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Autore: Neko chan    30/07/2006    7 recensioni
Leon rimase a bocca aperta. - Allora non era una storia… ci sono davvero altri mondi oltre a questo?! - Si. E dietro quella porta c’è il portale per attraversarli. - E la battaglia? Che c’entra la battaglia? - Il mondo è in pericolo. Le tenebre stanno prendendo il sopravvento. E il nostro regno cadrà per mano di un angelo nero… - disse solennemente il re. - Sono state le ultime parole di tua madre. E ormai non manca molto alla fine…
Aeris riaprì lentamente gli occhi. Ci volle un po’ prima che la sua vista si riabituasse all’oscurità. Che era successo? Cos’era stato quel lampo improvviso? Doveva subito avvisare Leon e suo padre. Fece per voltarsi, quando notò qualcosa tra i cespugli. Era un ragazzo.

Ci ho messo personaggi di ffVII,ffVIII, ffX e kh. E' la mia prima fanfic, spero vi piaccia!
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Final Fantasy Adventure
Capitolo 1


Il soldato corse attraverso il lungo corridoio del castello, preoccupato.
Raggiunse un’ampia sala, dove si incontrò con un suo compagno.
- Abbiamo cercato dappertutto, ma non l’abbiamo trovata… dove può essersi cacciata?- chiese al compagno.
- E’ sempre così con la principessa…- sospirò quell’altro.
- Temo che dovremo scomodare il principe…


Il soldato attraversò nuovamente il corridoio, ma stavolta salì al piano superiore.
Era ormai abituato a percorrere quella strada.
Ogni volta che la principessa spariva erano costretti a chiedere aiuto a lui…
Arrivò davanti alla porta della stanza reale e bussò velocemente.
- Avanti- fece una voce maschile dall’interno.
Il soldato attraversò timidamente la soglia.
- Mi scusi se la disturbo, principe Leon…
Seduto al tavolo vicino alla parete della stanza c’era un ragazzo sui 18 anni, dai capelli corti e castani, e dai bellissimi occhi verdi.
Non indossava vesti eleganti: non gli piaceva portare i tradizionali abiti regali. Troppo scomodi, diceva.
Indossava una giacca di pelle nera sopra una maglietta bianca, dei pantaloni anch’essi di pelle neri con varie cinture e una collana d’argento al collo.
Il ragazzo mise da parte le scartoffie che stava compilando e si volse verso il soldato.
- Cosa c’è? E’ successo qualcosa?
- Ehm…riguarda vostra sorella, altezza… - fece il soldato.
- Vede…
- Se l’è squagliata un’altra volta, eh?- concluse il principe Leon.
- Sono costernato, altezza… ma non ditelo al re, vi prego…
Il principe si alzò e uscì dalla stanza, seguito a ruota dal soldato.
- L’avete cercata nella sua stanza?- chiese.
- Sissignore. La sua insegnante si era recata da lei per le lezioni mattutine, ma quando è entrata la principessa non c’era.
- Uhm… e nelle cucine? Nei bagni? Non c’è da nessuna parte?
- No… temo che sia uscita dal castello…
A quell’affermazione il ragazzo accelerò il passo e oltrepassò il grande portone, uscendo dal palazzo.
La residenza reale era circondata da alti cancelli sorvegliati.
Se non era a palazzo, la principessa doveva per forza essere…
- Ma certo, ai giardini! E’ l’unico posto dove non abbiamo controllato!- esclamò la guardia.
Leon attraversò l’ampio prato che si estendeva intorno al castello.
- Conoscendola, si sarà sicuramente nascosta…- fece il ragazzo, buttando occhiate qua e là.
Ad un certo punto notò con la coda nell’occhio un movimento tra i cespugli.
Si avventò su di esso e ne tirò fuori una ragazza.
- Aeris! Si può sapere che ci fai, qui fuori?- fece il ragazzo.
- Uffa, non vale! Riesci sempre a trovarmi… Però stavolta mi ero nascosta bene, eh?- disse sorridendo la principessa.
Era una ragazza stupenda, dai lunghi capelli castani con due riccioli davanti alle orecchie.
Aveva un viso roseo e delicato e dei bellissimi occhi verde smeraldo.
Era una ragazza dolce e allegra; aveva circa 20 anni, e nonostante il comportamento a volte infantile, aveva un carattere forte e deciso.
- Nonostante sia tu la più grande, ti comporti come una bambina…- disse Leon scuotendo la testa.
- Perché sei uscita dal castello? La tua insegnante era venuta per le lezioni, te ne eri scordata?
- E’ per questo che sono andata via. Quelle lezioni sono così noiose…- disse la ragazza.
Leon la prese per mano e la ricondusse a palazzo.
- Se continui a marinare le lezioni in questo modo, non imparerai mai niente…- sospirò il ragazzo con aria di rimprovero.
- Ormai non ho più niente da imparare… conosco già tutto a memoria! E poi quando papà non ci sarà più sarai tu a diventare re, non io…- replicò Aeris.
- Aeris, tu sei una principessa e devi comportarti come tale- disse severo il fratello. - Tra l’altro è anche ora che tu prenda marito…
Quest’ ultima affermazione bloccò la ragazza.
- S…sposarmi???- esclamò esterrefatta.
- Certo! Non vorrai rimanere zitella per tutta la vita, spero!- ribatté lui. - Non sai quanti giovani vorrebbero averti in sposa…
- Ma io non voglio!- esclamò lei, fermandosi. - Non potete decidere tutto d’un tratto e senza dirmi niente!
- Ma non è stato ancora deciso niente, calmati… Domani verranno a farci visita tre tuoi pretendenti. Avrai tutto il tempo di pensarci…- disse Leon.
Aeris era esterrefatta.
- M-ma… fammi capire… perché io devo trovare marito se tu che sei anche l’erede al trono non sei neanche fidanzato???- scoppiò lei.
- Oh Aeris, non cominciare… E’ la decisione del re, e tra l’altro tu sei la più grande…
- Bhè, io mi rifiuto categoricamente - disse la ragazza.
Leon si voltò verso di lei.
- Come?
- Io non mi sposerò per niente al mondo. Tantomeno con uno sconosciuto scelto da papà!- detto questo Aeris si voltò e corse in camera sua.
Leon e il soldato rimasero per un po’ fermi in mezzo al corridoio.
- Altezza, vuole che…
- No, no. Andrò a parlarle io.


