Final Fantasy Adventure
Capitolo
1
Il soldato corse attraverso il lungo corridoio del castello,
preoccupato.
Raggiunse un’ampia sala, dove si incontrò con un suo
compagno.
- Abbiamo cercato dappertutto, ma non l’abbiamo trovata… dove può
essersi cacciata?- chiese al compagno.
- E’ sempre così con la principessa…-
sospirò quell’altro.
- Temo che dovremo scomodare il principe…
Il soldato attraversò nuovamente il corridoio, ma stavolta
salì al piano superiore.
Era ormai abituato a percorrere quella
strada.
Ogni volta che la principessa spariva erano costretti a chiedere
aiuto a lui…
Arrivò davanti alla porta della stanza reale e bussò
velocemente.
- Avanti- fece una voce maschile dall’interno.
Il soldato
attraversò timidamente la soglia.
- Mi scusi se la disturbo, principe
Leon…
Seduto al tavolo vicino alla parete della stanza c’era un ragazzo sui
18 anni, dai capelli corti e castani, e dai bellissimi occhi verdi.
Non
indossava vesti eleganti: non gli piaceva portare i tradizionali abiti regali.
Troppo scomodi, diceva.
Indossava una giacca di pelle nera sopra una
maglietta bianca, dei pantaloni anch’essi di pelle neri con varie cinture e una
collana d’argento al collo.
Il ragazzo mise da parte le scartoffie che stava
compilando e si volse verso il soldato.
- Cosa c’è? E’ successo
qualcosa?
- Ehm…riguarda vostra sorella, altezza… - fece il soldato.
-
Vede…
- Se l’è squagliata un’altra volta, eh?- concluse il principe
Leon.
- Sono costernato, altezza… ma non ditelo al re, vi prego…
Il
principe si alzò e uscì dalla stanza, seguito a ruota dal soldato.
- L’avete
cercata nella sua stanza?- chiese.
- Sissignore. La sua insegnante si era
recata da lei per le lezioni mattutine, ma quando è entrata la principessa non
c’era.
- Uhm… e nelle cucine? Nei bagni? Non c’è da nessuna parte?
- No…
temo che sia uscita dal castello…
A quell’affermazione il ragazzo accelerò il
passo e oltrepassò il grande portone, uscendo dal palazzo.
La residenza reale
era circondata da alti cancelli sorvegliati.
Se non era a palazzo, la
principessa doveva per forza essere…
- Ma certo, ai giardini! E’ l’unico
posto dove non abbiamo controllato!- esclamò la guardia.
Leon attraversò
l’ampio prato che si estendeva intorno al castello.
- Conoscendola, si sarà
sicuramente nascosta…- fece il ragazzo, buttando occhiate qua e là.
Ad un
certo punto notò con la coda nell’occhio un movimento tra i cespugli.
Si
avventò su di esso e ne tirò fuori una ragazza.
- Aeris! Si può sapere che ci
fai, qui fuori?- fece il ragazzo.
- Uffa, non vale! Riesci sempre a trovarmi…
Però stavolta mi ero nascosta bene, eh?- disse sorridendo la principessa.
Era
una ragazza stupenda, dai lunghi capelli castani con due riccioli davanti alle
orecchie.
Aveva un viso roseo e delicato e dei bellissimi occhi verde
smeraldo.
Era una ragazza dolce e allegra; aveva circa 20 anni, e nonostante
il comportamento a volte infantile, aveva un carattere forte e deciso.
-
Nonostante sia tu la più grande, ti comporti come una bambina…- disse Leon
scuotendo la testa.
- Perché sei uscita dal castello? La tua insegnante era
venuta per le lezioni, te ne eri scordata?
- E’ per questo che sono andata
via. Quelle lezioni sono così noiose…- disse la ragazza.
Leon la prese per
mano e la ricondusse a palazzo.
- Se continui a marinare le lezioni in questo
modo, non imparerai mai niente…- sospirò il ragazzo con aria di rimprovero.
