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Autore: visbs88    08/12/2011    3 recensioni
[…]- Dimmi un po’. Sai in che mese siamo, vero? – domandò, e intuii che stava cercando di trattenere il più possibile il tono sarcastico che avrebbe voluto usare.
- Certo, marzo – ghignai, facendo sforzi sovraumani per non scoppiare a ridere.
- E… allora… mi spieghi una cosa? – chiese, parlando lentamente e guardandomi fisso negli occhi – Perché, in marzo, ti sei messo
un cappello da Babbo Natale?[…]
Un breve spaccato di vita di Naraku e Sesshomaru, per una volta dal punto di vista del primo.
[Piccolo spin-off (o seguito, come preferite) della mia storia Such a hateful, sexy boy]
[!POV Naraku, !Slices of Life]
[Scritta per la Gift Boxes Challenge di Fanworld.it, prompt Cappello di Babbo Natale, "E' morbido!"]
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naraku, Sesshoumaru | Coppie: Naraku/Sesshomaru
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Such a hateful, sexy boy'
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WITH A SANTA CLAUS HAT

 
Iniziativa: Gift Boxes Challenge (Fanworld.it).
Prompt: Cappello di Babbo Natale, “E’ morbido!”.
Titolo: With a Santa Claus hat.
Serie: Such a hateful, sexy boy.
Introduzione: […]- Dimmi un po’. Sai in che mese siamo, vero? – domandò, e intuii che stava cercando di trattenere il più possibile il tono sarcastico che avrebbe voluto usare.
- Certo, marzo – ghignai, facendo sforzi sovraumani per non scoppiare a ridere.
- E… allora… mi spieghi una cosa? – chiese, parlando lentamente e guardandomi fisso negli occhi – Perché, in marzo, ti sei messo uncappello da Babbo Natale?[…]
Un breve spaccato di vita di Naraku e Sesshomaru, per una volta dal punto di vista del primo.
Personaggi: Sesshomaru, Naraku.
Rating: Giallo/14+.
Generi: Comico, Commedia, Romantico.
Avvertimenti: AU, lievissima presenza di Linguaggio Colorito, One-shot, Slices of Life, Yaoi, POV Naraku. Piccolo spin-off o se vogliamo seguito della mia storia Such a hateful, sexy boy.
Pairing: Naraku/Sesshomaru.
Numero parole (Contatore Word): 1.787.
Disclaimer: i personaggi non sono miei, ma dell’autrice del manga Rumiko Takahashi. Non scrivo a scopo di lucro, ma per puro divertimento personale. Occorre il mio permesso per citare pezzi della storia, tradurla, riprodurla altrove o trarne ispirazione.
 

Buona lettura.
 
Non so cosa stesse facendo di preciso Sesshomaru prima di voltarsi verso di me. Forse stava rispondendo ad un messaggio dei suoi genitori, visto che premeva i tasti del cellulare con una rapidità impressionante. So semplicemente che alzò lo sguardo solo quando fui a due passi da lui, che era seduto al tavolo dove mangiamo di solito.
Sbatté le palpebre più di una volta, senza muovere nessun altro muscolo facciale. La tentazione di scoppiare a ridere era fortissima, ma riuscii in una qualche maniera a farmi scappare solo una breve risatina. Continuava a fissarmi in silenzio, e io attendevo che dicesse qualcosa.
- Naraku – disse alla fine, e sentii subito che il tono delle sue parole era quello che avrebbe usato per parlare solo ad un povero deficiente – Ora tu rispondi a qualche mia domanda.
- Volentieri – sorrisi, incrociando le braccia sul petto. Si massaggiò le tempie e sospirò prima di iniziare a parlare di nuovo.
- Dimmi un po’. Sai in che mese siamo, vero? – domandò, e intuii che stava cercando di trattenere il più possibile il tono sarcastico che avrebbe voluto usare.
- Certo, marzo – ghignai, facendo sforzi sovraumani per non scoppiare a ridere.
