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Autore: jaejae    08/12/2011    2 recensioni
[INFINITE | Pairing: WooGyu (Woohyun e Sunggyu)]
Non è una novità che Woohyun vede Sunggyu come il proprio punto di riferimento, la loro amicizia è solida e sincera, e naturalmente Woohyun è il primo ad essere convinto che tra loro fili tutto liscio. All'improvviso, però, un'ubriaca dichiarazione d'amore da parte di Sunggyu metterà in crisi ogni certezza che Woohyun aveva sempre avuto.
Tra litigate, allontanamenti, parole non dette e gelosie, le paranoie di Woohyun sembrano proprio senza fine... ma porteranno a qualcosa di buono?
Una breve fanfiction di soli due capitoli sul mio pairing preferito.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ho alcune cose base da dire a chiunque intraprenderà la lettura:
1. La storia è nata come oneshot, senza particolari pretese... ma poi è diventata veramente troppo lunga e rischiava di risultare pesante per un unico capitolo, perciò mi hanno saggiamente consigliato di dividerla in due parti e così sto facendo. La seconda parte arriverà prestissimo, comunque.
2. Woohyun risulterà probabilmente fuori dagli schemi e temo che molti rimarranno costernati dal fatto che verranno messi in risalto... beh, dei difetti caratteriali. E qui voglio mettere ben in chiaro che io non sto affatto dicendo che queste caratteristiche gli appartengano davvero (ma può anche essere, d'altra parte nessuno di noi lo conosce davvero, giusto?), ma che io in quanto autrice ho deciso di attribuirgli. Per il bene della storia, s'intende. E per renderlo più simile a me, anche.
3. La fic è ambientata nel nuovo dormitorio, quello che i nostri ragazzi hanno felicemente ottenuto dopo la prima vittoria con "Be Mine", ma è possibile che spunteranno errorini nella descrizione del dormitorio.
Buona lettura!



Capitolo 1

Woohyun stava facendo un sogno strano. Di quelli che ti lasciano una strana sensazione addosso anche quando poi ti svegli. Doveva essere stato per forza un sogno impressionante, come quelli che faceva da bambino, quando sognava di cadere improvvisamente da in cima alle scale... volava nel vuoto, precipitando a peso morto, ma prima che la sua testa battesse inevitabilmente sugli scalini, si svegliava con un sussulto, agitato, inquietato. Sì, probabilmente era lo stesso sogno, ma quando sentì una mano posarsi sulla sua spalla e scuoterlo, quando quella voce familiare che conosceva benissimo invocò il suo nome con tono strascicato, Woohyun si limitò a svegliarsi e nessun ricordo strano di quel sogno rimase nella sua testa. Nessuna caduta, nessuno spavento, nessun dolore. Solo vide che dalla finestra della sua stanza non entrava nessuna luce rosata del primo mattino, quella che lo svegliava ogni giorno ricordandogli che c'era di nuovo da lavorare e faticare, ma con gioia. Solo, distinse nella semi-oscurità la figura di Sunggyu che gli stava accanto. La felpa scura con il cappuccio tirato sul capo, gli occhi sottili che sembravano solo due fessure sul suo viso chiaro.
Quindi era stato lui a svegliarlo, per forza. Woohyun pensò di chiedergli che ore fossero, ma la sua bocca era impastata dal sonno e il suo cervello non connetteva molto, quindi si limitò a biascicare: «Hyung... che c'è...?»
«Woohyunie, è successo un casino» dichiarò Sunggyu, la voce completamente asettica e vagamente fioca, come se fosse affaticato. Sicuramente se il suo hyung gli avesse detto una cosa simile mentre era del tutto sveglio, Woohyun si sarebbe preoccupato, eccome, perchè l'altro non era tipo da allarmarsi facilmente. Woohyun però non era del tutto sveglio e tutto ciò a cui mirava in quel momento era dormire, quindi sbottò: «Eh?»
«Credo seriamente di essermi innamorato... però è tutto un casino, Woohyunie, un casino...» borbottò, abbassando lo sguardo. Woohyun pensò che poteva sembrare un attore di film drammatici in quel momento, ma Sunngyu non era un gran attore e quando il suo senso dell'olfatto si svegliò dal torpore, sentì un significativo odore di alcol.
«Ma di che parli? Hyung, hai bevuto?» chiese storcendo il naso e l'altro assunse come un'aria pensierosa, del tutto perso. «Solo... un paio di bicchieri, credo.»
Woohyun sbarrò gli occhi, sinceramente sorpreso. Sunggyu era il leader, l'uomo d'onore che tanto andava sbandierando di essere, non era tipo che si alzava nel cuore della notte per andarsi a bere qualche alcolico, per di più di dubbia provenienza, perchè gli era proibito tenere cose simili nel dormitorio. Avrebbe voluto chiedergli se era improvvisamente uscito di senno e forse sarebbe stato tra i suoi compiti fargli una bella ramanzina sul momento, in più avrebbe voluto ricordargli che bere da soli era la cosa più triste al mondo, ma preferì dargli un consiglio migliore: «Vai a dormire, hyung.»
Woohyun si voltò sull'altro lato, dando le spalle a Sunggyu, come per fargli capire che l'allegra conversazione notturna era finita lì e che comunque non gli avrebbe più dato ascolto, ma il leader non sembrava curarsene.
«L'amore fa schifo. Il fatto è che un ragazzo non può diventare una ragazza, capisci? Cioè, lei non è una ragazza.» A quel punto Woohyun non poté far altro che sbarrare gli occhi di nuovo quando il suo cervello interpretò il significato della frase. «Ed è bello che mi stia sempre intorno, intendo... parlare, scherzare, dividere la stanza, vederla fare bunny aegyo e poi pensare che è carina quando lancia i cuori alle fans, è tutto stupendo, però poi mi fa male qui quando mi dice cose come "hyung, saranghaeyo!"... io che dovrei fare?»
Woohyun pensò lì per lì che indubbiamente stava ancora sognando. Sì, perchè anche all'assurdità c'era un limite. Certo, tra poco tutto sarebbe sparito e tra qualche ora si sarebbe svegliato come ogni altra mattina e Sunggyu sarebbe stato il buono, bravo e soprattutto sobrio hyung di sempre. Nulla di strano. Perchè non era possibile che Sunggyu hyung potesse svegliarlo nel cuore della notte per fargli la descrizione di ciò che faceva con la ragazza che non era una ragazza ma cui, tuttavia, era innamorato. E se non era una ragazza... beh, escludeva a priori che l'oggetto dell'amore di Sunggyu potesse essere un animale o una pianta. Mai visto i cani fare il bunny aegyo? No, anche perchè il bunny aegyo, da che mondo e mondo, era sempre stata la specialità di... sé stesso. Come tutto il resto. Chi altri divideva la stanza con Sunggyu se non Woohyun, da sempre? E chi aveva inventato il fanservice di lanciare cuori invisibili alle fans? E chi altri gli aveva mai detto, che fosse pubblicamente o in privato, "Hyung, saranghaeyo!"? Ma cosa più assurda... perchè ne parlava al femminile?
Woohyun avrebbe voluto morire lì, all'istante, quando la voce bassa e arrochita dall'alcol di Sunggyu arrivò alle sue orecchie: «Non posso neanche dirle: "Woohyunie, ti amo anch'io".»
Si diede un pizzicotto sul braccio. Faceva male, ma questo non lo risvegliò da nulla, perchè era già sveglio, non era un sogno. Lui era sempre immobile sul letto, nella stanza buia, e Sunggyu era sempre lì seduto accanto a lui, ora in silenzio. Pensò, comunque, che uno dei due doveva mantenere la lucidità in qualche modo. Hyung era indubbiamente ubriaco perso e dare un peso alle sue parole avrebbe solo reso più assurda quella situazione già di per sé improbabile.