-
Ormai non ho più niente da imparare… conosco già tutto a memoria! E poi quando
papà non ci sarà più sarai tu a diventare re, non io…- replicò Aeris.
-
Aeris, tu sei una principessa e devi comportarti come tale- disse severo il
fratello. - Tra l’altro è anche ora che tu prenda marito…
Quest’ ultima
affermazione bloccò la ragazza.
- S…sposarmi???- esclamò esterrefatta.
-
Certo! Non vorrai rimanere zitella per tutta la vita, spero!- ribatté lui. - Non
sai quanti giovani vorrebbero averti in sposa…
- Ma io non voglio!- esclamò
lei, fermandosi. - Non potete decidere tutto d’un tratto e senza dirmi
niente!
- Ma non è stato ancora deciso niente, calmati… Domani verranno a
farci visita tre tuoi pretendenti. Avrai tutto il tempo di pensarci…- disse
Leon.
Aeris era esterrefatta.
- M-ma… fammi capire… perché io devo trovare
marito se tu che sei anche l’erede al trono non sei neanche fidanzato???-
scoppiò lei.
- Oh Aeris, non cominciare… E’ la decisione del re, e tra
l’altro tu sei la più grande…
- Bhè, io mi rifiuto categoricamente - disse la
ragazza.
Leon si voltò verso di lei.
- Come?
- Io non mi sposerò per
niente al mondo. Tantomeno con uno sconosciuto scelto da papà!- detto questo
Aeris si voltò e corse in camera sua.
Leon e il soldato rimasero per un po’
fermi in mezzo al corridoio.
- Altezza, vuole che…
- No, no. Andrò a
parlarle io.
Aeris si buttò sul letto, nascondendo il volto sotto il
cuscino.
Ma perché doveva andare tutto così male? Finora aveva sempre fatto
quello che suo fratello e suo padre si aspettavano da lei, e adesso avrebbe
anche dovuto sposare un perfetto sconosciuto… quand’è che avrebbe deciso da sola
della propria vita?
Ad un tratto sentì bussare alla porta.
- Aeris, sono
io. Posso entrare?
Lei acconsentì e Leon entrò nella sua stanza.
Si
avvicinò al letto e le sedette accanto.
- Ma perché va tutto storto?- fece
lei. Sembrava ormai sull’orlo del pianto.
- Aeris…- cominciò lui - So
che è dura. Nessuno ha mai detto che essere una principessa fosse facile. Ma il
popolo si aspetta molto da te.
- Non vedo proprio come un matrimonio possa
risolvere le cose…- singhiozzò lei. Alzò il volto dal cuscino e si mise accanto
a suo fratello.
- Io… io ho sempre fatto di tutto per accontentare papà.
Davvero. Ce l’ ho messa tutta. Però adesso mi rendo conto che non può continuare
così. La mia vita sta passando senza che me ne renda conto.
Leon restò per un
po’ a guardarla. Non le era mai sembrato che Aeris stesse così male. Lei si
dimostrava sempre gentile e cordiale con tutti, anche quando era triste. E lui
non aveva capito niente. Forse non le era stato abbastanza vicino.
- Che cosa
vorresti fare?- le chiese alla fine.
Lei non rispose. Non sapeva neanche che
dire. Non le piaceva quella vita. Ma che altre possibilità c’erano?
- Una
volta, quando eravamo piccoli, la mamma ci aveva detto… che al mondo c’erano
un’infinità di mondi diversi, tanti quanto le stelle del cielo. E tu hai detto
che un giorno avresti voluto visitarli tutti. Hai abbandonato quel desiderio,
Leon?
Il ragazzo non rispose subito. Alla domanda seguì un lungo
silenzio.
Poi disse: - Da piccolo avevo una grande fantasia. E molti sogni.
Ma crescendo mi sono accorto che non sempre è possibile realizzare i propri
desideri. Quella degli altri mondi è solo una favola. Lo sai anche tu.
Lei
rimase un po’ in silenzio, a fissare il pavimento.
