S: Questo non è il mio genere, ma in un momento alquanto malinconico e deprimente di una giornata diversa dalle altre, mi venivano in mente solo cose brutte e tristi.

VI: Ehi, baby, che ti prende?

S: A saperlo te lo direi. Ragazze, vi chiedo scusa se vi contagerò con la mia malinconia.

 

"Mi molli? Sei pesante!" Mi disse dandomi uno strattone facendomi indietreggiare fino a quando non inciampai in una sedia e caddi a terra, steso sul pavimento freddo.

"Ma Kibum, cosa ti ho fatto?" Gli domandai toccandomi la testa con una mano.

"E me lo chiedi anche?! Dopo mesi e mesi che stiamo insieme, cosa fai il giorno del mio compleanno?! Mi lasci da solo tutta la sera per andare a spassartela coi tuoi vecchi compagni delle superiori! Andavi da una discoteca all'altra ubriaco fradicio facendoti qualunque essere respirante! Mi fai schifo Kim Jonghyun!" Mi urlò contro con tono più alto che mai.

"Te l'ho detto, mi hanno dato della droga e fatto ubriacare, non era mia intenzione.." Gli risposi abbassando lo sguardo, per non incontrare i suoi occhi piccoli e lucidi.

"Non dovevi comunque andarci! Era il mio compleanno e quella sera dovevamo passarla insieme!" Continuò a rimproverarmi uscendo dal suo camerino e sbattendo la porta.

"Ma K-Key.."

Ormai è passata più di una settimana da quella nostra discussione, ogni giorno faccio una fatica tremenda nel vederlo gironzolare per casa e non potergli sorridere abbracciandolo, come ho sempre fatto.

Eravamo in sala prove, ma non riuscivo a concentrarmi.

"Scusate ragazzi, oggi non sto bene.. Vi spiace se me ne torno a casa?" Chiesi ai membri del gruppo con voce bassissima, quasi inesistente.

"Jong, sei pallidissimo!" Mi fece notare il piccolo Taemin, mentre si stringeva al braccio di Onew.

"Ha ragione, che hai?" Continuò il suo discorso Minho.

"Non preoccupatevi, sono solo un po' stanco."

Key non si degnava di parlare, anzi, ora che ci faccio caso non è nemmeno lì con noi. Lui è dall'altra parte della stanza a provare la coreografia di "Hello".

"Ce la fai a tornare a casa o ti devo accompagnare?" Mi chiese Minho mettendomi una mano sulla spalla.

"Ohibò, se riesco a fare due passi senza barcollare forse posso farcela."

"Ragazzi, lo accompagno a casa, ci vediamo fra poco." E così, mi riaccompagnò a casa.

Si sono fatte le otto e passa, i ragazzi sono ancora in sala.

Io sono avvolto dall'oscurità. Piango in un angolo della stanza, la mia ferita si fa sempre più profonda mentre io agonizzo. Una promessa infangata mi ha ferito.

"Ti prometto che io ci sarò sempre quando avrai bisogno di piangere, ti offro la mia spalla su cui farlo."

Come faccio a piangere sulla tua spalla, se sei tu a farmi piangere?

Quest'amore mi blocca e mi lacera, rivoglio il tuo amore, la tua fedeltà. Salvami da questo posto gelido col tuo sorriso, coi tuoi occhi, con la tua voce. Devo ritrovare il tuo sorriso, l'ho dimenticato. Quel sorriso che conservavi solo per me, dov'è finito? Ti prego, non mostrarlo a nessun altro.

Vuoi allontanarti da me? Va bene, ma devi capire che ti aspetterò comunque, anche se il futuro è diverso dal presente e dal passato. Sono quì ad aspettarti e lo griderò se c'è il bisogno.

Se allungo le mani riesco a toccarti, eppure sei così lontano. E' la mia memoria, sento la tua voce. Chiudo gli occhi e avverto un po' di dolore, ma tanto desiderato.

Senza accorgermene verso lacrime nere. Il nero del mascara, del tuo mascara. Avevi insistito così tanto sul fatto di truccarci allo stesso modo.

Non ho più nulla, solo tristezza inesprimibile a parole. Un dolore improvviso in tutto il corpo, non posso farcela da solo. Basta coi finti sorrisi che nascondono la debolezza, da te voglio qualcosa che non abbia forma, non mi servono più le cose che si rompono.

Percorrendo una lunga strada ti ho sussurrato:

"Perdonami se sono così. Sopportami, anche se sono un danno vivente."

Ma tu hai fatto finta di nulla, ora capisco che le cose possono sempre peggiorare. Ovunque mi giro c'è un ricordo, e sembra che il tempo non sia mai trascorso. Un brivido lungo la spina dorsale, rimango incredulo e capisco che le emozioni non muoiono mai.

Il mio cuore sta soffrendo per questa ferita invisibile, anche ora non riesco a fermare questi sentimenti celati nell'oscurità, è un amore troppo fragile quello che viviamo io e te.

Devo perdonare per dimenticare. Ma io non posso, non riesco e non voglio scordare quello che c'è stato fra noi.

"Siamo tornati!" Annuncia il Leader, ma io rimango immobile in quell'angolino, quello davanti la porta della sua camera.

"Jongie, dove sei?!" Continua a chiedermi, ma solo Key potrebbe capire dove mi trovo, ma se ne frega.

"Sarà in qualche bar." Risponde in questo modo a Jinki.

"Forza ragazzi, andiamo a raccattarlo!" Esclamò dopo aver sentito la risposta.

"Io rimango quì, in caso che torna."

"Ottima scelta Kibum! Noi andiamo." Onew, Minho e Taemin escono di nuovo, probabilmente non si erano nemmeno tolti la giacca.

Sento dei passi venire verso di me, alzo lo sguardo sfuocato a causa delle lacrime ma capisco che la figura che mi ritrovo davanti è quella di Key. Stava per aprire bocca ma io lo interrompo.

"Mi dispiace."

"E' inutile che ti scusi."

Improvvisamente un piccolo raggio di luce mi entrò in testa. "Perchè, mi hai perdonato?" Domandai facendo un piccolissimo sorriso.

"Ahah, ti pare? Ovvio che no! Ed ora levati dal passaggio che non riesco a passare con te in mezzo alle palle." Tuonò.

E' finita, chiuso, boom, caput.

Non riavrò mai più indietro il mio "ragazzo".

 

 

S: Dai, non è tanto brutta..

VI: *si commuove*

S: Ehi, che ti prende?

VI: E' tristissima! *continua a piangere*

S: Bè, ti ringrazio. Soprattutto il pezzo scritto in rosso scarlatto, è il migliore.

VI: E' quella la parte più deprimente! *si soffia il naso*

S: Hai ragione.. Però mi piace come storia.

VI: Ragazza mia, riprenditi da questo stato e continua a scrivere le comico-erotico.

S: Okk. Arrivederci a tutte, belle fanciulle/donzelle.

VI: Grazie per aver letto! *fa ciao ciao col fazzoletto*

S: *fa ciao ciao con la manina*