- E… allora… mi spieghi una cosa? – chiese, parlando lentamente e guardandomi fisso negli occhi – Perché, in marzo, ti sei messo un cappello da Babbo Natale?
Non resistetti più. Il modo in cui aveva sollevato un sopracciglio mentre parlava, il tono della sua voce, la buffa espressione che aveva erano semplicemente troppo esilaranti. Scoppiai a ridere come un matto, appoggiandomi a una sedia per non cadere. Probabilmente Sesshomaru pensò davvero che io fossi andato via con la testa. Mi fissava sbattendo le palpebre, e pareva facesse fatica a trattenere una smorfia.
Lo sapevo, io, che mi sarei divertito da morire se gli avessi fatto una sorpresina del genere. Non avevo proprio la più pallida idea del perché da sotto il mio cumulo di cianfrusaglie fosse sbucato un cappello rosso e bianco con tanto di pom-pon, forse  l’avevo comprato a dicembre e me l’ero dimenticato. Comunque fosse, non avevo proprio resistito alla tentazione di presentarmi davanti a Sesshomaru indossandolo con aria orgogliosa, quasi tre mesi dopo il Natale vero e proprio.
Ridendo, cercavo di pensare alle parole adatte per spiegare tutto questo a Sesshomaru. Siccome non le trovavo, conclusi che avrei chiarito ogni suo dubbio più tardi.
Mi avvicinai lui con un enorme sorriso stampato sulla faccia, gli afferrai le mani e lo costrinsi ad alzarsi, mentre lui mi guardava con due occhi che sembravano palline da golf, tanto erano sgranati.
- Ma che cazzo…
Lo interruppi baciandolo. Immersi una mano nei suoi capelli e lo strinsi forte a me, chiudendo gli occhi per godermi del tutto il sapore delle sue labbra morbide e sottili. Quando mi staccai da lui risi di nuovo. Aveva una faccia che era uno spettacolo.
- Lo sai che ti amo, vero? – domandai ghignando. Sesshomaru ha proprio degli occhi stupendi, l’ho sempre pensato, e in quel momento ero così vicino a lui che rischiai per un secondo di incantarmi a guardarli. Questo prima che lui facesse una smorfia tale da rovinare un po’ la bellezza di quel visino dai lineamenti regolati che a parer mio su una ragazza non avrebbe stonato poi tantissimo.
- Come hai fatto ad ubriacarti fino a questo punto senza che io me ne accorgessi? – borbottò cercando di divincolarsi dalla mia presa. Povero dolce illuso.
- Forse perché sono ubriaco di te? Non lo so davvero – risi di fronte alla sua espressione stizzita.
- Non dire stronz…
Quel benedetto ragazzo possiede la capacità innata di fare danni in continuazione. Sempre stato così e sempre sarà. Non so nemmeno come abbia fatto a muoversi in un modo talmente brusco da perdere l’equilibrio, cadere per terra come un sacco di patate e trascinarmi con sé. Se solo fosse stato tranquillo per una volta non sarebbe successo. Comunque, non posso dire che trovarmi a cavalcioni sopra di lui mi dispiacesse.
Iniziai a ricoprire le sue guance e la sua fronte di baci, ridendo. Lui non smetteva di imprecare, come se credesse davvero che io non sapessi che la sua era tutta scena. Pensa che io non mi accorga mai quando piacere gli fanno le mie carezze, i miei baci, i miei sorrisi. È uno scorbutico di prima qualità, ma non mi inganna.
- Ti piace l’idea di farlo qui? – sussurrai al suo orecchio – Com’è il pavimento?
- E’ morbido! – esclamò con la voce piena di sarcasmo – E’ morbidissimo, proprio una goduria, tu non hai nemmeno idea!
