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Autore: Ilaryf90    09/12/2011    4 recensioni
Quella mattina Kurt si trovava nella sala di ritrovo degli Usignoli, decorata a tema natalizio con molta cura il giorno precedente, ed osservava dalla finestra i suoi amici lanciarsi palle di neve e rincorrersi per tutto il giardino della scuola. Era come se fossero tornati bambini e vederli così felici gli fece spuntare un leggero sorriso sulle labbra che svanì subito dopo al pensiero che aveva appena preso forma nella sua mente. Improvvisamente fece un tuffo nel passato e si ritrovò a pensare a sua madre e a tutti i bei momenti che avevano vissuto insieme quando lui era solo un bambino e la pregava con insistenza di portarlo a giocare fuori e ogni volta finivano per rotolarsi sulla neve ridendo, senza curarsi dei vestiti che si erano bagnati e che provocavano dei brividi di freddo lungo la schiena del piccolo Kurt. Anche se completamente bagnato e tremante per il freddo Kurt, in quel momento, non sentiva nulla se non una sensazione di gioia infinita per essere con sua madre.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Merry Christmas Darling

 

 

 

Quando il Natale si avvicina l’atmosfera che si crea è quasi magica. E’ come se si venisse trasportati in un’altra dimensione dove tutto sembra diventare improvvisamente felice e gioioso. Spesso, però, il periodo natalizio può riportare alla mente ricordi di qualcuno che non è più con noi che ha avuto un ruolo fondamentale nella nostra vita.  

Quella mattina Kurt si trovava nella sala di ritrovo degli Usignoli, decorata a tema natalizio con molta cura il giorno precedente, ed osservava dalla finestra i suoi amici lanciarsi palle di neve e rincorrersi per tutto il giardino della scuola. Era come se fossero tornati bambini e vederli così felici gli fece spuntare un leggero sorriso sulle labbra che svanì subito dopo al pensiero che aveva appena preso forma nella sua mente. Improvvisamente fece un tuffo nel passato e si ritrovò a pensare a sua madre e a tutti i bei momenti che avevano vissuto insieme quando lui era solo un bambino e la pregava con insistenza di portarlo a giocare fuori e ogni volta finivano per rotolarsi sulla neve ridendo, senza curarsi dei vestiti che si erano bagnati e che provocavano dei brividi di freddo lungo la schiena del piccolo Kurt. Anche se completamente bagnato e tremante per il freddo Kurt, in quel momento, non sentiva nulla se non una sensazione di gioia infinita per essere con sua madre.

Il flusso di pensieri di Kurt fu interrotto da Blaine che entrò nella stanza e assunse subito un’aria confusa vedendo il suo amico guardare fuori dalla finestra con aria malinconica. Ormai stava imparando a conoscerlo e sapeva che qualcosa non andava perché gli si leggeva chiaramente in volto.

<< Ehi, Kurt! Cosa stai facendo? >> chiese Blaine, leggermente preoccupato.

Kurt, che non si era accorto dell’arrivo dell’amico, sobbalzò, risvegliato dai suoi pensieri, e si portò una mano al cuore. << Blaine, mi hai spaventato! >>.

In seguito, però, si soffermò ad osservarlo con più attenzione. Blaine indossava la divisa invernale della Dalton e con quella sciarpa, quel cappello e quei guanti era ancora più adorabile del solito. Quando Kurt si accorse che il suo sguardo insistente poteva risultare fastidioso o anomalo ritornò a fissare un punto indefinito fuori dalla finestra.

Blaine si avvicinò lentamente e, vedendo che Kurt non aveva risposto alla sua domanda, decise di passare oltre.

 << Ti ho cercato per tutta la scuola >> gli disse con il suo solito tono calmo e pacato. << Gli altri vogliono costruire un enorme pupazzo di neve e ti stanno aspettando per iniziare una seria gara di palle di neve >>. Blaine pronunciò le ultime parole con un po’ più di enfasi ma la risposta di Kurt non fu molto entusiasta.

