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Autore: Aicchi    09/12/2011    2 recensioni
Una giovane ragazza italiana a Seoul, grazie all'Erasmus, rifiuterà l'occasione di partecipare a festini e party scatenati nel campus universitario frequentato da altri ragazzi stranieri...questo la porterà ad affittare un appartamento in un palazzo...bè, alquanto splendente :3
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Vabbè arrendetevi ormai all'idea di leggere un capitolo ogni 1023945 giorni x°D un pò per mancanza di ispirazione, un pò perchè mi piacerebbe dedicarmi ad altro e anche l'università non scherza :°D spero comunque che la storia continui a piacervi come prima, buona lettura! ^^

Capitolo 25: Tick Tack~

 
“Cretini”
“Deficienti”
“Stupidi”
“Idioti!”
Claire e Giulia continuavano a offendere i due ragazzi anche durante la colazione all’hotel, mentre quelli ridacchiavano con la bocca piena.
“Ragazze, ma anche voi non sapete stare agli scherzi!” si difese il francese.
Entrambe lo fulminarono con lo sguardo, e Giulia scoppiò acida contro quella sua faccia da topo “Oh che scherzone, siete proprio due faine, complimenti! Se sapevo che il vostro balcone confinava con il nostro col cavolo  che lasciavamo la porta finestra aperta!”
Brittany si teneva da parte, avendo dormito per quasi tutta la notte tranquillamente non poteva condividere lo stato d’animo delle sue compagne.
La simpatia che Giulia provava per quei due tipi era già molto precaria, dopo quella notte era pari a zero.
“Meno male nessuno ha sentito niente, potevate metterci nei guai…” commentò arrabbiata Claire.
Ignorando completamente gli sghignazzi di quelle scimmie, le ragazze controllarono il programma della giornata constatando che c’era poco o niente di interessante. A Brit venne un dubbio “Ragazzi, ma secondo voi perché ci hanno portato a fare una gita cosi corta? Voglio dire…due giorni a Incheon son pochi…”
“Ovvio, era una prova” si intromise spavaldo William, stiracchiandosi sulla sedia incrociando le mani dietro la nuca. Il suo accento londinese dava il colpo di grazia alle povere orecchie dell’italiana, che chiese imitando la sua pronuncia “E…di cosa, sentiamo?” alle ragazze scappò un risolino, mentre William continuava con le sue congetture “Volevano vedere come ci saremmo comportati, volevano constatare con che tipo di ragazzi hanno a che fare, dunque hanno ideato questo viaggetto per avere un’idea…” sfumò infine l’inglese. Giulia assentiva poco interessata. Cavolo, quei ragazzi riuscivano veramente ad esasperarla. Solo per quello, non vedeva l’ora di tornare a casa.
Il pomeriggio girarono per i centri storici della città, mentre i prof raccontavano storie, aneddoti e curiosità relative alla bellissima Incheon. I ragazzi sembravano più interessati a scattarsi foto ricordo piuttosto che ascoltare, nonostante l’età ormai matura.
Giulia non aveva nemmeno il tempo di sentirsi con Jonghyun via sms per progettare la serata in compagnia degli Shinee, ma sapeva comunque che il ragazzo non le avrebbe potuto rispondere subito, visto i suoi impegni, cosi decise di rimandare una volta tornata a Seoul.
 
Dopo aver rifatto le valigie, gli studenti furono pronti a lasciare l’hotel e Incheon.
Sul treno di ritorno, verso le 18:30, molti si appisolarono gli uni sugli altri, stanchi a causa della giornata pesante, sul bus invece ripresero le energie e diedero sfogo ai propri pensieri vociando come bambini alla mensa. Poco prima di arrivare al dormitorio della facoltà, Claire e Brittany si ricordarono di una cosa, per loro, importante…
“AAAAAHHH!!” gridarono all’unisono spaventando l’italiana davanti a loro.
“Che è successo, cosa avete dimenticato??” si preoccupò Giulia.
“Il tuo compleanno!!!”
“Il mio cosa?? Ma non è ancora…”
“Si lo sappiamo” la interruppe Brit “abbiamo controllato su facebook mentre eravamo sul treno” spiegò lei.
Giulia stava già maledicendo il pettegolo iPhone della sua amica e sospirò arresa.
“E’ tra una settimana esatta, dobbiamo assolutamente festeggiare!!” esultò Claire.
“Ho sentito bene?? Organizzate una festa?? Io ci sono!” si intromise all’improvviso Pablo, in agguato pochi posti dietro le ragazze.
“Ma io non…!” Giulia cercava di non far circolare la notizia, ma le sue due compagne stavano già facendo propaganda.
“Sentite, io non so ancora cosa farò sabato prossimo…quindi, non programmate niente, vi prego!” le scongiurò Giulia. Le due ragazze a malincuore accettarono la volontà della compagna, ma avevano già stabilito di prepararle qualcosa di speciale, che lo volesse o meno!
Una volta scese dal bus, si salutarono con un grande abbraccio di gruppo, ripromettendosi di incontrarsi il giorno dopo per un caffè a giro per Seoul.
Non era ancora buio, l’estate era bella anche per quello e alle 20 di sera poteva ancora godersi gli ultimi raggi di sole ormai confinati all’orizzonte, pronti ad illuminare un’altra parte di mondo…la sua.
Le tornò nostalgia della famiglia , avrebbe tanto voluto risentire la voce dei suoi familiari, dei suoi nonni…e della sua migliore amica, con cui riusciva a sentirsi solo via internet.
Raggiunse in pochi minuti l’appartamento, si soffermò sul marciapiede a contemplare un poco la sua “nuova” realtà, ciò che, circa due mesi prima, cominciò ad essere la normalità…e un sorriso amorevole le si disegnò sul volto, prese un lungo sospiro e si avvicinò all’entrata dell’edificio.
Si era dimenticata di avvisare Jong per telefono, tanto male, gli avrebbe fatto una sorpresa!
Salì di corsa le scale, con il borsone ancora in spalla, ignorando la presenza dell’ascensore, e aprì la porta di casa. Lasciò cadere in terra la borsa e come una stupida prese a saltellare in ogni stanza e lanciare dei gridolini infantili a random.
Corse in bagno per prepararsi alla serata che le si prospettava e una volta pronta andò a bussare energica alla porta degli Shinee.
Ma nessuno venne ad aprire.
Delusa, Giulia pensò che fossero ancora a lavorare e decise di tornare in casa ad aspettarli.
I minuti passavano e lei non aveva ancora mangiato niente. Si preparò la cena, in modo da tenersi occupata e non pensare all’insostenibile attesa.
Si fecero le 22:30 e ancora dei ragazzi neanche l’ombra. Jonghyun non si era fatto sentire e Giulia era troppo stanca per rimanere alzata così, a malincuore, si diresse nella propria camera a riposare.
Non doveva arrabbiarsi, in fondo non era un’eternità che non si vedevano, non era colpa loro, non era di nessuno…lei poteva solo  attendere il giorno dopo.
  
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