Sto
combattendo i miei demoni,
ma nessuno mi sta ascoltando.
Da
tempo, ormai, invano che grido aiuto...
ma
sento solo il rimbombo della mia voce. Nuda, cruda.. stanca.
Sola..
ecco come sono. Sola nel
buio.
Sfinita,
allo stremo delle mie forze.
Dicono
che quando si muore, si possa vedere tutta la propria vita.
Ma
io vedo solo il tuo volto... e se incominciai a vivere solo dopo averti
conosciuto?..
Se
solo potessi sentire per l'ultima volta il suono dolce della tua voce,
se
solo potessi vedere per l'ultima volta la luce dei tuoi occhi,
o
il calore delle tue labbra carnose.. allora si, che potrei vincere.
Quello
che ricordo sono i nostri corpi vicini, ad un soffio dalla morte in una
stanza fredda e
poco
luminosa. Credo sia stato il nostro primo incontro ricordi?
La
prima volta che io venni in questo paesino sconosciuto.
Fosti
la prima persona a capire realmente i miei sentimenti, come mi sentivo
interiormente... spaventata e confusa. E tu, come il mio migliore amico
dell'asilo nido, ed io come la tua principessa nascosta nella stanza
più alta della torre, mi porgesti la tua mano come ancora di
salvezza.
Stavo seduta
a guardare fuori dal finestrino, con in mano uno starbucks
di 15 ore,
ormai mancava poco alla fine del viaggio.
Non ne
potevo più di guardare le solite montagne e i continui
avanti e indietro delle hostess.
Non vedevo
l'ora di sdraiarmi nel mio bel lettone e dormire almeno per le ore di
quanto viaggiai...
Finora ho
abitato in una città di nome 'Rocks' con mia madre e la mia
gatta 'luna' finita la scuola non seppi cosa fare.. percio per una
estate rimasi ad aiutare mia nonna al suo negozio tessile.
era la prima volta che venivo
in questo paesino 'soundtrack'
me lo consigliò mia nonna da tempo ma non la presi mai sul
serio..
fino ad ora. Avevo bisogno di
staccarmi, di ricominciare..
dopo quello che era successo....
....MA QUESTA E' UN'ALTRA
STORIA dissi nella mia mente.
Questa estate voglio solo
divertirmi e sono curiosa di sapere com'è questa casetta che
la nonna teneva tanto in serbo per me.
Scesi dal
treno e chiamai un taxi, erano gialli come quelli dei film!
Il signore
mi aiuto con i bagagli gli diedi l'indicazione scritta in un pezzo di
foglio. Avevo comprato una cartina del posto.. anche se non capivo
ugualmente.. mi metteva molta di più confusione di quanto il
viaggio non me lo avesse creato per sé.
Non
capivo, forse il signore aveva letto male l'indirizzo e gli dissi se
poteva nuovamente rileggere il biglietto. Ma lui con un gesto snob mi
rispose 'prego, puo scendere'. COME PUO SCENDERE? Mi ha portato in una
spiaggia sperduta del 'Soudtrack' secondo lui dovevo dormire sotto gli
scogli? Senza nemmeno ribattere mi sbatte i bagagli in faccia e se ne
andò di corsa.
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Rimasi
lì impassibile, mentre svaniva nell'isolata stradina.
'e adesso?'.
Il crepuscolo era ormai subentrato e chi sarebbe passato da qui, fino
domattina?
In
realtà quell'uomo non aveva sbagliato affatto, ero stata io
che
arrivai alle
conclusioni affrettate..
alle mie
spalle era stata costruita una casetta nella spiaggia in legno.
Era la mia
casetta in mezzo al nulla 'splendido'.
Ma pur per
quanto fossi arrabbiata con mia nonna per avermi fatta mandare fino
qui,senza un avvertimento mi sentì sollevata, ciò
che volevo era tranquillità e riservatezza, e mia nonna mi
conosceva troppo bene. Scesi le scale che mi portava alla spiaggia e mi
incamminai anche se con molte pause a causa delle valigie pesanti che
mi cadevano una dietro l'altra.
La casa era
costruita da un legno lucido e duro, era posizionata in alto proprio
per impedire all'alta marea di entrarmi dentro, era sorretta da pezzi
di legni lunghi e retti.
Era stata
creata una scaletta come quelle delle 'casette degli alberi' che facevo
da piccola con mia cugina.
Entrai.
La stanza
illuminata dal tramonto, dava alle pareti una leggera sfumatura di
rosso e giallo e la rendeva accogliente.
Essa era
composta da un letto matrimoniale e da due stanze: il bagno e una mini
cucina. Piccola, comoda... 'perfetta' dissi con la gola secca.
Guardai
fuori dalla porta: l'odore del mare, il vento che mi accarezzava i
capelli e quella pace interiore che di trasmetteva.
'il mio
piccolo paradiso' era stata la mia ultima parola.