Si voltò di nuovo verso Sunggyu e si sollevò su un fianco, guardandolo dritto in faccia. Posò distrattamente una mano sulla sua spalla sinistra e con il tono di voce più serio che gli riuscisse decretò: «Non so cosa tu stia farneticando in questo momento, però ora torna in te e vai a dormire, uh? Domandi dobbiamo lavorare.»
Sunggyu sembrava del tutto spaesato, non era in sé. Restarono solo immobili a fissarsi l'un l'altro per qualche secondo, poi accadde una cosa incredibile: Sunggyu scoppiò a ridere. Una di quelle risate che faceva quand'era imbarazzato, che duravano solo qualche secondo e che erano meravigliose, perchè alzava il viso verso l'alto e rideva a bocca spalancata strizzando gli occhi, e così faceva sorridere anche gli altri. Woohyun adorava vederlo ridere, ma in quel momento quell'uscita improvvisa sembrava quella di un pazzo lunatico. No, forse solo di uno hyung sbronzo.
«Vado a letto. Buonanotte», disse come se avesse appena realizzato che doveva andare a dormire, come se Woohyun non gli avesse già ripetuto due volte di farlo, e tutto finì così. Sunggyu salì la scaletta del letto a castello e raggiunse il suo letto in alto, si infilò sotto alle coperte e non si mosse e non parlò più.
Assurdo, stranissimo. Woohyun si posò una mano sul petto: che strana sensazione di inquietudine. Ne aveva sempre avuti molti di amici, ma era la prima volta che uno di questi gli diceva cose simili. Era una vera e propria (seppur confusa) dichiarazione d'amore. Forse doveva solo dormirci su e poi dimenticarsi tutto. Ma sì. Presto si sarebbe riaddormentato e il giorno dopo tutto sarebbe tornato perfetto, come al solito.
... Naturalmente non chiuse occhio tutta la notte.

La mattina nel dormitorio non si respirava mai un'aria allegra, tutti si limitavano a stare in silenzio facendo colazione con gli occhi spenti di chi cercava di riprendersi da una nottata troppo breve per recuperare del tutto le energie spese nell'intensa attività lavorativa di un idol group in pieno periodo promozionale. Ognuno sembrava pensare unicamente ai fatti propri e c'era una calma quasi surreale, a interrompere il silenzio c'era solo il leggero vociare della televisione.
Woohyun alzò lo sguardo. Una ragazza carina stava facendo le previsioni del tempo con un sorriso cordiale sul volto. Gesticolava amabilmente e parlava, diceva che quel giorno la temperatura sarebbe stata nella media e che il cielo sarebbe stato limpido, il mal tempo dei giorni scorsi si stava finalmente ritirando per lasciar posto al sole. Woohyun avrebbe voluto ridere ironicamente. Mentre la ragazza parlava serenamente, ignara di tutto, in Woohyun si stava scatenando il più incredibile temporale di tutti i tempi, pioggia a catinelle che si accumulava e accumulava, sentiva che presto avrebbe rotto gli argini sommergendo tutto.
Woohyun era stato teso tutta la notte, dopo l'improbabile messinscena di Sunggyu. All'inizio aveva sperato che la questione fosse morta sul nascere, ma più ci rimuginava su, più cresceva in lui la voglia di sapere... conoscere cosa frullava nella testa del suo hyung preferito, nonché il suo migliore amico da quando si erano conosciuti, durante i loro giorni da trainee. Si aspettava comunque che Sunggyu, come minimo, avrebbe voluto parlarne con lui per dargli una spiegazione plausibile. Aveva speso le poche e preziose ore di sonno che gli erano concesse per riflettere su come avrebbe dovuto reagire a tutto questo e a come sarebbero potute andare le cose quando si sarebbero affrontati. Aveva pensato ad una scena da drama, veramente. L'aveva visionato alla perfezione, Sunggyu che lo afferrava per le spalle dichiarando con aria straziata l'amore folle e impossibile che nutriva per lui, poi, come una vera scena da drama che si rispetti, aveva immaginato che Sunggyu avrebbe magari cercato di baciarlo. A quel punto, naturalmente, Woohyun si sarebbe preso la briga di rigirargli la faccia con uno schiaffo, dicendogli che non potevano farlo. Sì, insomma... una cosa del genere.
Ma nulla di tutto questo accadde. Sunggyu si svegliò come ogni altra mattina, gli occhi più sottili che mai, l'aria pallida e ancora il cappuccio tirato sul capo, la frangia spettinata. Quando puntò lo sguardo su Woohyun, quest'ultimo sussultò, teso come una corda di violino, aspettandosi chissà che cosa.
Sunggyu invece gli disse solo uno dei suoi soliti «'giorno», per nulla imbarazzato, poi uscì dalla stanza e minacciò Sungjong, che stava per entrare nel bagno, di farlo restare a digiuno per un giorno intero se provava ad entrarci in quel momento. Usava perfino il potere del leader per fare terrorismo sui suoi dongsaeng con totale disinvoltura, come ogni altro giorno.
Woohyun non credeva alla storiella che bastava ubriacarsi un po' per perdere la memoria di quel che era successo mentre non si era lucidi, una marea di cavolate. Era certo che Sunggyu ricordasse. Magari non avrebbe saputo dire esattamente come e perchè era finito a dire quelle cose a Woohyun o cosa gli avesse detto con precisione, ma era sicuro che sapesse di aver fatto quello che aveva fatto. E, cosa davvero incredibile, il suo far finta di nulla lo infastidiva a morte. Era strano, perchè tutto ciò che aveva inizialmente sperato, perchè via più facile e indolore, era esattamente quello che stava accadendo: era tutto come sempre. Nessun imbarazzo a frapporsi tra di loro, nessun strano disagio, nessuno strano discorso che riguardava amori non ricambiati da anni... no, sembrava che quella nottata incredibile fosse stata cancellata via. Almeno da parte di Sunggyu. Certo, perciò doveva sentirsi incredibilmente sollevato. No?
Il problema di fondo era che Woohyun non era uno che lasciava le cose a metà e la sua curiosità viscerale era ormai una questione risaputa. Se Sunggyu non avrebbe parlato di sua iniziativa, allora Woohyun sarebbe stato il primo a parlarne. Se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto. Perciò si impresse in viso un'espressione di pura almeno quanto finta tranquillità quando entrò in bagno dopo colazione per lavarsi i denti, consapevole che al suo interno avrebbe trovato Sunngyu che aveva appena finito di prepararsi. Sunggyu lo guardò perplesso mentre Woohyun chiudeva la porta a chiave alle sue spalle. Non che avesse strane intenzioni, ma con altre sei persone che giravano per casa incluso il manager, c'era da stare attenti a orecchie e a sguardi indiscreti. Semplicemente si diresse verso il lavandino, recuperò il suo spazzolino e il dentifricio, fingendosi tranquillo. Sunggyu si sporse un po' verso lo specchio per sistemarsi meglio i capelli. Ok, era il momento di agire.
«Yah, ti ricordi che è successo ieri notte? Hyung, mi hai davvero spaventato per un attimo, sai? Che... che volevi dire?», gracchiò come se la questione non lo innervosisse minimamente, accompagnando le parole ad un sorriso forzato, sorriso che scomparve gradualmente dato che Sunggyu, invece, né rispose né rise a sua volta. Era solo... impassibile. Si diede un'ultima sistemata ai capelli e poi emise un leggero sospiro. Woohyun sussultò impercettibilmente quando incontrò lo sguardo serio di Sunggyu attraverso lo specchio.
«Woohyun. Tutto quello che ti ho detto, quello che è successo... dimenticalo. So che è stata tutta colpa mia, scusami, ma ero abbastanza ubriaco, in ogni caso... perciò non tiriamo più fuori l'argomento, va bene?»
