Ero pronta, ero decisamente pronta per andare
via di casa, se così si poteva ancora chiamare, dopo che mia madre aveva fatto
entrare nelle nostre vite il suo nuovo compagno. Le cose tra noi non andavano
bene già da tempo. Avevo paura che per lei fosse un’altra delusione. Già avevo
paura che si innamorasse dell’uomo sbagliato per la seconda volta nella sua vita.
Io non avevo mai conosciuto mio padre o meglio non ho nessun ricordo di lui.
Avevo un anno e mezzo quando andò via di casa.
E per questo non avevo mai perdonato mia madre per non avermi dato
l’opportunità di conoscerlo con gli anni a venire. “Helena scendi è pronta la
colazione!” “Si mamma scendo!” dissi gridando dal piano di sopra. Buongiorno
signorina! disse Mike il compagno di mia madre che da neanche tre mesi si era
trasferito da noi. Odiavo quell’uomo ed ero felice di fuggire via da quella
maledetta casa che non mi apparteneva più. Buongiorno Mike! dissi neanche
fissandolo negli occhi. Scesi giù salutai mia madre con freddezza come di
consuetudine e feci colazione più velocemente possibile. Dovevo scappare, volevo questo più di ogni
altra cosa al mondo. Nel viaggio in macchina dovetti subirmi tutte le paternali
di mia madre che in tutti gli anni della mia adolescenza non mi aveva mai
fatto. E poi quell’uomo che odiavo così tanto, si aimè anche le sue. Ma chi lo
considerava. Mentre viaggiavo con la mia mente, eravamo arrivati all’aeroporto.
Il volo era anche in ritardo feci di tutto perché loro andassero via. Mamma non
preoccuparti me la cavo da sola come ho sempre fatto nella mia vita! dissi con
altrettanta freddezza, ormai era tempo di farmi una nuova vita senza di lei,
senza l’uomo con cui stava. Ok Elena allora noi andiamo! Per la prima volta
dopo tanti anni mia madre mi stava abbracciando, era davvero strano forse
troppo, tanto che mi distaccai da lei con velocità. Finalmente dopo alcune ore
di viaggio ero arrivata a Los Angeles. Scesi dall’aereo e mi recai fuori
dall’aeroporto mi guardai intorno, certo che LA era davvero enorme non che
l’aspettassi diversamente ma era molto più bella di come potevo immaginarla.
Fermai il primo taxi con cui mi diressi verso Stanford non potevo crederci il
mio sogno si stava avverando ma mancavano ancora due mesi all’inizio delle
lezioni.