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Autore: Kumiho    07/12/2011    2 recensioni
Eppure avvertì distintamente i suoi passi che si avvicinavano, riuscì a prevedere la stretta del suo abbraccio diversi secondi prima che lo toccasse, poté perfino indovinare la pressione esatta con cui lo avrebbe sfiorato; ciò che non riuscì a predirre fu la sensazione di estasi che le sue dita contro i propri muscoli doloranti gli trasmisero in modo così inaspettato, i brividi di felicità che la salda pressione del suo petto contro i lividi della propria schiena gli scatenarono lungo ogni ammaccata vertebra della colonna vertebrale.
Genere: Dark, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Rabi/Lavi, Yu Kanda | Coppie: Rabi/Kanda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Just go home



L'odore di pietra fredda impregnava ogni particella vagante nell'aria umida di ogni singolo corridoio buio in cui continuava a svoltare, il freddo sterile emanato dalle mura gli si infiltrava fin sotto la pelle spingendo il poco calore conservato dal proprio corpo a fuoriuscire condensato in nuvole di respiro.


L'eco assordante dei sui passi riecheggiava nell'oscurità, rimbalzando contro le gocce di umidità che scivolavano lungo le pietre scure, carezzando il sottile strato di muffa precipitavano verso il basso, ingravidandosi ad ogni nuovo centimetro.


Il lungo mantello dell'uniforme, o per meglio dire i pochi stracci che la facevano sembrare ancora tale, sfregava ad ogni nuovo passo contro il pavimento gelido, sterile come le correnti d'aria che ne muovevano la polvere in minuscoli mulinelli ancorati a terra da granelli più grandi.


I muscoli delle spalle e della schiena gli dolevano come poche altre volte era successo ed i nervi accavallati delle braccia e delle ginocchia spossate gli trasmettevano fastidiose scariche di dolore e tremore alle estremità, che tentava di muovere con mera freddezza ed indifferenza.


Il gusto del sangue e del gelo di novembre, secco e crudele, gli impregnava ancora le labbra screpolate e il sapore di terra e morte gli stanziava in bocca da un tempo ormai immemorabile accrescendo il suo astio e il desiderio di stare finalmente da solo.


Come sempre la missione si era conclusa nel modo che aveva previsto: svolta eccellentemente nel minor tempo possibile. Scostante e glaciale si era rivelato il solito, magistrale cane dell'Ordine. Col minimo delle perdite era riuscito ad ottenere il massimo risultato e adesso tutto quello che desiderava era sfuggire alla morsa gelida dei lugubri corridoi della torre, che attanagliavano i suoi muscoli stanchi e la sua indifferenza, e immergersi, come in un limbo, nel silenzio della propria stanza. Magari in un sonno senza sogni.


Yuu...”


Il pavimento smise di scorrere sotto al suo sguardo tenuto basso da quando, rientrato, ne aveva seguito la linea immaginaria che, da sempre, lo guidava fino alla sua stanza impedendogli di incontrare le occhiate ansiose di quasi tutti i membri dell'Ordine Oscuro.


Tutti tranne uno.


Cosa vuoi?”


Il proprio tono gli sembrò ancora più tagliente acuito dall'aria gelida del corridoio umido, rimbalzando contro l'aria gelida gli giunse alle orecchie in poco più di un sibilo crudele. Le braccia e le gambe seguitavano a tremargli mentre tentava di nascondere la propria spossatezza, e pregò affinché lui non lo notasse.


Sei tornato...”


Mormorò appena l'altro di rimando, accalorando col solo alito di quelle due parole ogni singolo spiffero vagante, cristallizzandolo in microscopiche gocce di vapore tiepido nell'aria attorno a lui. Credette di sentire, per un attimo, il suo respiro caldo intiepidirgli le punte delle dita gelide, le orecchie congelate ed il naso intorpidito dal freddo.


è tardi ...” Sibilò ghiacciando nuovamente l'aria in un doloroso disappunto “...vattene a letto.”

In un fruscio rumoroso proseguì a camminare, seguitando a trascinare con un lugubre rumore i cenci della divisa contro le pietre del pavimento. Poteva avvertire il suo sguardo sulla schiena, scivolargli su tutto il corpo individuando in pochi secondi ogni ferita, ogni scompostezza, ogni causa del suo incedere insolitamente goffo.


Yuu... ti prego, vieni con me...si stanno preoccupando tutti, andiamo da loro.”