Woohyun avrebbe voluto chiedergli con sincera curiosità se lo stesse prendendo in giro sul serio o cosa. Cioè, stava facendo tutto da solo. Lui non aveva voce in capitolo nella questione? Anzi... quella era una candid camera? Si stava divertendo alle sue spalle? Era uno scherzo che avevano organizzato tutti nel dormitorio tanto per divertirsi un po'?
Woohyun assottigliò gli occhi e lo guardò nel modo peggiore che gli riuscisse.
«Bene», sputò, risentito. «Non me ne fregava nulla comunque, sai?», e rise. Così, tanto per sciogliere la tensione. Aprì l'acqua e iniziò a spazzolarsi i denti così violentemente che le gengive iniziarono a sanguinargli. Sunggyu sospirò di nuovo, aprì la bocca per dire qualcos'altro, ma un paio di forti bussate alla porta chiusa e la voce di Sungyeol che rivendicava il bagno stroncarono la conversazione ancora prima di iniziare. Woohyun avrebbe voluto uscire dal bagno e spaccare la faccia a Sungyeol solo per poter tornare a richiudersi in quello spazio tranquillo con il suo hyung e concludere quella maledetta questione, invece Sunggyu restò immobile per un po', poi si avviò verso la porta e l'aprì. In un attimo era già sparito dalla sua visuale. L'entrata in scena di Sungyeol doveva averlo salvato giusto in tempo.
«Che stavate facendo chiusi a chiave nel bagno, voi due?» chiese Sungyeol con un tono che era un misto tra il divertito e il provocatorio. Woohyun lo guardò attraverso il riflesso dello specchio: faceva vagare lo sguardo da Woohyun a Sunggyu, che si stava allontando lungo il corridoio, con uno dei suoi sorrisi scemi, mostrando le gengive. Naturalmente nessuno di due si degnò di rispondere. Si sciacquò la bocca un'ultima volta e mise via lo spazzolino, allontanandosi poi verso l'uscita non prima di essersi dato un'altra occhiata allo specchio. Ma sì, non si notava neanche tanto che aveva passato la notte in bianco... inutilmente. Certo, se Sunggyu non voleva parlarne e ci teneva tanto che dimenticasse allora si sarebbe cucito la bocca e avrebbe dimenticato. Tra loro non sarebbe cambiato nulla. Perchè doveva cambiare qualcosa, in fondo? Non aveva mai voluto un cambiamento nel loro rapporto, dopotutto, ma almeno in una spiegazione, una chiacchierata, una qualsiasi cosa... beh, quello sì. Lui non aveva diritto di dire e sapere niente? Si sentiva arrabbiato e se qualcuno gli avesse detto "Hya, Woohyunie, gli stai dando troppo peso", lui avrebbe alzato il suo bellissimo naso per aria e avrebbe sbottato: "E allora?"
Tanto per sfogare il nervosismo si premurò di dare una spinta a Sungyeol mentre usciva nel bagno, lasciando l'altro nella più totale confusione.

No, definitivamente, Woohyun non aveva dimenticato. E sì, continuava a pensarci costantemente, diventando notevolmente distratto. Durante le prove faceva tutto meccanicamente senza metterci un briciolo di convinzione, a volte si ritrovava ad essere un po' in ritardo nei movimenti facendo inceppare la loro perfetta sincronizzazione nelle coreografie di gruppo e più di una volta si era sentito riprendere da Sunggyu. Ironico. Colui che lo faceva stare così si premurava pure di dirgli che stava sbagliando e si arrabbiava con lui. Cioè, paradossale, fuori dal mondo. Woohyun non rispondeva, ma se solo fossero stati loro due soli in quella sala prove... oh sì, ne avrebbe dette di cose, talmente tante che non avrebbe più smesso di parlare probabilmente per due ore intere. Woohyun non era uno che portava rancore a lungo, neanche si arrabbiava facilmente, non era un collerico come Sunggyu, ma quando si sentiva ferito e amareggiato il suo controllo veniva meno. E allora si metteva a parlare e avrebbe fatto pesare all'altra persona le sue colpe finché non si fosse sentito sollevato, finché non avesse stabilito che era sufficiente.
Woohyun era, fondamentalmente, un'egoista. Non pensava molto agli altri ed era bravo a rigirare le cose a suo favore ed, essendo egoista, naturalmente non aveva mai lontanamente pensato di esserlo. Alcune volte glielo avevano rinfacciato, probabilmente anche la sua ex ragazza che glielo aveva gridato contro durante uno dei suoi pianti disperati per... boh, qualche litigata, ma non era certo, aveva rimosso quell'episodio sgradevole.
Guardava distrattamente la televisione sdraiato sul pavimento, fiacco, quando dal nulla disse a Sungjong: «Hya, Sungjongie, prepara qualcosa da mangiare.»
Sungjong sbarrò i suoi enormi occhi e li sbatté un paio di volte prima di ribattere con la sua voce alta: «Hyung, fallo tu.»
Quella sera era una sera abbastanza atipica, in quanto erano solo in quattro nel dormitorio. Loro due, Hoya che si era felicemente rintanato in solitaria in camera sua e un manager che in realtà non c'era perchè era uscito per comprare i biscotti preferiti di Woohyun, dato che quest'ultimo aveva sentito l'impulso improvviso di volerli subito a qualsiasi costo. Era stato divertente, aveva interrotto il fiume di parole che l'uomo gli stava rivolgendo per dirgli: "Hya, mi sa che i biscotti sono finiti, vero?".
«Se lo facessi io farebbe schifo, sai che non sono bravo a cucinare», rispose sospirando, fintamente dispiaciuto, grattandosi una gamba con l'altro piede.
«Non trovare scuse, hyung!» squittì Sungjong alzando la voce fino a farla diventare acuta, segno inconfutabile che era irritato, ma Woohyun si limitò a sbarrare gli occhi e a ribattere: «Non lo sto facendo!»
«Certo, come non era una scusa che volevi assolutamente degli stupidissimi biscotti. Hai mandato il manager hyung fuori di casa solo perchè ti stava facendo pressioni dato che oggi hai fatto pietà durante le prove, l'ho capito...», rispose con l'aria di uno che si sentiva proprio intelligente perchè aveva smascherato l'inganno, ma il punto era che Woohyun non aveva poi così tanto l'intenzione di mantenere segreto il suo gioco sporco. Semplicemente si strinse nelle spalle.
«Che vuoi, io devo anche curare i miei affari, no? Comunque, che prepari?», e sfoggiò un sorriso smagliante, lasciando Sungjong nel più totale sdegno, con gli occhi socchiusi e la bocca sbarrata.
«Sei davvero egoista, hyung.»
«... egoista?», ripeté. Ecco quella parola che spuntava fuori di nuovo.
«Già, egoista!»
Ora la cosa iniziava quasi ad incuriosirlo.
«Perchè mai?»
Alla domanda Sungjong restò senza parole, come se davvero non potesse credere al fatto che Woohyun non riuscisse a rendersi conto da solo di quanto potesse essere capriccioso e insostenibile in alcuni momenti, così semplicemente si ricompose e iniziò a dirgli tutto senza peli sulla lingua: «Perchè non pensi mai agli altri. Quando mi ordini di fare questo e quello, ci pensi mai a cosa provo io, oh? Quando fai sprecare tempo al gruppo perchè pensi agli affari tuoi durante le prove e non sei concentrato, ci pensi a come ci sentiamo noi, eh? E il povero manager hyung che deve pure sottostare ai tuoi capricci?»
In realtà Woohyun, pur essendo stato l'unico a volere delle motivazioni, non lo stava propriamente ascoltando. O meglio, non gli stava dando molto credito. Non erano motivazioni valide per poter accusare una pover persona innocente di cose brutte come l'egoismo. Più che altro si era rimesso a pensare a Sunggyu. Era stata una fortuna che quella sera non fosse in casa, così aveva avuto un attimo di tranquillità lontano da lui dopo la giornata quantomeno pesante. Aveva l'occasione di pensare un po' senza sentirsi a disagio dalla presenza dell'altro intorno a lui, si sentiva un po' sollevato, più sé stesso. Ma più ci pensava più gli sembrava di essere finito in un labirinto senza uscita. Cosa doveva fare, perchè, come e quando, gli era ancora del tutto all'oscuro e iniziava a sentirsi affaticato. Forse doveva confidarsi con qualcuno.