Aeris si buttò sul letto, nascondendo il volto sotto il cuscino.
Ma perché doveva andare tutto così male? Finora aveva sempre fatto quello che suo fratello e suo padre si aspettavano da lei, e adesso avrebbe anche dovuto sposare un perfetto sconosciuto… quand’è che avrebbe deciso da sola della propria vita?
Ad un tratto sentì bussare alla porta.
- Aeris, sono io. Posso entrare?
Lei acconsentì e Leon entrò nella sua stanza.
Si avvicinò al letto e le sedette accanto.
- Ma perché va tutto storto?- fece lei. Sembrava ormai sull’orlo del pianto.
- Aeris…- cominciò lui -  So che è dura. Nessuno ha mai detto che essere una principessa fosse facile. Ma il popolo si aspetta molto da te.
- Non vedo proprio come un matrimonio possa risolvere le cose…- singhiozzò lei. Alzò il volto dal cuscino e si mise accanto a suo fratello.
- Io… io ho sempre fatto di tutto per accontentare papà. Davvero. Ce l’ ho messa tutta. Però adesso mi rendo conto che non può continuare così. La mia vita sta passando senza che me ne renda conto.
Leon restò per un po’ a guardarla. Non le era mai sembrato che Aeris stesse così male. Lei si dimostrava sempre gentile e cordiale con tutti, anche quando era triste. E lui non aveva capito niente. Forse non le era stato abbastanza vicino.
- Che cosa vorresti fare?- le chiese alla fine.
Lei non rispose. Non sapeva neanche che dire. Non le piaceva quella vita. Ma che altre possibilità c’erano?
- Una volta, quando eravamo piccoli, la mamma ci aveva detto… che al mondo c’erano un’infinità di mondi diversi, tanti quanto le stelle del cielo. E tu hai detto che un giorno avresti voluto visitarli tutti. Hai abbandonato quel desiderio, Leon?
Il ragazzo non rispose subito. Alla domanda seguì un lungo silenzio.
Poi disse: - Da piccolo avevo una grande fantasia. E molti sogni. Ma crescendo mi sono accorto che non sempre è possibile realizzare i propri desideri. Quella degli altri mondi è solo una favola. Lo sai anche tu.
Lei rimase un po’ in silenzio, a fissare il pavimento.
- Quando me l’ ha raccontato, io mi ero già esaltata. Sognavo di vivere avventure bellissime, di visitare posti nuovi mai visti prima. Io ci credo ancora. Per te invece è solo una storia, vero?- disse lei fissandolo.
Lui rimase colpito da quella risposta.
Rimase lì, senza sapere che dire.
- Io voglio bene a papà. E anche a te, Leon. Ma non voglio vivere rinchiusa qui. Voglio decidere da sola della mia vita.


