Il personaggio che mi cammina
accanto non mi rende più sicura. Cammino guardando
quell'occhio azzurro e quasi inciampo sui miei piedi. Mi sento piccola
accanto a lui. "Dove stiamo andando?" chiedo finalmente.
Ma sono sola.
Sto forse perdendo la ragione?
E dove sono finita? Quello strano figuro mi ha dato un sentiero
da seguire. Come ha detto di chiamarsi? Stregatto...
dove ho già sentito questo nome?
Rifletto e sento di aver superato un limite, una barriera, sto per
precipitare. Sento la testa staccarsi, un forte capogiro. Cado a terra.
L'impatto con il suolo -reale, ma non doloroso- mi... sveglia. Non
stavo precipitando davvero, era solo nella mia testa. Sto impazzendo?
Degli schiamazzi attirano la mia attenzione. Il suolo inizia ad essere
una salita, sempre più faticoso. In pochi secondi mi trovo a
combattere per raggiungere la fonte dei rumori. Sembrano schiamazzi
gioiosi, come di bambini che giocano. Ascolto avidamente quei suoni
rassicuranti e cerco di aggrapparmici, con le dita mi aggrappo invece
al terreno e spingo furiosamente con le gambe per salire. La
gravità è di colpo insostenibile. Non riesco a
voltarmi, ma ho paura di precipitare, continuo a spingere. Un altro
passo, sento le gocce di sudore scendermi lungo la fronte. La
gravità scompare. Ce l'ho fatta. Mi tremano le braccia per
lo sforzo e le gambe dolgono. Allora giaccio su quella terra scura per
un poco, fino a che quegli schiamazzi mi danno nuove energie. Mi rialzo
e mi sento fresca come una rosa. Perfino il sudore è sparito.
Mi trovo su un promontorio. La terra scura di prima è
improvvisamente scomparsa, è tutto bianco e di un materiale
liscio e compatto, come plastica. E c'è una persona che
esulta sulla punta di questo promontorio, una donna. Si volta.
"Kendra?!"
"Alice! Ma sei proprio tu! Che coincidenza, come mai anche tu qui?"
"Kendra, dove siamo?"
"Guarda che mare fantastico!"
Kendra è stata una mia collega per cinque anni, poi si
è sposata e si è trasferita in un'altra
città con il marito. La ricordo come una donna allegra e
solare. Ripeteva spesso che il suo sogno era andare al mare,
poiché non l'aveva mai visto. Fantasticava di organizzare
una bella vacanza con me e un paio di nostre colleghe, ma non abbiamo
mai realizzato. Non ho più avuto sue notizie e ora me la
trovo in questo posto fuori dal mondo che si comporta come nulla fosse.
C'è qualcosa sotto.
Mi sta portando verso la cima del promontorio e con la sua parlantina
veloce mi decanta le meraviglie del mare sottostante.
Ma io non sento il rumore delle onde.
"Guarda che meraviglia!"
Un oceano sconfinato di... corni appuntiti e irti.
"Kendra..." la guardo e raggelo. Come ho fatto a non accorgermene
prima? Quella non può essere Kendra. Ha gli occhi troppo
grandi e troppo verdi per essere umana. Somiglia più a un
personaggio di un qualche manga che a una donna vera. Ma è
così reale... come tutto ciò che mi circonda.
Kendra appartiene a questo posto. Faccio per indietreggiare ma Kendra
stringe la mia mano e gioiosa esclama: "Finalmente siamo riuscite a
concederci questa benedetta vacanza! Vieni, tuffiamoci!" e mi trascina,
lanciandosi nel vuoto.
Precipitiamo rapidamente verso quei corni. La fine è vicina.
Atterro su un soffio d'aria dolcissimo. Apro gli occhi. Un sacco di
corni sono contro di me, ma io giaccio a pochi millimetri da essi. Il
cuore riprende a battere. Mi giro verso Kendra, era tutto uno scherzo
dunque. Quasi rido. La vedo. Gli occhi spalancati, vuoti. Un corno le
esce dalla testa, due dalle spalle, un terzo dalla schiena...
è rimasta infilzata. "Kendra!" "Non mi piace il mare, Alice."
Il cuore si ferma.
Sono sul promontorio e Kendra esulta. "Alice! C'è un mare
fantastico, vieni!". Non è più la ragione,
né il cuore. È l'istinto. Kendra afferra la mia
mano e io afferro la sua, cercando di impedirle di buttarsi. Dita che
si dibattono le une contro le altre. E Kendra precipita.
Non puoi farci nulla, Alice.
L'ha scelto lei.
Cosa? Mi volto. Non c'è nessuno ma nel contempo... so che
c'è lo Stregatto.
Inizio a correre.