Lanciò un'occhiata a Sungjong. Lui era un ragazzino che non aveva mai neanche tenuto la mano ad una ragazza, figuriamoci se poteva saperne qualcosa di problemi così complicati... che riguardavano due maschi, per di più. Si morse il labbro inferiore. Però sentiva il bisogno di parlarne con qualcuno. Lui era uno che esternava, non che si teneva tutto dentro. Ci pensò su. Dongwoo hyung probabilmente l'avrebbe presa con leggerezza. Hoya gli avrebbe detto che non era la persona più adatta per queste cose. Sungyeol l'avrebbe sicuramente preso in giro. Myungsoo era troppo concentrato su sé stesso. Sungjong... beh, Sungjong probabilmente si sarebbe sentito felice di rendersi utile per qualcos'altro che non fosse solo preparare da mangiare e riordinare la stanza.
Dopo un iniziale tentennamento si schiarì la voce e decise di prendere l'argomento con le pinze, per sicurezza.
«Sungjongie... poniamo ipoteticamente, totalmente ipoteticamente, che una persona di cui sei molto amico... beh, ti dicesse cose molto strane dal nulla, mentre non è molto in sé. Come che un ragazzo non può diventare una ragazza e che questa persone è felice quando tu gli stai sempre intorno e che è... insomma, innamorato di te... anche se non l'ha detto proprio direttamente e poi si rifiuta di chiarire la situazione... tu cosa faresti?»
Woohyun si era aspettato che Sungjong avrebbe assunto un'aria pensierosa per valutare cosa rispondere in modo intelligente, invece sbarrò occhi e bocca e gridò dal nulla: «Sunggyu hyung ha detto che ti ama?!»
Cazzo, come aveva fatto a capirlo subito?!
Per istinto si buttò su Sungjong tappandogli la bocca con una mano e guardandosi attorno freneticamente, come terrorizzato che da un momento all'altro tutti sarebbero comparsi dal nulla dopo aver sentito ogni cosa, e ringhiò a bassa voce: «Shh! Che cavolo dici, scemo?!»
Sungjong si liberò dalla presa dell'altro con uno strattone. «Non è così?», chiese non molto convinto.
«Certo che no!» rispose Woohyun a gran voce, sperando di risultare credibile. Su due piedi mise su la scusa più sgamabile del mondo riguardante strani amici immaginari: «Né io e né lui c'entriamo qualcosa, è solo che ad un mio amico è successo, mi ha chiesto consiglio e non so cosa fare per aiutarlo, quindi...»
«Oh...» sussurrò Sungjong a sopracciglia inarcate. Ovvio che non ci credesse per niente, ma preferì fargli di credere di sì. «Beh, comunque non lo so cosa farei al suo posto, dipende da chi è l'altra persona, come posso saperlo così?», continuò.
«Ho già detto che è un caro amico», ribatté. Sungjong alzò gli occhi al cielo.
«Sì ma la mia risposta dipende da cosa provo io per questo amico. Se ad esempio fossi tu a dirmelo scapperei a vomitare», spiegò, con l'intenzione di pungere l'orgoglio di Woohyun sul vivo, cosa che gli riuscì benissimo, perchè l'altro fece una della sue risate fintamente scioccate, decidendo prevedibilmente di ripagare Sungjong con la sua stessa moneta: «Tranquillo, neanche sotto tortura potrei farlo, figuriamoci...»
Lo ignorò.
«Se invece fosse Sunggyu hyung a farlo ci rifletterei bene prima.»
Per Woohyun fu come un fulmine a ciel sereno. Da quando Sungjong era così legato a Sunggyu? D'altra parte il leader non aveva mai fatto molto per guadagnarsi l'amore di Sungjong, più che altro tra loro c'era una sequenza che si ripeteva abbastanza frequentemente, del tipo: Sunggyu stuzzicava Sungjong e quest'ultimo si arrabbiava a morte (ma non poteva ribattere), oppure era Sunggyu il primo ad arrabbiarsi e in quel caso Sungjong si limitava a scappare. Era un rapporto complicato, ma Woohyun immaginava che in quella sorta di prendersi in giro avessero trovato il loro modo di volersi bene.
«Perchè Sunggyu hyung? Non preferisci Hoya?»
«Sunggyu hyung è intrigante.»
Ecco, quello sì che fu un vero fulmine spuntato fuori dal nulla. E c'era mancato poco che lo colpisse in pieno, tramortendolo.
«In... intrigante?», balbettò ad occhi sbarrati. Sunggyu intrigante... ma dove? Non aveva mai pensato di vederlo da un altro punto di vista, fino a quel momento: per lui non era altro se non il solito Leader Gyu, quello un po' molesto e collerico. Non aveva mai riflettuto sul fatto, neppure guardandolo cantare e ballare e ammettendo il suo talento, che agli occhi degli altri potesse apparire addirittura... intrigante.
«E' quello che da subito mi ha fatto un'impressione migliore tra tutti», spiegò Sungjong. «Provo una sorta di odio-amore nei suoi confronti. A volte penso "magari mi maltratta perchè nasconde che in realtà gli piaccio".»
Woohyun non cambiò prospettiva su Sunggyu, ma piuttosto iniziò a vedere Sungjong, il piccolo e apparentemente innocente maknae, sotto ad una luce diversa. Da quando diceva cose simili con così tanta disinvoltura? Sperò, comunque, che non lo stesse dicendo pensandolo seriamente, perchè era impossibile che a Sunggyu interessasse Sungjong, perchè a Sunggyu piaceva già... lui.
«Questo è impossibile», borbottò aggrottando le sopracciglia, ma il più piccolo non si scompose.
«Perchè? Che ne sai dei sentimenti di Sunggyu hyung? Lui non parla mai di queste cose.»
Ennesimo fulmine che per un istante illuminò tutto attorno di una luce accecante, come accadeva nelle notti di temporale. Era vero, con Sunggyu aveva sempre parlato un po' di tutto: della vita, dei divertimenti, delle altre persone, della musica, del lavoro, di sciocchezze... ma non si esponevano mai troppo sulle cose davvero private. Probabilmente perchè erano maschi, perciò non sentivano il bisogno di fare ogni sera dei sorta di pigiama party raccontandosi in modo concitato di quella ragazza o di quell'altra, i sentimenti privati restavano privati, perchè c'era un certo imbarazzo di fondo nel dargli voce, ma non aveva mai visto questo come ad una mancanza nel loro rapporto, perchè non c'era bisogno di fare grandi discorsi, l'importante era che ci fossero sempre l'uno per l'altro, poi che importa? Eppure quel silenzio aveva dato modo ai sentimenti d'amore di Sunggyu nei suoi confronti di maturare continuamente senza che Woohyun potesse neanche accorgersene.
«In ogni caso il tuo amico come ha reagito?», continuò Sungjong interrompendo il fiume di pensieri in cui l'altro s'era immerso. Woohyun trasalì. Cosa doveva dire? Si era perso. Si schiarì la voce poi si ricompose.
«Beh, ha cercato di parlarne per capire un po' la situazione, ma il suo amico non ha dato spiegazioni, ha solo detto che doveva dimenticarsi tutto e di comportarsi come al solito, così il mio amico s'è giustamente arrabbiato e ha detto che non gli fregava nulla di lui e hanno un po'... circa... litigato, ma non proprio...»
«Mmh...», sussurrò Sungjong, riflettendoci su. «Penso che il tuo amico debba un po' pensare maggiormente ai sentimenti del suo amico. Cioè, probabilmente anche il suo amico sarà preoccupato per questa situazione, penserà di aver sbagliato a dirglielo e crederà di fare la cosa migliore dicendo di dimenticarsi tutto, per non rovinare il loro rapporto.»
