Bum, bum, sorriso.

«Non ho paura di morire, sono preparato alla morte perché non ci credo. Penso che sia solo scendere da un'auto per salire su un’altra.»
John Winston Ono Lennon, 1940 – 1980. 

«I was shot...».
E’ l’unica cosa che riesci a dire, Lennon, mentre cadi goffamente sull’asfalto duro e freddo.
Forse è sangue quello che ti macchia le dita, quello che riflette i tuoi occhi vitrei e spenti – non guarderanno più le stelle.
Hai dimenticato anche come respirare, Lennon, tu che sapevi farlo accarezzando le corde di una chitarra; il cuore, però, quello ti batte ancora nel petto – lo senti, che ti rimbomba nelle orecchie come tuoni della notte più buia?
Parlavi di sogni, di speranze, di ideali macchiati di cielo; dove sono finiti, Lennon, distrutti da colpi di pistola che ti fanno a pezzi l’anima?
Bum, bum.
E’ l’unico suono che senti, ora; avresti potuto scriverci una canzone.
Sorriso.
Sai che le corde della tua chitarra non vibreranno più.

Hayley's corner

Eeeeh già. Insomma, davvero vi aspettavate che io non avrei scritto una storia per i trentuno anni dalla sua morte?
Ogni anno che passa diventa sempre più pesante - cos'avrebbe potuto insegnarci? E' la domanda che mi faccio sempre. 
E' difficile, andare avanti in questo mondo senza sogni; John era un po' il motore, colui che credeva in un'utopia di ideali che non sarebbe mai esistita.
Questa drabble, o flashfic, - ho sforato come mio solito -, non è degna di Lui. Ma è dedicata a Lui, e Lui soltanto, che magari adesso starà strimpellando in un'altra vita. Il titolo è il più strambo che io abbia mai scritto. E' l'una di notte ed io sono qui, a sproloquiare con tre lettori in croce. Ho taaanto sonno sonno e___e e sono stra contenta che il Napoli sia arrivato agli ottavi di finale, yeah.
Spero vi sia piaciuta, come mio solito ci ho messo l'anima e ci tengo molto. John Lennon resterà, sempre, una di quelle persone che mi fanno respirare grazie alla loro musica e alla loro etica; questo è il minimo che potessi fare.
In memoriam.

Above us only sky.