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Autore: AliceLol    06/12/2011    1 recensioni
Breve FF ispirata ad una canzone di Taylor Swift (grande artista, secondo me), che mi ha sempre colpito. Uno dei protagonisti della storia è Jared Leto (altro grande artista, sempre nella mia modesta opinione), mentre l'altra è "Mary" che se si vuole può richiamare la canzone "Buddha for Mary". La FF si svilupperà in 3 capitoli, che sarebbero le parti in cui è suddivisa la canzone.
Non ho altro da dire, spero vi possa intrattenere (e magari anche piacere).
Ovviamente i personaggi non mi appartengono (purtroppo).
E' la mia prima FF, quindi non siate troppo crudeli, vi prego! Buona lettura :)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avere un clima del genere a Bossier City, in Louisiana era un evento raro. Quell’inverno era stranamente freddo, in confronto agli usuali 10 gradi che si mantenevano in zona.
Mary era affacciata alla finestra della cucina e osservava sognante i fiocchi di neve che lenti e sinuosi cadevano dal cielo fino a toccare il suolo. La loro era una vera e propria danza, un passo a due e, per una bambina di soli 7 anni quello era uno degli spettacoli più belli che potessero esistere.
“ti piace la neve, tesoro?” le chiese sua madre mescolando con un lungo mestolo di legno la cioccolata fumante e densa all'interno di una pentola.
La bambina senza staccare gli occhi dal panorama rispose quasi sussurrando “è…è bellissima!”
“Mamma! Mamma! Guarda! C’è la zia Constance con Shannon e Jared!!” urlò di gioia Mary riconoscendo le tre figure che si delineavano all’inizio del vialetto.
Pochi secondi più tardi si sentì bussare alla porta.
“Venite avanti, è aperto!”
Una donna graziosa, con una testolina bionda e gli occhi azzurri entrò nella casa seguita da due ragazzini che sembravano avere ciascuno una scodella sulla testa.
 “Buon pomeriggio signorina!” disse la donna facendo un grande sorriso e prendendo in braccio Mary per schioccarle un bacio sulla guancia.
“Ciao zia Constance!” rispose la bimba evidentemente felice.
Dopo avere rimesso a terra la piccola, si avvicinò all’amica indaffarata ai fornelli, e l’abbracciò.
“ciao Sophie.”
“ciao Con. Siete arrivati giusto in tempo: la cioccolata è quasi pronta! Jared! Shannon! Voi la volete?” chiese la donna ai ragazzi.
“certo zia!!” risposero in coro i due.
“allora venite subito qui ad abbracciarmi, piccole pesti!” aggiunse lei facendo una faccia simpatica.
I due ragazzini le corsero incontro e lei si chinò per poterli accogliere fra le sue braccia. “Ma sbaglio o diventate più alti ogni volta che vi vedo?! Di questo passo fra un paio di mesi non riuscirete nemmeno più ad entrare da quella porta!” disse Sophie pizzicando dolcemente le guance paffute dei due ragazzini felici.
“E’ proprio così, zia! E poi fra pochi giorni compirò 9 anni!” disse a testa alta il minore.
“Eh si, ormai sei un vero e proprio ometto, come tuo fratello!” rispose la donna facendogli l’occhiolino.
Le due amiche si scambiarono una rapida occhiata e sorrisero. Sorrisi di gioia, sorrisi di orgoglio, sorrisi d’amore.
“Dai avanti tutti a tavola! La cioccolata è servita!”
Gli ospiti si accomodarono, mentre Sophie versava il liquido denso nelle tazze e Mary prendeva una scatola di biscotti appoggiata sulla credenza.
“Zia è davvero buonissima! Posso averne ancora?” chiese entusiasta il maggiore dei due ometti.
“Shannon, quali sono le paroline magiche?” lo richiamò dolcemente la madre.
“Oh…per piacere…?”
“Ma certo,  passami la tazza che la riempio. Piccoli ne volete ancora anche voi?” domandò rivolta verso la figlia e il minore dei fratelli, che stavano allegramente parlando.
“si, grazie!” risposero in coro, scoppiando subito dopo a ridere.
Il clima all’interno della casa era caldo, in contrasto al candido manto che giaceva all’esterno.
“Mamma, possiamo andare a giocare un po’ con la neve?” chiese speranzosa Mary.
“Certo, ma copriti che fuori fa freddo. E prima vieni qui che ti pulisco quella bocca…sembra che tu abbia i baffi! Non è buffa, ragazzi?”
I due fratelli risero e annuirono in risposta alla donna.
“E’ vero, ma Mary e sempre una bella principessa!” intervenne poi Jared, colorandosi subito di un tenue rossore.

