Giochi di Ruolo > Vampiri: la masquerade
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Autore: IlMalee    09/12/2011    5 recensioni
Puro delirio in pieno stile malkavian. Il mio piccolo regalo stupidino per una mia lettrice accanita :D
Genere: Comico, Dark, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La campagna scorreva veloce fuori dal finestrino.
Una limousine, di colore nero. Una macchina che di certo non si poteva non notare da quelle parti.
Superarono l'ultima fila di palme, e arrivarono davanti ad un enorme cancello scuro ornato di rose e spine. Dietro il cancello si poteva intravedere un giardino ben curato, con tanto di siepi e statue, e infine la villa. Era un'abitazione sfarzosa in pieno stile siciliano, mura bianche e balconi sul mare.
In lontananza la luna scintillava tra le onde.
Dalla Limousine scesero tre persone. Non le si sarebbe potute non notare, esattamente come la lussuosa vettura da cui erano scesi.
Avevano la pelle pallida e leggermente ambrata, e ciascuno di essi era bello oltre l'inverosimile. I due uomini, uno alto e uno un pò più basso, ricordavano il tipico maschio aitante mediterraneo o spagnolo, capelli e occhi neri come la pece, erano vestiti in eleganti giacche e mocassini. La donna invece possedeva una bellezza crudele, quasi selvaggia, con due enormi seni che spuntavano dall'abito da sera blu elettrico, tacchi a spillo e una sigaretta infilata in un bocchino.
Si accarezzò i capelli lunghi, nerissimi, e poi mormorò:
"Muoviamoci, vediamo di finirla alla svelta."
Il tipo più basso rispose:
"La fretta non s'addice a gente del nostro rango."
"Piantala,Renzo, non siamo qui mica per ammirare questo paesaggio idilliaco… Come si chiama questo posto?"
"Sciacca, madama. Deduco dal vostro favellare che dunque non avevate ancora abbracciato con lo sguardo questi lidi…"
"Sì sì, mica ci metto piede io in questa topaia. Mi manca già Palermo. Chissà se hanno anche internet qui? Rozzi campagnoli..."
"Ah, prima o poi lo dovrò davvero vedere questo internet di cui sì tanto odo in giro, dicono che stia cambiando il senno e la vita di molti villici!"
"Mamma mia, ma ti hanno messo la naftalina nella bara per caso? Ora bando alle ciance, suona il campanello."
Renzo fece l'offeso, e fissò con uno sguardo gelido la Lasombra sua compagna.
I suoi modi non gli piacevano affatto, ma non poteva farci molto. Anche lei era una Anziana a pieno titolo, e per di più possedeva molti più pallini in status dei suoi. Meglio tacere, avrebbe di certo rischiato di inimicarsi buona parte del suo clan.
L'altro, che fino a quel momento era rimasto in silenzio, sorrise e poi si rivolse alla donna:
"I tempi sono proprio cambiati! Dove andremo a finire! Il buon nome del nostro clan è infangato ormai. Spero davvero che questa faccenda sia tutta una diceria e una burla messa in giro dalla Camarilla."
"Purtroppo temo non sia così, caro Franco. Conosco Giovanna."
"E che opinione ti sei fatta al proposito?"
"Pessima. Personalmente non la sopporto, e non so nemmeno come faccia il resto del Sabbat a continuare ad affidarle il controllo di questo dominio."
"Giovanna detta la Rosa d'ombra. Settima generazione se non vado errato?"
"Sì esatto. Dicono abbia anche commesso diablerie nei confronti del suo sire."
"Sul serio? E la motivazione?"
"Aveva osato dire che i suoi racconti (li chiamano qualcosa tipo "fanfiction" erano noiosi. Sì, a quanto pare è una cainita con l'hobby della scrittura."
"Ma tu guarda."
Il cancello si era aperto.
Venne loro incontro un uomo armato di mitra, vestito come il classico contadino siciliano, con tanto di coppola e bretelle.
"Prego, accomodatevi. La padrona vi sta aspettando."
Entrarono e camminarono sul sentierino di pietra in mezzo all'erba.
Dietro le siepi erano appostati vari uomini armati di lupara e vestiti di nero.
Alcuni suonavano uno scacciapensieri, altri masticavano limoni.
"Rozzi barbari!" mormorò la donna, prima di salire le scale dell'ingresso.
Non appena entrarono, i tre vennero quasi aggrediti da un cane. Era marrone e bianco, di taglia media, e non smetteva di abbaiare e ringhiare contro i tre ospiti.
"Buono Sam, buono! Torna a cuccia!"
La donna che aveva appena parlato fece la sua comparsa, si trattava di una ragazza vestita con un abito nero, capelli neri e occhi scuri. Era avvolta come i tre in un pallore quasi mortale.
"Oh, benvenuti. Posso offrirvi qualcosa da bere?"
Il più basso dei tre, Renzo, si inchinò e le fece il baciamano.
