Night Musings




 

        Non riusciva a prendere sonno.
        Era stanco—sul serio, chi non lo sarebbe dopo la giornata pesante all'università e l'aver dovuto assecondare la foga di Nowaki? Avevano avuto appena il tempo di cenare prima che l'altro lo gettasse di schiena sul letto e lo spogliasse completamente nel giro di secondi.
        Sentiva il corpo pesante, pur se appagato, eppure non riusciva a dormire... Nemmeno il calore che lo avvolgeva ed il confortante odore della pelle di Nowaki lo cullava verso il mondo dei sogni.
        E la cosa lo irritava alquanto. Doveva andare a lavoro in mattinata ed era certo che ogni minuto di riposo gli sarebbe servito.
        Con un sospiro si rigirò nell'abbraccio di Nowaki, ritrovandosi a fissare il viso rilassato e felice del suo compagno. "Lo fai di proposito, vero? A dormire così di gusto, eh?" Pensò Hiroki con una leggera vena di cinismo, che però se ne andò com'era arrivata, dopotutto non poteva dire che gli dispiacesse: trovava quell'espressione dolce (anche se non lo ammetteva nemmeno a se stesso) e non mancava mai di fargli accelerare il battito del cuore, anche dopo dieci anni.
        Battendo le palpebre a quel pensiero, fece marcia indietro per un attimo—dieci anni... Erano davvero tanti.
        Se gli avessero detto, ai tempi dell'università, che avrebbe finito per avere una relazione che avrebbe resistito per tutti quegli anni, probabilmente avrebbe dato dell'idiota allo sfortunato relatore della notizia.
        Passando piano una mano lungo la guancia di Nowaki, attento a non svegliarlo, Hiroki si chiese come l'altro avesse fatto a sopportare il suo pessimo carattere... Se i ruoli fossero stati ribaltati, forse lui non avrebbe saputo fare altrettanto.
        Abbozzando un sorriso quando il dottore spostò la testa per ricercare inconsciamente il contatto con la sua mano, Hiroki si lasciò sfuggire uno "Stupido." appena sussurrato e privo del tono spregiativo che di solito lo accompagnava.
        "Hiro-san..." Mugugnò l'altro nel sonno, stringendo l'abbraccio che ormai impediva ad Hiroki di muoversi oltre. "... Ti amo."
        Arrossendo per l'imbarazzo - e maledicendosi perché ancora reagiva così dopo dieci anni - e provando il desiderio di mollare un pugno in testa a Nowaki per quello, invece si accoccolò con la fronte poco sotto il mento dell'altro e chiuse gli occhi con un altro sospiro, più contento che irritato a dir la verità. "Ti amo anche io, Nowaki."
        Prima di addormentarsi, un pensiero ribelle sfuggì al suo controllo, risuonando fra le pareti della sua mente fino a che il sonno non prese il sopravvento: "Non mi dispiacerebbe restare così per sempre."