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Autore: enyghte    06/12/2011    0 recensioni
Spock si risveglia su una spiaggia, è riuscito a sfuggire ad un naufragio. Incontra la dottoressa Adrien, infermiera dell'Enterprise. Entrambi dovranno tentare di cavarsela e capire esattamente cosa sia accaduto. Perchè, nonostante il resto dell'equipaggio sia andato perduto, Spock sente la presenza dei suoi amici terresti e c'è qualcosa di davvero strano in questo pianeta.
Genere: Drammatico, Erotico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Spock, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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La  romulana lo stava osservando con fare altezzoso.
Aveva avuto due occhi scuri come la pece e capelli ondulati sino alle spalle.
Era stato condotto lì da due guardie gigantesche. Due omoni massicci, con la pelle color catrame e brandelli di pelle per vestiti. Due grossi anelli sbocciavano dalle loro fronti quadrate ed andavano ad unire due lunghe catene alla pelle sovrastante i due buchi sotto le tempie, probabilmente le loro orecchie.
Aveva tentato uno scontro, ma non avrebbe potuto farcela nemmeno se fosse stato nel pieno delle forze. I due lo avevano sollevato come se fosse pesato grammi. Non era riuscito a correre troppo oltre la capanna. Si era imbattuto in una strada brulicante di strani esseri, vari per forma e per colore. Una donnina ossuta dipinta d’un rosso fuoco sugli occhi e sulle ginocchia, probabilmente ricoperta di squame molto simili a quelle dei pesci, si era girata verso di lui. Aveva emesso un suono mai udito prima, un urlo appena percepibile eppure enormamente fastidioso che lo aveva fatto crollare immediatamente e aveva fatto accorrere i due umanoidi bestiali. Jim aveva provato in un primo momento a colpire, ma poi aveva anche tentato una fuga, senza riuscirci. Era stato accompagnato in una piattaforma per il teletrasporto direttamente al cospetto dell’avvenente romulana.
La donna continuava a girargli intorno. Esaminandolo ed un beffardo sorrisetto era lentamente andato a formarsi sulle sue labbra.
La stanza era stata quasi spoglia, circolare, un immenso ammasso di pelli era radunato al centro.
Jim Kirk aveva tentato di avvicinarsi alla femmina romulana, ma i due tipi disposti alle sue spalle lo avevano afferrato, facendolo arretrare.
“Bene, bene, bene....” aveva detto lei accostandosi al progioniero “che ci fa qui capitano?”
Kirk aveva stretto le labbra in una sottile linea tesa: “E’ lei a capo di questo posto?” aveva chiesto con sfrontata sicurezza.
E lei aveva reagito tirando su etrambe le sopraciglia arcuate, con fare sorpreso.
“Non le conviene parlare così... signore”
Uno dei due omoni aveva estratto una lunga lama dallo stivale e l’aveva portata all’altezza del collo del suo ostaggio.
La romulana, ridacchiando, aveva fatto un gesto inequivocabile con la mano. Il furore del bestione alle spalle del capitano stava scemando.
Gli si era avvicinata con divertito sospetto:
“Lei è carne fresca, capitano...” gli aveva detto.
Jim aveva ponderato un attimo sulla situazione. Doveva salvare Bones e non era davvero il momento d’essere spavaldo, come suo solito. Ingoiando l’amaro rospo s’era rivolto alla sua detentrice con fare fintamente sereno:
“Mi ascolti... uno dei miei compagni è molto malato...”
prima che continuasse, lei scoppiò in una risata terribilmente fredda:
“Che vuole che diavolo mi importi? Per me potreste morire tutti. Risponda alla mia domanda, invece: dov’è il vulcaniano?”
Le labbra di Jim si mossero fino ad aprirsi totalmente, manifestando uno stupore che non riuscì a trattenere, anche se avrebbe voluto:
“Che ne sa lei di Spock?” le chiese accigliandosi
“Vedo che non riesce proprio a calmare i suoi bollenti spririti.... Kirk.
Il suo Sgnor Spock è davvero una bella mente. Non credevo potessero trovarsene così in giro”
Improvvisamente il capitano sentì un orrendo nodo allo stomaco. Si proiettò totalmente verso di lei, tentando di gettarsi sopra la donna per strangolarla. E lo avrebbe fatto davvero se solo le guardie non lo avessero ancora una volta trattenuto.
“Cosa gli ha fatto?” aveva urlato.
“Ehi ehi, Jim, la prego... non gli farei mai del male. Il suo primo ufficiale olte ad avere una bella mente ha anche un bell’involucro, non crede? Ho deciso che lei e i suoi compagni non siete necessari. Ma... posso concedervi di esistere”
La donna ancora una volta prese a girargli intorno. Aveva rapito la lama della guardia e aveva cominciato a farla scorrere sul petto del capitano, poi aveva aggiunto:
“Dipende da come il suo bastardo si comporterà”
“Lei sta scherzando... se non mi aiuta cl mio amico ferito... non dipenderà proprio nulla dal comportamento di Spock. E’ lui il medico di bordo e ha bisogno di essere assistito.”