- Quando me l’ ha
raccontato, io mi ero già esaltata. Sognavo di vivere avventure bellissime, di
visitare posti nuovi mai visti prima. Io ci credo ancora. Per te invece è solo
una storia, vero?- disse lei fissandolo.
Lui rimase colpito da quella
risposta.
Rimase lì, senza sapere che dire.
- Io voglio bene a papà. E
anche a te, Leon. Ma non voglio vivere rinchiusa qui. Voglio decidere da sola
della mia vita.
“ Non voglio vivere rinchiusa qui. Voglio decidere da sola
della mia vita.”
Quelle parole l’avevano spiazzato. Aeris soffriva a
palazzo.
Ma lui che poteva fare? Lui era il principe di quel regno. L’erede
al trono.
Se non era capace di capire neanche sua sorella, come poteva
sperare di governare un intero regno?
Si passò una mano tra i capelli. Prese
la tazza di caffè sopra il tavolo e la bevve tutta d’un sorso.
Era intento a
frugare nei suoi pensieri, quando entrò nella stanza una guardia.
- Mi scusi,
altezza. Sua eccellenza il re vuole parlarvi. E’ una cosa importante.
Leon si
diresse verso la stanza del re. Cosa poteva volere suo padre a
quest’ora?
Bussò alla porta.
- Padre, sono Leon. Mi avete fatto
chiamare?
Il ragazzo entrò e si chiuse la porta alle spalle.
Il re era in
mezzo alla stanza, in piedi.
- Vieni Leon. Accomodati.
Il ragazzo avanzò
verso il padre e si sedette nella poltrona vicino alla sua.
- C’è qualcosa di
cui volevate parlarmi?- chiese il ragazzo.
- Per carità, Leon, almeno in
privato dammi del tu! - fece il re guardandolo.
- Va bene… perché mi hai
fatto chiamare?
- Vedi, figliolo… ultimamente sono stato parecchio preso dal
lavoro e non ho avuto molto tempo da dedicare a voi due… come va?
Leon rimase
alquanto stupito dalla domanda. Suo padre che lo chiamava nel cuore della notte
per chiacchierare?
- Io sto abbastanza bene. Ultimamente non ho avuto molto
da fare. Però è Aeris che mi sembra un po’ depressa…
- Depressa?- gli fece il
re.
- Si… sai, forse il matrimonio imminente e tutto il resto… mi è sembrata
un po’ tesa… forse dovresti parlarci un po’- disse Leon.
- Già, forse dovrei…
è parecchio che non le parlo… ma ultimamente ho avuto dei gran grattacapi…
Il
re si avvicinò di più al ragazzo.
- In effetti è di questo che volevo
parlarti…
Leon prestò attenzione alle parole del padre. Il suo tono non
prometteva niente di buono…
Aeris spalancò il portone e uscì all’aperto, in
giardino.
Dato che non riusciva a dormire, aveva pensato di uscire un
po’.
Era notte fonda ormai e c’era una bellissima luna piena.
Si sedette
su una panchina e alzò lo sguardo al cielo, chiudendo gli occhi e ascoltando il
fruscio del vento.
Quella sera c’era qualcosa di strano nell’aria…
- Credo che anche tu sappia che tua madre aveva delle capacità
premonitrici…- cominciò il re.
- Si- annuì Leon. Non capiva dove voleva
arrivare.
- Vedi…- continuò il padre - Prima di morire lei mi ha detto… che
tu non saresti mai salito al trono.
Lo sguardo di Leon si incupì. - Un
presagio… di morte?- fece con un filo di voce.
- Già… ma non per te. Sarà il
regno a non durare abbastanza affinché tu possa governarlo…
Leon rimase
ancora più stupito di prima. - Non capisco…
Il re lo guardò dritto negli
occhi. - E’ in corso una battaglia, Leon. Una battaglia in cui noi abbiamo un
ruolo fondamentale.
Si alzò in piedi e prese a fare avanti e indietro per la
stanza.