"Pensare maggiormente ai sentimenti del suo amico". No, non ci aveva mai riflettuto. Per tutto quel tempo era stato fermo sull'idea di essere l'unica vittima in tutta quella vicenda, che Sunggyu fosse l'unico a sbagliare, e non aveva ancora iniziato del tutto a vedere la cosa diversamente. Perchè avrebbe dovuto, in fondo?
«Ma non è neanche giusto che il mio amico viva nell'incertezza che la loro amicizia non sia del tutto sincera. Avrebbe sempre la sensazione che c'è qualcosa che l'altro gli nasconde. Non basta dire "dimentica" per cancellare tutto.» Poi, con aria ispirata, aggiunse: «Ormai il seme è piantato.»
Sungjong sospirò fissando il pavimento, facendo un leggero cenno d'assenso con il capo. «Adesso penso spetti tutto al tuo amico», decretò infine.
«Spetti cosa?», chiese Woohyun colto in contropiede.
«Ha tre opzioni, credo: può decidere se continuare a far finta di nulla nonostante tutto per salvare l'amicizia, quindi i due si mentiranno a vicenda, oppure può decidere di troncare il loro rapporto.»
Woohyun raggelò. Decisamente, non poteva immaginare né una vita di bugie con Sunggyu né una vita senza di lui. Voleva solo che il loro rapporto tornasse come un tempo, quando Woohyun poteva essere del tutto certo dell'amicizia dell'altro e non c'era nessuna questione irrisolta a tormentarlo. Sospirò.
«E l'ultima opzione?», chiese, confidando in una soluzione.
«Beh, oppure può decidere di accettare i sentimenti del suo amico. Oltrepassare il confine della semplice amicizia, cioè.»
Sta volta Woohyun quasi si prese un infarto. Il suo cervello non riusciva neanche a formulare l'ipotesi che tra loro potesse succedere qualcosa che andasse oltre. Non voleva finire come nelle fanfiction omosessuali che scrivevano le sue fans con la passione per i boys love, dove lui e Sunggyu consumavano scene di sesso famelico o vivevano struggenti storie clandestine. Non voleva finire così, ma si rese conto che forse stava già iniziando ad accadere. Uno dei due che si dichiara all'altro da ubriaco è già un cliché ben consolidato, in fondo.
«Hya, questo non è possibile», rispose con una risata non molto convinta. «Lui non l'ha mai visto sotto quest'ottica, cioè... è solo un amico.»
«Allora magari digli di valutare tutti i pro e i contro e decidere quale delle prime due opzioni scegliere», concluse Sungjong, stringendosi nelle spalle.
Woohyun si morse il labbro, ispirato. Una lista dei pro e contro. Non male come idea. Fece per alzarsi quando si bloccò a guardare il suo maknae che aveva ripreso a guardare la televisione con totale tranquillità. Incredibilmente gli era stato enormemente utile, più di quanto avesse potuto immaginare.
«Sungjongie... come fai a sapere tutte queste cose? Non dovresti essere il puro e ingenuo maknae degli Infinite?», lo stuzzicò ghignando, dando all'altro un leggero colpetto con un piede, ma Sungjong gli diede un'occhiataccia e poi sorrise, scostandosi una ciocca di capelli dal viso con un cenno del capo, da vera diva qual era.
«Parlo solo per ipotesi, non per esperienza, comunque», disse con finta modestia, serenamente.
Ricalò il silenzio.
«Cosa ci trovi di bello in Sunggyu hyung?» Woohyun lo disse così. Non sapeva neanche come gli era uscita quella domanda, ma sapeva con certezza che voleva sentire una risposta. Sungjong assottigliò gli occhi e fissò un punto casuale della parete, pensieroso.
«Anche se può sembrare un leader spietato a volte, in realtà so che tiene a tutti noi. Mi piace quando ride ed è allegro, ma anche quando si arrabbia perchè so che lo fa a fin di bene. Resterei tutto il tempo ad ascoltarlo cantare... e poi è sexy.»
«Sexy...», ripetè Woohyun a bassa voce. Sunggyu hyung intrigante e ora anche sexy. Ripensò ad un momento qualsiasi in cui Sunggyu avrebbe dovuto apparire sensuale agli occhi di qualsiasi persona. Quando nella camera che condividevano si toglieva la maglietta e restava a torso nudo mentre la luce della stanza creava un gioco di luce e ombre sui suoi muscoli compatti, la pelle liscia della schiena, la forma delle scapole, le braccia toniche... fino a quel momento non ci aveva mai fatto caso, ma che Sunggyu hyung fosse sul serio come diceva Sungjong? Preferì non darsi una risposta e piuttosto decise di smorzare la tensione stuzzicando un po' il più piccolo.
«E' da prima che dici cose strane sul suo conto. Non sapevo ti piacessero i maschi, Sungjongie», cantilenò con un sorriso che non appariva cattivo ma che in realtà non aveva buone intenzioni. Sungjong avvampò, era visibilmente a disagio, la cosa era divertentissima. «Non è così!» starnazzò con la sua voce nuovamente troppo alta e coincitata. «L'ho solo descritto obiettivamente perchè me l'hai chiesto tu!»
«Certo, certo. Comunque non dire niente a nessuno di quello di cui abbiamo parlato adesso», concluse puntando minacciosamente Sungjong con un dito e quest'ultimo fece appena in tempo ad annuire che la porta dell'ingresso si aprì facendo entrare nell'appartamento un infreddolito signor manager con in mano una sportina del super market.
«Woohyun, i tuoi biscotti», annunciò trionfante, sventolando in aria la busta contenente i tanto agognati biscotti per cui aveva addirittura affrontato il gelo serale e per cui si sarebbe aspettato un caloroso benvenuto, ma dalla sala non provenne nessun particolare gesto d'esultanza.
«Mah, ora non li voglio. Vado in camera mia a riposare un po'.» E così Woohyun si alzò e sparì lungo il corridoio, lasciando il signor manager con un represso istinto omicida in fase evolutiva. Era stato obiettivamente fregato di nuovo.

La lista dei pro e contro di Nam Woohyun era davvero di difficile stesura, più di quanto avesse potuto immaginare. Forse perchè sentiva il bisogno di scriverla con estrema cura, come se da essa dipendessero le sue sorti e in fondo sentiva che in un certo senso era così. Rintanato nella sua stanza, sdraiato sul letto, si era messo a scrivere tutto quello che gli veniva in mente. L'ultimo punto della lista dei pro citava: "Stare per sempre con hyung."
Voleva stare per sempre con lui, ma non voleva sacrificare nulla. Non voleva stare attento a ciò che diceva o faceva perchè non era sicura di cosa avrebbe scatenato nell'altro. E se si fosse trovato una ragazza da lì a poco? Sunggyu come l'avrebbe presa? Anzi, Sunggyu in realtà cosa provava dentro di sé ogni volta che Woohyun, sicuro di non star facendo proprio nulla di male, faceva apprezzamenti sui gruppi femminili e sulle loro belle gambine snelle? Magari gli dava fastidio ma non lo dava a vedere, magari piangeva silenziosamente di notte mentre lui dormiva per sfogare la sofferenza di quell'amore a senso unico, magari scriveva un diario segreto che riempiva di scritte con il nome di Woohyun, di cuori e fotografie... no, aspetta, non aveva senso ritrarre Sunggyu come una ragazza, lui era troppo serio e virile per fare queste cose. Ma magari delle sue fotografie le conservava comunque, da qualche parte, in qualche cassetto o scatola... iniziò a guardarsi in giro, pensieroso. Dove potevano essere? Trasalì improvvisamente. Oddio, ma che stava pensando così dal nulla? Non poteva essere, non doveva lasciarsi trasportare e iniziare per assurdo a vedere Sunggyu come una sua fangirl. Senza che se ne rendesse conto, prese posto nel suo cervello l'immagine di un Sunggyu tutto sorridente che tra il pubblico scatenato di un concerto teneva tra le mani un cartello con su scritto: "Woohyun fighting!" circondato da tanti cuoricini, come una delle sue tante fans. Quasi cadde dal letto. No, non poteva. Sunggyu non era una femmina, né un suo fan, né... stava per dire gay. Non ci aveva affatto riflettuto seriamente fino a quel momento, aveva solo rimuginato su sé stesso, sul fatto che fosse lui a piacere a Sunggyu, ma, dato che era un maschio, questo significava automaticamente che a Sunggyu piacevano i maschi. In generale. Se ad un ragazzo piaceva un altro ragazzo voleva dire che era gay, di solito, giusto?
