Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
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Autore: xjonaswhore    10/12/2011    5 recensioni
< sei la figlia di Steve Harris? > chiese la bionda, incolore.
Caroline annuì < come lo sai? > chiese
Lei si limitò ad alzare le spalle < paese piccolo, la gente mormora >
< ce l’hai una sigaretta? > chiese allora Caroline, ignorandola.
La bionda annuì, allungandogliene una.
Caroline storse la bocca: chesterfield
Si. Quella era proprio una giornata di merda.
Genere: Drammatico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Joe Jonas, Nick Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ciao meraviglie!
avete commentato davvero in tanti ed io sono felicissima per questo :33
commenterete anche questo capitolo?
io spero di si u.u
anyway, a me piace davvero molto e spero tanto che piaccia anche a voi!
Loge u xx
Ellie.












Caroline si dristicò tra gli infiniti scaffali della biblioteca fino ad arrivare vicino al tavolo dove il giorno precedente aveva parlato con Nicholas.
Lo vide intento a leggere un altro di quei libri dal volume esagerato, e, estraendo un libro a caso dallo scaffale, si avvicinò a lui di soppiatto, attenta a non farsi scoprire.
Si posizionò dietro di lui e assunse un cipiglio arrabbiato, picchiandogli il libro in testa, non troppo forte.
Il ragazzo si girò di scatto, e spalancò gli occhi alla sua vista. Si portò la mano sulla testa e sputò un < ahia ? > insicuro ed accusatorio allo stesso tempo.
La ragazza, sempre con espressione furiosa, scostò la sedia dal tavolo e si sedette di fianco a lui, domandando accigliata < perché non mi hai detto che quel gones è tuo fratello? >
< Jonas > la corresse lui < e comunque, è il mio fratellastro >
Lei alzò gli occhi al cielo < chi cazzo se ne frega. Perché non me lo hai detto? >
Lui alzò le spalle < perché poi mi avresti leccato il culo per avere un appuntamento con lui, come fanno tutte le altre ragazze qui >
Caroline lo fissò per un periodo di tempo che al ragazzo sembrò lunghissimo, prima di scoppiare a ridere < sei serio? C’è davvero gente che vuole uscire con quell’essere? >
Nicholas annuì, sconfortato < quell’essere, come lo chiami tu, è il ragazzo più quotato qui a scuola >
Caroline alzò gli occhi al cielo < in questo posto siete tutti matti >, dichiarò, prima di mettersi a pensare.
Se loro fossero stati in un film, uno di quei romanzi sdolcinati e a lieto fine, lei avrebbe scoperto che dietro la sua immagine da duro menefreghista in fondo c’era un ragazzo d’oro, che aveva paura di mostrarsi per quello che era.
Balle.
Lei era convinta che la TV dovesse smettere di inculcare nella testa delle ragazze immagini di principi nobili e di principesse bellissime, e che iniziasse ad insegnare che i ragazzi belli sono tutti stronzi e che se hai qualche difetto estetico , non importa quanto tu sia bella dentro, la società farà sempre di tutto per ridicolizzarti.
Dal momento in cui aveva iniziato a sperimentare la vita reale, aveva messo da parte la favole.
Ti creavano un aspettativa di vita e di felicità troppo alta, e tu alla fine rimanevi delusa, incinta a sedici anni con il tuo ‘ principe’ che ti mollava per la prima puttana di turno.
Sospirò, tornando a guardare Nicholas.
In un film americano, uno così sarebbe di sicuro stato il figo spezza cuori della situazione, eppure, nella vita reale, era solo il povero sfigato preso in giro dal fratellastro con l’atteggiamento da mafioso e l’ego super montato.
Una specie di cenerentola al maschile.
Erano logiche che Caroline proprio non riusciva a capire.
< com’è che Joe su di te non ha lo stesso effetto che ha su tutte? E com’è che non mi eviti come se fossi un appestato? > chiese il ragazzo, ora curioso. Gli piaceva Caroline. Forse solo perché era l’unica che non lo ignorava o lo prendeva in giro, ma gli piaceva. Pensava che fosse una capace di andare oltre le apparenze, i giudizi.
< sarà, ma a me non pare nulla di che. E lo prenderei volentieri a schiaffi. E poi ti tratta male. > Caroline alzò le spalle. Non sapeva perché si sentisse così protettiva nei confronti di Nicholas,sapeva solo che odiava il modo in cui il fratellastro lo trattava < e non ti tratto come un appestato solo perché non lo sei, tutto qui > sorrise a Nick, che la guardava poco convinto.
< ti do tre giorni > disse il ragazzo, alzando le spalle.
< eh? > chiese Caroline, senza capire.
< tre giorni e inizierai anche tu a prendermi per il culo come tutti gli altri. >
< perché dovrei? >
< perché se stai con me la gente inizierà ad evitarti, e a prenderti per il culo. E per evitare di finire come me, ti adeguerai alla massa >
Caroline alzò gli occhi al cielo < in breve, Bleekefild, capirai molto presto che non me ne frega un cazzo della gente. Né di quello che fa, né di quello che dice, né di quello che pensa. Non vivo per far piacere a nessuno, io >
 