“ Non voglio vivere rinchiusa qui. Voglio decidere da sola della mia vita.”
Quelle parole l’avevano spiazzato. Aeris soffriva a palazzo.
Ma lui che poteva fare? Lui era il principe di quel regno. L’erede al trono.
Se non era capace di capire neanche sua sorella, come poteva sperare di governare un intero regno?
Si passò una mano tra i capelli. Prese la tazza di caffè sopra il tavolo e la bevve tutta d’un sorso.
Era intento a frugare nei suoi pensieri, quando entrò nella stanza una guardia.
- Mi scusi, altezza. Sua eccellenza il re vuole parlarvi. E’ una cosa importante.
Leon si diresse verso la stanza del re. Cosa poteva volere suo padre a quest’ora?
Bussò alla porta.
- Padre, sono Leon. Mi avete fatto chiamare?
Il ragazzo entrò e si chiuse la porta alle spalle.
Il re era in mezzo alla stanza, in piedi.
- Vieni Leon. Accomodati.
Il ragazzo avanzò verso il padre e si sedette nella poltrona vicino alla sua.
- C’è qualcosa di cui volevate parlarmi?- chiese il ragazzo.
- Per carità, Leon, almeno in privato dammi del tu! - fece il re guardandolo.
- Va bene… perché mi hai fatto chiamare?
- Vedi, figliolo… ultimamente sono stato parecchio preso dal lavoro e non ho avuto molto tempo da dedicare a voi due… come va?
Leon rimase alquanto stupito dalla domanda. Suo padre che lo chiamava nel cuore della notte per chiacchierare?
- Io sto abbastanza bene. Ultimamente non ho avuto molto da fare. Però è Aeris che mi sembra un po’ depressa…
- Depressa?- gli fece il re.
- Si… sai, forse il matrimonio imminente e tutto il resto… mi è sembrata un po’ tesa… forse dovresti parlarci un po’- disse Leon.
- Già, forse dovrei… è parecchio che non le parlo… ma ultimamente ho avuto dei gran grattacapi…
Il re si avvicinò di più al ragazzo.
- In effetti è di questo che volevo parlarti…
Leon prestò attenzione alle parole del padre. Il suo tono non prometteva niente di buono…


Aeris spalancò il portone e uscì all’aperto, in giardino.
Dato che non riusciva a dormire, aveva pensato di uscire un po’.
Era notte fonda ormai e c’era una bellissima luna piena.
Si sedette su una panchina e alzò lo sguardo al cielo, chiudendo gli occhi e ascoltando il fruscio del vento.
Quella sera c’era qualcosa di strano nell’aria…

