dalla tasca della gonna multicolore che indossava, una collana. Sembrava molto preziosa.
Gliela mise in mano a Basta.
- Ed io sono stanco di farti la corte senza successo, mia cara…- mormorò cupo Basta, stringendo fra le sue dita l’oggetto - Dovresti essermi riconoscente…- aggiunse con un ghigno - Fino ad ora ho usato le buone… Non costringermi ad usare le cattive…-
Le afferrò rudemente un braccio.
- Lasciala.-  gli ingiunse Dita di Polvere, facendo un passo avanti - Subito.- aggiunse.
Basta rise. - Chi sei tu per darmi ordini? Eh?- chiese sarcastico, strattonando la donna, che tentava di liberarsi.
Il mangiafuoco posò una mano sul braccio di Basta che teneva stretto il polso di Roxane.
L’uomo ritrasse immediatamente l’arto, ustionato.
Dalla mano del mangiafuoco scaturivano fiamme vive.
Fuoco.
Basta si spaventò. Aveva sempre temuto quell’elemento che, quand’era piccolo, gli aveva bruciato entrambe le braccia.
- Non si trattano così le madamigelle…- iniziò il ragazzo dai capelli color del fuoco - Chiedetele scusa.- concluse con tono fermo Dita di Polvere.
Roxane si massaggiava il polso dolorante, osservando orripilata il suo aggressore. - Non è necessario…-
Basta fece scorrere amorevolmente le dita sull’impugnatura del coltello.
Attorno al trio si era accalcata della gente, forse pensando che quello fosse uno spettacolo.
Troppi testimoni…pensò l’uomo, traendo indietro la mano.
- Non voglio più vederti, Basta. Vattene.- dichiarò la donna.
Basta fece una smorfia.
Stava quasi per andarsene, quando, con due passi, arrivò ad un soffio da Dita di Polvere. -Non finisce qui.- sussurrò greve. Il mangiafuoco continuò a guardare fisso davanti a sé.
- Mi hai sentito? Te ne pentirai amaramente di esserti messo in mezzo…- finì Basta, con un grugnito.
Detto questo, l’uomo gettò un’occhiata truce a Roxane e girò sui tacchi, tenendosi il braccio ustionato con una mano.
Roxane si avvicinò al giovane. Guardò, poi, gli occhi azzurri di Dita di Polvere, dicendo mestamente.- Voi mi…Mi avete salvato. Quell’Incendiario…-
- Incendiario? Della banda di Capricorno?- chiese il mangiafuoco con apprensione.
Roxane annuì - Basta è il Suo braccio destro.-
E dire che non dovevo farmi notare…si disse Dita di Polvere.
- Chi devo ringraziare?- domandò con voce dolce Roxane.
- Mi chiamo Dita di Polvere… Ma non dovete…-
- Oh, sì, invece.- gli disse lei, con un sorriso - Sono fatta così: mi caccio sempre nei guai…-
- Beh, come avete visto, siamo in due... Che ci posso fare?Attiro sventure…- rivelò il mangiafuoco - Ma devo ringraziare questa avversità, dato che mi ha fatto conoscere Voi.-
Roxane si stupì.
Erano parole dolci.
Parole ben accette.
La giovane donna si limitò ad arrossire e ad abbozzare un sorriso.

  
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