<< Grazie dell’invito ma non ne ho voglia >> rispose con un tono che poteva facilmente risultare scontroso. Infatti subito dopo si voltò verso Blaine e si sentì di aggiungere, con un leggero sorriso per tentare di rassicurarlo: << Scusami, è che oggi non riesco proprio a sentire il clima natalizio >>.

A quel punto Blaine capì che non poteva fare molto per convincerlo ad uscire e tentò di indagare più a fondo perché non poteva sopportare di vederlo stare male.

<< Kurt, che cosa è successo? >> gli chiese, con tono serio e preoccupato.

<< Niente. Va tutto bene >> rispose Kurt, poco convinto, senza guardare in faccia il suo amico.

<< Kurt, ti prego. Dimmi cosa c’è che non va >> gli disse Blaine, avvicinandosi e mettendosi a sedere su una poltrona. << Potresti almeno guardarmi, invece di fare finta di niente. Conosco quello sguardo e so che non stai bene. Avanti, vieni qui e parliamone >>.

Kurt si decise a voltarsi e si adagiò su una poltrona accanto a quella dell’amico dicendo: << E va bene. Anche se sono convinto che ti annoierò con i miei racconti >>.

Blaine gli lanciò uno sguardo che voleva dire “non ti preoccupare, pensa solo a sfogarti” e si tolse guanti, sciarpa e cappello aspettando che Kurt cominciasse a parlare.

Dopo qualche istante Kurt prese la parola e, lentamente, iniziò a raccontare cosa lo tormentava: << Quando ero bambino il Natale era la mia festa preferita, come per tutti i bambini del mondo >>.

Mentre parlava Kurt concentrò lo sguardo sulle sue mani che cominciò ad agitare, cercando di evitare lo sguardo di Blaine, intento ad ascoltare con attenzione.

<< Adoravo ricevere regali, andare in giro per la città e vedere le strade illuminate e la gente che sorrideva stringendo in mano numerosi pacchetti appena acquistati. Però, la cosa che più mi rendeva felice era passare il Natale con mio padre e… >>. A quel punto Kurt si interruppe, stringendo la testa tra le mani e tentando di trovare la forza per pronunciare quelle parole, che facevano ancora tanto male.

<< … e con mia madre >>. In quel preciso momento i suoi occhi divennero lucidi e il suo sguardo sempre più basso perché non voleva che Blaine lo vedesse in quello stato.

Blaine lasciò che il suo amico si sfogasse perché sapeva che era ciò di cui aveva bisogno, poi gli si avvicinò accarezzandogli delicatamente la schiena, incoraggiandolo a proseguire con il racconto.

<< Ogni anno, quando si avvicinava dicembre, non vedevo l’ora di cominciare ad addobbare la casa e fare l’albero con i miei genitori >> disse Kurt, asciugandosi gli occhi lucidi con la manica del maglione. << Mia madre era bravissima con le decorazioni. Quando tornavo da scuola il pomeriggio fuori era buio e non potevamo uscire, così mia madre mi insegnava a fare degli addobbi da appendere all’albero e… >>.

Kurt fu costretto a fermarsi a causa delle lacrime che gli impedivano di parlare.

<< …questo è il più bel ricordo che conservo di lei >>.

Blaine gli rivolse un sorriso comprensivo e la stretta sulla spalla dell’amico si fece sempre più forte, come a volergli ricordare che lui ci sarebbe sempre stato, anche nei momenti di malinconia come quelli.

<< Riesco ancora a vederla nella mia mente, come se fosse ieri >> proseguì Kurt, che aveva appena cominciato a calmarsi. << Con il suo sorriso rassicurante che mi faceva credere che tutto sarebbe andato per il meglio, che eravamo la famiglia perfetta e niente ci avrebbe mai divisi >>.

Il silenzio riempì la stanza per qualche minuto in cui Blaine rimase accanto al suo amico, intenzionato a non interromperlo.