- Leon… ti sei mai chiesto dove conduce quella porta al terzo piano a
cui né a te né a tua sorella è mai stato permesso di entrare?
- La… porta al
terzo piano?- domandò Leon.
- Ma che significa? E cos’è questa storia della
battaglia? Spiegamelo!
- Rammenti di quando vostra madre vi raccontava quella
storiella sugli altri mondi?- gli disse il re.
- Quella porta è la chiave per
raggiungerli.
Aeris fissò intensamente la luna. Era incredibilmente
luminosa, come quel giorno in cui morì la mamma…
Scacciò subito via quel
pensiero. Non era il momento di intristirsi con i ricordi del passato…
Ad un
certo punto il vento cominciò a soffiare forte e il cielo si fece più
luminoso.
Si alzò di scatto e cominciò a fissare il cielo senza distogliere
lo sguardo per un solo secondo.
Improvvisamente ci fu un lampo di luce
abbagliante e tutto diventò bianco.
Leon rimase a bocca aperta.
- Allora non era una storia…
ci sono davvero altri mondi oltre a questo?!
- Si. E dietro quella porta c’è
il portale per attraversarli.
- E la battaglia? Che c’entra la
battaglia?
- Il mondo è in pericolo. Le tenebre stanno prendendo il
sopravvento. E il nostro regno cadrà per mano di un angelo nero… - disse
solennemente il re.
- Sono state le ultime parole di tua madre. E ormai non
manca molto alla fine…
Aeris riaprì lentamente gli occhi. Ci volle un po’ prima che
la sua vista si riabituasse all’oscurità.
Che era successo? Cos’era stato
quel lampo improvviso? Doveva subito avvisare Leon e suo padre.
Fece per
voltarsi, quando notò qualcosa tra i cespugli.
Era un ragazzo.
- Ma… ma come puoi startene lì tranquillo??? E’ arrivata la
fine? Ma che vuol dire? E noi? Che cosa cavolo faremo, noi?- scoppiò Leon alla
fine.
Il re gli si avvicinò lentamente.
- Hai mai sentito parlare delle
“dieci pietre”?
Leon strabuzzò gli occhi. - Si, mi sembra di averle sentite
da qualche parte…perché?
- Quelle pietre controllano l’equilibrio di tutti i
mondi esistenti e sono nascoste in dieci luoghi diversi. Ora, le tenebre stanno
cercando di appropriarsene.
- Ma allora il nostro portale…
- Si, serve a
raggiungere quei luoghi. E lui sa che si trova qui…
Aeris si avvicinò furtivamente alla figura.
Disteso a
terra c’era un ragazzo. Sembrava privo di conoscenza.
Lei gli si inginocchiò
accanto.
- Ehy…va tutto bene?
Non ricevendo risposta si avvicinò di più.
“Ma sarà morto?” pensò.
Lo girò e accostò l’orecchio al suo petto. Il battito
c’era.
Tirò un sospiro di sollievo e rimase per un po’ lì a guardarlo.
Era
un bel ragazzo, dai capelli corti, biondi e scompigliati.
Era robusto ed era
anche ferito in più parti. Notò la grande spada fasciata accanto al
ragazzo.
“ Forse è un guerriero…” pensò. “Chissà da dove viene…”
Ma
accantonò tutti i suoi interrogativi: prima di tutto doveva soccorrerlo. Lo
avrebbe interrogato più tardi.
Lo tirò su e lo fece appoggiare a lei, tenendo
il braccio del ragazzo intorno al suo collo, e lo trascinò dentro il
castello.
- Per lui… intendi l’angelo nero?- domandò Leon.
- Esatto
- rispose il re.
Leon si lasciò cadere sulla sedia.
- Siamo fregati…ma… ma
perché cavolo l’ hai detto solo adesso? Forse ci saremmo potuti organizzare
prima, forse…
Il re gli poggiò una mano sulla spalla.
- Era scritto così.
Adesso tu e Aeris avete una missione da compiere.
