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Autore: MooNRiSinG    10/12/2011    7 recensioni
Questa fan fiction è il seguito di "Love Eventually".
L'estate è finita e Kurt e Blaine si preparano ad affrontare un nuovo anno alla McKinley: dovranno fare i conti con il segreto di Blaine e con i consueti drammi delle New Directions...
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Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa fan fiction è il seguito di "Love... Eventually".


Il sole era ormai tramontato da un pezzo e l’aria fresca della sera fece rabbrividire leggermente Kurt.
L’estate stava volgendo al termine e lui si ritrovò a trattenere a stento un sospiro all’idea di affrontare un nuovo anno alla McKinley: certo, avrebbe potuto vedere Blaine tutti i giorni – e questa era una cosa che gli era sicuramente mancata in quei mesi – ma si sarebbero comunque trovati circondati da un ambiente ostile e sarebbero stati costretti a rinunciare agli spontanei gesti di affetto cui si erano abituati nel corso dei lunghi pomeriggi passati insieme, seduti sotto un albero nel giardino sul retro di casa Hummel o raggomitolati sul divano del soggiorno.
Il suo sguardo si spostò istintivamente su Blaine: il ragazzo se ne stava sdraiato sull’erba e, come sempre, sembrava totalmente assorto dal libro che stava leggendo.
Kurt roteò gli occhi e si lasciò cadere accanto a lui, storcendo il naso alla sensazione del contatto con l’erba umida.
“Blaine, sarà meglio rientrare.” Mormorò, passando le dita fra i capelli dell’altro, “Se restiamo sdraiati qua fuori ci prenderà un accidenti.”
L’unica risposta che ottenne fu un lieve cenno di assenso col capo, ma per il resto il ragazzo non diede nessun segno di averlo sentito.
“Sai, staresti davvero meglio se avessi i capelli verdi. Possiamo provare a tingerli?” continuò con tono innocente, fingendo di esaminarsi le unghie con estrema attenzione.
“Certo.”  Borbottò distrattamente Blaine.
“Stavo pensando di cambiare sesso e di intraprendere la carriera di danzatrice esotica con il nome di Luhalla.”
“Mh-h.”
Niente.
“Già posso vedere i cartelloni degli strip club di Las Vegas: ‘Luhalla, la sexy pornostar della porta accanto’… potrei decorarmi i capezzoli con dei mazzi di violette, che ne dici?”
“Mh.”
Cervello non pervenuto.
“Ma in fondo le violette fanno così anziano… forse potrei evitare l’operazione e tatuarmi un pitone dritto dritto sul… Blaine, non mi stai ascoltando!” concluse inviperito, alzando il volume della voce di parecchi decibel e di parecchie ottave, costringendo il rottweiler del vicino a ritirarsi nella sua cuccia uggiolando pietosamente.
Blaine gli rivolse uno sguardo contrito e si affrettò a chiudere libro, senza nemmeno preoccuparsi di segnare la pagina cui era arrivato: “Mi dispiace davvero, Kurt! E’ solo che il libro che mi hai regalato è così interessante che a volte…”
“Non ti preoccupare. Suppongo che dovrei sentirmi lusingato dal fatto che il mio regalo ti sia piaciuto così tanto.” sospirò il ragazzo, sorridendo rassegnato, “Comunque faremmo meglio a rientrare in casa: si sta facendo davvero tardi e non vorrei che i tuoi si preoccupassero per te.”
Per un attimo gli sembrò di scorgere qualcosa di indecifrabile negli occhi di Blaine, ma si trattò soltanto di un momento e lo etichettò come uno scherzo della sua immaginazione.
Quando si voltò per entrare in casa, Blaine si tese involontariamente: aveva cercato di comportarsi nella maniera più normale possibile per evitare di preoccupare il suo ragazzo, ma, nonostante tutti i suoi sforzi, quello che stava accadendo aveva cominciato a invadere i suoi pensieri a tal punto che spesso si ritrovava a scivolare in un silenzio impenetrabile senza neppure rendersene conto.