- Credo che anche tu sappia che tua madre aveva delle capacità premonitrici…- cominciò il re.
- Si- annuì Leon. Non capiva dove voleva arrivare.
- Vedi…- continuò il padre - Prima di morire lei mi ha detto… che tu non saresti mai salito al trono.
Lo sguardo di Leon si incupì. - Un presagio… di morte?- fece con un filo di voce.
- Già… ma non per te. Sarà il regno a non durare abbastanza affinché tu possa governarlo…
Leon rimase ancora più stupito di prima. - Non capisco…
Il re lo guardò dritto negli occhi. - E’ in corso una battaglia, Leon. Una battaglia in cui noi abbiamo un ruolo fondamentale.
Si alzò in piedi e prese a fare avanti e indietro per la stanza.
- Leon… ti sei mai chiesto dove conduce quella porta al terzo piano a cui né a te né a tua sorella è mai stato permesso di entrare?
- La… porta al terzo piano?- domandò Leon.
- Ma che significa? E cos’è questa storia della battaglia? Spiegamelo!
- Rammenti di quando vostra madre vi raccontava quella storiella sugli altri mondi?- gli disse il re.
- Quella porta è la chiave per raggiungerli.


Aeris fissò intensamente la luna. Era incredibilmente luminosa, come quel giorno in cui morì la mamma…
Scacciò subito via quel pensiero. Non era il momento di intristirsi con i ricordi del passato…
Ad un certo punto il vento cominciò a soffiare forte e il cielo si fece più luminoso.
Si alzò di scatto e cominciò a fissare il cielo senza distogliere lo sguardo per un solo secondo.
Improvvisamente ci fu un lampo di luce abbagliante e tutto diventò bianco.


Leon rimase a bocca aperta.
- Allora non era una storia… ci sono davvero altri mondi oltre a questo?!
- Si. E dietro quella porta c’è il portale per attraversarli.
- E la battaglia? Che c’entra la battaglia?
- Il mondo è in pericolo. Le tenebre stanno prendendo il sopravvento. E il nostro regno cadrà per mano di un angelo nero… - disse solennemente il re.
- Sono state le ultime parole di tua madre. E ormai non manca molto alla fine…


Aeris riaprì lentamente gli occhi. Ci volle un po’ prima che la sua vista si riabituasse all’oscurità.
Che era successo? Cos’era stato quel lampo improvviso? Doveva subito avvisare Leon e suo padre.
Fece per voltarsi, quando notò qualcosa tra i cespugli.
Era un ragazzo.


- Ma… ma come puoi startene lì tranquillo??? E’ arrivata la fine? Ma che vuol dire? E noi? Che cosa cavolo faremo, noi?- scoppiò Leon alla fine.
Il re gli si avvicinò lentamente.
- Hai mai sentito parlare delle “dieci pietre”?
Leon strabuzzò gli occhi. - Si, mi sembra di averle sentite da qualche parte…perché?
- Quelle pietre controllano l’equilibrio di tutti i mondi esistenti e sono nascoste in dieci luoghi diversi. Ora, le tenebre stanno cercando di appropriarsene.
- Ma allora il nostro portale…
- Si, serve a raggiungere quei luoghi. E lui sa che si trova qui…


Aeris si avvicinò furtivamente alla figura.
Disteso a terra c’era un ragazzo. Sembrava privo di conoscenza.
Lei gli si inginocchiò accanto.
- Ehy…va tutto bene?
Non ricevendo risposta si avvicinò di più. “Ma sarà morto?” pensò.
Lo girò e accostò l’orecchio al suo petto. Il battito c’era.
Tirò un sospiro di sollievo e rimase per un po’ lì a guardarlo.
Era un bel ragazzo, dai capelli corti, biondi e scompigliati.
Era robusto ed era anche ferito in più parti. Notò la grande spada fasciata accanto al ragazzo.
“ Forse è un guerriero…” pensò. “Chissà da dove viene…”
Ma accantonò tutti i suoi interrogativi: prima di tutto doveva soccorrerlo. Lo avrebbe interrogato più tardi.
Lo tirò su e lo fece appoggiare a lei, tenendo il braccio del ragazzo intorno al suo collo, e lo trascinò dentro il castello.