- Una missione?- gli fece
eco il ragazzo.
- Dovete fermare le tenebre, riportare la luce in un’ epoca
ormai persa nell’ oscurità… Trova le dieci pietre, Leon, e salva questi
mondi.
- Ma…ma noi due da soli…- balbettò il ragazzo.
- Non sarete soli.
Altri valorosi guerrieri vi affiancheranno. Tu diventerai un Cavaliere della
Luce, Leon. E combatterai il male insieme ai tuoi compagni.
Il re abbracciò
il figlio.
- Non sono stato un buon padre, perdonami. Abbi cura di Aeris, ti
prego.
Aeris attraversò velocemente il corridoio, attenta a non
farsi vedere, poi entrò nella sua stanza; chiuse la porta e distese il ragazzo
sul letto, dopodiché cominciò a frugare nel cassetto della scrivania in cerca
del suo kit medico.
All’inizio aveva pensato di raccontare l’accaduto a Leon
e farsi aiutare da lui, ma poi ci aveva ripensato: suo fratello si sarebbe
certamente insospettito e chissà cos’ avrebbe fatto.
Prese il kit e si
sedette accanto al letto.
Rimase per un po’ a fissarlo. Era davvero un bel
ragazzo…
Arrossì violentemente e scosse la testa.
Ma che andava a pensare
in un momento come quello???
Con un po’ di imbarazzo gli sfilò la maglietta.
La ragazza sgranò gli occhi: il ragazzo aveva il corpo pieno di cicatrici, tra
cui una grande sul petto, e un sacco di ferite ancora aperte e
sanguinanti.
“Ma come avrà fatto a procurarsele?” si chiese
Aeris.
Tuttavia non potè fare a meno di arrossire: era la prima volta che
vedeva un uomo a torso nudo…
Afferrò il kit medico, ne tirò fuori alcune
bende e cominciò delicatamente a fasciare il ragazzo, stando attenta a non
svegliarlo.
Aveva una marea di pensieri per la testa.
Chi era quel ragazzo
sconosciuto? Da dove veniva? Che ci faceva lì? Ma soprattutto, cos’era stato
quel lampo di luce?
Pensò a Leon. Possibile che neanche suo fratello non si
fosse accorto di quell’onda abbagliante nel cuore della notte?
Ma poi ci
ripensò. Dopotutto, Leon aveva il sonno talmente pesante che quando era
addormentato non lo svegliavano neanche le cannonate…
Però la mattina
seguente avrebbe comunque dovuto parlargliene… si sarebbe arrabbiato con lei per
aver fatto entrare uno sconosciuto a palazzo? E chissà se stavolta suo padre si
sarebbe interessato a quello che aveva fatto...?
- Mh…
Aeris si destò dai
suoi pensieri. Il ragazzo stava lentamente aprendo gli occhi.
La ragazza
restò nuovamente stupita: aveva degli occhi bellissimi, azzurro cielo.
- Ti
sei svegliato, finalmente! Come ti senti?- gli domandò.
Il ragazzo la fissò,
ma non rispose.
- Ehm…io sono Aeris. Tu come ti chiami?- gli chiese lei,
sperando che stavolta le rispondesse.
- Cloud - rispose semplicemente lui,
ancora un po’ frastornato.
Prese a guardarsi intorno, poi si girò verso
Aeris.
- Dove sono?
- Questo è il Palazzo dei Fiori. Ti ho trovato in
giardino privo di sensi. Da dove vieni?- gli chiese la ragazza, ansiosa di
ricevere risposte a tutte le sue domande.
Ma Cloud restò in silenzio. Anzi,
il suo volto assunse un’espressione stupita e tesa allo stesso tempo.
- Il…
Palazzo dei Fiori?- ripetè, come per averne la conferma.
La ragazza non ebbe
il tempo di spiccicare parola, che in tutto il castello risuonò fortissimo un
rumore di esplosione, e il terreno cominciò a tremare.
La ragazza emise un
grido.
