Alloooooooora
…
Questa fanfic
qui è la
prima che ho scritto su Kyouya e Tamaki ed essendo un po’
vecchiotta l’ho
ritirata fuori per vedere come sistemarla. E’ scritta in
terza persona, non so
davvero come ho fatto visto che al momento lo trovo molto faticoso, ma
spero vi
piaccia comunque. Detto questo, buona lettura! :)
Ci troviamo
all’istituto
Ouran, nell’aula di musica di un certo club. Tamaki sta
cercando di ottenere
l’attenzione dei membri.
- Ehi, ragazzi,
che ne
dite di fare una gita tutti insieme? – chiese.
- Che tipo di
gita Lord? –
domandarono i gemelli all’unisono. Il loro tono era irritante
come al solito.
- Non lo so
… pensavo di
fare un picnic alla seconda residenza dei Sous … che ne
dite? –
-Ma
perché? Andiamo in una
delle nostre ville all’estero … - disse Hikaru.
- Vi ricordo che
Haruhi
non ha il passaporto … - intervenne Kyouya.
- Grazie
– disse Haruhi al
moro.
- Di nulla
– rispose lui
sorridendole.
“E’
proprio il sorriso del
demonio!” stava pensando la ragazza.
- Uffa! Ok, se
è così per
noi va bene. – decisero allora i due.
- Mori, Honey
siete dei
nostri? –
- Io e Takashi
ci stiamo,
vero? – chiese il biondino a Mori che rispose come al solito
‘Oh’.
“Sempre
di poche parole …”
pensò Tamaki.
Si rivolse ad
Haruhi: - Tu
inve … -
- Assolutamente
no! –
rispose lei, senza neanche lasciarlo finire di parlare.
- Ma
perchééééé?
– chiese
il re piagnucolando.
-
Perché devo studiare e
perché non voglio! – disse lei decisa e scocciata.
- Haruhi, ho
preso le tue
parti con i gemelli … - le rinfacciò Kyouya con
il suo solito sorriso.
“E’
proprio un demonio!”
- Ok, per
stavolta passi
ma la prossima, se non accetti, raddoppieremo il tuo debito!
– decretò Tamaki.
- Nooooooooooo!
Devo
scappare da qui! – urlò Haruhi pensando a quello
che le sarebbe potuto
succedere.
“Mi
nasconderò dove non
potranno mai trovarmi” stava pensando la ragazza.
- Tu Kyouya? Ti
unisci a
noi? – era molto speranzoso il suo tono.
- Non ho nulla
di meglio
da fare … - disse il moro col suo solito tono indifferente
mentre, con un gesto
elegante, si tirava su gli occhiali.
- Allora
è deciso –
concluse Tamaki, mettendosi nella sua posizione preferita - domani tutti a casa mia
per un picnic! -
“Perfetto!
Ora devo solo
mettere in atto il mio piano.”
Il giorno
seguente, finita
la scuola, il gruppo si allontanò dall’istituto
per recarsi alla seconda
residenza dei Sous.
- Allora ragazzi
vi piace
la mia casa? – chiese il re al resto del gruppo una volta
arrivati, allargando
le braccia in direzione della sontuosa residenza.
Come al solito i
gemelli
ebbero da ridire: - E’ troppo piccola, quello è
storto … -
“Mamma
mia che nervi! Ma
perché li ho invitati questi due?!” Si chiese
Tamaki, frustrato.
L’unica
nota positiva era
la presenza di Kyouya: era proprio per stare un po’ con lui
che aveva
organizzato questa gita. Lasciò stare i suoi pensieri e
cominciò a fare gli
onori di casa.
- Ragazzi
seguitemi, da
questa parte. No Honey, lascia stare quelle scimmie perché
altrimenti ti tirano
i cocchi … - stava per dire qualcos’altro ma si
fermò: evidentemente le scimmie
avevano preso in simpatia sia
Honey che
Mori perché avevano un ananas in testa, simbolo dei sovrani.
- Come non
detto. Comunque
sbrigatevi a venire, altrimenti i gemelli mangeranno tutto.-
gridò loro il
Lord.
- Ehi, non
è vero!-
rispose Hikaru con la bocca piena.