 
 
 
 
 
 
 
 
< che diamine fai? > chiese Nick sconvolto, quando, all’ora di pranzo, Caroline si era seduta al suo tavolo.
Gli occhi di tutti erano puntati su di loro, ma Caroline sembrava fregarsene < ti dimostro che non sono come gli altri>
Nick alzò gli occhi al cielo < vattene, ti prego > la supplicò < non voglio compromettere la tua reputazione >
Caroline lo ignorò, tirando fuori dalla borsa il suo pranzo, e cominciando a mangiare.
Nick, capendo che non avrebbe ottenuto alcun risultato, la imitò.
Con la coda dell’occhio, vide Lexus in piedi, in mezzo alla mensa, che li fissava inorridita.
Lei era una di quelle che aveva provato ad essergli amica, per poi mollarlo non appena la gente aveva iniziato a prenderla di mira.
Nick non le attribuiva nessuna colpa, sapeva per esperienza personale quanto schifo facesse essere considierato e trattato come uno ‘sfigato’, e non augurava a nessuno di essere al suo posto.
Chiuse gli occhi dicendo una brevissima preghiera, quando vide Joe avanzare verso il loro tavolo.
Caroline era senz’ombra di dubbio la prossima preda di Joe, e il fatto che fosse seduta lì con lui, lo sapeva, non gli piaceva affatto.
< caroline, ma allora proprio non li ascolti i miei consigli eh? > esordì il ragazzo, appoggiando entrambe le mani su una sedia vicina al tavolo.
Caroline alzò appena lo sguardo dal suo vassoio, assumendo un espressione scocciata e sibilando un < no, ma grazie per l’interessamento > del tutto annoiato, per poi tornare a concentrarsi sul suo pranzo.
Joe nascose la sorpresa con un sorrisino tirato. Non gli era mai capitato di venire trattato così da una ragazza. Perfino Lexus, che faceva tanto la dura, ogni tanto cedeva e gli concedeva qualche scopata.
Chi diamine si credeva di essere quella puttanella, per dire di no a lui?
 < bhè sbagli tesoro sai, potrebbero tornarti utili > rispose, proprio mentre Nick si alzava.
< dove vai? > gli chiese Caroline.
Joe storse il naso. Cos’erano quei due, amici forse?
Nick alzò le spalle < vado via. Ti lascio in compagnia di Joe >
Joe sorrise. Era un bene che Nick si rendesse conto che Caroline era sua, e che lui non doveva interferire.
Nick si era appena allontanato, quando anche caroline si alzò < no grazie> ribattè sarcastica < preferisco la tua di compagnia >
Nella mensa calò il silenzio; era ovvio che tutti, più o meno discretamente, stavano ascoltando la conversazione. Joe digrignò i denti. Da quando in qua una ragazza preferiva Nicholas Bleekefild a lui?
< oh andiamo Caroline, io sono molto meglio di questo sfigato > disse, prendendola per un braccio.
 Caroline sospirò < senti bello, mi stai irritando. Chi cazzo credi di essere eh? Il messia? >
Joe sentì qualche risata soffocata, che non fece altro che irritarlo di più
< tu preferisci stare con quello sfigato che con me? > chiese, alzando la voce
< esattamente > annuì calma lei < e sto per fare qualcosa che avrebbe dovuto fare Nicholas un bel po’ di tempo fa >
Joe non fece nemmeno in tempo a replicare che si ritrovò l’insalata del pranzo di Caroline ovunque, alcune foglie erano scivolate anche nella scollatura della maglia a V.
Rimase immobile, senza riuscire a focalizzare bene quello che era successo.
Nella stanza non volava una mosca.
Caroline sorrise, soddisfatta,prendendo un Nicholas del tutto Scioccato sotto braccio, e conducendolo fuori dalla mensa.
< allora riccio, pensi ancora che ti mollerò dopo tre giorni? > chiese, retorica.
Il ragazzo scosse la testa, sorridendo e battendole il cinque.
Forse Caroline aveva ragione, forse avrebbe dovuto fare qualcosa del genere già tempo fa.
 
  
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