Il cappello, rimasto miracolosamente in equilibrio fino a quel momento, mi scivolò di sbieco su un occhio mentre scoppiavo a ridere per l’ennesima volta. Sesshomaru fece un’espressione strana, quasi morisse dalla voglia di baciarmi e volesse invece trattenersi ad ogni costo. Si aggrappò a me, mi cinse la vita con le gambe e con un colpo di reni che mi colse impreparato ribaltò le posizioni, facendomi rotolare di lato e salendomi sopra.
- Allora, ti piace il pavimento? – domandò ironico, e io risi ancora. Avevo perso il cappello, ma mi bastò allungare una mano per recuperarlo. Con un movimento rapidissimo, glielo misi sulla testa prima quasi che se ne accorgesse.
- Ti dona molto! – esclamai, sollevandomi per baciarlo. Lui mi fulminò con lo sguardo e mi costrinse a tornare a distendermi. Tuttavia, al contrario di quanto mi aspettassi, non si tolse il cappello. Era un vero spettacolo: l’espressione imbronciata del suo volto ed quel buffo copricapo creavano un contrasto meraviglioso, che mi fece ridere. Lo amo anche per questo: pur essendo sempre così scontroso, non può non farmi sorridere sempre. Io lo so, che nel profondo del suo cuore c’è qualcosa di molto dolce e gentile. Molto, molto in fondo ma c’è. Non penso uscirà mai allo scoperto,  ma senza dubbio ha la sua influenza sul comportamento di Sesshomaru. È per questo che lo trovo veramente adorabile a volte.
- Sei un idiota – mugugnò, probabilmente perché non aveva altro di meglio da dire. Appoggiò le sue labbra sulle mie e io lo costrinsi a risollevarsi, finché non mi ritrovai quasi seduto sul pavimento con lui in braccio. Il cappello rischiava di cadere, così glielo risistemai malgrado il suo sguardo corrucciato.
- Ho come l’impressione che ci divertiremo – mormorai prima di lasciargli una scia di baci sulla gola. Ebbi solo un suo grugnito in risposta, ma tanto mi bastava per capire che la pensava come me. Infilai le mani sotto la sua maglietta e la sollevai. Lui se la sfilò, e io mi misi a leccargli un capezzolo. Sentivo una sua mano affondata nei miei capelli, respiravo il suo odore.
Ciò che provo mentre faccio l’amore con Sesshomaru –e durante tutti i relativi preliminari– è qualcosa di assolutamente indescrivibile. Mi sento euforico ogni singola volta. Non solo per l’indubbia bellezza del suo viso e anche del suo corpo, ma soprattutto per quel calore che mi invade quando sento anche il suo più lieve gemito, un respiro un po’ più affannoso del precedente. Gli piace quello che sta provando, gli fa piacere quel rapporto così intimo con me, si lascia accarezzare dovunque. Fa finta di protestare, mi insulta, mugugna e impreca, ma non si oppone mai realmente a ciò che gli faccio. È un ottimo attore, ma ormai ho acquisito una grande esperienza e so bene ciò che preferisce. E l’idea di farlo godere, che accetti di fare l’amore con me mi riempie di gioia. Mi sento così fortunato e in effetti lo sono, me lo dico spesso.