- Ok, Tama-chan!
Arriviamo
tra un minuto!- gridò in risposta Honey.
Intanto il re
aveva
raggiunto il luogo del picnic.Era stato preparato sotto gli alberi di
pesco in
fiore: un vero spettacolo per gli occhi.
Tutto il gruppo
lo
raggiunse e iniziarono a mangiare.
- Ehi, Lord, hai
preparato
tu tutte queste prelibatezze? – chiese Kaoru con la bocca
piena.
- No,
è stata la cuoca ma
avrei potuto benissimo farlo anch’io e … - non
finì la frase perché Hikaru parlò
per tutti.
- Ok, abbiamo
capito: li
ha fatti la cuoca perché non ti ha permesso di entrare in
cucina sapendo quello
che hai fatto per ricreare il piatto preferito del vice preside!-
sghignazzò
Hikaru.
La faccia di
Tamaki era
una maschera di emozioni: indignato, arrabbiato, offeso e imbarazzato.
Per non
rispondere al colpo basso dei gemelli, si tappò la bocca con
un onigiri.
Intanto Kyouya, senza farsi notare, fissava il re da circa
mezz’ora, osservando
il suo comportamento. Avendo mangiato molto, un’ora dopo
erano tutti mezzi
addormentati. Tamaki, prevedendo la cosa, aveva puntato la sveglia:
fece
prendere un colpo a tutti soprattutto a Honey e Kyouya che per
un’ora buona
furono intrattabili. Cercando il meno possibile di irritare i due,
decisero di
giocare a nascondino.
- Allora ragazzi
chi si
acceca?- chiese il Lord.
- Facciamo la
conta.-
sentenziò Mori, parlando per la prima volta.
Toccò proprio a lui accecarsi.
- Allora mi
acceco anche
io!- disse Honey pieno di entusiasmo.
- Ok. Avete 40
secondi per
nascondervi! 1 … 2 … 3 … -
iniziò il biondino. Mori era diventato la sua
spalla. Di nuovo.
Tutti si
sparpagliarono in
giro per il giardino della residenza: c’erano statue ovunque
ed il giardino, ben curato,
era pieno di rose bianche e rosse in
fiore.
I gemelli
optarono per una
delle tante statue del giardino, Tamaki si mise dentro
l’armadio delle scope e
Kyouya dietro la tenda del salone.
- Kyouya!-
bisbigliò il
biondo – Kyouya! Vieni qui dentro! Li ti si vedono i piedi.
Ti troveranno
subito in questo modo. –
- Ok, arrivo.
– bisbigliò
l’altro in risposta.
Una volta
nell’armadio, si
accucciarono vicini. Per Tamaki era un’occasione da non
perdere. Si avvicinò
ancora di più al moro.
- Kyouya?
– lo chiamò. Lui
si voltò e il biondo lo baciò: era un bacio
timido e insicuro. Kyouya, spaesato
e sorpreso, si staccò subito da lui.
- Tamaki che
stai
facendo?! – chiese il moro.
- Non vuoi che
lo faccia
più? – Il
re nell’ombra guardò quei suoi
occhi blu, così ingenui e sinceri.
- Hai detto
bene: non
voglio … - la delusione sulla faccia di Tamaki era molto
evidente.
- …
perché voglio farlo
io! – sussurrò all’orecchio
dell’altro.
- co
…! – Non finì di
parlare: il moro lo stava già baciando. I suoi baci erano
molto dolci: di
solito era così freddo, calcolatore. Invece , in quel
momento era più caldo che
mai.
-
Perché non l’hai mai
fatto prima? – chiese Tamaki, rosso in viso, quando si
staccarono un attimo per
riprendere fiato.
-
Perché non ero sicuro
che tu mi volessi. Stavo pensando se baciarti o meno, ma sei stato
più veloce
di me! –
Sorrise.
Era la prima
volta che
Tamaki vedeva sul suo viso un sorriso così sincero e non uno
di cortesia.
E quel sorriso
era rivolto
proprio al re.
- Grazie.
– disse il Lord,
timido.
- Per cosa?
– chiese
Kyouya perplesso.