- Ma…ma cosa è stato?- esclamò con le mani a tappare le
orecchie.
Cloud si tirò su a sedere, allarmato.
- Arriva…
Ci fu una violenta scossa e per poco Leon non finì a
terra.
- Ma che diavolo succede?- esclamò.
- E’ arrivato…- mormorò il re
con sguardo cupo.
Leon lo guardò spaventato.
- L’angelo… nero?-
mormorò.
Ci fu un’altra esplosione, stavolta molto più vicina.
- Leon,
vai, presto! Corri da Aeris!- gli gridò il re.
- Ma…ma padre…
-
Muoviti!
Leon si girò e cominciò a correre per il corridoio, con gli occhi
lucidi.
Il re lo seguì con lo sguardo finchè non sparì dietro un altro
corridoio.
Sorrise tristemente.
Non si sarebbero rivisti mai
più.
Il pavimento non smetteva di tremare e la scrivania si
rovesciò a terra.
Aeris era spaventatissima e non capiva cosa stava
succedendo.
- Ma… ma che succede? Cos’è stata quella scossa?- esclamò
sull’orlo del pianto.
Cloud si alzò dal letto, afferrò la sua spada e prese
per mano la ragazza.
- Dobbiamo uscire subito di qui!- le gridò.
- Cosa?
Ma… ma dove vuoi…- la ragazza non riuscì neanche a finire la frase che il
ragazzo si era già precipitato sul corridoio, trascinandola per mano.
Ovunque
c’erano pezzi di soffitto che crollavano, e i soldati che correvano da tutte le
parti.
Uno di loro le andò incontro.
- Principessa! Principessa, state
bene?- esclamò l’uomo. Notando il ragazzo armato che la teneva per mano, fece
per estrarre la spada, ma lei lo rassicurò.
- Non preoccuparti, lui sta con
noi! ( almeno credo…) Piuttosto, cosa sta succedendo? Perché il palazzo sta
crollando?
- Le sentinelle stavano facendo la guardia, quando all’improvviso
sono state attaccate da qualcosa… non hanno fatto in tempo a dire altro che
abbiamo perso il contatto radio con loro… anche le guardie che sorvegliavano il
castello sono state uccise! E il castello è stato attaccato… probabilmente
vogliono assassinare vostro padre, non vedo altre spiegazioni!- esclamò il
soldato.
A quell’affermazione, il volto della ragazza assunse un’espressione
spaventatissima.
- Mio…
In quel momento, un’enorme pezzo di soffitto cadde
a terra, proprio in mezzo ad Aeris e il soldato.
- Io corro dalle altre
guardie, altezza! Presto, mettetevi in salvo!- gridò il soldato
allontanandosi.
Ma la ragazza si voltò agitata verso Cloud.
- Presto,
andiamo! Dobbiamo aiutare papà!- esclamò.
Lui però la afferrò per il braccio
e riprese a trascinarla via.
- Ma che fai, Cloud?! Dall’altra parte! Mio
padre…
- Non possiamo fare niente per lui!- gridò il ragazzo senza
voltarsi.
- Cos…ma che stai dicendo? Se non andiamo da lui…
- Falla
finita!- le gridò il ragazzo girandosi a guardarla, ma senza smettere di
correre.
- Ormai è troppo tardi, non riusciremmo comunque a salvarlo!
Dobbiamo andarcene prima che crolli tutto!
- No, fermati, fermati!!!- gridò
la ragazza piangendo e cercando di divincolarsi, ma invano.
Ad un certo punto
ci fu un’enorme esplosione, che sfondò il muro accanto a loro.
I due caddero
a terra e ci fu una grande ondata di polvere.
Aeris si rialzò subito.
-
Veniva dalla stanza di papà…- disse con voce flebile, con gli occhi fissi sul
buco della parete.
Ad un certo punto si sentì come una risata sommessa e
Cloud scattò in piedi.
Corse velocemente attraverso il muro sfondato e giunse
a quella che fino a poco prima era stata la stanza del re.