<< Qualcuno ha deciso di rendere la mia vita un inferno >> disse Kurt, alzando finalmente gli occhi pieni di lacrime verso Blaine, incapace di reagire di fronte a quest’ultima affermazione. <>.

Blaine non riuscì a dire una parola. Era tutto vero. Kurt aveva passato dei momenti davvero difficili.

<< Chiedo solo un po’ di tranquillità. Insomma, una vita normale. Questo è volere troppo secondo te? >>.

A questo punto Blaine decise di intervenire. Non poteva lasciare che l’amico si scoraggiasse in quel modo.

<< Kurt, hai ragione. Il destino è stato duro con te >> gli disse con profonda sincerità. << Però ti ha anche dato la possibilità di rialzarti. Guarda dove sei adesso. Qui alla Dalton sei al sicuro>>.

<< Poi tutto quello che hai passato ti ha portato da me >> aggiunse Blaine, abbassando lo sguardo. << Sono così felice di averti conosciuto, Kurt. La tua amicizia è troppo importante per me e non lascerò che tu ti abbatta in questo modo perché so per certo che hai la forza per andare avanti e dimostrare a tutti chi sei veramente. Kurt Hummel è speciale e tu non devi fare altro che dimostrarlo, va bene? >>.

Kurt lo fissò negli occhi e sorrise per la prima volta da quando avevano cominciato la conversazione, pensando che Blaine era davvero un amico prezioso e che senza di lui non ce l’avrebbe fatta a riprendere in mano la sua vita. Anche se, in realtà, lui avrebbe desiderato che Blaine fosse qualcosa di più che un semplice amico, ma quella era un’altra storia.

<< Blaine >> gli disse con voce tremante per l’emozione. << Ti ringrazio. Tu non puoi capire quanto le tue parole mi facciano sentire meglio >>.

<< E tu non puoi capire quanto mi faccia piacere che tu ti sia aperto con me in questo modo >> replicò Blaine, con un sorriso sincero e affettuoso.

<< Bene, basta con la malinconia >> disse Blaine, alzandosi dalla poltrona e offrendo la mano a Kurt. << Che ne dici di una bella partita a palle di neve per scacciare i brutti pensieri? >>.

<< Credo che sia un’ottima idea >> rispose Kurt, afferrando la mano dell’amico e alzandosi anche lui, dopo essersi asciugato gli occhi con un fazzoletto che aveva nella tasca dei pantaloni.<< Hai ragione non posso sprecare la mia vita a ripensare al passato. Devo reagire>>.

<< Infatti voglio ricominciare con una bella vittoria nella battaglia di palle di neve. E tu, mio caro, sarai la prima vittima >> disse Kurt con un finto tono minaccioso.

<< Questo lo dici tu. Preparati ad essere sconfitto, sarà una sfida durissima >>.

I due amici continuarono a scambiarsi battutine mentre si dirigevano verso il giardino della Dalton, dove gli Usignoli erano ancora impegnati a lanciarsi palle di neve. Non appena li videro avvicinarsi li esortarono ad unirsi a loro e li coinvolsero in una spietata lotta, ricoprendoli di neve.

Di sicuro per Kurt il Natale non sarebbe stato più lo stesso senza sua madre ma l’avrebbe sentita più vicina solamente pensando a lei e conservando i più bei ricordi di tutti i momenti trascorsi insieme.

 

 

 

“Chi ci ama, in fondo non ci lascia mai veramente”

(Harry Potter)

 

 

 

 

 

 

Note dell’autrice

 

Il Natale è ormai alle porte e mi sono fatta prendere da un momento di malinconia. Questa festa ha davvero il potere di riportare alla mente ricordi del passato perché è un momento da vivere in famiglia, con i propri cari. Sono due anni ormai che una persona fondamentale per me non è fisicamente presente a questo evento e ogni volta il suo ricordo si ripresenta con insistenza.

Così ho pensato che anche Kurt potesse avere delle sensazioni del genere e ho voluto scriverci qualcosa. Spero lo apprezziate!

Buone feste a tutti!

 

Ilaryf90

 

   
 
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