- Per avermi
baciato. Non
avrei potuto sopportare un minuto di più di averti
così vicino e non poterti
nemmeno sfiorare, figuriamoci baciarti … a proposito di
baci: non potrei averne
ancora? – chiese con gli occhi che brillavano di desiderio.
- Ehi, non
approfittarne …
potrei non limitarmi più ai baci … - disse Kyouya
con voce seducente
all’orecchio dell’ altro, spostando la mano sul suo
basso ventre in modo molto
eloquente.
- So che non lo
farai –
disse il biondo – non ricordi che stavamo giocando a
nascondino? Ormai Honey e
Mori avranno già trovato i gemelli e poi non sei
così sprovveduto da non averci
pensato! Quindi … - disse baciandolo – per
il momento, dovrai
accontentarti di
questi – aggiunse malizioso.
- Infatti io ci
avevo
pensato … - rispose Kyouya baciandolo ancora e ancora - … ma non mi
importa – concluse con enfasi.
Il moro alzò gli occhi neri lucenti ed incontrò
lo sguardo imbronciato di
Tamaki.
- Importa a me!
Nel club
già non mi portano rispetto emi prendono in giro, figurati
se mi vedono con te
… - si accorse delle sue parole equivoche.
- Non che non
voglia stare
con te ma tu al club non mi aiuti … - disse in un soffio,
abbassando lo sguardo
sulle sue mani.
Kyouya gli prese
delicatamente il menti tra le dita per guardarlo negli occhi.
- Non posso. Se
ti
aiutassi, in qualunque modo, capirebbero che c’è
… qualcosa di più tra noi … e
poi ringrazia che non ti sia saltato addosso la prima volta che siamo
rimasti
soli … - disse baciandogli il collo.
- Avrei
preferito che
l’avessi fatto … così non avrei
sofferto pensando che non ti importasse nulla
di me … - disse Tamaki abbracciandolo con forza e affondando la testa nel
petto dell’altro.
Aveva le lacrime agli occhi.
- Puoi stare
tranquillo:
non ti lascerò mai. – disse Kyouya per
rassicurarlo.
- Lo prometti?
–
- Lo prometto.
–
Tamaki gli fece
un gran
sorriso. Il più bello che Kyouya avesse mai visto.
- Io mi sono
stancato di
stare qui, usciamo. – disse il biondo.
-
D’accordo. –
Aprirono la
porta
dell’armadio e si trovarono davanti le facce perplesse degli
altri membri del
club. I gemelli, inevitabilmente, cominciarono ad impicciarsi degli
affari dei
due.
- Che ci
facevate li
dentro insieme? –
chiesero
enfatizzando molto l’ultima parola.
- Ci stavamo
nascondendo.
Mi sembra ovvio. – rispose prontamente Kyouya.
Honey, molto innocentemente, chiese - E allora
perché
Tama-chan è tutto rosso? –
Il re
cercò di farsi
piccolo piccolo e guardò Kyouya, che gli restituì
lo sguardo.
E ora che
avrebbero
detto??
- Tamaki era
schiacciato
contro le ante dell’armadio perché era buio e io,
visto che non riuscivo a
vedere niente, per sbaglio gli ho dato uno schiaffo. –
inventò Kyouya sul
momento.
- Ora
è tutto chiaro. –
disse Honey annuendo. Era evidente che non ci credeva nemmeno un
po’.
- Tama, noi
dobbiamo
andare, ci stanno già aspettando in macchina! –
- Anche noi!
–
dichiararono i gemelli – ci vediamo domani Lord! –
Quando se ne
furono andati
tutti il biondo chiese a Kyouya che cosa volesse fare.
- Ti accompagno
a casa? –
-
D’accordo, andiamo. –
Una volta saliti
in macchina,
alzarono il separè per avere un po’ di privacy.
Kyouya si
avvicinò a
Tamaki sussurrandogli – Finiremo quello che abbiamo iniziato
oggi dopo il club.
– Gli sollevò il viso e lo baciò.
- Ciao
– disse il Lord al
vuoto quando ormai il moro era già sceso
dall’auto. Si toccò le labbra: era una
sensazione meravigliosa. Non vedeva l’ora che arrivasse
l’indomani.