- Per lui… intendi l’angelo nero?- domandò Leon.
- Esatto - rispose il re.
Leon si lasciò cadere sulla sedia.
- Siamo fregati…ma… ma perché cavolo l’ hai detto solo adesso? Forse ci saremmo potuti organizzare prima, forse…
Il re gli poggiò una mano sulla spalla.
- Era scritto così. Adesso tu e Aeris avete una missione da compiere.
- Una missione?- gli fece eco il ragazzo.
- Dovete fermare le tenebre, riportare la luce in un’ epoca ormai persa nell’ oscurità… Trova le dieci pietre, Leon, e salva questi mondi.
- Ma…ma noi due da soli…- balbettò il ragazzo.
- Non sarete soli. Altri valorosi guerrieri vi affiancheranno. Tu diventerai un Cavaliere della Luce, Leon. E combatterai il male insieme ai tuoi compagni.
Il re abbracciò il figlio.
- Non sono stato un buon padre, perdonami. Abbi cura di Aeris, ti prego.


Aeris attraversò velocemente il corridoio, attenta a non farsi vedere, poi entrò nella sua stanza; chiuse la porta e distese il ragazzo sul letto, dopodiché cominciò a frugare nel cassetto della scrivania in cerca del suo kit medico.
All’inizio aveva pensato di raccontare l’accaduto a Leon e farsi aiutare da lui, ma poi ci aveva ripensato: suo fratello si sarebbe certamente insospettito e chissà cos’ avrebbe fatto.
Prese il kit e si sedette accanto al letto.
Rimase per un po’ a fissarlo. Era davvero un bel ragazzo…
Arrossì violentemente e scosse la testa.
Ma che andava a pensare in un momento come quello???
Con un po’ di imbarazzo gli sfilò la maglietta. La ragazza sgranò gli occhi: il ragazzo aveva il corpo pieno di cicatrici, tra cui una grande sul petto, e un sacco di ferite ancora aperte e sanguinanti.
“Ma come avrà fatto a procurarsele?” si chiese Aeris.
Tuttavia non potè fare a meno di arrossire: era la prima volta che vedeva un uomo a torso nudo…
Afferrò il kit medico, ne tirò fuori alcune bende e cominciò delicatamente a fasciare il ragazzo, stando attenta a non svegliarlo.
Aveva una marea di pensieri per la testa.
Chi era quel ragazzo sconosciuto? Da dove veniva? Che ci faceva lì? Ma soprattutto, cos’era stato quel lampo di luce?
Pensò a Leon. Possibile che neanche suo fratello non si fosse accorto di quell’onda abbagliante nel cuore della notte?
Ma poi ci ripensò. Dopotutto, Leon aveva il sonno talmente pesante che quando era addormentato non lo svegliavano neanche le cannonate…
Però la mattina seguente avrebbe comunque dovuto parlargliene… si sarebbe arrabbiato con lei per aver fatto entrare uno sconosciuto a palazzo? E chissà se stavolta suo padre si sarebbe interessato a quello che aveva fatto...?
- Mh…
Aeris si destò dai suoi pensieri. Il ragazzo stava lentamente aprendo gli occhi.
La ragazza restò nuovamente stupita: aveva degli occhi bellissimi, azzurro cielo.
- Ti sei svegliato, finalmente! Come ti senti?- gli domandò.
Il ragazzo la fissò, ma non rispose.
- Ehm…io sono Aeris. Tu come ti chiami?- gli chiese lei, sperando che stavolta le rispondesse.
- Cloud - rispose semplicemente lui, ancora un po’ frastornato.
Prese a guardarsi intorno, poi si girò verso Aeris.
- Dove sono?
- Questo è il Palazzo dei Fiori. Ti ho trovato in giardino privo di sensi. Da dove vieni?- gli chiese la ragazza, ansiosa di ricevere risposte a tutte le sue domande.
Ma Cloud restò in silenzio. Anzi, il suo volto assunse un’espressione stupita e tesa allo stesso tempo.
- Il… Palazzo dei Fiori?- ripetè, come per averne la conferma.
La ragazza non ebbe il tempo di spiccicare parola, che in tutto il castello risuonò fortissimo un rumore di esplosione, e il terreno cominciò a tremare.
La ragazza emise un grido.
- Ma…ma cosa è stato?- esclamò con le mani a tappare le orecchie.
Cloud si tirò su a sedere, allarmato.
- Arriva…