- Che… che hai?-
chiese Aeris, che non si era mossa.
Cloud sgranò gli occhi e avvicinò la mano
alla spada.
Accanto al corpo senza vita del padre della principessa c’era un
uomo di spalle.
Aveva lunghi capelli grigi e una lunga e sottile spada nella
mano sinistra, coperta di sangue.
L’uomo non si voltò neanche. Sorrise con
aria divertita e alzò la mano destra, da cui cominciò a scaturire una luce
nerastra.
- Che… che sta succedendo? Cloud..?- chiese Aeris, avvicinandosi
lentamente a lui.
- Corri!- le gridò lui voltandosi e afferrandola per la
mano, cominciando a correre.
Qualche istante dopo ci fu un’altra esplosione,
che rese ancora più frequenti i crolli.
- Cosa succede? Chi c’era là dentro?-
esclamò la ragazza, senza però ricevere risposta.
Come Cloud svoltò l’angolo
si scontrò contro un altro ragazzo, e finirono a terra tutti e due.
-
L…Leon!- esclamò Aeris, correndo ad abbracciare il fratello, tra le
lacrime.
- Per fortuna… per fortuna stai bene… papà… papà è…- disse lei
singhiozzando.
- Lo so… adesso però dobbiamo andare via!- Leon tirò su la
sorella e solo in quel momento si accorse dell’altro ragazzo.
Il suo volto
assunse un’espressione diffidente.
- Tu…tu chi sei? Che ci fai qui?- gli
disse, portando la mano al suo Gunblade.
- No, no, lui sta con me…- gli disse
Aeris.
Leon la fissò un po’ allibito.
- N-no, cioè, non in quel senso,
lui…ehm…- farfugliò la ragazza.
- Mi chiamo Cloud - rispose il ragazzo.
-
Io sono Leon.
- Bene, allora adesso muoviamoci!- esclamò Cloud e prese a
tirare nuovamente la ragazza dietro di lui.
- E-ehy, non tirare così però…-
fece lei. - E poi si può sapere dove ci stai portando?
Il ragazzo non
rispose. Salì tre piani di scale e continuò a correre lungo un corridoio in
fondo al quale c’era una porta.
- Un momento, ma…- fece Leon.
Cloud si
fermò davanti alla grande porta sigillata.
- Aspetta, non possiamo entrare
qui!- esclamò Aeris.
Il ragazzo non rispose, sollevò la grande spada e con un
colpo secco buttò giù la porta.
- Aaah! Ma che hai fatto?- esclamò
Aeris.
Lo spettacolo che le si parò davanti le impedì di parlare oltre.
La
stanza era completamente vuota.
Al centro c’era un’enorme specchio, dal vetro
trasparente e come inconsistente.
- Ma… era questo che papà non ha mai voluto
mostrarci?- mormorò Aeris esterrefatta.
Leon guardò sospettoso Cloud.
-
Come facevi a saperlo?- gli chiese.
Il ragazzo restò in silenzio.
- Sapere
cosa? Cos’è quella specie di specchio?- domandò Aeris confusa.
Prima che
qualcuno avesse il tempo di parlare, si sentì un’esplosione poco distante da lì
e la stanza fu invasa dalle fiamme.
- Ma che…- gridò Aeris.
- Andiamo!-
Cloud si diresse verso lo specchio, sempre tenendo per mano Aeris, seguito da
Leon.
Un’ ombra stava avanzando tra le fiamme e stava per raggiungerli.
-
Adesso!- Cloud si buttò contro lo specchio con Aeris e Leon.
Il vetro si
tramutò in acqua e i tre scesero in un abisso profondo.
Prima di perdersi nel
buio, Leon riuscì a vederlo. Tra le fiamme, con un sorriso maligno in faccia:
l’angelo nero.
E il primo capitolo è finito! Che faticaccia… XO! Questa è in
assoluto la prima fanfiction che abbia mai scritto. Spero vi piaccia!