San Diego Comic-con International: chapter one









Si, quest’anno si era controllato: nessun vestito da super-nerd esagerato.
Matt Murdock versione avvocato era indiscutibilmente meno vistoso di un Daredevil in un’aderente  tutina rossa di pelle.
Si era messo un completo beige con camicia celeste, si era fatto il ciuffo e si era procurato persino un bastone quasi identico all’originale del supereroe di Frank Miller.
L’aveva comprato da un collezionista di San Diego, qualche ora prima, in uno dei tanti stand.
Ah, aveva persino messo gli occhiali con le lenti rosse, per assomigliare il più possibile al suo personaggio.
Ricordava che il supereroe preferito di Kb era Elektra e, visto che lo scopo della serata era farle conoscere Frank Miller, sperava di farle questo scherzetto alla perfezione.
Alla consolle era appena partita Wonderwall, degli Oasis.
Avevano incominciato a piacergli, grazie al periodo di rock inglese che stava passando Alexis
–ah, finalmente aveva smesso di sentire quella barbie di musica commerciale che era Taylor Swift.
Si guardò intorno: c’erano tre Wolverine, due Tempesta, una Vedova Nera e qualche altro personaggio random della Marvel. 
Oh, fantastico! Non si sarebbe mai aspettato di veder ballare  Hulk e Rogue! Esageratamente divertente!
Appena vide che i buttafuori stavano per far entrare qualcuno ed appena sentì un familiare profumo di ciliegie – dedusse di essere impazzito, data la distanza dalla fonte- 
si dovette ricomporre un attimo.
Stava iperventilando:  Kb gli aveva promesso che l’avrebbe stupito con il suo costume.
Non aveva voluto dirgli di cosa si trattasse –neanche un piccolo suggerimento- perché aveva detto di volerlo tenere per sé fino all’ultimo momento.
Poi entrò e, se avesse potuto, la sua bocca si sarebbe allungata come quella di un serpente ed avrebbe toccato il pavimento.
Elektra! Si Era vestita da Elektra!
Anche Kb, mentre si faceva strada in un mare di X-men,  rimase di stucco per un momento, vedendo che i nostri cosplay erano perfettamente abbinati.
Dal sorriso timido che la detective aveva sul viso, dovette dedurre che l’aveva presa abbastanza bene.
Tuttavia, vedendo come tutta quella pelle nera le fasciasse, in modo cosi aderente, il suo perfetto corpicino…oddio!E quel top??E quei sai legati alla cintura??
Neanche Acquaman avrebbe avuto una bocca gocciolante come la sua, in quel momento e con quella visione.
Di certo non l'aiutò nemmeno vedere che tutto il genere maschile nelle vicinanze si era girato ad ammirarla ed a sbavarle dietro...
Vedo tanti Conrad morti... pensò, temendo che qualcuno potesse fregargli la sua Elektra.
-Hey Castle!-
Dovette deglutire ancora, vedendo che quel sorriso non accennava a sparire dalla sua faccia.
Un po’ come l’espressione da perfetto bradipo in amore che non accennava a lasciare la sua.
-Ti va di ballare…?-
Quelle parole uscirono dalla sua bocca senza il consenso del cervello, infatti se ne pentì immediatamente:
il sorriso di Beckett venne rimpiazzato da una strana espressione .
-Ops..- si lasciò scappare, facendole un sorriso per ammortizzare la cavolata che aveva fatto.
-E perdere l’opportunità di schiacciarti i piedi?Due minuti. E’ tutto il giorno che giriamo e non voglio arrivare a fine serata con i piedi distrutti.- disse, sbuffando.
Kb che gli diceva “si”? “Acchiappa e porta a casa”!-
Entrambi approfittarono della situazione ed incominciarono a ballare.
-Se Iron Gates ci farà fuori, propongo di darci al cinema..oppure investiremo in una ditta di costumi.-
Elektra, alias Kate, alias Nikki  -era un po’ confuso, al momento-  scosse la testa e lo prese in giro, dicendogli che la ditta di costumi era l’opzione più eleggibile, per lui.
-Castle, ma…davvero mi farai conoscere Frank Miller?- chiese Kate, con una leggera punta di impazienza nella sua voce –leggera?Aveva persino gli occhi che le brillavano –
-Come promesso! Te lo devo, visto che hai acconsentito ad accompagnarmi…- detto questo, ripiombarono nel più assoluto silenzio .
Forse rimase troppo preso dall’assenza di conversazione, e dalla conseguente sfilza di pensieri di varia natura per non accorgersi che Beckett aveva adagiato la testa sul suo petto…
Realizzò di rischiare l’autocombustione, doveva dire qualcosa per distrarre la mente.
-Cosa vuol dire “wonderwall”?Muro delle meraviglie?- disse, non accorgendosi del doppio senso che si annidava nella sua domanda.
Si poteva dire che, ormai, era un carpentiere provetto: conosceva ogni singolo mattone del muro di Beckett, ma parlare con lei di muri e mattoni...
 -Naaaah…considerando il senso della canzone, direi più ancora di salvezza-
Immaginazione sua, oppure la sua musa l’aveva veramente stretto più a sé? Immaginazione sua, sicuramente.
And Kate…you’re my wonderwall  pensò, godendosi  gli ultimi minuti di canzone che gli erano rimasti.










**Angolo di Sydney**

Taaaaaaaa-daaaaaaaan!!!! Nuova storia!!!!!!E pure a stampo nerd!!Incredibile vero??
Non so, forse è stato il raduno che mi ha fatto accendere quei due piccoli neuroni che chiamo abitualmente a lavorare da me XD
Booh, spero che vi piaccia *nonostante la brevità* U_u
Il prossimo cap lo posterò tra una settimanella (vorrei provare a scrivere l'ultima parte di Amnesy)
Until the next time!


(Per chi fosse curioso di come sia il costume di Elektra)
http://images.allmoviephoto.com/2003_Daredevil/2002_daredevil_wallpaper_002.jpg