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Autore: _aru    09/12/2011    6 recensioni
Avvicinai la mia bocca che sentivo bollente al tuo orecchio, “spogliati” sussurrai e ti sentii fremere.
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vetro
 



Saresti stato capace di vedere qualsiasi cosa, purché si trovasse al di là di quella finestra.
Ti guardavo spesso sai? Ho imparato a conoscerti tramite i piccoli gesti che cercavi di nascondere, quelle abitudini che tenevi solo per te, senza dare nell’occhio.
Eri trasparente, la gente guardava oltre con te, come facevi tu con quel vetro che sembrava l’unico mondo che riuscisse a catturarti.
Volevo imparare tutto di te, così non mi avresti colto impreparato semmai ci fosse stata l’occasione di poterti parlare.
Giudicami pure se vuoi, io non sono stato capace di non farlo.
Volevo memorizzare il timbro della tua voce, la notte avrei potuto immaginarti mentre mi sussurravi parole che non oso riferire.
Speravo invano che dimenticassi un libro, che ti lasciassi scivolare un pezzetto di carta contenente la tua calligrafia, avrei potuto sbirciare un po’ della tua vita, ma sei sempre stato cosi attento e minuzioso in quello che facevi.
Guardavi fuori dalla finestra, ma non ti ho mai visto uscire, non ti ho mai visto aprire in cerca di aria, di cosa avevi paura?
Non riesco a ricordare il tuo sorriso, me ne rammarico, perché non ti ho mai visto sorridere nemmeno di quei falsi sorrisi malinconici.
Avevi la bellezza tenebrosa delle poesie di Baudelaire, mi chiedo se i fiori del male non avessero infettato il tuo cuore trafiggendolo con le loro radici secche.
Non conoscevo il tuo nome, l’unica cosa che ci accomunava era quella vecchia biblioteca della facoltà di letteratura, piena di polvere, piena di libri che ti vedevo sfogliare ma non leggere.
Ho sempre amato guardarmi in torno per vedere i comportamenti delle persone, all’inizio non mi era parso strano il fatto che mi soffermassi a guardarti, eppure c’era qualcosa nel tuo modo di fare che lentamente mi ha macchiato.
Ti cercavo, ti volevo, ti guardavo per ore e poi nel mio letto ti immaginavo.
Il mio corpo fremeva, mi sentivo attraversato dal tuo sguardo assente e mi eccitavo con una vergogna che imparai ad accettare.
Avresti guardato anche me se fossi stato al di là di quel vetro? Avevo paura di diventare uno dei tanti soggetti che ammiravi con superiorità fiera, niente di più, solo un qualcosa su cui posare lo sguardo per pochi secondi.
Sentivo i tuoi passi lenti e pesanti che attraversavano le scaffalature della biblioteca, ogni tanto si soffermavano su qualche titolo, poi passavano oltre.
A volte leggevi  rapito e terminato il libro cadevi come in preda allo sconforto. Era questa la tua paura? Temevi la realtà? Com’eri codardo.
Sentii le mie mani tremare di desiderio nel momento stesso in cui scoprii un tuo difetto, ti volevo ancora di più, volevo possedere il tuo terrore, trasformarlo in squallido piacere fisico, sentire la tua voce rompersi.
Volevo abbracciare la tua fragilità, e offrirti la mia vita in cambio.
Avremmo potuto godere del nostro essere imperfetti ed incompleti, ti avrei accarezzato con cura, mi sarei perso dentro quegli occhi che mi nascondevi, per poi trovarti e tirarti fuori dalle tue illusioni.
Sapevo che quella sera saresti rimasto fino a tardi, era venerdì, il giorno che forse detestavi di più, non ho mai saputo perché.
Quella sera d’inverno.
Chiusi a chiave la porta, c’eravamo solo tu ed io, fu la prima volta che alzasti il viso verso di me per guardarmi con curiosità.
Eri in piedi, a fianco a quella maledetta finestra che ora rifletteva la tua schiena, non c’era nulla da guardare fuori, il buio aveva inghiottito ogni filo d’erba, ogni mattone, non c’era che polvere danzante tra i fasci di luce, quella luce che spensi con arroganza mentre mi avviavo verso di te.
Non mi serviva luce per ammirarti, i miei occhi erano pieni della tua immagine, le mie mani avrebbero fatto il resto.
Avevi capito? Avevi capito quanto ti volevo? Non ti muovevi, aspettavi con quella fasulla calma superficiale che il mio corpo si avvicinasse al tuo.
Sentivo i tuoi pensieri che ti torturavano, ma ben presto non avresti più badato a quei pensieri.
Ero di fronte a te, cosi vicino che ne sarei morto, ma non mi bastavi ancora.
