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Autore: _Animemangafan2_    10/12/2011    2 recensioni
"E' uno scambio equivalente!"
L'amore, la gelosia, l'attesa...l'epilogo di questa MERAVIGLIOSA storia secondo me :)
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Piccolo avvertimento dell'autrice ^^:

In questa fanfiction troverete degli sviluppi delle vicende diverse dal manga/anime (alcune le ho inventate io) alcuni personaggi inventati e personaggi reinventati. Quindi non spaventatevi se alcuni degli elementi descritti non sono come ve li aspettavate. Inoltre ho (per così dire) mixato gli avventimenti di prima e seconda serie (Brotherhood). In ultimo, vi prego di essere indulgenti, questa è la mia prima fanfiction in assoluto XD Detto questo non mi resta che augurarvi buona lettura e sperare che almeno qualcosa di questa mia storia vi piaccia :) Mi raccomando, ricordatevi di recensire per dirmi cosa ne pensate! ^^

 

 

 

CAPITOLO 1

 

 

 

Winry Rockbell sedeva sull'uscio di casa. Guardava lontano, verso i campi di Resembool, dove il grano si indorava e assumeva il colore dei raggi del sole, che si stagliava fiero in un cielo azzurro senza nubi, che pareva non avere limiti. Più in lontananza, se si aguzzava bene la vista, si riusciva a scorgere un piccolo villaggio di case su un piano e con i tetti di tegole rosse e poi un grande fiume che scorreva placido tutto intorno e che specchiava lo stesso blu del cielo. Gli occhi azzurri di Winry vagarono senza meta per i campi e per la valle e si posarono su un sentierino di pietre bianche che conduceva dal villaggio alla casa e viceversa. Era da lì che sarebbero tornati, ne era certa. Un giorno, mentre era in casa a cucinare o a fare il suo lavoro di meccanico di auto-mail, avrebbe sentito la loro risata lontana e sarebbe corsa alla porta. E allora li avrebbe visti risalire quel sentiero, con i loro veri corpi. E sarebbe corsa da loro piangendo e li avrebbe abbracciati, stretti a sé, non li avrebbe mai più lasciati andare via. Perchè loro erano la sua famiglia, e sentiva di non aver bisogno di nessun'altro. Vivere così tanto tempo senza di loro era stata l'esperienza più terribile che Winry avesse mai avuto. Le avevano detto: "Aspetta, aspettaci", e poi erano spariti su quella stradina, facendo perdere le loro tracce. Da quasi tre anni ormai aspettava con impazienza il loro ritorno, soprattutto per la promessa che il maggiore le aveva fatto: "E' uno scambio equivalente! Io ti darò metà della mia vita, così tu mi darai metà della tua!", aveva detto prima di andarsene. Quella era stata l'ultima volta che li aveva visti. Conoscendo quel ragazzaccio, quello era stato il suo modo di dichiararsi. Winry scosse la testa con in volto un sorriso appena accennato, e una lacrima le solcò la guancia. Magari quella testa calda aveva già rotto entrambi gli auto-mail. Se solo avesse avuto una minima traccia, un indizio su dove si trovassero... Perchè ci mettevano così tanto a tornare?

In quel momento la signora Pinako Rockbell uscì anche lei in veranda, chiuse gli occhi, sorrise e respirò il buon venticello e l'aria pura che sapeva di una primavera che lasciava posto all'estate. Guardò sua nipote con tenerezza. Era tanto giovane e tanto in pena per la vita delle persone alle quali teneva di più al mondo. Anche lei, dal canto suo, era preoccupata per la loro sorte. Da quando erano andati a fare ricerche in paesi lontani non aveva più ricevuto loro notizie. E non voleva che facessero la fine del loro papà, Van Hohenheim della Luce. La loro madre era morta da anni, ormai, ed era stato il tentativo di riportarla in vita che aveva fatto perdere loro i propri rispettivi corpi. Guardò ancora una volta Winry e le posò la mano destra sulla spalla. Lei sobbalzò e poi si girò sorridendo tristemente verso sua nonna. Pinako si sedette accanto a lei.

-Sembra che stia per arrivare l'estate.