Woohyun si mise sdraiato supino, fissando la superficie del letto a castello su cui era riposto l'altro materasso, subito sopra di lui, dove dormiva Sunggyu. E così, senza rendersene conto, lo disse apertamente con sé stesso: Sunggyu era gay.
In quello stesso momento la porta della stanza si aprì e un Sunggyu infreddolito e affaticato dalla giornata stressante fece il suo ingresso nella camera; era tornato dall'ultimo impegno del giorno. Entrando aveva portato con sé un buon odore fresco dall'esterno, invernale, e aveva salutato Woohyun con un sorriso. Fissandolo, Woohyun si accorse che era tutto cambiato. Quello non era più lo hyung che conosceva. Non era più il suo hyung. Era tutto diverso, tutto... iniziò a sentirsi spaventato.
«Che stai facendo?» gli chiese Sunggyu avvicinandosi per guardare cos'era quella specie di lista scritta sull'agenda dell'altro e lì Woohyun si prese un infarto. Cazzo, l'aveva dimenticata, non andava bene che Sunggyu la vedesse. Senza pensarci sbottò un poco convinto: «Niente!» e nascose l'agenda dietro alla schiena. Non doveva vederla, non doveva vederla.
Sunggyu assottigliò ulteriormente gli occhi, guardandolo molto poco convinto. «Dai, cos'è?», decise di insistere e quando fece un ampio passo fino a raggiungere il letto di Woohyun, quest'ultimo sussultò. Ma per un attimo, quando spuntò sul viso di entrambi un sorriso divertito, quando il leader lo circondò con le braccia per cercare di prendere quell'agenda dal contenuto misterioso, quando presero a giocare come facevano di solito, ridendo, uno che cercava di nascondere la lista e l'altro che cercava di afferrarla, tutto sembrò tornare a posto, come un tempo, come se non fosse successo nulla di strano. Ma poi quando Woohyun alzò lo sguardo e i suoi occhi incontrarono la linea delle labbra dell'altro, quando percepì nitidamente quanto fossero vicini in quel momento, trasalì di colpo. Sunggyu hyung era gay. Si chiese cosa sentiva il più grande nell'averlo così vicino in quel momento, con quel leggero sfiorarsi delle mani, i loro visi lontani solo pochi centimetri, l'odore di uno che sembrava appartenere all'altro... così maledettamente vicini... Sunggyu in realtà si stava trattenendo? Quanto realmente lo desiderava, fino a che punto?
«Hyung, non mi toccare!»
Woohyun non poteva credere di averlo detto. Lo aveva spinto via con forza. Era di nuovo ripiombato il silenzio e Woohyun avrebbe voluto sprofondare, voleva che il letto sotto di lui si disintegrasse e che un buco nero si formasse tutto intorno per risucchiarlo. Cos'aveva fatto? Se avesse alzato lo sguardo in quel momento, cos'avrebbe visto nell'espressione dell'altro? Ciò che lo faceva vergognare non era tanto il gesto in sé, avrebbe potuto giustificarsi dicendo che Sunggyu era stato troppo insistente nel voler sapere i fatti suoi, ma sapeva che quelle parole avevano un altro significato. Dicendole l'aveva definitivamente rifiutato.
«Scusa. Non pensavo ti desse fastidio.» La voce di Sunggyu sembrò rimbombare nella stanza, seria, fredda. Era arrabbiato, Woohyun lo sapeva per certo, ma non aveva idea di come altro difendersi se non negare, cercare di mantenere le cose sotto controllo: «Non è che mi da fastidio...»
Non sapeva come continuare. Non valeva la pena di giustificarsi inutilmente, Sunggyu lo sapeva già, sapeva tutto. Restarono in silenzio diversi secondi, immobili, poi il più grande parlò di nuovo: «Woohyun-ah, se ora ti disturba dividere la stanza con me, posso chiedere a qualcuno di scambiarci.»
«No! Hyung, sai che non potrei dividere la stanza con nessun altro», ed era vero. Non poteva immaginare di dormire in nessun altra stanza se non in quella, a patto che ci fosse stato anche Sunggyu lì con lui. Perchè ormai era un'abitudine, un equilibrio che aveva trovato per sé... perchè era giusto così, ma il sospiro che emise Sunggyu, il suo indietreggiare, il suo guardare a terra... quello non era giusto.
Woohyun continuava a fissare l'altro che stava in piedi davanti a lui, ricambiando la sua lunga occhiata, mentre lui, seduto sul bordo del letto, si sentiva come una pentola a pressione. Milioni di pensieri ed emozioni contrastanti lo stavano distruggendo, non era neanche più sicuro di avere ancora il controllo sulle sue azioni.
Aveva accumulato troppa tensione, sentiva l'esigenza di scaricarla.
«Sarò stato troppo ingenuo a crederlo, ma pensavo che fosse tornato tutto a posto dopo che abbiamo chiarito questa mattina. Credevo che oggi durante le prove fossi solo stanco.»
Nel momento esatto in cui Sunggyu disse queste parole, Woohyun si sentì esplodere dentro. Rise.
«Chiarito?», sbottò con tono ironico, ma non trovava la cosa divertente, in quel momento nessun sorriso solcava le sue labbra. «Mi hai solo detto che dovevo dimenticarlo, tu non hai chiarito proprio niente
Sunggyu incrociò le braccia al petto ed emise uno specie di sbuffo: «E cosa cavolo vuoi che ti dica a questa punto, Woohyun?»
Woohyun, improvvisamente, ripensò a tutto quello che era successo nell'arco di quella giornata. La notte in bianco, il rifiuto di affrontarsi faccia a faccia, Sunggyu che lo riprendeva in sala prove, le occhiatacce degli altri membri, le stupidissime elucubrazioni mentali che gli faceva fare Sungjong... troppo stress. Era tutto troppo fastidioso, perchè colui che gli aveva fatto passare la notte in bianco, che l'aveva fatto distrarre durante le prove, che l'aveva costretto a stupidissime elucubrazioni mentali, ora era lì davanti a lui che senza nessuna cura gli chiedeva cosa gli sarebbe piaciuto sentirsi dire. Era davvero lui l'egoista? Non gli sembrava proprio. Non era lui quello in torto, perciò in quell'istante si sentì in potere di essere onesto. E cattivo.
«Dimmi che era una bugia.» Lo disse così, serio, sapendo che una volta iniziato, come al solito, non sarebbe più riuscito a fermarsi. Eppure la voce che parlò non gli sembrò neanche la sua. Senza esitazione, come se non fosse neanche sé stesso in quel momento, si alzò dal letto e si avvicinò a Sunggyu che, colto alla sprovvista, emise solo un flebile: «Cosa?»
«Non puoi dirmi solo "dimentica" e aspettarti che tutto torni come prima in due secondi. Anche se me lo dici, non posso dimenticare se so che eri serio in quel momento. Allora dimmi che stavi farneticando cose senza senso perchè eri ubriaco. Fammi credere che sono stato io a fraintendere le tue parole, dimmi che non ho capito bene e che tu stavi parlando di qualcuno che non ero io.»