Avvicinai la mia bocca che sentivo bollente al tuo orecchio, “spogliati” sussurrai e ti sentii fremere.
La camicia si abbandonava sul tuo collo e m’inebriava la mente, la tua pelle cosi vicina alla mia lingua.
Percepivo i tuoi nervi tesi nell’attesa di quel contatto che desideravo anch’io.
Sentii le tue dita soffermarsi su quei bottoni, poi lentamente aprivi un sipario sul tuo petto nudo, la pelle liscia e diafana. Sentii il tuo profumo, come quello di un vecchio libro non aperto da tempo.
Ti afferrai, ti spogliai di quell’indumento inutile e snervante e ti baciai.
La tua saliva si mescolava alla mia, un nettare velenoso che lentamente mi uccideva, e volevo di più, ancora di più.
Le mie mani scorrevano sul tuo corpo, eri vittima di quel tocco che ti piaceva più di quanto potessi immaginare,  ne approfittavo per sentire i tuoi gemiti, volevo che mi pregassi di continuare, di fare di più. Avrei fatto qualsiasi cosa in cambio della tua voce.
Il suono dei tuoi baci mi squarciava i timpani, mi separai da quella bocca di demone e mi soffermai su quegli occhi, avevano luce e vita propria e desiderai staccarteli per portarli dentro di me in eterno.
E poi ancora mi ubriacai della tua pelle, la assaporai, “continua” ti sentii soffiare e le mie mani passarono oltre quella cintura, la mia bocca piena di te.
Le tue mani si perdevano tra i miei capelli, ora mi supplicavi di fermarmi, ma quelle parole inutili non mi toccavano, gocce di linfa bollente mi riempirono di quel tuo piacere che sentivo anche mio.
Le pulsazioni mi uccidevano, non avrei aspettato oltre per averti, ci eravamo guardati in silenzio, prendendoci gioco di quella passione mortale che provoca il piacere.
Le tue nudità mi eccitavano e in un attimo i nostri corpi si cercavano, diventavano uno.             
Approfittavi del buio per nascondere la vergogna, ma non avevi segreti per me.
Spingevo contro di te fino a schiacciarti tra il mio petto e il muro freddo che ti graffiava la pelle.
Desideravo la tua schiena, e quella parte che dio solo sa quanto ho sognato, ti voltasti e potei godere della tua perfezione.
Le mie mani ti violarono e ti sentii soffocare un lamento di dolore, ma non mi fermai, non volevi che mi fermassi.
Il vetro non poteva rifletterci, brillavamo di una luce che non era visibile agli occhi dei comuni mortali, potevo percepire i tuoi occhi sgranati in cerca di quelle sicurezze che avevo appena demolito. Portai una mano sul tuo viso, ti coprii lo sguardo con il palmo  e sentii i tuoi denti stringere di piacere.
Continuai il supplizio la dove la tua pelle era delicata come i petali di rosa fino a farti sciogliere dai brividi di piacere, e poi mi offristi il tuo corpo con impazienza e con la stessa impazienza mi impossessai delle tue parti più nascoste.
Madido di sudore baciavo la tua schiena, che si inarcava a ogni affondo del mio io dentro di te, i tuoi muscoli perfetti si tendevano, e poi ancora ti sentivo gemere con forza, senza pudore. Mi appartenevi, e ti avrei segnato in un modo che non potesse più separarti da me.
Non saprei dire quanto tempo ci desiderammo a quel modo, non saprei dire se qualcuno avesse sentito i nostri sospiri da amanti, ma non mi è mai importato.
Sentii il mio corpo spezzarsi in balia del tuo, raggiunsi quell’apice lussurioso macchiandoti del mio desiderio ,come tu mi avevi macchiato settimane, mesi prima con i tuoi gesti impercettibili che ora facevano parte di me.
Ricordo che ci accarezzammo per ore senza parlare, finché non ti addormentasti tra le mie braccia, consapevole che quella biblioteca ci avrebbe ospitato chissà quante volte ancora.
Avrei aspettato in eterno per i tuoi sorrisi, il tuo vetro ero io ora, potevi guardare il mondo attraverso me e chissà che proprio in una notte come quella non saresti stato in grado di rivelarmi quella tua bocca in un’espressione di pace.
 
____


" probabilmente non pubblicherò nient'altro" ultime parole famose ._.
Vabbeh, sono di nuovo qui con questa storia che mi stuzzica parecchio, l'ho scritta tutta di getto senza avere nemmeno in mente un minimo di trama però tutto sommato non mi dispiace, sarei felice di sentire le vostre opinioni , se ne avete voglia ^^
Io andrei, beh alla prossima.

 

  
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