Ci fu una violenta scossa e per poco Leon non finì a terra.
- Ma che diavolo succede?- esclamò.
- E’ arrivato…- mormorò il re con sguardo cupo.
Leon lo guardò spaventato.
- L’angelo… nero?- mormorò.
Ci fu un’altra esplosione, stavolta molto più vicina.
- Leon, vai, presto! Corri da Aeris!- gli gridò il re.
- Ma…ma padre…
- Muoviti!
Leon si girò e cominciò a correre per il corridoio, con gli occhi lucidi.
Il re lo seguì con lo sguardo finchè non sparì dietro un altro corridoio.
Sorrise tristemente.
Non si sarebbero rivisti mai più.


Il pavimento non smetteva di tremare e la scrivania si rovesciò a terra.
Aeris era spaventatissima e non capiva cosa stava succedendo.
- Ma… ma che succede? Cos’è stata quella scossa?- esclamò sull’orlo del pianto.
Cloud si alzò dal letto, afferrò la sua spada e prese per mano la ragazza.
- Dobbiamo uscire subito di qui!- le gridò.
- Cosa? Ma… ma dove vuoi…- la ragazza non riuscì neanche a finire la frase che il ragazzo si era già precipitato sul corridoio, trascinandola per mano.
Ovunque c’erano pezzi di soffitto che crollavano, e i soldati che correvano da tutte le parti.
Uno di loro le andò incontro.
- Principessa! Principessa, state bene?- esclamò l’uomo. Notando il ragazzo armato che la teneva per mano, fece per estrarre la spada, ma lei lo rassicurò.
- Non preoccuparti, lui sta con noi! ( almeno credo…) Piuttosto, cosa sta succedendo? Perché il palazzo sta crollando?
- Le sentinelle stavano facendo la guardia, quando all’improvviso sono state attaccate da qualcosa… non hanno fatto in tempo a dire altro che abbiamo perso il contatto radio con loro… anche le guardie che sorvegliavano il castello sono state uccise! E il castello è stato attaccato… probabilmente vogliono assassinare vostro padre, non vedo altre spiegazioni!- esclamò il soldato.
A quell’affermazione, il volto della ragazza assunse un’espressione spaventatissima.
- Mio…
In quel momento, un’enorme pezzo di soffitto cadde a terra, proprio in mezzo ad Aeris e il soldato.
- Io corro dalle altre guardie, altezza! Presto, mettetevi in salvo!- gridò il soldato allontanandosi.
Ma la ragazza si voltò agitata verso Cloud.
- Presto, andiamo! Dobbiamo aiutare papà!- esclamò.
Lui però la afferrò per il braccio e riprese a trascinarla via.
- Ma che fai, Cloud?! Dall’altra parte! Mio padre…
- Non possiamo fare niente per lui!- gridò il ragazzo senza voltarsi.
- Cos…ma che stai dicendo? Se non andiamo da lui…
- Falla finita!- le gridò il ragazzo girandosi a guardarla, ma senza smettere di correre.
- Ormai è troppo tardi, non riusciremmo comunque a salvarlo! Dobbiamo andarcene prima che crolli tutto!
- No, fermati, fermati!!!- gridò la ragazza piangendo e cercando di divincolarsi, ma invano.
Ad un certo punto ci fu un’enorme esplosione, che sfondò il muro accanto a loro.
I due caddero a terra e ci fu una grande ondata di polvere.
Aeris si rialzò subito.
- Veniva dalla stanza di papà…- disse con voce flebile, con gli occhi fissi sul buco della parete.
Ad un certo punto si sentì come una risata sommessa e Cloud scattò in piedi.
Corse velocemente attraverso il muro sfondato e giunse a quella che fino a poco prima era stata la stanza del re.