Quel giorno ero particolarmente allegro, oltretutto. Gli accarezzavo i fianchi e lui premeva il bacino contro il mio addome, facendomi capire quanto apprezzasse tutto quello malgrado il suo continuo lamentarsi e protestare. Alzai la testa per baciarlo, e mi accorsi che sfilandosi la maglietta aveva perso il cappello senza curarsi di rimetterselo. Lo vidi sul pavimento e allungai una mano per prenderlo. I tentativi di Sesshomaru di bloccarmi furono inutili: riuscii ad afferrarlo e ne approfittai anche per spingere il mio ragazzo di nuovo con la schiena sul morbido pavimento. Tenevo il cappello ancora in mano quando Sesshomaru riuscì a portarsi sopra di me un’altra volta. Risi forte e gli lanciai il cappello in faccia. Il pom-pon lo colpì proprio in mezzo agli occhi e questo mi fece ridere ancora di più. Mi sentivo un po’ tanto bambino ad azzuffarmi così con Sesshomaru, ma ho sempre amato giocare anche in amore. C’era quel notevole rigonfiamento sul cavallo dei pantaloni di Sesshomaru che non poteva certo farmi scordare cosa dovessimo fare in realtà, ovvero piantarla di scambiarci e lanciarci quel cappello da Babbo Natale e passare a cosa più concrete. Ma mi divertivo davvero troppo a baciare Sesshomaru per distrarlo mentre cercavo di infilargli quel buffo copricapo, e inoltre mi pareva quasi di aver intravisto un sorriso sul suo volto fra tutti i suoi sbuffi e gli epiteti poco dolci che lanciava contro di me e anche contro a quell’oggetto innocente.
Il destino, comunque, non ci favorì. Proprio quando ero riuscito ad calcare ben in testa a Sesshomaru il cappello e mi apprestavo a sfilargli i pantaloni, lo sentii lanciare un’imprecazione.
- Testa di cazzo! – sbraitò – Abbiamo lezione e ce ne stavamo dimenticando! Siamo già in ritardo!
In effetti era stata una fortuna se si era trovato in una buona posizione per guardare l’orologio della cucina in caso avesse sollevato per un secondo lo sguardo. Tuttavia questo non mi impedì di sbuffare, perché avevo voglia di tutto meno che di interrompere quel buffo gioco che stava per trasformarsi in una cosa ben più adulta.  Ma Sesshomaru era già scattato in piedi, un po’ rosso in viso, e si dirigeva di gran carriera verso camera sua, togliendosi il cappello e gettandolo sul pavimento. Rimasi qualche secondo seduto sul pavimento, un sorriso forse un po’ idiota stampato sulle labbra. Non mi riusciva proprio di levarmelo dalla faccia.
Sesshomaru, che tipo. Fare l’amore con me gli piace, eppure quando diventa troppo imbarazzante ogni scusa è buona per scappare. La cosa divertente è che le scuse non le cerca poi in modo molto accurato. Deve avere dei notevoli colpi di fortuna, come quello di quel giorno, per “salvarsi” da me. Ha paura di umiliarsi o di perdere chissà quale dignità o orgoglio o che so io. Però se nessun agente esterno interviene, lascia che tutto segua il suo corso.
Fissai il cappello abbandonato per terra e scossi la testa. Mi alzai, lo raccolsi e quando fui in camera mia lo ributtai fra le cianfrusaglie con un ghigno.
Se Sesshomaru pensava che fosse finita lì e di averla scampata si sbagliava di grosso. Avremmo avuto ancora a che fare con quel cappello da Babbo Natale, ne ero più che sicuro.
 
 
 

Spazio autrice:
E’ la terza storia per l’iniziativa di Fanworld.it che scrivo sul fandom di Inuyasha, ed è la terza storia in cui Sesshomaru è presente come co-protagonista. Mmm. E sì che non sprizzi proprio questa gioia di vivere e faccia venire in mente il Natale… lasciamo perdere XD
Piccolo siparietto per la mia serie su questi due adorabili ciofini :3
Chi ha letto la storia originale intuirà che siamo un po’ dopo l’ultimo capitolo. Si può quindi dire che questo sia un piccolo seguito più che uno spin-off, chiamatelo come vi pare, sempre della serie si tratta :3 e solo a me Sesshomaru con il cappello da Babbo Natale sembra semplicemente adorabbbbile? *-* cucciolone *-* non potevo perdere l’occasione per dipingerlo così. E mi sono divertita a stare nella testolina di Naraku, tanto scemo secondo Sesshomaru ma che così scemo non è in fondo XD non ho molte pretese, se non la speranza di avervi strappato un sorrisetto con i due che si azzuffano sul pavimento XD
Un bacione, visbs88 ^^
   
 
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