Il cielo si era aperto, lasciando intravedere le prime stelle che facevano capolino nell’immenso telo scuro che ricopriva le teste dei tre bambini.
Giocarono a rincorrersi, rotolarono e lanciarono palle di neve appositamente create con cura.
“Ehi! Giochiamo a nascondino, dai!” propose Shannon “andate a nascondervi, il primo giro conto io….uno….due…”
“Vieni con me” bisbigliò Jared all’orecchio di Mary che lo seguì senza fare domande.
“quattro…cinque…” la voce di Shannon era sempre più lontana.
Si appostarono sotto dei cespugli coperti da alcuni alberi e attesero che l’altro finisse di fare la conta.
“..nove…dieci! state attenti che arrivoooo!!!”
“ahi…mi è entrato qualcosa nell’occhio…!” disse Jared sottovoce, per non rischiare di farli trovare.
Mary si avvicinò a lui “fammi vedere”.
Quel bambino aveva gli occhi della madre. Variavano dall’azzurro più chiaro al grigio più scuro e in quel momento Mary, ingenua nella sua tenera età, pensò che qualcuno avesse rubato due stelle e le avesse incastonate nei suoi occhi nel momento in cui era comparso sulla terra. La neve bianca li faceva brillare oltre ogni modo, pur essendo quasi completamente buio intorno a loro, illuminati solo dalla luce fioca di qualche lampioncino posizionato qua e la in giardino.
“I tuoi occhi brillano quasi più delle stelle, Jay...sono belli! Vorrei anche io averli come i tuoi…” disse la bambina con un tono misto tra l’emozionato ed il deluso.
“Anche i tuoi sono bellissimi, Mary. Non mi stancherò mai di dirtelo.” Rispose lui sorridendole.
“ah ah! TROVATII!! Tana per Jay e Mary!! Ora tocca a te contare, fratellino.” Intervenne improvvisamente Shannon, avendo scovato il nascondiglio degli altri due.
“ragazzi!!! Forza, venite a salutare la zia Sophie; si torna a casa!” la voce della mamma fece rizzare le orecchie ai fratelli, che un po’ amareggiati si avviarono verso l’uscio.
“ciao zia!” urlarono in coro quando giunsero sotto il portico.
“ciao piccole pesti….tornate presto a trovarmi, mi raccomando!” e così dicendo lasciò un bacio sulla fronte di entrambi.
Jared si avvicinò cautamente a Mary, le diede un bacio sfuggente sulla guancia e la guardò “i miei occhi potranno anche brillare più delle stelle, ma i tuoi sono più belli della luna.” E così dicendo tornò sui suoi passi e prese per mano la madre.
Sophie e Constance in quel momento si guardarono e roteando gli occhi si intesero, senza bisogno di alcuna parola.
Mary tornò in casa con la madre, si accomodò di nuovo davanti alla finestra della cucina e appoggiando il naso contro il vetro freddo osservò il resto della sua famiglia incamminarsi verso casa, poche centinaia di metri più lontana.
° ° °
“Tanti auguri Jay!!!” Mary era corsa incontro al suo migliore amico e lo aveva abbracciato forte, per trasmettergli tutto l’affetto, in un giorno così importante.
Era il 26 Dicembre, e Constance aveva organizzato una piccola festicciola tra pochi amici per il compleanno del figlio.