Sussurrò piano ma fu abbastanza per riempire ogni anfratto gelido del corridoio.


Non mi interessa.” Sibilò Kanda tra i denti “Ora come ora voglio solo riuscire a riposarmi.”


Probabilmente, in seguito, avrebbe dato la colpa di non essersi scostato alla propria stanchezza o all'insistenza dell'altro; fatto sta che non si mosse di un millimetro.


Eppure li avvertì distintamente, senza alcuna fatica, i suoi passi che si avvicinavano, riuscì a prevedere la stretta del suo abbraccio diversi secondi prima che lo toccasse, poté perfino indovinare la pressione esatta con cui lo avrebbe sfiorato; ciò che non riuscì a predirre fu la sensazione di estasi che le sue dita contro i propri muscoli doloranti gli trasmisero in modo così inaspettato, i brividi di felicità che la salda pressione del suo petto contro i lividi della propria schiena gli scatenarono lungo ogni ammaccata vertebra della colonna vertebrale.


Allora stai solo con me, Yuu...” Gli sussurrò tra i capelli impregnati di ghiaccio e terra.


Kanda non disse niente, non sarebbe servito.


Lui se lo rigirò tra le mani, come una bambola delicata, accarezzandogli i capelli e baciandogli il capo. Gli scostò i ciuffi umidi dalla fronte per sfiorarla con la punta del naso e delle labbra , mentre col pollice gli accarezzava piano uno zigomo livido. Kanda teneva lo sguardo basso, respirando piano il suo odore, reprimendo il desiderio di stringerlo a sua volta per cacciare definitivamente ogni traccia di gelo dalle sue ossa stanche.


Yuu...” Lo chiamò piano abbassandosi ancora per baciargli le guance gelide “...guardami, Yuu”


...non chiamarmi per nome, stupido...”

Mormorò Kanda posando bruscamente la testa sulla spalla di lui, con un tonfo impercettibile che probabilmente sarebbe stato un pugno se solo avesse avuto la forza o semplicemente abbastanza voglia di arrabbiarsi come suo solito.


Gli prese il viso tra le mani, facendo poggiare la propria fronte contro quella di Kanda.


Guardami” Ripeté in un sussurro caldo che si infranse contro le labbra dell'altro.


Kanda lo fece. E fu come guardare il sole ad occhio nudo.

Sentì il freddo e il dolore che lo imprigionavano infrangersi col fragore di mille vetri rotti mentre i riflessi del suo sguardo lo avviluppavano in un bozzolo caldo d'ardore puro. Fu come se ogni traccia di gelo fosse scomparsa mentre sul viso dell'altro compariva un sorriso luminoso e gentile.


E quando le sue labbra si posarono sulle sue fu come tornare finalmente a casa.




Ed il dolore non sembrò più dolore mentre il calore di Lavi lo intorpidiva come la primavera.





END.



Salve^^, mi rendo conto che con questa one-shot vado contro tutti i miei principi, dato che avrei altre mille fan fic da finire, ma il mio entusiasmo per gli ultimi capitoli di D. Gray era troppo grande perché riuscissi a trattenerlo (anche se Moyashi continua ad essere troppo tra i piedi per i miei gusti)...ç__ç (grazie Hoshino-sensei, cercherò di non dubitare più di lei!) ehm, ehm, ad ogni modo... è il momento delle spiegazioni:


In questa fan fiction il fatto che Kanda sia tornato da una missione è ovvio, un po' meno lo è il fatto che sia ferito, dato che tutti sappiamo che grazie al suo potere può, in cambio della sua energia vitale, ripristinare ogni ferita fisica... il dolore di cui ho scritto è dunque un mistero, ma io l'ho inteso soprattutto come un dolore introspettivo che si manifesta, per Kanda, come ferite immaginarie sul proprio corpo. Oltretutto nel manga non specifica il fatto che Yuu non provi dolore comunque, anche una volta che le ferite sono scomparse, ma ovviamente voi potete immaginare ciò che più vi aggrada.


Ho nascosto fino all'ultimo il fatto che “l'altro” sia Lavi, anche se penso fosse abbastanza ovvio, chi altro avrebbe potuto essere!? Ihihih!


Bhè, ora mi dileguo in cerca di altra, eventuale, ispirazione, per disegni o fan fiction... spero, ovviamente, che quella appena conclusa vi sia piaciuta... ad ogni modo, fatemi sapere...


Slurp, Kumiho.

  
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