Se Kurt avesse prestato maggiore attenzione si sarebbe probabilmente accorto che non aveva girato pagina nemmeno una volta nel corso delle numerose ore che avevano trascorso fuori. E avrebbe sicuramente notato il suo sguardo perso nel vuoto, o le sue labbra serrate in una smorfia preoccupata.
Fortunatamente, però, l’attenzione di Kurt sembrava totalmente focalizzata sulla situazione a dir poco drammatica in cui si trovavano al momento le New Directions: dopo il terzo posto alle Nazionali, invece di festeggiare l’ottimo risultato conseguito, i membri del gruppo avevano cominciato a scagliarsi gli uni contro gli altri e ad accusarsi reciprocamente di cose completamente assurde.
Kurt e Blaine avevano cercato di rimanere neutrali, ci avevano provato davvero, ma poi Sam aveva lasciato intendere non troppo velatamente che con tutta probabilità era stata la loro omosessualità a costare loro il primo posto e Mercedes aveva prontamente rincarato la dose sostenendo che se avessero permesso a lei di cantare avrebbero sicuramente portato a casa la vittoria. A quel punto i due avevano rinunciato a mantenere la calma e si erano lasciati coinvolgere dalla guerra in atto.
Quel giorno c’erano voluti gli sforzi congiunti di Puck e Finn per impedire a Kurt di cavare gli occhi a Mercedes, mentre Blaine era stato fermato da Mr. Shuester mentre tentava di infilare il trofeo di New York nella bocca di Sam urlando che, visto che il trofeo era così piccolo, sarebbe sicuramente entrato a meraviglia in quella specie di Samsonite di Mary Poppins che Sam ostentava al posto della bocca.
Da quel giorno Kurt e Blaine si erano allontanati dal gruppo e, fatta eccezione per Finn e Rachel, avevano interrotto ogni genere di contatto con gli altri membri.
Facebook taceva e il telefono piangeva, ma i due erano rimasti ferrei nella loro decisione e questo aveva regalato loro un’estate di totale serenità.
Ma ora la scuola stava per ricominciare… Blaine sospirò e seguì Kurt in cucina.
Carole lo accolse con un sorriso smagliante: “Ti fermi a mangiare con noi, tesoro?”
 “Mi spiace, devo assolutamente tornare a casa stasera. I miei ci tengono a passare del tempo con me prima che ricominci la scuola.” Mentì lui con scioltezza. Come poteva dirle che il vero motivo per cui doveva tornare a casa era che suo padre stava cominciando a chiedergli fin troppo spesso dove – e soprattutto con chi – passasse la maggior parte del suo tempo? Come poteva farle capire la necessità vitale di tenere i suoi genitori completamente all’oscuro della sua relazione con Kurt? Gli Hudson-Hummel erano una famiglia meravigliosa e sicuramente non sarebbero stati nemmeno in grado di concepire una cosa del genere. Anzi, con tutta probabilità avrebbero pensato che lui si vergognava di Kurt o qualcosa del genere.
Probabilmente la sua espressione doveva averlo tradito, perché la donna si sporse verso di lui con un’espressione preoccupata stampata sul volto: “Sei sicuro di star bene?”
Blaine si affrettò a indossare di nuovo la maschera allegra che portava ormai da diverse settimane.
“Sì, certo, sono solo un po’ intontito… troppo sole.” Si affrettò a rassicurarla.
Ansioso di sfuggire allo sguardo estremamente percettivo di Carole, passò in salotto per salutare Kurt, Burt e Finn.
Dopo aver declinato l’invito degli ultimi due a rimanere per la partita si ritrovò nel vialetto d’ingresso, finalmente solo.
Ormai era chiaro, si stava avvicinando sempre di più il momento in cui avrebbe dovuto raccontare la verità a Kurt.
Ma prima…
Prima avrebbe dovuto parlare con suo padre.
 

   
 
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