«Woohyun...», il sussurro flebile di Sunggyu, che chiuse gli occhi e chinò il capo, forse anche lui sul punto di cedere, per un istante scacciò via tutta la rabbia che aveva spinto Woohyun a vomitare sul suo hyung quelle parole. Al suo posto subentrò un'intensissima amarezza. La voce si abbassò come lo sguardo.
«Dammi un motivo per credere che questa sia una storia senza importanza, così che possa dimenticarla davvero come vuoi tu», lo pregò in un sussurro. «Dimmi che non sei gay, hyung. Dimmi che non mi ami... ti prego
Sunggyu strizzò gli occhi come in un'espressione di dolore fisico e scosse il capo. Nel momento in cui rialzò lo sguardo, Woohyun si sentì morire.
«Come puoi essere così egoista, Woohyun? Questa è davvero l'unica cosa che non sopporto di te. Non pensi a come mi stia sentendo in questo momento? Non t'interessa neanche un po' il fatto che mi fai sentire uno schifo mentre dici cose simili?»
Woohyun sostenne il suo sguardo ferito e rabbioso.
«Già... non m'interessa», ammise, più crudele di quanto avrebbe voluto essere. «Perchè ti sei ubriacato e sei dovuto venire a dirmi quelle cose? Se tanto non volevi affrontarmi sin dall'inizio, se dovevi fare il codardo dicendomi di dimenticarmi tutto e restando in silenzio, allora perchè hai dovuto distruggere tutto così?»
Era sempre così. Sapeva che sarebbe finita a quel modo. Perchè Woohyun era fatto così, quando iniziava non riusciva mai a fermarsi in tempo, non riusciva a ritrovare il controllo prima che arrivasse a dire cose che forse neanche pensava del tutto o che non avrebbe dovuto dire, non in quel modo, gettando nel cesso un'amicizia durata anni. Perchè se lo sentiva che tra loro non sarebbe mai tornato nulla a posto, tutto ciò che fino a cinque minuti prima era recuperabile, in quel momento probabilmente non lo era più. Eppure Sunggyu non si spezzò. Magari si flettè leggermente sotto la forza di quelle parole, ma non cedette. Sempre serio, nessuna particolare emozione a solcargli il volto. Sempre e solo il solito orgoglioso uomo d'onore Kim Sunggyu.
«Perdonami, non negherò ciò che ho detto. Mi dispiace, ma al contrario di quanto credi, non sono così vigliacco da buttarmi via solo perchè lo vuoi tu. Vuoi che t'affronti? Perfetto. Allora diciamo di sì. Sì, sono attratto da te. Da quando? Non lo so di preciso, forse da sempre o forse da qualche tempo. Perchè non te l'ho mai detto prima? Perchè sapevo che sarebbe successo questo, tu saresti uscito di testa e la nostra amicizia, l'unica cosa che ho sempre saputo di potermi aspettare da te, l'unica, sarebbe andata a puttane. Ti ho mentito? Ho solo omesso ciò che sentivo, ma questo non fa automaticamente di me un bugiardo. Perchè finora ti ho detto solo di dimenticare e non mi sono dilungato a dirti il resto? Credevo di non peggiorare la situazione, perchè so che con queste cose non hai costanza e pensavo che la paura di affrontare la realtà ti avrebbe spinto a credere che i miei fossero solo dei vaneggiamenti dovuti alla sbronza. Speravo davvero che tu dimenticassi per non arrivare a questo. Perchè allora mi sono dichiarato? Non era mia intenzione all'inizio, ma ero così esausto che ho un po' bevuto per tirarmi su, sentivo di aver bisogno di sfogarmi, credevo che se mi fossi nascosto ancora un po' sarei impazzito, poi non so come sono arrivato a dirtelo davvero. Questo è tutto o ho dimenticato qualcosa? Soddisfatto? Altre domande?»
Woohyun era senza parole. Non sapeva come dovesse reagire o se avesse anche solo il diritto di proferire parola. Questo, essendo reale, a livello di botta emotiva sembrava andare ben oltre alle fantasie che aveva avuto riguardo a paradossali e spassionate dichiarazioni da drama. In quel momento, stordito, si limitò a fare cenno di no col capo.
«Bene. Vado a dormire nella stanza di Hoya e Sungjong sta notte.»
Quando Woohyun si ritrovò di nuovo solo nella camera, provò un'intensissima sensazione di nausea, perciò pensò fosse meglio mettersi subito a dormire e recuperare qualche ora di sonno. Una volta sotto le coperte, Woohyun incrociò le dita tra di loro e pregò.
"Ti prego, Dio, fa che questo sia solo un brutto sogno."

Erano passate due interminabili settimane. Due settimane in cui Woohyun e Sunggyu non si erano rivolti la parola, a patto che non fosse assolutamente indispensabile o a scopo lavorativo, perchè in pubblico dovevano sforzarsi di far credere a tutti che fosse tutto come al solito. Ma appena non erano più sotto ai riflettori, i loro sguardi non si incrociavano, si mantenevano a distanza di sicurezza e il leader non era più tornato nella sua stanza a dormire, sembrava invece trovarsi particolarmente bene in compagnia di Hoya e Sungjong.
Tutti nel gruppo si erano accorti che la coppia d'oro degli Infinite il leader e il suo braccio destro (o meglio, il leader che sembrava un sottoposto del suo braccio destro, da gran che era ossessionato da Woohyun), alla fine sembrava essersi divisa. Per gli altri membri (tranne Sungjong) più i manager, il motivo della rottura tra i due era ancora un mistero da svelare ma per cui, dopotutto, provavano un relativo interesse in quel periodo di lavoro serrato. Più che altro sembravano dirsi: "Se la sbrigheranno da soli", perchè sapevano che erano abbastanza maturi e si volevano abbastanza bene da riuscire, prima o poi, a ricucire quella frattura senza bisogno di aiuti esterni... o forse no. La verità era che Woohyun, dopo i primi giorni, dopo averci ripensato a mente fredda e più razionalmente, si era davvero sentito in colpa. C'erano state altre occasioni in cui si era davvero sentito male dopo una discussione con Sunggyu, ma quelle volte si era limitato a fare il carino con lui, abbracciandolo e chiedendo perdono. Alla fine Sunggyu aveva sempre ceduto, dopo qualche iniziale resistenza che nascondeva un sorriso mal trattenuto. Le attuali circostanze però non lo permettevano, era una questione completamente differente. Non avevano mai discusso a quel modo, non erano mai arrivati al punto da ferirsi l'un l'altro.
Era ufficiale: Nam Woohyun si sentiva una merda. E si sentiva ancora di più una schifezza perchè in quelle due settimane si era scatenato un fenomeno che sembrava aver scioccato tutti quanti ancor più della notizia del "divorzio" tra Sunggyu e Woohyun: leader e maknae che andavano d'amore e d'accordo. Niente più Sunggyu che gridava dietro a Sungjong di fare questo e quello, niente più sottomissioni o abusi di potere, niente più Sungjong arrabbiato e frustrato che si sfogava gettando cose a terra o emettendo grida acutissime di protesta. Sembrava essere calata la pace completa. E Woohyun assisteva inerme all'evolversi inaspettato di quello strano rapporto con la sensazione che probabilmente Sunggyu era solo soggetto a qualche tipo di fenomeno paranormale. Magari era solo posseduto da qualche spirito, oppure gli avevano fatto una qualche sorta di rito voodoo a sua insaputa. Non esisteva proprio che un Kim Sunggyu nel pieno delle sue facoltà psico-fisiche, si offrisse di aiutare Sungjong a prepare i pasti e a riordinare per non farlo stare da solo e non caricarlo troppo di cose da fare. Da quando quei due parlavano e scherzavano tanto tra di loro? Ma soprattutto non era mai successo che Sunggyu sorridesse in quel modo così... dolce a Lee Sungjong o ad un suo derivato. Woohyun non era neanche sicuro che il suo hyung gli avesse mai sorriso così e la cosa non aveva alcun senso se si rifletteva sul fatto che era lui quello di cui era innamorato Sunggyu. Giusto? Non ne era più tanto sicuro. Una sera si era perso a fissarli di nascosto: Sunggyu preparava la cena in cucina, nulla di impegnativo perchè non era poi granché in materia, mentre Sungjong non smetteva un attimo di ciarlare allegramente stando seduto accanto ai fornelli, sul ripiano in legno che percorreva metà cucina. Sunggyu si limitava ad annuire e a sorridere. Non sapeva dire se il leader stesse davvero ascoltando i discorsi del più piccolo, ma sembrava addirittura... felice.