Per quanto il fatto che Spock fosse in pericolo lo stesse portando ad una totale crisi, si era fatto forza. Avrebbe salvato il suo amico, l’avrebbe trovato, ma ora era Bones ad avere la precedenza.
“Non ho capito cosa vuole da me idiota... non sono umana... cosa vuole che ne sappia della vostra orripilante anatomia?” aveva scandito lei guardandolo disgustata “il colore del vostro sangue mi da i brividi” aveva aggiunto scuotendo il corpo come se fosse tremato al solo pensiero di quella fanghiglia rossastra.
“Deve permettergli di risalire... salire a bordo dell’Enterprise” aveva lentamente risposto il capitano
Lei era ancora una volta scoppiata in una risata agghiacciante:
“Per me potete andarvene via tutti” poi gli si era avvicinata “a me fate schifo, capitano.... siete come dei grossi vermi di terra e non mi interessa nemmeno avere nulla che vi appartenga... inclusa la vostra insulsa nave. Sono lontana anni luce dall’impero.”
Kirk aveva chiuso gli occhi per digerire tutti quegli insulti e poi l’aveva trapanata con uno sguardo furente: “Se è così, se davvero volete lasiarci liberi... dovrete fare in modo di concederci un contatto con l’Enterprise. Noi abbiamo perduto i comunicatori e non vorrei che qualsivoglia squadra di sbarco si affacci su questo pianeta.”
La donna aveva spostato una mano sulla cintura che le fermava i fianchi e aveva lanciato a Kirk un comunicatore.
Lui lo aveva prontamente afferrato. L’aveva guardata dubbioso. Non aveva potuto credere che lei fosse davvero così disposta a toglierseli dai piedi... doveva esserci qualcosa sotto.
“Perè ci avete chiusi in quella capanna?” le aveva chiesto frantumando il silenzio.
“La vostra vista nausea gli abitanti del pianeta.” Aveva risposto manifestando tutta la sua intolleranza “come avrà notato qui gli umani non sono ammessi... non sono graditi”
“Il signor Spock è per metà umano, lo sa?” aveva chiesto sfrontatamente il capitano “e perchè non ci avete uccisi allora?”
La donna aveva passato sulle dita il coltello “Non amiamo uccidere capitano... se foste rimasti lì, sareste comunque morti. Poi non vedo perchè avrei dovuto perdere tempo con le vostre esecuzioni. Nessuno vi avrebbe permesso di pascolare sul pianeta... e quindi interagire in qualche modo con la nostra cultura. Non avreste dovuto romperci le scatole”
La romulana aveva terminato così la propria arringa e aveva fatto cenno ai due bestioni: “Portate via questo scarafaggio, con i suoi compagni... che vada, ci liberi presto della sua presenza”
I due sollevarono Jim di peso, come avevano fatto appena aveva messo piede fuori dalla capanna, e si erano teletrasportati con lui nelle vicinanze di quella antiquata prigione, la cui funzionalità restava ancora un mistero.
I due grassoni ebano, con gli occhi rossi e le gengive spesse, senza l’orma d’un dente in bocca, lo avevano sbattuto in cella con una violenza devastante.
Il capitano era andato ad urtare la schiena contro una sbarra di ferro che fuorisciva dalla paglia.
Il giovane tenente s’era spostato prontamente a soccorrerlo e Kirk si era rimesso, barcollante, in piedi.
Il dolore lancinante alle vertebre lombari lo aveva condotto ad digrignare i denti in un urlo camuffato.
“Grazie” aveva detto al ragazzo girandosi verso il dottore “ha ripeso conoscenza?” aveva chiesto osservandolo pensosamente.
Il giovane aveva scosso la testa tristemente.
Jim Kirk non avrebbe voluto... aveva serrato le labbra: come poteva lasciare lì Spock? E se poi non fosse riuscito a tornare, se gli abitanti del pianeta non glielo avessero permesso? Non avrebbe potuto, no...
Eppure, sentiva che anche il suo corpo stava per cedere, ormai. Non avrebbe potuto fare nulla in quelle condizioni, ed, in effetti, non sapeva nemmeno come aveva fatto a resistere.
S’era avvicinato al suo amico medico e gli aveva toccato una spalla con affetto. Aveva attivato lo strano oggetto che gli aveva lanciato la romulana. Aveva premuto più tasti a caso tentando di trovare la frequenza esatta.
“Kirk ad Enterprise”.
L’ultima occhiata a quella che era stata la sua cella in quelle ore.
Con grosso rammarico... sapeva di dover lasciare il suo compagno ai romulani, ma sarebbe tornato, a costo di mettere a ferro e fuoco il pianeta.
 
  
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