Solo una settimana prima la neve era caduta su Bossier City. Solo poche ore prima avevano festeggiato il Natale tutti insieme a casa di Sophie. Ma quel giorno il sole splendeva e la poca neve rimasta si stava già sciogliendo.

“Grazie Mary! Adesso apro il tuo regalo!”
Quando il festeggiato finì di scartare la piccola scatola donatagli dall’amica, i suoi occhi si illuminarono
“ma è un plettro! È stupendo! Grazie Mary, grazie zia Sophie!!”
“figurati tesoro…promettimi solo che quando diventerai un cantante famoso, ricorderai sempre chi ti ha regalato il tuo primo plettro” rispose Sophie con un grande sorriso e accarezzando la guancia del ragazzo.
“non preoccuparti, lo farò!” disse Jared entusiasta, mentre si allontanava raggiungendo altri amici.
“Con, Shannon dov’è?” chiese preoccupata la donna all’amica.
“A letto…non si sente molto bene. Probabilmente ha mangiato troppi dolci negli ultimi giorni! Quel ragazzino va sempre tenuto sott’occhio, altrimenti si abbuffa come un porcello e poi rimane bloccato sotto le coperte per giorni interi!” disse contrariata Constance.
“mi dispiace…vorrà dire che più tardi andrò a fargli un saluto” disse Sophie in tono solare.

La festa trascorse tra risate e giochi spensierati, fino a che non arrivò sera e tutti gli invitati tornarono a casa.

“Vi fermate a cena tu e Mary?”
“Se non ti è di disturbo, molto volentieri!”
“ma cara, voi non disturbate mai! E poi ho tutti gli avanzi di ieri che mi hai fatto portare a casa, quindi più siamo, prima li finiamo!” e scoppiarono così in una risata sincera.
“Mary, mi accompagni a portare i regali in camera?” chiese Jared, sommerso da pacchi, carte colorate e giochi.
“si! Così saluto anche tuo fratello!”
Salirono in silenzio le scale, per paura di disturbare Shannon in caso si fosse addormentato. Mary socchiuse la porta della camera e diede una sbirciata verso il letto del maggiore.
“ehm…Jay….Shannon non c’è!” disse la bambina con un’espressione interrogativa e aprendo totalmente la porta.
“ah..beh sarà andato nel lettone della mamma….quando stiamo male di solito lei ci lascia riposare la” rispose il ragazzo entrando e posando a terra tutto ciò che teneva fra le mani.
“beh, allora come ci si sente ad avere 9 anni?” chiese Mary curiosa.
“non cambia granchè…però ora so di essere più grande, quindi posso fare più cose……da grandi!”
“ahahah si?? Tipo cosa?!”
“tipo…….posso andare a scuola da solo, magari…..e dare un bacio ad una ragazza che mi piace, magari…”
“ah si?! Secondo me non avresti il coraggio di baciare nemmeno me!” rispose Mary prendendolo in giro.
“tu credi?” e così dicendo si avvicinò a lei sporgendo in avanti le labbra fine, ma la bambina scattò indietro e uscì dalla porta per arrivare alle scale “non riesci nemmeno a prendermi!”
“figurati! Sono più grande, ti batto come e quando voglio!” e così dicendo cominciarono a rincorrersi su e giù per le scale, in soggiorno, in atrio, fino a cadere sfiniti sul divano, ancora ridendo come matti.
La serata volse al termine tra chiacchere e ulteriori festeggiamenti in onore di Jared, così Sophie e Mary salutarono e si avviarono verso casa.

Mary, tirate le coperte fin sotto al naso, ripensò alla giornata appena trascorsa. Un altro giorno passato con gli amici, con la famiglia, con le persone amate; ore volate in allegria e spensieratezza.
Poco prima di addormentarsi, dopo aver ringraziato per tutto ciò, come la mamma le aveva insegnato, chiese di poter vivere altri momenti come quelli; chiese che le note di gioia che avevano fatto da colonna sonora a quest’ultimo periodo, potessero ripetersi ancora, ed ancora. Così le sue piccole palpebre cominciarono a vibrare: segno che stava già sognando.
  
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