"I nostri omaggi, monna Giovanna. Veniamo in ambasceria per conto degli altri del Clan. Permettetevi di dirmi che vi trovo assolutamente incantevole e alquanto…"
"Sì beh, piacere mio. Sei Renzo, giusto? E' da un secolo che non ci si vede."
"Già, e molti avrebbero voluto che le cose rimanessero così."
Era stata l'altra donna in abito blu a parlare, soffiando fuori del fumo.
"Bèh, bando alle ciance allora."
Si sedettero a un enorme tavolo di mogano, nel salone d'ingresso.
"Giusto." la donna fissò con sguardo malvagio Giovanna, poi dopo aver spento la sigaretta riprese.
"Parliamoci chiaro: girano delle voci giù a Palermo, e a quanto ne so anche qui a Sciacca."
"Uh, grande scoperta. E che direbbero queste voci?"
"Dicono che tu hai una storia. Una storia un pò particolare, una relazione pericolosa con… qualcuno di speciale."
"Bèh, di certo io non me li trovo noiosi come i tuoi."
"Falla finita! Dicono che tu abbia una storia d'amore con un licantropo, con un cazzo di lupino!!! E' vero???"
Calò il silenzio nella sala, tutti i presenti fissavano Giovanna.
"Bèh, diciamo che potrebbe essere mezzo vero."
"Mezzo vero?"
"Bof, sai com'è…Gli umani non mi soddisfano nemmeno un pò, e a letto o mi annoio o li dissanguo subito.Non parliamo poi dei cainiti. Quelli sono anche peggio.Insomma, lo sai, nemmeno riescono a farselo..."
"No, non so come è!!!"
Renzo riprese la parola:
"Lei si rende conto ovviamente, miss Giovanna, che gran imbarazzo e fonte di problemi potrebbe essere questa sua ehm.. relazione con un lupino. Potrebbe non solo divenir cagione di preoccupazione e imbarazzo "sociale", ma esser fonte di minaccia e pericolo nei confronti del clan intero!"
"Mamma mia, ma come parla sto qua? Cosa gli avete fatto, è passato un Malkavian per caso?"
"Io… Io… Mi ritengo offeso! Comprendo che il mio favellare forse non incontra i vostri gusti, ma per la casata dei Custodi, io… io…"
"Vogliamo sbrigarci? Ho lasciato il bufalone ancora caldo a letto, così mi si raffredda."
"Il.. i-il… Uhm…"
Renzo era prima sbiancato per poi tingersi leggermente di rosso, stizzito.
"Chi sarebbe il bufalone?"
Era stata una voce nuova a parlare. Tutti si voltarono in direzione della voce, e videro che si trattava di un uomo, seminudo. Era coperto solo da un asciugamano legato alla cintola, e da sotto era possibile intravedere una prorompente erezione a malapena trattenuta dal piccolo straccio. Aveva un corpo muscoloso e aitante, i pettorali sembravano scolpiti nel marmo, così come i bicipiti. Sorrideva, denti bianchi e perfetti.
"Toh! Parli del lupo…"
"Chi sono questi tizi, cara?"
"Sono miei ospiti, vedi di non essere scortese."
"Non volevo essere scortese, ma ho sentito puzza di vampiri più del solito e ho voluto dare un occhiata."
I tre seduti ora fissavano con odio il nuovo arrivato, e nel loro sguardo era possibile leggere anche un pò di paura nascosta.
"Bene, stavamo dicendo?"
La donna vestita di blu  battè forte il pugno sul tavolo e poi urlò:
"Adesso basta! Sono stufa delle tue insolenze! me ne frego se sei amica di Gian Galeazzo e se te la fai con un lurido lupino, questo è inaccettabile! Dirò al clan di autorizzare una caccia selvaggia! Non la farai franca, hai messo in imbarazzo noi e tutto il clan, e il Sabbat intero!"
"Ahia." Giovanna guardò preoccupata l'uomo seminudo che era rimasto immobile fino a quel momento.
Quello aveva dipinta un'espressione arrabbiata sul volto.
"Come è che mia ha chiamato quella sgualdrina?"
"No dai, non voleva dirlo sul serio…"
"Indietro, lurida bestia!"
La donna ora si era alzata con un'espressione preoccupata sul volto.
Renzo si era alzato a sua volta, ed aveva impugnato una pistola.
"Non costringetemi a sparare, messere. Non mi piacete nemmeno un pò, ma non vi farò del male se non sarà necessario."
"A me invece non piace la tua faccia, puppo. Che ne dici se te la strappo e te ne monto una nuova?"
"Aha, che simpatico! Non so se ve lo ho detto, ma fa anche il meccanico. Per questo, ha detto… Monta…" Giovanna corse ad accarezzare il petto virile dell'uomo per calmarlo, ma ormai era troppo tardi.