-Già.

Un colpo di vento fresco scompigliò i capelli di Winry e Pinako constatò che, se lei si faceva sempre più vecchia e incartapecorita, la giovinezza aveva regalato a Winry lunghi e morbidi capelli biondi, labbra del colore delle rose, visino tondo e dolce e occhi azzurri con ciglia lunghe e femminili. Era molto bella e anche molto richiesta dagli uomini in paese. Però ad ogni nuova dichiarazione lei scuoteva dolcemente la testa e sorrideva per poi allontanarsi con passi rapidi e leggeri verso il cimitero. Dopo aver salutato come al solito i suoi genitori e Hohenheim, aveva preso l'abitudine di fermarsi anche per ore davanti alla tomba di Trisha Elric. Forse si sentiva simile a lei. Le raccontava le cose di ogni giorno, le chiedeva quando sarebbero tornati, di proteggerli ovunque fossero. Le confidava che non avrebbe mai accettato le dichiarazioni degli altri ragazzi perchè nel suo cuore ci sarebbe stato sempre posto solo per lui, per il suo primo ed eterno amore, e che forse l'amava anche lui. Le parlava dei suoi sogni, delle sue paure, delle sue speranze. Le chiedeva come si sentiva ogni volta che Hohenheim se ne andava lasciandola con due bambini al seno, come stava quando pensava che non sapeva nemmeno se era vivo o morto, che non sapeva quando sarebbe tornato. Le diceva tutte queste cose, anche se sapeva che lei non poteva risponderle.

-Ti mancano molto Ed e Al, vero?-, disse a un tratto Pinako.

-Si, è come se con loro se ne fosse andata anche la mia felicità.

-Perchè non provi a cercare la felicità con qualcun'altro? Sembra che tu abbia parecchio successo con gli uomini.

-No, l'ho promesso a Ed. Lo aspetterò, tutta la vita se necessario. Penso tu abbia capito quanto lo amo, nonna. Ed e Al sono tutto per me, e la felicità non la potrò trovare in nessun'altro.

-E se non tornassero?

-Certo che torneranno!!! Ed me l'ha promesso, mi ha detto che tornerà, e quando tornerà noi...noi...

La interruppe un singhiozzo. Si mise a piangere rannicchiandosi con le braccia intorno alle ginocchia, ma senza staccare gli occhi dalla stradina. Pinako sospirò. Erano quasi tre anni che si ripeteva quel rituale, e lei era stanca di vedere sua nipote soffrire in quel modo.

-Noi resteremo insieme per sempre. E anche con Al, come quando eravamo bambini...e giocavamo spensierati in queste campagne.

