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Autore: corhopecohen    08/12/2011    2 recensioni
«No, Delilah, è gelata!», esclamò il ragazzo, cercando di scrollarsi di dosso la giovane che imperterrita cercava di infilargli una manciata di neve dietro la nuca, facendo in modo che penetrasse fin sotto gli abiti pesanti, riuscendovi.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ennesimi rumori e suoni di clacson si diffusero nell’aria. Nevicava e, come di tradizione, quando quei piccoli fiocchi di acqua ghiacciata, morbidi e all’apparenza asciutti, si riversavano su strade, palazzi e giardini, la gente pare si dimentichi di aver ricevuto una patente di guida: e New York quell’anno non era un’eccezione. Come ogni vigilia di Natale che si rispetti, le strade erano completamente gremite di gente indaffarata che camminava velocemente a testa bassa per ripararsi dal freddo, alla ricerca degli ultimi regali da donare ad amici o parenti.  Ad ogni modo, il caos e l’agitazione che incombeva nella città non erano affatto elementi di disturbo se ti trovavi nel cuore di Central Park, dove la neve dominava, ricoprendo terra, sentieri e trasformando gli alberi in qualcosa di simile allo zucchero filato. La gente per sfuggire dalla caotica vita cittadina si rifugiava lì sin dalle prime ore del mattino. Era tardo pomeriggio, il sole era quasi completamente scomparso all’orizzonte ed i genitori iniziarono a richiamare i propri figli che si stavano divertendo con il manto bianco, pronti per tornare a casa; un’anziana signora si voltò leggermente verso una coppia di giovani che continuavano a giocare con la neve, raccogliendola in batuffoli di cotone e lanciandosela a vicenda, quasi fossero ancora bambini.

«No, Delilah, è gelata!», esclamò il ragazzo, cercando di scrollarsi di dosso la giovane che imperterrita cercava di infilargli una manciata di neve dietro la nuca, facendo in modo che penetrasse fin sotto gli abiti pesanti, riuscendovi. Lui passò i seguenti cinque minuti imprecando e cercando di toglierla il più in fretta possibile, sentendo brividi di freddo che gli scorrevano per tutta la schiena. Capelli ricci, non troppo lunghi e ben curati, occhi di un castano profondo da sembrare cioccolato fondente, viso pallido e fine: doveva avere su per giù diciannove anni. Si passò distrattamente una mano nei capelli prima di voltarsi verso la giovane, inseguirla ed attirarla a sé, scompigliandole poi i capelli corvini e un poco mossi. Sembrava più piccola del compagno, forse una manciata di anni in meno, era leggermente più bassa di lui ed aveva il naso e le guancie arrossate per via del freddo. Rivolse il suo sguardo corrucciato verso il diciannovenne, puntando le iridi azzurre in quelle castane del ragazzo, dicendo: «Sai che non mi devi toccare i capelli, ti odio Nicholas». Di tutta risposta lui si limitò a metterle entrambe le mani sul viso, posando un leggero bacio a stampo sulle labbra. «Che ne dici di andarcene? Sei infreddolita», rispose, non calcolando minimamente la provocazione appena ricevuta. Delilah gli tirò un pugno leggero sulla spalla e annuì, raccogliendo la borsa abbandonata su una panchina nelle vicinanze e infilandosi il cappellino di lana che si era tolta in precedenza per via del caldo che aveva sentito giocando e correndo con il fidanzato.

S’incamminarono insieme verso l’uscita mano nella mano e imboccarono la Madison Avenue, nell’Upper West Side, alla ricerca di uno Starbucks. Lo trovarono poco più in là, vicino all’abitazione del riccio. Per via del sovraffollamento del locale, Delilah restò fuori e aspettò che Nicholas tornasse con il caffè, osservando intanto la vetrinetta di un negozio di borse accanto. Tutto quel via vai di gente la irritava un poco e si chiese perché mai le persone non si sbrigassero prima a fare i regali, senza aspettare la sera stessa in cui dovevano essere scartati. Persa nei suoi pensieri non si rese conto del ritorno del giovane, sino a quando lui non le sfiorò un fianco, attirando la sua attenzione e porgendole un sacchettino. «Ma è un muffin!», fu l’esclamazione eccitata della diciassettenne, dopo che lo ebbe aperto. «Sei quasi più estasiata quando ti ritrovi uno di quei cosi davanti che quando devi incontrare me», sorrise, incurvando leggermente le labbra sottili, e prese nuovamente per mano la ragazza, scortandola sino ad un palazzo in cui vivevano soprattutto persone benestanti: normale, dato che si trovavano in uno dei quartieri più in voga della Grande Mela. Delilah aveva già finito di mangiare il dolce al cioccolato quando vennero entrambi investiti da una vampata di aria calda, nel momento stesso in cui aprirono il portone dell’edificio. Presero l’ascensore per raggiungere uno dei piani più alti, lieti di non dover più sentire il gelido vento pungente sui propri volti. Una volta giunti nell’appartamento del giovane – luogo piuttosto spazioso, dal parquet scuro e le pareti rosse -, si cambiarono entrambi e Nicholas prestò una felpa e un paio di pantaloni della tuta alla ragazza, che li dovette arrotolare sulle caviglie. Si recarono in salotto e si distesero sul divano, osservando per un momento il fuoco che scoppiettava all’interno del grande caminetto, illuminato in parte anche dalle lucine che splendevano sull’imponente albero di Natale che capeggiava nella stanza.

