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Autore: Needless Emotion    08/12/2011    7 recensioni
Frasi dettate dal cuore.
Perchè in fondo la memoria è l'unica cosa che può mantenerlo ancora in vita.
John Lennon: 1940 - ∞
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Lennon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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8 Dicembre 1980.
L'umanità perde il grande John Lennon.
Un mito per tutti noi.
Un grande uomo di cui il mondo ha bisogno.




E una delle cose che mi fa più rabbia…è che non ti ripaghiamo abbastanza.
I nostri ricordi non bastano.
Se tu fossi qui, sulla terra, risorto, (per non so quale motivo, e non voglio saperlo…) e vedessi tutto questo scempio…
Questa generazione, ormai rovinata.
Questa musica. Orribile.
Ci servi, John.
A tutti.
Sicuramente tu avresti saputo come risollevarci il morale…
Forse facendo una delle tue solite smorfie buffe, chissà.
O anche solo suonando…mandando però tutti in uno stato di trance.
E’ una tristezza.
In tv fanno “la maratona Lennon”.
Alla radio trasmettono Imagine… “in onore di un uomo che non meritava la fine che ha fatto".
Parole loro, eh.
Ma vi sbagliate, tutti quanti.
John non è morto quel dannato giorno.
Non morirà, almeno fino a quando noi lo ricorderemo.
Perché il nostro ricordo lo mantiene vivo.
John. Chissà cosa avresti fatto in tutto questo tempo, se tu fossi ancora vivo.
Già, c'è quel maledetto ipotetico, se.
Abbiamo bisogno di te, ti prego!
 
 
 
Sospiro.
Lui mi guarda di sottecchi, apre la bocca, come per dire qualcosa, ma subito dopo la richiude.
Mi giro verso di Lui.
“Sei così meraviglioso…I tuoi capelli castano chiaro tendente al biondo…il tuo mascellone…” ridacchio, e Lui accenna un sorriso.
“Il tuo naso aquilino…beh, che dire? E’ perfetto! Ho sempre amato il tuo naso…” continuo io, seguendo la sua curva.
“E le tue labbra, così sottili ma decisamente invitanti.
Indugio un po’ con il dito sulle sue labbra, e dopo un po’ lo allontano.
Sorride.
Dio, è così bello.
Mi abbraccia, senza proferire ancora una parola.
Mi abbandono a Lui, appoggio il volto sul suo petto, e scoppio a piangere.
“John..abbiamo bisogno di te…IO ho bisogno di te…” balbetto, tra i singhiozzi.
Lui mi allontana un po’ la testa, guardandomi dritta negli occhi, con i suoi, meravigliosi, occhi color nocciola.
“Devi accettarlo…prima o poi tutti dobbiamo andarcene...in un modo o nell’altro…”
Singhiozzo sommessamente.
“Ma tu te ne sei andato troppo presto!” replico.
“Sinceramente, preferisco andarmene così, piuttosto che come un vecchio che non si decide a lasciare questo dannato mondo.” Ribatte Lui, a metà tra l’ironico e il malinconico.
“Solo di una cosa mi pento…non ho potuto salutare nessuno. Non ho potuto chiedere scusa a nessuno…a Paul.” Sospira, passandosi una mano tra i capelli.
Io gli sorrido, per incoraggiarlo.
Lui si riprende.
“Devo andare…ci vediamo presto, ciao.” aggiunge, sussurrando.
E io non posso fare altro che guardarlo andare via, senza poter fare nulla.


Perché da quando ascoltiamo i Beatles ci sentiamo tutti un po’ britannici.


  
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