Ricordò un episodio della sua infanzia. Lei, Ed e Al si stavano rincorrendo in un prato vicino al fiume. Lei in testa, come al solito, Ed che non riusciva mai a raggiungerla, Al che annaspava dietro di loro. Li sentì quasi urlare, nel silenzio assordante che si era creato dentro di lei: "Aspetta, Win!". Fin da piccoli le avevano sempre chiesto di aspettarli. La voce di Pinako la riportò alla realtà. Non aveva seguito una parola dela suo discorso, ma tanto lo conosceva a memoria. Diceva le stesse cose da due anni. E ogni volta finiva sempre con la solita, fatidica domanda: "Non hai paura di finire come la povera Trisha?". Winry non aveva mai risposto a quella domanda, e non aveva intenzione di farlo. No, non aveva paura. Non aveva mai avuto paura in quegli ultimi anni. Tristezza si, ma non paura. Sapeva che Ed e Al sarebbero tornati, che avrebbero ancora giocato a prendersi per le colline, che avrebbero ancora fatto il bagno e pescato lungo il torrente. Sarebbero potuti anche passare altri 50 anni, ma lei avrebbe continuato ad aspettare. No, non sarebbe finita come Trisha, se lo sentiva. Pinako non era cattiva, si preoccupava tanto per lei. E anche Pinako voleva un mondo di bene a Ed e Al, anche lei sedeva sull'uscio in segreto, scrutando l'orizzonte, ma non voleva che Winry se ne accorgesse. Ricordava quanto, da piccoli, i tre bambini fossero letteralmente inseparabili, e anche di notte dormivano quasi sempre insieme. Poi, un brutto giorno, Trisha morì, e Ed e Al decisero di riportarla in vita. Nel tentativo di compiere la Trasmutazione Umana, però, qualcosa 'andò storto'. Ed si vide portare via la gamba sinistra, Al tutto il corpo. Ed, per salvare la vita di suo fratello, si tagliò il braccio destro per legare l'anima di Al ad un'armatura enorme tramite un cerchio alchemico fatto col suo sangue. Già, perchè Ed e a Al erano alchimisti. Al, risvegliatosi nell'armatura, portò il corpo esanime di suo fratello a casa di Winry e Pianko, che lo curarono e gli costruirono due auto-mail, cioè arti artificiali, a sostituire la gamba e il braccio. I due, però erano caduti in una terribile depressione, finchè non ricevettero la visita del colonnello dell'esercito Roy Mustang, e del suo fidato tenente Riza Hawkeye, che gli dissero che avevano capacità per le quali sarebbero stati molto utili nel settore degli Alchimisti di Stato, pur essendo ancora dei bambini. Così decisero di lasciare Resembool e l'infanzia alle spalle e tentare in tutti i modi di recuperare i loro corpi veri mediante l'utilizzo della Pietra Filosofale. Per non avere niente che li facesse tornare indietro, i due bambini bruciarono la loro casa e partirono per Central City. Ed aveva 11 anni, Al 10. Il maggiore riuscì a diventare un "cane dell'esercito", un Alchimista di Stato, e da allora li videro sempre più raramente. Erano sempre in viaggio, alla ricerca della Pietra. Winry, in qualità di meccanico degli auto-mail di Ed, riusciva a vederli un po' più spesso, anche se il ragazzo era diventato sempre più chiuso e tenebroso. Aveva ucciso e visto uccidere centinaia di persone, aveva lottato, sofferto pene inimmaginabili per Winry. Ma provava teneri sentimenti per la ragazza, anche se non l'avrebbe mai ammesso. A tutto questo pensava Winry mentre Pinako continuava a blaterare parole sul suo futuro che per la ragazza non avevano senso. Winry si alzò.

-Dove stai andando?-, chiese la nonna.

-A fare compere.

-Cosa devi comprare?

Il sorriso sul volto della ragazza si allargò fino a diventare una risata incontrollabile.

-Una bella bottiglia di latte. Per quando torna Ed.

Si misero a ridere entrambe e la preoccupazione sui loro voli sembrava svanita. Tutte e due si perdevano nei ricordi.

-Poi credo che farò una torta di mele.

-Ah, Winry! Gliene fai una ogni settimana da due anni e mezzo ma alla fine la mangiamo sempre io e te da sole.

-Oggi ho un presentimento.

-Ogni giorno hai un presentimento, Winry.

Ma oggi è diverso.

-In che senso?

Non aveva senso continuare la discussione. Era chiaro che l'anziana donna non capiva i suoi sentimenti. E come avrebbe potuto? Certe volte neanche Winry stessa riusciva a capirli. La sera arrivò in una istante, e la torta di mele era pronta. Arrivò anche la notte, e dopo la notte la mattina. E passò un altro giorno, altri due, altri tre. Passarono altri quattro mesi. Pinako perdeva fiducia ogni giorno che passava. Aveva proposto a Winry di andare a Rush Valley, ma non c'era stato verso di convincerla ad abbandonare la sua postazione sul balcone, dalla quale poteva meglio scrutare la strada.

“Per sempre, Win.” “Le tue mani non sono fatte per uccidere, ma per dare la vita.” “Perchè piangi, Win?” “Ti proteggerò io, sta tranquilla.” “Aspettami, Win. Tornerò presto.”

Le tornavano in mente le frasi che le rivolgeva Ed, da quelle più banali alle più serie. In verità lo amava, ma aveva faticato e aspettato troppo prima di ammetterlo. E così non le restava che guardare tutti i giorni verso quella strada. Voleva essere la prima a vederli, quando sarebbero tornati. Se sarebbero tornati.

 

 

 

 

 

  
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