Woohyun, tuttavia, aveva cercato di non dargli troppa importanza. Aveva disperatamente tentato di ignorare il fatto che la persona che andava in giro a dire di amarlo e per cui stava passando tutto questo tumulto interiore, avesse finito col preferire uno come Sungjong a lui. Davvero, aveva pensato che fosse solo un periodo passeggero, magari Sunggyu si era appoggiato al più piccolo per superare quel periodo di crisi. Certo, non c'era da preoccuparsi. La pensò così finché una notte, acciambellato nel letto precedentemente occupato dal leader, avvolto dall'odore di quest'ultimo, Woohyun ebbe una sorta di flash: ricordò la conversazione che avevano avuto lui e Sungjong proprio il giorno seguente alla dichiarazione di Sunggyu. Ricordava nitidamente che il maknae, all'apparenza tanto innocente, aveva fatto apprezzamenti neanche tanto velati sul conto del caro leader. Gli venivano in mente parole come "gentile", "intrigante", "sexy", "magari in realtà gli piaccio" e altre cose simili... quindi era Sungjong che aveva delle mire verso il più grande e gli stava facendo il lavaggio del cervello per conquistarlo? Certo, certo. Usava la scusa che voleva consolarlo per riempirlo di paroline dolci, magari tra loro era pure successo qualcosa. Raggelò.
Ebbe la conferma dei suoi sospetti solo un paio di giorni dopo, in seguito a nottate terrificanti in cui non riusciva a chiudere occhio e dopo milioni di paranoie.
Sungjong entrò nella sua stanza una sera, dopo una giornata particolarmente stressante. Con il suo luminoso viso tondo e i suoi occhioni da cerbiatto si acquattò lì, accanto al suo letto, e aveva un musino così adorabile che nonostante l'astio e i sospetti che nutriva ultimamente nei suoi confronti, Woohyun non riuscì proprio a negargli un sorriso, seppur affaticato, e una carezza tra i capelli soffici.
«Sei arrabbiato con me, hyung?», sussurrò dolcemente Sungjong in un'espressione così triste, e i suoi occhi sembrarono diventare così enormi, che Woohyun si sentì in colpa per aver anche solo pensato di poter dubitare di lui. Rise per cercare di tranquillizzarlo: «Macchè. Perchè dovrei?»
«Non so, in questi giorni sembri un po' nervoso e sei stato distaccato con me», spiegò il più piccolo, che ricevette in risposta una leggera cuscinata sui capelli e un: «Ti preoccupi troppo.»
Calò il silenzio. Un silenzio tipico di chi aveva molto da dire ma non trovava il coraggio, o stava solo cercando le parole giuste con cui iniziare. Woohyun non avrebbe parlato per primo, avrebbe lasciato all'altro la possibilità di dirgli il vero motivo per cui era venuto a trovarlo nella sua stanza. Doveva esserci un motivo, non erano uniti da un sentimento d'affetto così forte da spingere Sungjong a venire a cercarlo frequentemente.
«Come vanno le cose con Sunggyu hyung?»
Appena Sungjong gli fece quella domanda, Woohyun trattenne a stento una risata ironica. Ecco ciò di cui era venuto a parlare e, dopotutto, era ciò che interessava anche a lui: Sunggyu. Prevedibile. In ogni caso non aveva intenzione di confidarsi una seconda volta con Sungjong, non voleva abbassare la guardia e farlo entrare di nuovo nel suo territorio. Non si sarebbe esposto sta volta.
«Perchè non me lo dici tu?», rigirò la domanda fingendosi rilassato. In quel momento, inconsciamente, si chiese da quando aveva iniziato a vedere Sungjong come un rivale, risposta che gli parve inutile quando una fitta al petto gli intorpidì il corpo a sentire la risposta dell'altro: «Io e lui usciamo insieme la prossima settimana, quando ci danno la pausa.»
Stordito, lo guardò perplesso. «Che vuol dire che uscite insieme?»
«Tipo un appuntamento, credo... gliel'ho chiesto e ha accettato», rispose lentamente Sungjong, visibilmente preoccupato per una possibile reazione di Woohyun. Da Woohyun, però, non arrivò nessuna risposta. Nessun gesto. Si sentiva svuotato. Non gli sembrava possibile... cos'avrebbe dovuto dire, quindi?
La domanda di Sungjong, «Adesso sei arrabbiato?», gli arrivò come lontana, poco comprensibile. Fissò il viso dell'altro ragazzo. Cos'aveva di speciale, dopotutto? Perchè Sunggyu aveva scelto di uscire di lui, dimenticandosi della persona che diceva d'amare tanto velocemente? Aveva capito di aver sprecato tutto il suo tempo a star dietro a Woohyun dato che sarebbe sempre stato un amore non ricambiato, perciò aveva preferito ripiegare su Sungjongie che si stava offrendo a lui su un piatto d'argento? Bene. Woohyun avrebbe fatto lo stesso, sarebbe uscito con qualcuno a caso. Ma sì. Poteva chiedere a qualche ragazza che aveva conosciuto ultimamente di andare a fare un giro. Chi se ne importava di Sunggyu? C'era mai stato qualcosa tra loro? Certo che no. Chissenefrega. Già. Chissene.
«No», rispose allegramente, incitato dall'idea che davvero non gliene importasse nulla. «Voi due potete fare quello che vi pare, non mi riguarda.»
Il sorriso entusiasta di Sungjong lo colpì come uno schiaffo in pieno volto, distruggendo ogni sua momentanea convinzione. No, aspetta, non era vero che non gliene importava nulla... avrebbe davvero voluto rimangiarsi tutto, convincere Sungjong a lasciar stare Sunggyu, interrompere quella cosa che si stava creando tra di loro prima che... ma non fece in tempo a dire nulla o non ne ebbe il coraggio.
«Allora grazie, hyung! Buonanotte!», detto questo Sungjong uscì dalla stanza, lasciandolo di nuovo solo.
Woohyun affondò il viso nel cuscino. Ma che diavolo gli stava succedendo? No, ma che stava succedendo a quei due? Sunggyu non era normale, per niente, doveva essersi ammattito o davvero aveva subito un qualche tipo di fenomeno paranormale, non c'erano molte altre possibilità. Poteva reggere che magari il suo hyung usasse Sungjong come fazzoletto per asciugarsi il moccolo mentre piangeva disperatamente pensando a lui, benissimo, ma che adesso fossero diventati una specie di coppietta... questo non stava né in cielo né in terra, completamente. E poi non bastava Sunggyu ad essere più o meno dell'altra sponda, adesso anche Sungjong? Cosa stava diventando il loro dormitorio, una sorta di gay village?

Continua...




Anticipazioni:

Woohyun abbassò lo sguardo e cliccò il tasto stop nel suo cervello, sostituendo il nastro della ragione con uno dei suoi soliti deliri che però non riusciva mai a stoppare in tempo, prima che andasse oltre. Era ormai troppo tardi quando rialzò lo sguardo e disse a Hoya: «Dì a Sungjong di restituirmi hyung.»

Alla prossima!
(Si ricorda alla gentila clientela che le recensioni, anche di critica, così come l'inserimento della fic nelle seguite, sono immensamente apprezzati.)
  
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