Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: _MadameRed_    08/12/2011    1 recensioni
One-Shot su Elizabeth.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elizabeth Middleford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stupida.
Avevo più volte riflettuto su cosa pensasse Ciel di me.
Che fossi una stupida, probabilmente. Una ragazzina stupida che pensa solo all'apparire carina. In un certo senso, era proprio quello che volevo. 
 
Quando ero piccola, pensavo che diventare la moglie perfetta per il Cane da Guardia della Regina volesse dire diventare una donna pronta ad aiutarlo nella lotta contro il crimine. 
Ciel, che è un anno più giovane di me, aveva cominciato a frequentare le lezioni di mia madre, Lady Francis Midford, così abile nella scherma da essere riuscita a battere suo marito, il marchese Midford, capo dell'Ordine dei cavalieri. Quasi sempre la lezione finiva con un Ciel in lacrime e una Francis indignata. 
"Sei l'uomo che sposerà mia figlia!" strepitava. 
Non appena la marchesa si allontanava, correvo da lui. Una volta mi rivelò la sua paura nei confronti di mia madre.
Ciel aveva paura della donna che avevo preso come modello. In tutti quegli anni avevo sperato di diventare come lei. 
Giocavamo sempre insieme. Un giorno, Madame Red mi aveva rivelato che per essere perfetta, una lady doveva apparire ingenua, carina e innocente. Inoltre doveva sorridere sempre accanto al suo uomo.
Fu quello il giorno in cui cambiai idea sulla moglie che volevo diventare.
Cominciai a comprare vestiti ricchi di merletti e dai colori accesi. La mia stanza ormai era tappezzata di peluche. Predominava il rosa. E' la mia idea di "carino".
Stava davvero cominciando a piacermi.
 
Finchè... Finchè la cameriera irruppe nella mia stanza urlando: -Signorina, la famiglia Phantomhive è...
 
La famiglia Phantomhive era perita in un incendio. L'unico sopravvissuto era Tanaka, il maggiordomo.
I resti di Ciel non erano stati ritrovati.
 
 
Avevo dato tutto per lui.
Avevo rinunciato ad essere forte come mia madre, solo perchè a Ciel faceva paura.
Avevo rinunciato ad essere elegante ed austera come lei.
Avevo rinunciato agli allenamenti di scherma.
Tutto era stato vano. 
 
Per un mese, il nero fu l'unico colore che adornò la mia stanza, i miei vestiti e , soprattutto, il mio cuore.
 
 
 
Poi, finalmente, una bella notizia.
Ciel era vivo.
 
Ero incredula. Nonostante la mia felicità fosse immensa, nel sapere che il mio adorato fidanzato non era morto, non potevo crederci. Com'era possibile che, dopo tanta tristezza, accadesse una cosa così fantastica?
Forse è vero che dopo la pioggia c'è sempre l'arcobaleno.
 
Ma Ciel era cambiato.
Come se il bambino spensierato che era stato un tempo fosse stato sostituito da un Ciel freddo, adulto. L'unico sorriso che aleggiava sul suo volto era falso, furbo e leggermente malizioso. Certo non la risata infantile che lo caratterizzava.
Per la prima volta mi accorsi di essere cresciuta. Ero quaalche centimetro più alta di lui. La mia cameriera, un po' sciocca, a dirla tutta, non mancava mai di ricordarmelo.
In quei momenti non riuscivo a trattenere qualche singhiozzo. Maledicevo mentalmente il mio corpo. Avrei fatto sfigurare Ciel. 
Io cominciai ad indossare scarpe con i tacchi bassi, Ciel cominciò a comprare scarpe con i tacchi più alti dei miei.
Tutto procedette tranquillamente, finchè non arrivò una brutta notizia. 
Madame Red era morta.
 
Già, zia Angelina. Indossava un vestito bianco, senza troppi pizzi e merletti. Era molto pallida. Non aveva le labbra tinte dal rossetto, come suo solito. I gigli bianchi di cui era stata circondata non le donavano. 
Quel giorno, in chiesa, Ciel sembrava afflitto. Era vestito elegante, portava una rosa rossa all'occhiello, aveva i capelli raccolti ordinatamente. Era perfetto. 
 
Anche troppo.
 
"A te non donano i fiori bianchi né gli abiti modesti. Ciò che dona a te è il rosso della passione."
 
Era quello che aveva detto, posando un lungo vestito rosso fiammante su quello misero e semplice della zia.
 
 
Quando ho visto la sua faccia, devo ammetterlo, sono stata felice.
Una parte del mio animo gioiva nel vedere Ciel triste.
Certo, mi dispiaceva per il mio fidanzato e soprattutto per Madame Red, ma in quel momento era come se fosse... Umano. Era come se fosse tornato umano. Mi rassicurava. Era la conferma che Ciel provava delle emozioni, come me.
 
 
 
Ed ora eccomi qui. 
Sto per essere uccisa da questi cadaveri senz'anima, delle sottospecie di zombie.
 
Devi essere carina, Lizzy. Fino all'ultimo.
 
E' questa la morte che ho scelto. Una morte da perfetta lady. Una morte perfetta per la moglie del Cane da Guardia della Regina.
 
Ciel urla.
 
Il tuo fidanzato potrebbe anche morire.
 
 
-Volevo che pensassi che fossi graziosa...- dico, singhiozzando. -Fino alla fine.

Impugno la spada.
 
Spero di aver portato un po' di felicità nella tu vita, Ciel.
  
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