- Che… che hai?- chiese Aeris, che non si era mossa.
Cloud sgranò gli occhi e avvicinò la mano alla spada.
Accanto al corpo senza vita del padre della principessa c’era un uomo di spalle.
Aveva lunghi capelli grigi e una lunga e sottile spada nella mano sinistra, coperta di sangue.
L’uomo non si voltò neanche. Sorrise con aria divertita e alzò la mano destra, da cui cominciò a scaturire una luce nerastra.
- Che… che sta succedendo? Cloud..?- chiese Aeris, avvicinandosi lentamente a lui.
- Corri!- le gridò lui voltandosi e afferrandola per la mano, cominciando a correre.
Qualche istante dopo ci fu un’altra esplosione, che rese ancora più frequenti i crolli.
- Cosa succede? Chi c’era là dentro?- esclamò la ragazza, senza però ricevere risposta.
Come Cloud svoltò l’angolo si scontrò contro un altro ragazzo, e finirono a terra tutti e due.
- L…Leon!- esclamò Aeris, correndo ad abbracciare il fratello, tra le lacrime.
- Per fortuna… per fortuna stai bene… papà… papà è…- disse lei singhiozzando.
- Lo so… adesso però dobbiamo andare via!- Leon tirò su la sorella e solo in quel momento si accorse dell’altro ragazzo.
Il suo volto assunse un’espressione diffidente.
- Tu…tu chi sei? Che ci fai qui?- gli disse, portando la mano al suo Gunblade.
- No, no, lui sta con me…- gli disse Aeris.
Leon la fissò un po’ allibito.
- N-no, cioè, non in quel senso, lui…ehm…- farfugliò la ragazza.
- Mi chiamo Cloud - rispose il ragazzo.
- Io sono Leon.
- Bene, allora adesso muoviamoci!- esclamò Cloud e prese a tirare nuovamente la ragazza dietro di lui.
- E-ehy, non tirare così però…- fece lei. - E poi si può sapere dove ci stai portando?
Il ragazzo non rispose. Salì tre piani di scale e continuò a correre lungo un corridoio in fondo al quale c’era una porta.
- Un momento, ma…- fece Leon.
Cloud si fermò davanti alla grande porta sigillata.
- Aspetta, non possiamo entrare qui!- esclamò Aeris.
Il ragazzo non rispose, sollevò la grande spada e con un colpo secco buttò giù la porta.
- Aaah! Ma che hai fatto?- esclamò Aeris.
Lo spettacolo che le si parò davanti le impedì di parlare oltre.
La stanza era completamente vuota.
Al centro c’era un’enorme specchio, dal vetro trasparente e come inconsistente.
- Ma… era questo che papà non ha mai voluto mostrarci?- mormorò Aeris esterrefatta.
Leon guardò sospettoso Cloud.
- Come facevi a saperlo?- gli chiese.
Il ragazzo restò in silenzio.
- Sapere cosa? Cos’è quella specie di specchio?- domandò Aeris confusa.
Prima che qualcuno avesse il tempo di parlare, si sentì un’esplosione poco distante da lì e la stanza fu invasa dalle fiamme.
- Ma che…- gridò Aeris.
- Andiamo!- Cloud si diresse verso lo specchio, sempre tenendo per mano Aeris, seguito da Leon.
Un’ ombra stava avanzando tra le fiamme e stava per raggiungerli.
- Adesso!- Cloud si buttò contro lo specchio con Aeris e Leon.
Il vetro si tramutò in acqua e i tre scesero in un abisso profondo.
Prima di perdersi nel buio, Leon riuscì a vederlo. Tra le fiamme, con un sorriso maligno in faccia: l’angelo nero.

 

E il primo capitolo è finito! Che faticaccia… XO! Questa è in assoluto la prima fanfiction che abbia mai scritto. Spero vi piaccia!

  
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