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Autore: HildaGreen    05/12/2011    2 recensioni
Anche il più egocentrico del mondo può essere indulgente di tanto in tanto, ma in quel momento ero combattuto a causa del mio orgoglio. Volevo che restasse, ma se le avessi chiesto di rimanere, avrei mostrato la mia debolezza.
Per tanti anni lei è stata come la mia ombra, e fino ad ora è stato come se mi fosse mancata sempre una parte di me, con lei al mio fianco sento di poter superare Dio.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tsubaki | Coppie: Black*Star/Tsubaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Hikari to Kage'
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Un anno senza te


Tsubaki

 
Resto ancora qui, la luce negli occhi, laddove prima vi era l’ombra. Non ho idea di quanto tempo sia passato, sono qui ed aspetto, ma piuttosto, sono io ad essere in anticipo, non sono più abituata alle consuetudini di Death City.
Sulla pelle sento quel piacevole tepore dei raggi del mattino, ma rabbrividisco, il vento si insinua sotto i vestiti.
Non so che sensazione sia di preciso, in realtà mi pare che non sia nulla di tanto particolare, vedere il sole sorgere dall’altra parte della Terra.... ancora una volta dopo tanto tempo.
In alto, che sovrastava la città, c’è la scuola, la Shibusen, un edificio alquanto… originale, ma mi piacque dal primo momento che la vidi, sono custoditi qui i miei ricordi più belli.
 
Cominciai a salire le scale, quei gradini interminabili; iniziarono ad arrivare anche altri ragazzi. Aspettai accanto al muro, osservando Death City dall’alto, mentre l’entrata si riempiva e diventava sempre più rumorosa… fin quando, delle urla zittirono tutte le altre voci.
Veniva dall’alto e già dalla voce si capiva che apparteneva ad un ragazzino… un ragazzino dai capelli blu, in piedi su uno spuntone.
«RAGAZZI, RICORDATEVELO BENE, IL MIO NOME è BLACK STAR, SONO COLUI CHE SUPERERà ANCHE DIO!»
Mi incuriosii e restai ad ascoltare per tutto il tempo, fra i commenti acidi degli altri ragazzi, che diminuivano sempre più di numero. Andò avanti così per parecchio tempo.
«NON DEPRIMETEVI VOI COMUNI MORTALI, LA REALTà è CHE IO SONO TROPPO GRANDE! SONO IO CHE COMANDO IN CIELO E IN TERRA! DOMANI SPLENDERà L’AUREOLA SOPRA DI ME!»
Non rimase più nessuno oltre a me e, una volta che ebbe terminato di parlare, mi feci avanti, battendo le mani e lui scese giù.
Era molto più basso di me, ma almeno il ciuffo che aveva sulla testa lo faceva sembrare più alto e, guardandolo, dava l’impressione di essere davvero come si era mostrato fino ad allora.
«Ecco… ehm… sei molto bravo.»
Appena conclusi la frase, me lo ritrovai lì davanti, che mi fissava. «Sei la prima persona che si rende conto del mio enorme talento, complimenti! Hai un nome?»
«Certo! Tsubaki. Sono un’arma.»
«IO MI CHIAMO BLACK STAR! E sono un maestro!»
 
La luce mi infastidisce, stringo le palpebre, ma d’un tratto non sento più il calore sulla pelle e la luce non mi dà più fastidio.
Apro gli occhi, non mi ero accorta di essermi addormentata. L’erba mi solletica il viso, la vedo sfocata davanti agli occhi.
Mi tiro su e sobbalzo vedendo una figura alta e scura in piedi, di fronte a me, con il sole che tramonta alle spalle.
Ho gli occhi ancora appannati e non lo distinguo, fin quando non si piega alla mia altezza e la luce mi colpisce di nuovo il viso.
«Black Star!»
Mi mostra uno dei suoi ampi sorrisi, una delle cose di cui ho sentito più la mancanza. «Tutto ok, Tsubaki?»
Lo guardo perplessa. «Black Star… non dovevamo vederci stamattina?»
«Le star si fanno attendere!»
Gli sorrido, poco convinta. «Già!»
Abbasso lo sguardo, mi sento il viso in fiamme, la voce non mi esce. Per quanto tempo ho atteso il momento di rivederlo ed ora, le parole mi muoiono in gola.
Vorrei potergli dire quanto ho sentito la sua mancanza, è stato come se avessi perso tutto il mio profumo, è stato proprio lui ad insegnarmi, che anche una camelia può profumare.

   
Black Star  
 

“Te lo meriti, dovresti accettare” le avevo detto con un sorriso, quando mi disse che Shinigami-sama le aveva affidato un incarico, il primo come Death-Scythe.
Anche il più egocentrico del mondo può essere indulgente di tanto in tanto, ma in quel momento ero combattuto a causa del mio orgoglio. Volevo che restasse, ma se le avessi chiesto di rimanere, avrei mostrato la mia debolezza.
Per tanti anni lei è stata come la mia ombra, e fino ad ora è stato come se mi fosse mancata sempre una parte di me, con lei al mio fianco sento di poter superare Dio.
Adesso sono davvero felice che sia qui, con quel rossore sulle guance fa quasi tenerezza, però tutto questo non di addice ad un grande come me.
In verità poi, mi trovo qui da un’ora, ma ho preferito lasciarla dormire.
«Black Star…» sussurra, appena percettibile «In verità sono qui per una richiesta che mi ha fatto Sinigami-sama…»
Deglutisco, spero davvero che non dica ciò che temo, non può andarsene ancora una volta, non ora che l’ho appena rivista!
«Però io…» sembra evitare ogni contatto visivo con me e ormai è diventata rossa su tutto il viso «…ho rifiutato!»
Wow! Ho sentito davvero il masso che avevo sulle spalle, svanire di colpo.
Alza timidamente i suoi occhi blu, fino a guardarmi. «Ho capito che io voglio stare con te! Sempre che… tu lo voglia»
Come può pensare che non la voglia vicino a me, che stupida! Le tirerei un pugno, invece, le prendo il polso e la tiro a me, stringendola forte.
Sento i suoi muscoli tesi, ma poi, si arrende e appoggia il viso sulla mia spalla, ricambiando il mio abbraccio.
«Sei una stupida!»
Sento il suo respiro sul collo ed un gemito tra il riso e il pianto.
Stringe la maglietta con le dita. «Grazie!»
 


 
Questa è la mia prima fan fiction, spero sia almeno decente, ringrazio tutti quelli (se ce ne saranno) che la leggeranno
*Tsutsu*
  
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