I pettorali prorompenti dell'uomo avevano iniziato ad agitarsi come sul punto di esplodere, e una fitta peluria gli stava spuntando da ogni parte del corpo.
Gli occhi ora brillavano di una luce gialla, e i capelli gli erano cresciuti.
"Oh Dio, no!!!"
"Ve la siete cercata però eh."
"Indietro, mostro! E' armata ad argento!"
Ormai il lupo aveva completato la sua trasformazione, ed era alto più di due metri, un ammasso di muscoli e peli.
"Uccidetelo presto!!!"
"No!"
Giovanna aveva richiamato a sè le ombre, ma era troppo tardi. Renzo vinse l'iniziativa, era un 10 sul dado. Fece fuoco prima una poi due volte. Poi le tenebre lo stritolarono e Giovanna lo scagliò alla parete con  un gesto della mano.
Il lupo mugolò di dolore, ma non si fermò.
Con un balzo fu sopra la tavola e poi con una zampata staccò di netto la testa alla ragazza vestita di blu.
Si voltò ringhiando verso l'ultimo rimasto, che paralizzato dal terrore si copriva il volto con le mani.
Poi con un morso azzannò un braccio e cominciò a sollevarlo in aria.
In pochi secondi del cainita non rimasero che ceneri. Lentamente, il lupo ritornò alle sue dimensioni originali, sudato e ansimante.
Improvvisamente nella stanza irruppero tutte le guardie  a lupare spianate.
"Che succede signò? Tutto a posto?"
"Sì, non preocupatevi, un piccolo disguido con i nostri ospiti. Tornate pure alle vostre mansioni, ce ne siamo occupati noi."
Il licantropo ora si teneva il petto, sanguinava. Sembrava furioso.
Si avvicinò al corpo di Renzo ormai paralizzato a terra dalle ombre, e gli tirò un calcio.
" Figghiu di na gran truscia che denti rutti e u culu spunnato ppi quanti voti sa fici 'ntappari nda facci e 'nda carina!!!!"
"Eeh dai, non esagerare adesso. E' morto, vedi?"
Con un gesto della mano Giovanna stritolò ancora il corpo di Renzo, riducendolo in cenere tra le ombre.
"Mi ha fatto male cazzo!"
"Oooh, dai non è nulla. vedrai che ti guarirà presto."
"Ma è argento!!!"
"Uh giusto, a voi fa male sì…"
Rimasero in silenzio per un pò, fissando la ferita ancora gocciolante.
Giovanna si avvicinò e cominciò a leccarne un pò.
"Ma che cavolo fai???"
"Bèh, era uno spreco! E poi mi sporchi tutti i tappeti."
"Lascia stare, la prossima volta però chiedimelo almeno."
"Va bene."
"Che si fa adesso?"
Giovanna si lisciò i lunghi capelli neri, poi pensierosa scrutò il giardino della villa di fuori.
"Ce ne andiamo, direi. Hai combinato un bel casino."
"IO? Sei… sei tu che non mi hai fermato.. e loro mi hanno provocato!"
"Certo, come no. Sta di fatto che adesso siamo in un bel casino, e non basterà di certo la lavanderia per quel macello."
"Dobbiamo andarcene?"
"Sì, so già dove andare. Dopotutto avevo già in mente di prendermi una vacanza."
"Ah sì?"
"Sì, dopo più di seicento anni uno comincia anche a stufarsi della Sicilia, per quanto bella."
"Uuh, non sapevo avessi seicento anni."
"Non te l'avevo detto?"
"No, non ancora. Certo che sei una vera matura, altroché milf.Oserei dire anche vecchiotta, per i miei gusti."
"Dai, smettila! Ora preparati, che ce ne dobbiamo andare."
"Dove siamo diretti?"
"Conosco degli amici, aveva già intenzione di passare a salutare Gian Galeazzo su a Milano. Ma credo prima faremo tappa in Emilia Romagna. Ho buoni rapporti con un Fratello da quella parti, una certa Dragana…"
"Chi?"
Giovanna non lo stava ascoltando, era come persa nei suoi pensieri:
"Chissà se Chiara è ancora viva e non è caduta in torpore dopo tutti questi secoli. Dovrebbe esserci anche l'altro, quel pazzo del suo compagno, come si chiama… Malk… Sì ho deciso!"
"Insomma che si fa?"
"Bèh tu intanto vedi di rivestirti e di darti una ripulita.Anzi non rivestirti, lavati e basta. Non siamo ancora arrivati a dieci volte stanotte, e non ho intenzione di recuperare domani sera mentre siamo in viaggio."


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Piccole annotazioni: sì, questo è inteso come comico.Volutamente stupido, ironico e scritto strano (male) in alcuni punti.
 Sì, questo è un vero e proprio delirio. Sì, questo è dedicato sul serio a Vannagio la lasombra siciliana XD auguriiiii!!!!





  
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