«Per cena ordiniamo cinese? Non ho voglia di cucinare», assentì Delilah, accovacciandosi il più strettamente possibile a Nicholas che le passò una mano sulla nuca, accarezzandole la guancia con il pollice. «Come vuoi», le rispose prima di lasciare che il silenzio padroneggiasse per qualche istante nell’appartamento.

«Sai, sono felice di essere qui ora», confessò lui, il tono di voce basso, quasi volesse sussurrare. «Siamo stati distanti ultimamente», concordò lei, sospirando. Avevano iniziato a frequentarsi un anno prima ma non si erano mai visti molto per via degli impegni del ragazzo a Broadway o in giro per le trasmissioni televisive: più di una volta lei era stata spinta dall’impulso di prendere il cellulare e dire che era finita, che non riusciva più a continuare così. Sospirò anche Nicholas, ben cosciente che non doveva essere stato facile per lei, come d’altro canto non lo era stato per lui. «Mi spiace di non essere stato molto presente ultimamente, molte mi avrebbero lasciato», il diciannovenne si issò un poco, sistemandosi meglio sul divano.  «Lasciare Nick Jonas? Dubito l’avrebbero fatto, sei l’idolo di molte ragazzine», Delilah sghignazzò, guardando l’espressione accigliata del fidanzato e posandogli un bacio sul mento. «Ci ho pensato, sai? A lasciarti intendo», la diciassettenne si circondò le gambe con le braccia, lo sguardo triste; 
«Ma non l’hai fatto», constatò Nicholas, pragmatico;
«Non avrei sopportato l’idea di non vederti più
».

Il fuoco si stava lentamente spegnendo, mentre le luci dell’albero continuavano con i loro giochi, cambiando colore e modificando la loro velocità di tanto in tanto. Fuori la neve non cessava a scendere impetuosa, ricoprendo tutto ciò su cui si posava con il suo manto bianco; il terrazzo era ormai ricoperto da uno spesso strato di cotone ghiacciato.

Si misero seduti per bene, osservando quello spettacolo invernale in silenzio, fino a quando Nicholas non si decise a parlare:«Senti, so che avevamo detto che non ci saremmo fatti regali quest’anno ma …», estrasse una piccola confezione ricoperta da una carta blu dalla tasca e la consegnò alla giovane, imbarazzato. Lei la prese e iniziò a scartarle il pacchettino senza dire niente, piena di curiosità. Una volta tolto l’involucro, bastò alzare il coperchietto della scatolina per rivelare una catenella in acciaio in cui era infilato un anello semplice.  «Non ti sto chiedendo di sposarmi ma pensavo fosse carino come simbolo dato che, ecco, ce l’ho anch’io», farfugliò il ragazzo, prima che lei potesse porgere anche solo una domanda. «Non sei obbligata a metterlo né a fartelo piacere, è solo un pensiero per augurarti un …», «Ma sta zitto, Nicholas», la diciassettenne gli passò un braccio attorno al collo, avvicinandosi al suo viso; 
«… Buon Natale, Delilah», completò il giovane, prima che lei potesse premere le labbra sulle sue.

Il fuoco nel caminetto smise del tutto di scoppiettare, la neve sembrava aver ricoperto anche le urla e ogni traccia di vita frenetica udibile in lontananza. Tutto attorno a loro scomparve.

Angolo autrice: 

Ho usato questa One Shot per partecipare al progetto Natalizio del Jonas Brothers Official Italian Forum, pertanto se ne fate parte e se dal 20 dicembre in poi la troverete postatà là, sappiate che sono la stessa persona :3

Spero vi sia piaciuta, come avete visto non è niente di eccezionale e solitamente amo scrivere cose più tristi e non troppo romantiche, ma l'aria natalizia mi rende particolarmente dolce :3

Vi auguro buone feste anche se mi rendo conto che è ancora un po' presto :3

Grazie a tutti quelli che leggeranno e commenteranno (:

  
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